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Autore: Emma_Powell    30/08/2016    14 recensioni
[STORIA AD OC - ISCRIZIONI CHIUSE]
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“Vai avanti finché non trovi i campi di fragole. Se ci sono dei satiri, sono quelli del signor D. Non ti puoi sbagliare.” aveva detto “E se moriamo per colpa tua, verremo a cercarti dall’ade per tormentarti per il resto dell’eternità. Chiaro?”
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- Se non so cosa succede posso fare ben poco. E comunque, non ho ancora capito chi sei.
- Giusto. Mi chiamo Marlene Stephens, ho duecentodiciassette anni e sono una cacciatrice di Artemide. Se non ci muoviamo resterò l’ultima del gruppo. – ci pensò su – No, probabilmente sono già l’ultima del gruppo. Se non ci muoviamo moriremo tutti.
Il centauro non si scompose.
- Una cacciatrice. Effettivamente indossavi la giacca della vostra “divisa”… Perché dovremmo morire tutti?
La cacciatrice si voltò per osservare il suo interlocutore.
- Probabilmente le sembrerà impossibile, ma Pirra è risorta e vuole scatenare un secondo diluvio universale, come quello ordinato da Zeus quando stava ancora in Grecia. Sta cercando di ricongiungersi a suo marito ormai da un po’. E quando ce la farà, non ci sarà modo di fermarli.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Le Cacciatrici, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Semidei Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ti puoi sbagliare


