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Autore: Smoking    30/08/2016    1 recensioni
Cos'è che rende una favola una Favola?
Ovviamente un castello incantato, una Principessa in cerca del lieto fine ed un Principe coraggioso che farebbe di tutto per salvarla dal malvagio di turno.
Se cercate tutto questo, se cercate una favola di amore eterno, se cercate il trionfo del bene sul male, non aprite questa storia!
Nella mia, le principesse si salvano da sole e il principe... il Principe????
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per otto anni Mia aveva sognato il momento in cui avrebbe rivisto Jennifer, immaginando grandi abbracci e, perché no, anche qualche lacrimuccia di gioia che non poteva essere repressa, ma mai si sarebbe aspettata un urlo di rabbia ed uno sguardo di sufficienza da parte dell’amica.
Jennifer l’aveva poi trascinata nella sua immensa grotta, profonda quasi come il lago che gli stava davanti, e si era subito adoperata per prepararle un infuso di erbe rilassante.

Mia si guardò attorno, incapace di proferir parola: la dimora di Jennifer era rimasta esattamente come la ricordava, ogni singolo oggetto paralizzato esattamente nello stesso punto da otto anni, come se il tempo si fosse cristallizzato per preservare il ricordo di un periodo meno sventurato.
Jennifer le posizionò davanti una tazza fumante al cui interno vorticava un liquido dorato e si mise seduta dal lato del tavolo opposto a dove era collocata Mia. La Guardiana avvicinò la tazza alla bocca ed assaporò il suo contenuto: il dolce del miele nascondeva il sapore amarognolo delle erbe ed appena il liquido raggiunse il suo stomaco Mia sentì di essere di nuovo padrona del suo corpo. I suoi sensi stavano finalmente ritornando vigili e l’attacco di panico che la aveva attanagliata stava sfumando, benché Mia stesse lentamente prendendo consapevolezza che quel senso di angoscia non l’avrebbe più lasciata.

<< Che cosa mi è successo? >> chiese Mia all’amica, che sorrise.
<< Hai appena partecipato ad uno dei più antichi riti di venerazione agli Dei. >> spiegò tranquilla << I fumi dei tronchi che bruciano nei falò hanno un effetto allucinogeno su chi li respira, così da sentirsi più vicini agli Dei. È per questo che alla ricorrenza di stasera non è stato permesso far partecipare i bambini e coloro che non sono abituati a questo genere di pratiche. >>.
<< Io non ne avevo idea … Nessuno mi ha avvertita … >> balbettò Mia, imbarazzata.

<< Tranquilla, non ti sto giudicando. >> Jennifer ammiccò nella sua direzione.
<< Grazie. >> rispose Mia, ricambiandola con un sorriso.
La situazione era così strana che tutte le parole che avrebbe voluto dire a Jennifer le morirono in gola; per fortuna Jennifer non sembrava dello stesso parere.
<< Mi hanno detto che sei diventata una Guardiana. >> le disse << Congratulazioni. >>.
<< Grazie. >> disse Mia sorseggiando la tisana << Non avrei potuto fare altro. >>.

Jennifer rise << No, infatti. Anche se vedo che i tuoi gusti in fatto di abiti sono notevolmente cambiati. >>.
<< Per tutti gli Dei, no! >> Mia si sentì quasi scandalizzata da quell’insinuazione << Erano anni che non indossavo un vestito. Questo l’ho messo solo per fare colpo su di … >> si bloccò.
<< Per fare colpo su di me? >> completò Jennifer.
Mia abbassò lo sguardo sulla sua tazza, imbarazzata.
<< Beh … è comprensibile. >> disse Jen << Dopo tutti gli anni passati è normale avere paura di trovarsi davanti una persona diversa da quella che si conosceva. Gli Dei solo sanno quanto sia cambiata anche tu. >>.

<< Sono sempre la stessa. >>.
<< Eppure io ricordo una bambina allegra, che giocava e socializzava con tutti. >> disse Jennifer, un po’ amareggiata << Che le è successo? >>.
<< Le cose sono diverse ora nella valle. Io mi sono solamente adattata alla situazione.>> Mia si pentì subito di aver detto quelle parole un secondo dopo averle pronunciate.
<< Diverse? In che senso? >> chiese Jennifer, gli occhi sgranati per l’impazienza di sapere.
Mia si morse un labbro: avrebbe dovuto rivelare a Jen le sue preoccupazioni sulla valle? Quanto poteva fidarsi della ragazza che aveva passato otto anni in isolamento sulle montagne?

