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Autore: Taila    30/08/2016    1 recensioni
Matt non avrebbe dovuto sorprendersi del fatto che l’amico fosse riuscito a leggere le tracce di inquietudine che stava cercando di celare, perché Severide era il tipo che era attento alle persone a cui teneva e lottava con le unghie e con i denti per loro. Sentì una sensazione calda sciogliersi dentro di lui, perché, mentre faceva scontrare il collo della sua bottiglia con quella dell’amico, producendo un lieve tintinnio, seppe con assoluta certezza che Severide non lo avrebbe abbandonato.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kelly Severide, Matthew Casey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Una semplice serata
Autore: Taila
Serie: Chicago Fire
Genere: Generale, slice of life
Tipo: Pre-slash, one shot
Pairing: Matt Casey, Kelly Severide
Rating: Verde
Ambientazione: Dopo la 3x16, quando Pridgen cerca di scaricare la colpa su Casey per non essersi reso conto che un civile è entrato nell’edificio in fiamme per cercare un congiunto e poi si è buttato dalla finestra del secondo piano.
Disclaimers: I personaggi presenti in questa shot non appartengono a me, ma a tutti coloro che ne detengono i diritti. Io li ho presi in prestito senza scopo alcuno di lucro, solo per puro divertimento e per soddisfare i miei loschi scopi (ovvero, Matt che scarica l’adrenalina con Severide *__*)
Note: Questa shot è un esperimento. È la prima volta che scrivo in questo fandom e su questi due, ma adoro troppo questa ship, mi piace come Matt e Kelly interagiscono, si sostengono a vicenda e, anche se ormai si arruffano un po’ il pelo a vicenda, sono e restano amici. La scena in cui, mentre lavano i vetri della caserma, Matt prende in giro Pridgen e poi lui e Severide ridono insieme, mi ha segnato, è diventata una delle mie preferite su di loro. Questa è una shot semplice, senza pretese, qualcosa giusto per raccontare un momento insieme tra Matt e Severide e, forse, non ha nemmeno senso, ma volevo qualcosa in cui si vedesse quanto si sono avvicinati. Spero che il risultato sia decente, di assicurato c’è la mia buona volontà e tutto l’amore possibile verso questa ship.
Ringraziamenti: Ringrazio tutti coloro che leggeranno e commenteranno questa shot e tutti coloro che anche solo leggeranno.
Adesso la smetto e vi lascio alla lettura, alla prossima gente O/



Una semplice serata



Raramente Matt si era sentito stremato come in quel momento.
Il fatto che, non appena era terminato il suo turno, fosse ritornato a casa, senza nemmeno fermarsi a bere una birra insieme agli altri al Molly’s e che ora se ne stava accasciato sul divano come un orso svenuto, senza neanche la forza di mangiare il cibo precotto che si stava raffreddando sul tavolinetto, era un indice piuttosto palese di quanto fosse stanco. E non era solo a causa del lavoro. Si sentiva come se tutto quello che era accaduto nelle ultime settimane, improvvisamente si fosse rovesciato sulle sue spalle e lui a stento riuscisse a non farsi schiacciare. Si sfregò la faccia con i palmi delle mani, nel tentativo di levare via un po’ di stanchezza: alcuni suoi colleghi credevano che quella scia negativa era cominciata con la morte di Shay, lui, però, pensava che quel periodo negativo era incominciato quando Gabriela aveva accettato di lavorare alla Cinquantuno come un vigile del fuoco: essere il diretto superiore della propria fidanzata era stato il primo pezzo a cadere di quel domino gigantesco che ancora non aveva accennato a volersi fermare.