 
Marlene Stephens stava camminando ormai da ore, ma il campo continuava a non vedersi da nessuna parte. Eppure quando Talia le aveva dato le indicazioni le era sembrato abbastanza semplice. “Vai avanti finché non trovi i campi di fragole. Se ci sono dei satiri, sono quelli del signor D. Non ti puoi sbagliare.” aveva detto “E se moriamo per colpa tua, verremo a cercarti dall’ade per tormentarti per il resto dell’eternità. Chiaro?” Ma mentre parlava le aveva donato l’ultima freccia che le era rimasta nella faretra, cosa che aveva reso meno credibile la minaccia. Marlene si era preoccupata lo stesso , ma per un’altra ragione: le faretre delle cacciatrici erano state incantate in modo da non rimanere mai vuote. Sicuramente non era un buon segno se la loro luogotenente rimaneva senza munizioni  Poi aveva estratto due pugnali da caccia ed era tornata al combattimento, gridando ordini al resto del gruppo.
Il problema era che all’orizzonte non si vedevano né fragole né satiri, ma solo una distesa irregolare di alberi e, in alto, le stelle. In ogni altra occasione si sarebbe fermata per osservare Zoe Nightshade continuare la sua caccia nel cielo. Lo aveva fatto molte volte, da quando l’avevano persa, e ogni volta si era sentita in pace con se stessa. Ma quello non era il momento giusto per riposarsi: erano le quattro e mezzo del mattino e il suo senso dell’orientamento l’aveva abbandonata da un pezzo. In duecentodiciassette anni di servizio, tra l’altro, era andata al campo appena sei volte, passando sempre per la strada principale e accompagnata da Artemide e dalle sue sorelle. Se Zoe l’avesse potuta vedere in quel momento, si sarebbe coperta gli occhi con le mani e avrebbe negato di conoscerla.
Quella mattina Talia le aveva detto esplicitamente di non farsi notare, quindi Marlene aveva deciso di passare per il bosco, ma stava cominciando a ricredersi sull’intelligenza di quella scelta. Infatti stava correndo da appena un paio di ore quando aveva incontrato una Chimera, che l’aveva colta di sorpresa. Prima di essere ucciso il mostro le aveva portato via un bel lembo di pelle all’altezza del fianco sinistro, ma il pensiero di tutte le sue compagne in pericolo l’aveva fatta continuare a camminare. Solo che in quel momento, a distanza di sei ore di cammino, la fatica iniziava a farsi sentire. La fasciatura che aveva improvvisato dopo lo scontro era completamente imbrattata di sangue, che aveva cominciato a gocciolarle lungo la gamba, e non mangiava niente da quella mattina a colazione.
Doveva fermarsi ed accamparsi, decise. E se qualcuno o qualcosa avesse provato a darle di nuovo fastidio se ne sarebbe pentito amaramente.
Si appoggiò pesantemente ad un albero, lasciandosi scivolare a terra. Aveva bisogno solo di una mezzoretta di riposo, poi sarebbe potuta ripartire. Rimase per un po’ così, fissando il sangue che tingeva lentamente di rosso le foglie secche sotto di lei con i capelli scuri e sporchi davanti agli occhi, poi la torcia che teneva in mano iniziò a funzionare a scatti. Un minuto più tardi era spenta. Cliché.
Infilò rabbiosamente la torcia dentro lo zaino, maledicendo gli dei,  ma venne interrotta quasi subito da un ringhio gutturale. Altro cliché. Perché naturalmente non poteva fare un viaggio normale senza essere inseguita da qualche genere di mostro feroce. Sarebbe stato tutto troppo semplice.
In un secondo la cacciatrice si era tirata in piedi e aveva incoccato una freccia, pronta a darle di santa ragione a chiunque si fosse avvicinato.
- Non ho tempo per i tuoi trucchetti! – gridò – Se proprio vuoi farti uccidere, vieni fuori in fretta. Io sono qui.
Questa vola le rispose un ruggito vero e proprio. Qualcosa di luminoso iniziò ad avvicinarsi velocemente dal fondo della foresta, lasciandosi dietro una scia di alberi in fiamme. Marlene fece appena in tempo a balzare via per evitare di essere arrostita, ma cadde ugualmente di faccia, graffiandosi i palmi delle mani e il naso. Sbatté gli occhi un paio di volte, perplessa. Fuoco. In tutti i suoi numerosi anni con le cacciatrici non aveva incontrato molti mostri dotati di lanciafiamme incorporato. I draghi erano sicuramente i più comuni, ma ormai in quell’epoca ne erano rimasti pochi. All’inizio della sua carriera, quando aveva sedici anni sia d’aspetto che di età, aveva avuto a che fare con alcuni di loro, ma ormai era da almeno un secolo che non ne vedeva più uno. O forse no, non se lo ricordava. Durante la guerra contro i Titani, Crono aveva riesumato parecchi animaletti interessanti, quindi forse anche qualche drago. Ma comunque…
- E’ tutto qui quello che sai fare? – urlò di nuovo, rimettendosi in piedi – Fatti sotto!
E ripartì all’attacco. A volte l’unica cosa che la mandava avanti era la forza di volontà, e quello era uno di quei momenti: stava in piedi quasi per miracolo, ma aveva trovato comunque un briciolo di energia per correre incontro al drago, scagliando una freccia dopo l’altra. Quando arrivò abbastanza vicina si ritrovò a pensare che il drago in fondo fosse una creatura veramente affascinante. Il corpo ricoperto da scaglie lucide, nonostante fosse possente e ingombrante si muoveva con una fluidità quasi ipnotica, lasciandosi dietro la sua scia di distruzione e fuoco. Ma la cosa più importante che ricavò dal suo esame fu che il suo avversario era più grosso di quanto si era aspettata. Il che significava che era anche più lento.
Il mostro sputò un secondo getto di fuoco, ma questa volta era pronta. Approfittando di quel momento distrazione prese la rincorsa e spiccò un salto, pregando di aver fatto bene i suoi calcoli. Mentre era a mezz’aria avvertì una strana sensazione, come se stesse passando attraverso una bolla di sapone gigante, ma non ci fece caso più di tanto. Aveva problemi più urgenti da risolvere, probabilmente era la stanchezza che le giocava qualche brutto tiro. Ma appena atterrò sul collo del drago udì un rumore del tutto fuori luogo, quello di un corno da caccia. Per un attimo pensò che le sue compagne ce l’avessero fatta e che fossero venute per aiutarla, ma non le vide da nessuna parte. Quindi riprese ad arrampicarsi sull’animale, stringendo i denti. Piantò con decisione un pugnale su un occhio del drago, che ruggì di dolore, ma non era ancora abbastanza, doveva trovare una soluzione più definitiva. Cercò un appiglio più solido a cui aggrapparsi, ma venne scaraventata ugualmente via. Questa volta atterrò di schiena, e strisciò per parecchi metri prima di fermarsi. La testa le girava in maniera pazzesca, e ormai aveva esaurito ogni risorsa. Probabilmente tutte le sue compagne erano morte da un pezzo, e lei le stava per seguire. Sperò per un attimo di poter diventare anche lei una costellazione, come era successo a Zoe qualche anno prima. Era sicura che non se la passasse male, lassù. Poi vide una testa entrare nel suo campo visivo.
- Chi diamine sei? – chiese il proprietario della testa, bruscamente – E perché hai attaccato Peleo? Sei impazzita?
- Abbiamo bisogno di… - iniziò sussurrando Marlene, provando a produrre un suono articolato.
E i suoi occhi si chiusero.
 