Mia non poteva fare a meno di pensare a quello che la Regina avesse raccontato a Jennifer sugli Dei, sulla valle e sulla vita in genere: già si era lasciata convincere dalla nonna a sposare un uomo per convenienza e non per amore, che altre opinioni aveva inculcato nella mente di Jennifer?
Eppure quello sguardo incuriosito, il volto che non lasciava trapelare altro che apprensione nei confronti del suo popolo non potevano di certo mentire: se qualcosa o qualcuno avesse voluto mettere a repentaglio l’armonia della valle, Jennifer avrebbe fatto il possibile per evitarlo.
<< Io credo … >> iniziò Mia, sottovoce << Io credo che qualcosa stia pianificando un attacco alla valle. >>.

<< Un attacco? >> l’espressione di Jennifer sembrò farsi famelica, ansiosa di divorare altre informazioni.
<< È iniziato tutto qualche giorno fa: i contadini si sono lamentati per la presenza di una talpa nel loro campo di patate. Ora come ora non sono neanche più sicura che la cosa che ha causato tanto trambusto sia un animale … >>.
Mia continuò a raccontarle i fatte accaduti la mattina, spiegandole come lei e Manzo erano stati aggrediti, ma evitò di dirle che, secondo lei, l’attacco poteva essere diretto proprio contro la Famiglia Reale. Fino al momento in cui non avesse avuto delle prove più concrete, non voleva far preoccupare Jennifer più del necessario.
<< Perché qualcosa dovrebbe attaccare la valle? >> chiese Jennifer.

<< Per punizione. >> sentenziò Mia, illuminata. La risposta a quella domanda era talmente ovvia che la Guardiana si stupì di non averci pensato prima.
<< Ma sì! È tutto così ovvio! >> esclamò Mia, mentre il suo corpo stava iniziando ad accalorarsi per l’emozione << Avrei dovuto capirlo subito! >>.
Osservando l’espressione sempre più confusa di Jennifer, Mia si apprestò a fornirle i dettagli per comprendere la situazione << Da quando ve ne siete andate, le cose nella valle non hanno fatto altro che peggiorare, le persone si sono trasformate: non c’è più quel senso di unanimità di un tempo, la condivisione dei propri averi con le altre persone si è tramutato nel bisogno di affermare la propria posizione. Non so come è potuto succedere, ma siamo diventati più ambiziosi, da un certo punto di vista anche più incoscienti. Non sapevo che l’egoismo potesse esistere fino a quando non l’ho visto dipinto sul volto delle persone che mi circondano. Noi non siamo più … >> si bloccò per cercare nella sua mente una parola diversa, ma non la trovò << Noi non siamo più umili. >>.

Jennifer rimase in silenzio, lo sguardo perso in un punto indefinito alle spalle di Mia: la Guardiana poteva quasi vedere del fumo uscire dalla mente dell’ultima discendente degli Dei mentre elaborava le informazioni di cui era appena venuta a conoscenza.
<< Questa mi sembra un’ottima motivazione per programmare un attacco alla valle. >> decretò Jennifer.
Il cuore di Mia si aprì di gioia: non solo Jennifer non l’aveva schernita sulle sue supposizioni, ma addirittura gliele aveva appoggiate! Dopo otto anni di lontananza, scoprire che poteva ancora fare affidamento sulla fiducia di Jennifer la riempiva di immensa gratitudine.
<< Sicuramente questo piano è stato messo in atto dagli Dei. >> disse Jennifer.
Mia rimase paralizzata: dopo tutto ciò che le aveva raccontato, era impossibile che pensasse seriamente che quella situazione fosse tutta opera degli Dei. Scrutò Jennifer allibita.