La rottura con Gabriela era stata difficile e, infondo, sapeva che, nonostante avessero cercato di mascherarla come un pausa di riflessione che si erano presi per capire come gestire i loro rapporti, visto che le dinamiche tra di loro erano mutate, sarebbe stato complicato rimettere tutto al suo posto e ricominciare dal punto in cui si erano interrotti, perché inevitabilmente qualche pezzo non si sarebbe più incastrato correttamente. E questo lo portava dritto al suo secondo problema. Matt abbassò la testa in avanti e passò le dita tra i suoi capelli, dalla fronte alla nuca e fermandosi sul collo, quindi espirò pesantemente. Ancora non riusciva a capire come fosse finito in quella situazione spinosa. Lui stava soltanto cercando di divertirsi un po’ perché, dopo aver avuto una ragazza fissa per tanto tempo, aveva voglia di rimettersi in gioco, schiarirsi un po’ le idee su come poter gestire la sua vita sentimentale, cercare di togliersi dalla teste quelle idee che non avrebbero dovuto esserci e la ragazza che aveva incontrato alla festa hawaiana era molto, molto carina e interessata a lui. Che ne poteva sapere che era l’ex moglie di quell’emerito idiota di Pridgen? E Matt era ancor più idiota di lui, visto che, mentre cercava di interrompere quella specie di relazione, era finito di nuovo a letto con lei e questa volta non aveva alcuna scusante, perché sapeva perfettamente cosa stesse facendo.
Avrebbe dovuto dar retta a Severide e mollarla subito, visto come gli si era ritorta conto quella situazione. E si arrivava quindi al suo terzo problema: per vendicarsi di lui perché si era infilato in quello che era stato il suo letto, quel pallone gonfiato di Pridgen lo stava usando come capro espiatorio perché, per causa di un suo ordine sbagliato e perché aveva messo i suoi interessi personali davanti al lavoro, aveva messo a repentaglio la vita di un uomo che era stato vittima dell’incendio che erano stati chiamati a domare. Un uomo aveva che in quel momento stava lottando per non morire. E ora quell’imbecille di Pridgen, che si credeva al di sopra di tutti, aveva deciso che, se una testa sarebbe dovuta cadere, allora sarebbe stata la sua. Stava rischiando tutto – il suo lavoro, la sua carriera e la sua pensione – a causa di un po’ di sesso facile e dell’ego ipertrofico di un idiota.
La porta di casa si aprì e Matt raddrizzò la schiena: avrebbe dovuto immaginare che Severide non lo avrebbe lasciato a macerarsi nell’autocommiserazione. L’ombra di un sorriso gli scivolò sulle labbra al pensiero che, nonostante rischiasse di farsi trascinare a fondo insieme a lui, l’altro non solo non lo aveva abbandonato, ma si stava battendo al suo fianco. Severide entrò in salotto e sbirciò da sopra le sue spalle la cena che si stava lentamente raffreddando sul tavolinetto.
- Polpettone di tacchino e purè? Il mio preferito tra quelli al supermercato.- commentò, guardando poi il collega.
Matt si girò verso di lui, il sorriso sulle sue labbra si era accentuato.
- Ce n’è un’altra vaschetta nel frigo.- lo invitò a cenare con lui.
- Prendo anche un paio di birre.- Severide annuì e poi si diresse in cucina.
Mentre sentiva trafficare il collega tra i pensili, Matt accese il televisore e cominciò a fare zapping tra i canali, saltando da un documentario sugli animali del Madagascar a un reality show per VIP e fermandosi solo quando trovò un vecchio film. Ripensò al rapporto che lui e Severide avevano prima, a quando bastava un nulla perché loro due si saltassero alla gola a vicenda, poi ripensò a loro due che pulivano fianco a fianco i vetri della caserma, lui che prendeva in giro Pridgen per poi riderne insieme e si disse che per niente al mondo non avrebbe scambiato l’uno con quello che avevano adesso.
Si udì il bip del microonde, rumore di stoviglie e poi un’imprecazione di Kelly che, probabilmente, si era scottato mentre tirava fuori la vaschetta col cibo ormai riscaldato. Subito dopo Severide lo raggiunse, con la mano destra reggendo la sua cena e con l’altra tenendo tra le dita i colli di due bottiglie, una delle quali porse a Matt non appena si fu avvicinato al divano. Quando l’amico prese la sua bottiglia, Severide si lasciò cadere di peso sul divano, emettendo poi un sospiro soddisfatto: era bello mettersi comodi dopo una delle loro tipiche giornate lavorative, in cui procedevano a braccetto col pericolo e si doveva fare i conti con la possibilità di non poter più tornare più a casa. Come era bello ritrovarsi seduti su un divano con accanto un amico a guardare vecchi film, invece di trascorrere la serata da soli e in una casa vuota, a lottare per tenere insieme i pezzi e non crollare, considerò Matt mentre sentiva il ginocchio sinistro di Kelly sfiorare a tratti il suo destro.