Sedici ore più tardi la cacciatrice si risvegliò di botto, e la prima cosa che vide fu il sedere di un cavallo, cosa che la fece sospettare di aver riportato qualche danno a livello celebrale. Poi il cavallo si girò per rivelare un uomo di mezz’età con indosso un bel maglione di lana rossa, con disegnate tante renne bianche. Solo che l’uomo era il cavallo. E il cavallo era l’uomo.
- Non sto bene. – ne dedusse Marlene. Poi i ricordi cominciarono a tornarle in mente: tutta quell’acqua, l’ultima freccia di Talia, il bosco del campo, il drago e la testa. E iniziò a preoccuparsi.
- Per quanto ho dormito? – gracidò, con la bocca secca.
- Sedici ore. – rispose l’uomo cavallo – Eri più morta che viva quando ti hanno trovato.
Le ci volle un po’ per capire cosa avesse detto, ma alla fine ce la fece. Sedici ore. Sedici dannatissime ore. Sentì distintamente il panico salirle dentro.
- Lei è Chirone, giusto? Questo è il campo.
- Sì, figliola. – rispose lo sconosciuto gentilmente.
- Deve inviare immediatamente qualcuno in Alaska. Subito.
Cercò di alzarsi in piedi, e Chirone la lasciò fare.
- Cosa succede?
Marlene fece una smorfia, tastandosi il fianco.
- Ho bisogno di più nettare, fa ancora male. – disse, ignorando la domanda.
- Devi riposarti, non puoi andartene ora. Che cosa succede?
- Devo andare, hanno bisogno di me. E io ho bisogno di almeno quattro semidei, preferibilmente ragazze dotate di intelletto in grado di darci una mano. O sarà peggio per tutti. - Si avviò traballando verso un tavolino in fondo alla stanza, sopra al quale erano disposti tutti barattolini e alcune bottiglie. – Ah, ecco il nettare.
Il centauro si avvicinò, preoccupato, mentre la ragazza iniziava a bere avidamente dalla bottiglia.
- Se non so cosa succede posso fare ben poco. E comunque, non ho ancora capito chi sei.
Marlene mise giù la bottiglia e si toccò di nuovo il fianco, questa volta senza provare nessun dolore.
- Giusto. Mi chiamo Marlene Stephens, ho duecentodiciassette anni e sono una cacciatrice di Artemide. Se non ci muoviamo resterò l’ultima del gruppo. – ci pensò su – No, probabilmente sono già l’ultima del gruppo. Se non ci muoviamo moriremo tutti.
Il centauro non si scompose.
- Una cacciatrice. Effettivamente indossavi la giacca della vostra “divisa”… Perché dovremmo morire tutti?
La cacciatrice si voltò per osservare il suo interlocutore.
- Probabilmente le sembrerà impossibile, ma Pirra è risorta e vuole scatenare un secondo diluvio universale, come quello ordinato da Zeus quando stava ancora in Grecia. Sta cercando di ricongiungersi a suo marito ormai da un po’. E quando ce la farà, non ci sarà modo di fermarli.
Chirone accolse la notizia abbastanza bene, pensò Marlene. Rimase a fissarla per un minuto intero senza dire niente, poi si passò una mano sugli occhi. Aveva un’aria terribilmente stanca.
- Pirra, la moglie di Deucalione? I genitori dell’umanità? Come è possibile che siano tornati in vita? Le porte della morte sono state chiuse ormai da tempo, e non c’è altro modo di farli fuggire dagli inferi.
- E’ una bella domanda.
- E per quale ragione vorrebbero causare un nuovo diluvio universale? Loro erano gli unici ad essere sopravvissuti, sanno bene cose ne conseguirebbe.
Marlene individuò il suo arco appoggiato su una sedia vicina al letto su cui aveva dormito e lo prese. Il contatto con quel legno così familiare la tranquillizzò un po’.
- Anche questa è una bella domanda.
Chirone la studiò per un attimo mentre si aggiustava l’arco dietro la schiena, e la cacciatrice si sentì ancora di più a disagio. Lei era una sedicenne da duecentouno anni, aveva visto di tutto, ma quel tizio era vecchio quanto gli dei. Sembrava in grado di leggerle l’anima, in qualche modo che non riusciva a capire.
- Allora avremo bisogno di un’impresa.
 
 


