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Autore: Kemushi    31/08/2016    2 recensioni
[Overwatch][Overwatch]" L’idea che tutto fosse rimasto come l’avevo lasciato mi confortava come se fosse una vecchia foto sbiadita.
Improvvisa come un fulmine a ciel sereno, l’ombra di qualcosa, che a prima vista definii come enorme rapace, mi riportò alla realtà, lasciando sfumare lentamente i miei pensieri. "
[Fareeha Amari / Jesse McCree]
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Fareeha 'Pharah' Amari, Jesse Mccree
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Il sole batteva incessante e persistente, sui tetti in legno delle case diroccate, sulla sabbia incandescente del deserto, e si infiltrava con violenza nell’aria fino a renderla quasi irrespirabile. Era da tanto che non sentivo la pelle bruciarmi al calore del mattino, la luce di quella città era inconfondibile a tal punto che brillava diversa dal resto del mondo; era tutto così dolcemente familiare, ma allo stesso tempo tanto lontano e malinconico che mi dimenticai quasi del caldo soffocante. I ricordi riemergevano come a volermi pizzicare la mente, scivolavano come fiumi tra le insidie della mia infanzia..
 Scossi la testa e mi tolsi il cappello, dando respiro ai pensieri affogati nell’afa.
 Mi guardai intorno in cerca di qualche cambiamento, dopotutto venti anni di assenza sono un periodo davvero lungo, e una città può facilmente modificare il proprio aspetto nel giro di qualche ora. Ma niente. Nessuna casa nuova era stata costruita, gli antichi edifici non erano ancora stati abbattuti, nemmeno una panchina era stata distrutta o spostata. Solo l’inesorabile morsa del tempo si era manifestata durante gli anni, trasformando ciò che era impresso nella mia mente in una città dimenticata.
 Non so dire se fu una sensazione piacevole o meno, ma l’idea che tutto fosse rimasto come l’avevo lasciato mi confortava come se fosse una vecchia foto sbiadita.
 Improvvisa come un fulmine a ciel sereno, l’ombra di qualcosa, che a prima vista definii come enorme rapace, mi riportò alla realtà, lasciando sfumare lentamente i miei pensieri. Provai a seguirla con lo sguardo, ma fu molto più rapida di me. La figura atterrò a qualche metro di distanza da dove mi trovavo io, con un frastuono tale che nulla, se non un peso massiccio come l’armatura che vidi, poteva creare. Mi resi conto velocemente che l’unica somiglianza che aveva con un rapace era la forma dell’elmo, che non tardò a togliere; ne uscì una ragazza con due trecce dorate ad incorniciarle il viso, e un fine tatuaggio nero sotto l’occhio destro. 
 La fronte madida di sudore era increspata, non seppi capire a prima vista se per la rabbia o la gioia, e sul volto vi era un’espressione di puro stupore.
 - Ciao Fareeha. –
Le sorrisi, rimettendomi il cappello per evitare un primo sguardo diretto.
 - Sono tornato a casa. –
  
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