- Pretty Woman?- chiese Severide con una risata soffocata, dopo aver dato un’occhiata al televisore.
- Perché no?- replicò Matt prima di infilarsi in bocca una generosa porzione di polpettone.
- Se proprio dobbiamo fare le casalinghe disperate…- commentò Kelly fintamente esasperato, mentre indicava loro due con la forchetta.
- Guarda che è un classico.- ribatté Matt e si rese conto che stava per mettersi a ridere.
E quella era una cosa che non gli succedeva da un bel po’. Riusciva ancora a scherzare con i suoi colleghi e a sorridere insieme a loro, ma ridere, ridere col cuore quello proprio no. Non ricordava neppure quand’era stata l’ultima volta che era accaduto, forse neanche con Gabriela era riuscito a farlo. Ma c’era in Severide qualcosa di contagioso e che gli faceva venire voglia di ricambiare quei suoi sorrisi che sembravano coinvolgere tutto il suo viso e, insieme, lo sguardo.
- Un classico per casalinghe disperate. – concordò Kelly prima di bere un sorso della sua birra – Però non chiedermi di sospirare deliziato ogni volta che compare Richard Gere.
Casey ridacchiò con le labbra premute contro il bordo della bottiglia, prima di bere un sorso di birra.
- Pensavo fosse il tuo tipo. Mi sono sbagliato?- chiese poi, stando al gioco dell’amico.
Anche Kelly si mise a ridere, mentre faceva segno di no con la mano che stringeva la forchetta, un pezzo di polpettone ancora infilzato sui rebbi.
- Il mio tipo è un altro.- replicò con un’intonazione particolare, prima di infilarsi il cibo in bocca.
Con un sopracciglio inarcato, Matt fissò il collega per una manciata di secondi, mentre in un angolino della sua mente si domandava quale potesse essere il tipo di Kelly: nel corso degli anni lo aveva visto frequentare più donne di quante fosse riuscito a contare e tra loro non c’era un tratto distintivo che spiccava. Vedendo che Severide era ritornato a guardare il film mentre mangiava pacificamente, Matt decise di imitarlo e si girò a sua volta verso il televisore. Fissava lo schermo, ma non stava seguendo niente di ciò che stava accadendo a Julia Roberts e Richard Gere. Stava, invece, pensando a quella calma atmosfera di serenità che l’aveva avvolto da quando Severide era tornato a casa. Non sapeva se fosse dovuto al netto contrasto con la giornata adrenalinica che aveva avuto a lavoro o con la situazione spinosa in cui era finito con Pridgen, tuttavia gli piaceva la sensazione di tranquillità di essere lì, in quel modo con Severide; in qualche modo anche lui stesso riusciva a sentirsi più rilassato rispetto a prima.
- Matt.- Kelly lo chiamò all’improvviso.
Casey si riscosse, batté le palpebre un paio di volte, rimettendo a fuoco il televisore su cui Julia Roberts stava divertendosi parecchio a fare shopping, poi si girò verso il collega.
- Ne usciremo anche questa volta.- Kelly gli disse sicuro, spingendo verso di lui la propria bottiglia di birra.
Matt non avrebbe dovuto sorprendersi del fatto che l’amico fosse riuscito a leggere le tracce di inquietudine che stava cercando di celare, perché Severide era il tipo che era attento alle persone a cui teneva e lottava con le unghie e con i denti per loro. Sentì una sensazione calda sciogliersi dentro di lui, perché, mentre faceva scontrare il collo della sua bottiglia con quella dell’amico, producendo un lieve tintinnio, seppe con assoluta certezza che Severide non lo avrebbe abbandonato. Per Matt, il futuro era ancora incerto, non sapeva cosa avrebbe orchestrato Pridgen per farlo colare a picco, ma in quel momento la paura di non trovare niente con cui appigliarsi e affondare era scomparsa e tutto perché sapeva di non essere da solo, ma di avere un amico al suo fianco.


  
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