<< Ma sì, pensaci bene. >> continuò, come se stesse spiegando ad un bambino che prima di gettarsi nel lago deve imparare a nuotare << La percezione della paura farebbe sicuramente riunire la popolazione, le persone coopererebbero tra loro per combattere contro una possibile minaccia. Non credi? >> Jennifer la fissò speranzosa, ma Mia non credeva che quella cosa che la aveva attaccata poteva essere opera degli Dei, soprattutto perché non aveva neanche un indizio concreto riguardo la loro esistenza.
Quello che albergava nel sottosuolo, invece, esisteva e, Mia ne era consapevole, era qualcosa di malvagio, qualcosa di così oscuro da non poter esser degno di camminare all’aria aperta.
Mia non aveva idea di che cosa rispondere all’amica, soprattutto perché sapeva che si sarebbe dispiaciuta se non la avesse appoggiata sulle sue credenze.

<< Ehm … io penso che … >> iniziò, sperando che la sua mente partorisse un’idea per sfuggire da quel vicolo cieco.
La cosa che salvò Mia fu il tempismo perfetto della Regina, che entrò nella grotta: la festa si era evidentemente conclusa prima del previsto e Mia non poté far altro che tirare un sospiro di sollievo.
Per pochi secondi tutte e tre rimasero in silenzio: evidentemente la Regina non si aspettava che Jennifer stesse ospitando qualcuno e dall’espressione stupita che aveva si capiva che non approvava affatto che la nipote fosse rimasta sola con terze persone.
I lineamenti di Dora si addolcirono subito (per non destare sospetti) << Mia! Che grande letizia rivederti! Come sei cresciuta! >> corse subito ad abbracciarla; l’unica cosa che Mia percepì, però, non fu il calore affettuoso di chi non si vede da anni, ma una stretta gelida come grandine appena caduta.

<< Sono così contenta che abbiate avuto modo di parlare questa sera, ma temo che sia ora per Jennifer di andare a dormire. >> disse Dora, stringendosi addosso una pelliccia dai colori rossastri << La mezzanotte è passata da un pezzo e domani sarà un gran giorno per Jennifer, dato che verrà scelto il suo futuro marito. >> sogghignò deliziata.
Mia finì il suo infuso in un sorso e si rivolse a Jennifer, i cui lineamenti, in presenza della nonna, erano diventati inespressivi << Beh … allora buonanotte. Ci vediamo in giro. >> Mia non sapeva che altro dirle, dopo lo shock subito nello scoprire le opinioni di Jennifer. << Buonanotte, Regina. >>.
Mia uscì il più in fretta possibile dalla grotta ed amò il tocco della brezza fresca sul suo viso, mescolato all’odore acerbo del legno bruciato che ancora permaneva nell’aria. Le persone si erano rintanate nelle loro tane e le candele che illuminavano la strada si stavano lentamente spegnendo, mentre la fiamma consumava gli ultimi residui di cera.

La ragazza si avviò verso la sua dimora, ma percorse appena pochi metri prima di essere bloccata dalla Regina, che aveva accuratamente socchiuso la porta della sua grotta per evitare che Jennifer sentisse alcunché.
<< Mia, prima di andare a dormire gradirei scambiare un paio di parole con te. >> disse.
Mia rimase in silenzio, aspettando di sentire quello che Dora aveva da esprimere.
<< Naturalmente non posso che essere contenta riguardo al fatto che Jennifer si sia ricongiunta con la sua amica d’infanzia. >> continuò la donna << Tuttavia non posso fare a meno di preoccuparmi riguardo al tipo di rapporto che intendi avere con lei. >>.
Mia era più confusa che mai << Io non capisco cosa vuole dirmi. >>.

<< Parliamoci chiaro, Mia. Il Generale Einar mi ha riferito che hai causato non pochi dispiaceri al resto degli Umili. >>.
<< Ho solamente avuto un problema con una talpa quest’oggi, ma da quando sono una Guardiana ho sempre svolto il mio lavoro con accuratezza e senza distrazioni. >> ribatté Mia, offesa.
Il tono della Regina si fece immediatamente più acido: evidentemente era da tempo che qualcuno non la contestava << Non parlo solamente del problema che hai avuto oggi: il tuo aspetto trasandato, ad eccezione di oggi, è stato notato da tutti e noi, nella nostra vita, non abbiamo bisogno di avere accanto una persona con una tale mancanza di decoro. >>.

