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Autore: Baranjok    01/09/2016    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se dopo Città del fuoco celeste Jonathan non fosse morto? E se Clary non sarebbe più tornata da Edom e fosse rimasta intrappolata con il fratello? Se vi ho incuriosito anche solo un po’ passate a dare un’occhiata.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Dov’è mia figlia?!- la voce di Jocelyn risuonava nella sala degli Accordi.

Jace, Isabelle, Simon e Alec si guardarono intorno, il portale era ormai sparito da tempo, Magnus era riuscito a crearlo appena in tempo.
-Magnus, riportami indietro.- Jace aveva la voce incrinata.
-Non posso.- sussurò lo stregone ormai stremato.
-Ma non ha senso era dietro di noi.- Simon non si dava pace.
Jace stava camminando avanti e indietro in cerca di una soluzione.
-In che senso non puoi? Riportami da mia figlia.- Jocelyn aveva perso la pazienza.
-Le porte sono state chiuse non si può più passare.- Magnus si era accasciato al suolo ormai senza forze.
Isabelle stava singhiozzando rumorosamente, Jace aveva uno sguardo spezzato e Alec invece aveva il volto rigato dalle lacrime.
-Mi stai dicendo che i miei figli sono intrappolati li dentro, che non potrò mai più rivederli?!- Jocelyn si era appoggiata a Luke che era rimasto senza parole, sua sorella Amatis era appena morta e non avrebbe mai più rivisto Clary.
Simon invece era inespressivo, non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che Clary non c’era.
-Avrei dovuto farla andare per prima, avrei dovuto- Jace si stava sentendo male, Alec lo prese appena in tempo, ma le loro vite sarebbero state infinitamente scosse da quest’evento. La guerra era finita, ma Clary non era più con loro.
 
 
 
 
-Fatemi uscire, fatemi uscire!- Clary colpì nuovamente il muro.
-ci deve essere un errore io dovrei essere a casa, dovrei essere a casa.- Clary ormai era più di due ore che continuava a battere violentemente contro il muro, ma sapeva benissimo che non vi era più via d’uscita. Aveva provato a creare più volte un portale che purtroppo non si era aperto. Il corpo di Jonathan, ferito dalla sua spada, era disteso a pochi centimetri da lei. Era tutta colpa sua, pensò Clary, era stato lui a causare tutto quel male, ed era stato sempre lui a sigillarla in quel posto. Imprecò sotto voce, non era stato lui, ma Sebastian, lui era solo suo fratello, Jonathan. Quando lo aveva colpito con la spada, era riuscita quasi a togliergli tutto il sangue demoniaco, quasi. I suoi occhi erano diventati di nuovo verdi, non proprio verdi come i suoi, da qualche parte vi era ancora traccia di nero.
-Clary?- la cercò sottovoce. Clary rimase bloccata sul posto, non sapeva bene come comportarsi con lui. In fondo lei non aveva mai avuto un fratello, e quella persona non significava assolutamente nulla per lei, o meglio non riusciva a distinguere l’uomo dal mostro.
-Clary?- la sua voce si alzò. Clary non poteva evitarlo per sempre, in fondo era bloccata con lui all’inferno. Quasi si sorprese a ridere.
Si avvicinò lentamente al fratello, era conciato piuttosto male, Magnus aveva detto che sarebbe riuscito a curarlo una volta fuori di li, aveva aperto un portale e tutti erano riusciti a passare, tutti tranne lei e… Jonathan.
Prese lo stilo e iniziò a praticare delle rune sulla pelle del fratello, non sapeva se avessero funzionato ma non c’era nient’altro da fare. Non che importasse, sarebbero comunque entrambi morti lì dentro, ma non voleva rimanere da sola. Il petto squarciato del fratello sembrò ricucirsi e con l’immagine di Jace davanti agli occhi Clary si addormentò.
 
 
2 mesi dopo

L’istituto era vuoto come al solito, Simon da quando era uscito dal portale aveva scoperto di non essere più un vampiro e con l’invito di Isabelle si era iscritto alla nuova accademia Shadowhunter per diventare uno di loro. Izzy d’altro canto per non stargli lontano si era trasferita dal padre ad Alicante.
Alec invece era rimasto all’istituto con Jace, non se la sentiva di lasciarlo solo in questo momento.
Magnus si era impegnato davvero tanto per cercare un modo di recuperare Clary, ma più il tempo passava più le speranze di ritrovarla viva scarseggiavano, senza acqua e cibo, Clary a quest’ora sarebbe stata trovata sicuramente morta. Ovviamente nessuno aveva osato pronunciare quella parola davanti a Jace o a Jocelyn, ma certamente entrambi erano arrivati alle stesse conclusioni.
Maryse cercava di sollevare l’umore di Jace, ma non c’era verso, era divorato da se stesso, sembrava una persona totalmente diversa e tutti i loro sforzi per farlo riprendere a vivere sembravano vani.
Fu esattamente il pomeriggio, quando si trovarono a cena con Isabelle e Simon che accadde qualcosa che riaccese le loro speranze.
-Mamma.- la voce di Max fece inorridire Maryse che ebbe quasi un attacco di cuore quando vide il più piccolo dei suoi figli chiamarla.
-Non sto sognando vero?- chiese Alec alzandosi di scatto dalla sedia.
Isabelle aveva già il volto ricoperto di lacrime e Jace sembrava essere sotto shock.
-Sono io mamma.- ripetè Max.
-ma com’è possibile, io…tu eri morto.- Maryse si mise le mani davanti la faccia.
-Mamma, è stata Clary, lei mi ha riportato indietro.-
 

 
 
  
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