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Autore: dilpa93    31/08/2016    5 recensioni
"Cena!"
La sua voce la raggiunse appena prima che fosse troppo lontana per farlo.
"Che cosa?"
Le si avvicinò a passi svelti, pur mantenendo sempre un certo contegno. "Cena", ripeté a voce più bassa, leggermente più roca di come lei la ricordasse, incredibilmente sexy.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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"L'orologio parlava ad alta voce. L'ho buttato, mi spaventava quello che diceva."
Tillie Olsen





 
"Ciao Rick", un sussurro, le labbra si erano mosse appena.
"Ciao Kate".

Quanti mesi erano passati, quanti anni? Non lo ricordavano neanche più...
Certo, chi volevano prendere in giro? Lo ricordavano eccome, non avevano mai smesso di contarli, come fossero segnati sul calendario, x immaginarie che tracciavano, nelle loro menti, i giorni passati lontani. Il ticchettio dell'orologio che ricordava costantemente ad entrambi l'assenza dell'altro.

"Quando sei tornata?"
"Qualche settimana fa".

Erano trascorsi tre mesi ormai, ma non avrebbe sopportato il suo sguardo ferito. Lo sguardo di un uomo deluso dopo che la donna che aveva amato, e che lo aveva amato, non aveva trovato nemmeno il tempo di fargli una telefonata, di scrivergli una letterla, lasciargli un post-it sulla porta di casa, mandargli un insulso ed impersonale sms per avvertirlo del suo ritorno a New York.

"Ti sei già sistemata, o...?"
Gli occhi di Kate si spalancarono, una morsa le avvolse lo stomaco. "Sto da mio padre per un po'. Sai, non mi sembrava il caso di chiederti..." ed in quell'istante si rese conto di come lei avesse frainteso le sue parole. Anche se, dopotutto, le aveva fraintese davvero? Non voleva, non sperava forse che lei avesse bisogno di una sistemazione e volesse crashare sul suo divano? Già, era qusto che voleva, ma si era fermato in tempo e non poteva permettere che lei vedesse quanto ancora pensasse a lei, quanto ancora le mancasse.
"No, no, non intendevo...! Cioè, se hai bisogno-"
"No davvero, ho un posto-"
"Ma mi sembra ovvio che tu abbia già-"
"Insomma, è tutto-"
"Risolto".

Quelle tre sillabe dette all'unisono li riportarono indietro nel tempo, a quando quello era parte della loro quotidianità. Rimasero a fissarsi in silenzio, potevano sentire il vento fischiare alle loro spalle. Il gelido inverno Newyorkese era arrivato, di nuovo. Quattro ne erano già passati, quattro inverni trascorsi lontani, senza potersi allietare l'uno del calore dell'altro.
La carriera aveva prevalso sulla loro storia, le paure di Kate li avevano divisi, la sua incapacità di rassicurarla ed offrirle ciò di cui aveva veramente bisogno avevano messo fine ai giorni felici e lui non riusciva a darsi pace per questo.
Ed infine arano arrivati i kilometri a separlarli, quelle miglia che ogni volta gli davano il tempo di ripensare alla sua decisione di correre a Washington e riprendersela. Eppure adesso era di nuovo davanti a lei. Gli occhi verdi ancor più belli di come li ricordava, la punta del naso rossa per il freddo, le mani che torturavano gli alamari del cappotto pesante. Dio, avrebbe voluto allungare un mano e sfiorarle la guancia, solo per rendersi conto che era davvero lì, ad un passo da lui, che era reale e che non si sarebbe dissolta in un turbinio di nevischio come accadeva nei film di terza categoria.

La risata improvvisa di due bambini che giocavano nel parco a qualche metro da loro parve riscuoterli.
"Allora... ci vediamo Castle".

Frase di cortesia, probabilmente non lo avrebbe più nemmeno chiamato. Sarebbe stato più semplice che dover affrontare il perchè del suo ritorno, che dover parlare del motivo per cui aveva lasciato il lavoro all'FBI, del suo rientro al 12th sperando che ci fosse un posto libero o che se ne presentasse uno in qualsiasi altro distretto della città. Più facile che ammettere di aver sbagliato, di aver compiuto scelte affrettate.

Lei, la razionale Kate che non aveva ponderato a sufficienza su una decisione che avrebbe cambiato la sua vita, per sempre.

Lo superò mentre ancora era immobile, a fissare il vuoto, sfiorandogli appena il braccio con il suo, inspirando a fondo ringraziando mentalmente di essere riuscita a mantenere il controllo.
"Cena!"
La sua voce la raggiunse appena prima che fosse troppo lontana per farlo.
"Che cosa?"
Le si avvicinò a passi svelti, pur mantenendo sempre un certo contegno. "Cena", ripeté a voce più bassa, leggermente più roca di come lei la ricordasse, incredibilmente sexy. "Io e te, magari domani se non sei già impegnata".
"Io...", per la testa le ronzavano ancora i mille motivi per cui avrebbe dovuto rifiutare, motivi per cui sarebbe stato meglio non vedersi più come era accaduto per quattro anni, otto mesi, tredici giorni, diciasette ore e tre minuti. Secondo più, secondo meno.
"Domani sera è perfetto" e tutte quelle apparentemente valide motivazioni scomparvero come bolle di sapone che scoppiano.
Rick sorrise, compiaciuto, dondolando leggermente sulle punte come un bambino, proprio come lei aveva immaginato avrebbe fatto.

Forse, dopo tutto, avrebbero potuto ricominciare.

"A domani Castle".
"A domani Beckett".




Diletta's coroner:

Una sciocchezza piccina piccina, giusto perchè mi sembravano passati secoli dall'ultima volta che avevo scritto o pubblicato qualcosa, ed efp un po' mi era mancato.
E nulla... nessuna pretesa, solo la voglia di scrivere un po' sui cari tontoloni!
Baci baci, Gossip Girl
  
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