<< Noi? Intende lei e Jennifer? >> Mia non riuscì a non controbattere a quell’affronto << Possiamo andare dentro e chiedere direttamente a lei. Jennifer è a conoscenza del fatto che lei parla a suo nome? >>.
<< Attenta, ragazzina. Le tue parole sono più affilate di un artiglio, ma io ho molti più anni di te ed una corazza abbastanza dura da non poter essere scalfita da così poco. >> Dora si erse in tutta la sua altezza, penetrando Mia con uno sguardo duro come il diamante << Mia nipote ed io abbiamo stabilito un legame molto forte in questi otto anni, talmente forte da non poter essere spezzato da te e le tue insinuazioni. Non posso dirle chi deve frequentare e chi no, ma questo lo chiedo a te: Jennifer avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile e dovrà riceverlo dalle persone giuste. Se tieni a lei quanto dici allora devi lasciarla libera di diventare quello che deve essere: l’ultima degna discendente degli Dei. >>.

<< Io ho sempre e solo voluto ogni bene per Jennifer, anche quando eravamo piccole ho sempre tentato di evitare che si facesse male. >> Mia non era disposta ad accettare tutto quello che la Regina le aveva detto, soprattutto dopo essersi appena ricongiunta con Jennifer << Questo non si può dire di lei: l’ha tenuta segregata per otto anni, l’unica cosa che ha fatto riportandola tra gli Umili è stato quello di rinchiuderla in una gabbia più grande. Voglio dire … lei la farà sposare con un uomo che non ama! Regina, lei potrà anche essere stimata ad apprezzata da tutti gli Umili che ha ammaestrato nella valle, ma dimentica che certe cose possono essere viste solo da chi ha il coraggio di osservare le cose da un’altra prospettiva. >>.
La Regina la osservò confusa.

<< Lei pensa che io non me ne sia accorta, vero? >> la sfidò Mia << Che non mi sia accorta della pelliccia che porta sulle spalle? Non voglio neanche immaginare quale sia stata la sorte del povero animale a cui l’hai sottratta. >>.
Con grande stupore di Mia, la Regina sorrise << Mio nipote Hans parlava in questo modo. >>.
E la cosa che Mia aveva disperatamente cercato di non ricordare durante il suo delirio, la colpì alla mente con la potenza di un uragano.





Quando Mia raggiunse casa sua, sua madre dormiva da un pezzo e la ragazza la invidiò profondamente, sapendo che da quel giorno in poi il sonno per lei sarebbe stato un privilegio a cui non sarebbe stata destinata.
Troppe cose erano state dette in un solo giorno, troppe cose erano state scoperte in quelle ore. Nulla di tutto ciò che conosceva era vero, ma erano solamente menzogne nascoste sotto un velo di pura apparenza.
E dopo il dialogo con la Regina, c’era quel pensiero fisso che proprio non riusciva a scrollarsi di dosso: perché in otto anni nessuno aveva più nominato Hans? Possibile che gli Umili lo avessero dimenticato solamente per il fatto di essere andato controcorrente?

E se quegli stessi Umili avessero deciso che Mia fosse troppo diversa per vivere tra loro, quale sarebbe stata la sua sorte?
Nessuno, da che ricordava, era mai stato cacciato dalla valle, tuttavia non si poteva escludere l’ipotesi che persone scomode come Hans non fossero state in qualche modo tolte di mezzo. Possibile che la scomparsa di Hans non fosse stata casuale?
Teorie talmente strane quanto improbabili affollarono la sua mente per ore: nei suoi pensieri, la Regina aveva architettato un piano per far sparire il nipote, mentre il Generale Einar le aizzava contro una bestia che viveva nel sottosuolo.

Anche il mistero della cosa che la aveva attaccata rimaneva inspiegata e senza alcuna logica, ma di una cosa era certa: la bestia esisteva, osservava cauta la valle mentre i suoi abitanti dormivano, architettando chissà quale piano maligno. E solo di una cosa Mia era ancora più certa, data la situazione: la bestia era venuta per lei e solamente per lei; ferire chiunque si sarebbe interposto sul proprio cammino sarebbe stato solo un effetto collaterale mentre raggiungeva il suo vero obiettivo: lei.
Era talmente ovvio, la bestia non sarebbe potuta venire per nessun’altro.
Mia si chiese se anche Hans non fosse stato in qualche modo attaccato dalla bestia, se prima di sparire avesse sentito anche lui sotto il letto, sotto le travi di legno, sotto il cemento, il profondo e soffocato respiro della bestia.
Perché lei, Mia, in quel momento, lo stava sentendo.




  
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