ANGOLO chilometrico dell’AUTRICE:
Buonsalve a tutti e benvenuti in questa nuova e improvvisata fantastica storia ad OC! *applausi registrati*
É la prima volta che faccio qualcosa del genere, quindi mi scuso in anticipo per le cose merdose che potrebbero conseguirne. Il fatto é che questa storia mi é venuta in mente ieri notte, alle due, mentre mi interrogavo sui misteri della vita cercando di addormentarmi. Tutta la grande riflessione è partita da una versione di Greco che ho fatto ieri appunto su Deucalione e Pirra, e la cosa è abbastanza triste, ma quando sei mezzo addormentato ti vengono le peggio idee. Quindi questa mattina mi sono svegliata, ho fatto colazione e ho cominciato a scrivere di getto. Adesso che sono nella fase creativa, però, ho bisogno di personaggi da sviluppare, sennò divento irascibile. Quindi, ciancio alle bande, pensiamo alle schede =)
Ora, non so quanti semidei prenderò esattamente, potrei anche decidere che vanno tutti bene e fare i capitoli di venti pagine per dare un po' di spazio a tutti. Però, per ora ho deciso di lasciare la scena a... *rullo di tamburi* ...cinque OC! Sì, lo so, sono pochi. Ma, come ho già detto, questa é la prima storia del genere che faccio, quindi voglio procedere con gradualità. Quindi, cinque OC (più Marlene) saranno i protagonisti della storia, ma ho bisogno di almeno altri nove personaggi che verranno introdotti strada facendo. Sceglierò inoltre due OC che diventeranno cattivi (yee, antieroi everywhere!) Farò del mio meglio per renderli tutti ugualmente importanti, anche perché prevedo che inizierò subito ad affezionarmi ^.^
Quindi, ecco a voi la tanto agognata scheda.
 
Nome:
Cognome:
Secondo nome*:
Soprannome*:
Età con data di nascita:
Genitore divino e rapporti con esso:

Descrizione genitore mortale e rapporti con esso (é vivo? É morto? Lavora? Si è sposato? Ha avuto altri figli? Ecc…):
Storia (che deve includere almeno l'infanzia, come é arrivato al campo e una descrizione della sua posizione  "gerarchica" al campo):
Carattere (vi prego, niente elenchi di aggettivi. Voglio periodi formati da soggetto, predicato e complementi vari :] ):
Cosa ama:

Cosa odia:
Cosa teme:
Aspetto fisico:
Prestavolto:

Armi preferite (vi ricordo che oltre alle spade, ai pugnali e agli archi possono includere anche pistole, fucili d'assalto, mazze da baseball, boomerang, balestre, teasers, granate, martelli, accette, lance, lanciafiamme, oggetti contundenti vari e chi più ne ha più ne metta):
Poteri*
Rapporti con altra gente (volete che sia particolarmente amico di qualcuno o che odi qualcuno? Quale tipo di persona andrebbe bene per un'eventuale relazione amorosa? --> Non ho mai provato a sviluppare un personaggio omosessuale o bisessuale, quindi non li accetto, scusate. Già la storia ad OC é una cosa nuova per me, non voglio renderla ancora più pietosa cimentandomi in qualcosa altrettanto nuovo) (la storia é ambientata tra la fine di Eroi dell'Olimpo e Le sfide di Apollo, in quel periodo in cui i personaggi canonici se ne stanno per i cavoli loro, tutti felici e contenti, quindi preferirei tenerli fuori dalla storia. Questo per dire che se qualcuno vuole essere l'amante di Jason, la cosa é fuori discussione. Mentre i fratelli Stoll sono ancora terreno di caccia ¬_¬ )
Altro* (tutto quello che pensate possa completare la descrizione del vostro personaggio. Ha un animale domestico? Ha un hobby preferito? Suona uno strumento musicale? Sa giocare a croquet? Vuole fare l'astronauta, da grande? É un feticista dei piedi? Ama i chimichanga? Dorme con un peluche? - potrei andare avanti a lungo)
 
I campi contrassegnati con gli asterischi sono facoltativi.

Scrivete tenendo conto che NON ACCETTO:
- Piú di due figli dei tre pezzi grossi IN TUTTO
- Figli di titani vari
- Mary Sue/Gary Stu
- personaggi stereotipati
- schede troppo brevi (ho bisogno di materiale di partenza se non volete che inizi ad improvvisare XD)
Anche se non voglio molti figli di “gente importante”, accetto mortali con la vista e figli di muse/ninfe e simili. Quindi, sbizzarritevi!
Tutte le schede devono essere inviate per messaggio privato, nella recensione ditemi solo il sesso, l'età e il genitore divino dell'OC. Potete inviarmi quanti OC volete ma tenete conto che i posti sono limitati. Se il vostro personaggio non compare non offendetevi :) Avete sette giorni per inviarmi i vostri OC, poi mi metterò a scrivere il primo capitolo. Scoprirete se i vostri personaggi hanno “vinto” o no con il procedere della storia.
Oh, e magari lasciate un commento sul prologo. Ditemi cosa ne pensate di Marlene :)
Okay, ora credo di avere scritto tutto quello che dovevo scrivere.
A presto
Emma ♥
 
P.S: Mi sono dimenticata di dire che questo è solo il prologo, i capitoli saranno più lunghi. E mi rendo conto che non tanta gente sa chi sono Deucalione e Pirra, solo noi poveri classicisti siamo costretti a farci delle versioni T.T  Vi posso solo garantire che nei prossimi capitoli spiegherò tutto meglio :)

 
 
 
Marlene Stephens
Cacciatrice di Artemide
 
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