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Autore: Jackthesmoker7    02/09/2016    3 recensioni
Ho cercato di scrivere una storia il più simile possibile agli episodi della serie TV, che dia alla serie una conclusione (p.s. La quinta stagione non conta qui).
Vedrete uno Slado mai visto ed una Stella che potreste vedere solo nei vostri incubi.
E Robin...
Vedrete
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin, Slade, Starfire, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano le sei del mattino a Jump City.
La Titans Tower era immersa nel silenzio, tranne che nella palestra.
Lì un ragazzo alto, coi capelli corvini e con gli occhi blu cielo coperti da un’onnipresente mascherina stava tempestando di colpi un sacco da boxe da oltre un’ora.
Faceva sempre così quando si svegliava a causa di un incubo.
Sperava che in questo modo il dolore sarebbe diminuito.
Una falsa speranza.
Continuò per altri tre quarti d’ora prima che si stancasse.
Quando finì di tormentare il sacco si diresse verso la doccia, forse almeno quella l’avrebbe aiutato.
Nel corridoio che separava il bagno dalla palestra trovò l’altro membro della squadra che non dormiva fino a tardi.
<< Ciao Corvina. >> salutò Robin.
<< Ciao Robin. >> rispose la maga.
<< Ti ho svegliata con le mie emozioni? >> chiese il leader, conscio del legame psichico che li univa, ottenuto quando l’aveva salvata dal padre demone.
<< Si, ma non preoccuparti. Tu piuttosto, mai pensato di chiedere aiuto per questi incubi? >>
Il ragazzo meraviglia esibì un sorrisetto triste prima di rispondere alla mezzodemone: << No, grazie. >>
Lo sguardo di Corvina era molto eloquente.
<< Passeranno da soli. >> la assicurò il ragazzo.
Dal tono di voce sembrava convinto di ciò che stava dicendo.
Sembrava.
<< Ci sono modi migliori per farsi del male. Piantarsi chiodi nel braccio, farsi calpestare da una mandria di tori, o pulire la camera di BB senza protezioni. >> rispose a sua volta la maga, ridacchiando.
<< Se ne sei convinta... >> Il ragazzo meraviglia chiuse il discorso ed entrò in bagno.
<< Se mi cercate sono sotto la doccia. >> disse mentre accendeva l’acqua.
La maga sorrise e tornò nella Main Ops room, dove prese un libro e cominciò a leggere.
Dopo qualche ora anche gli altri Titans si svegliarono.
Il primo fu Cyborg, che dopo aver fatto colazione corse a sistemare la loro auto, la sua “bambina”.
Poi toccò a Stella e a BB, che si svegliarono insieme.
<< Buongiorno amica Corvina. >> salutò Stella, solare come sempre, seguita da un BB ancora mezzo addormentato: << ’Giorno gente. >> Anche appena svegliato era fastidioso.
Corvina sollevò appena il naso dal suo libro per salutarli con il solito tono cupo: << Salve. >> e sprofondò di nuovo nel libro.
Stella si guardò in giro, probabilmente cercando Robin, ed infatti: << Amica Corvina hai visto Robin? >>
<< L’ultima volta che l’ho visto si stava facendo una doccia. >>
La tamaranhiana avvampò: un po’ per la risposta leggermente equivoca, un po’ perché immaginò il ragazzo che amava che si faceva la doccia.
<< O-ok, l’aspetterò. >> disse Stella, ancora un po' rossa in viso.
Neanche a volerlo Robin entrò nella stanza in quel preciso momento.
<< Chi aspetterai? >> domandò il ragazzo, che intanto si era vestito.
Appena lo vide l’aliena lo salutò saltandogli addosso ed abbracciandolo con forza: << Ciao Robin! >>
Passò un’istante prima che lei si accorgesse di ciò che aveva fatto e si staccò, provando un certo imbarazzo.
<< C-ciao anche a te Stella. >> la salutò il leader, a sua volta imbarazzato.
BB intanto si era avvicinato a Corvina: << Che leggi? >> chiese curioso il mutaforma.
<< È un libro di magia. Parla di come tagliare le corde vocali ad un rompiscatole semplicemente muovendo tre dita. >> rispose la maga, scontrosa come al solito.
La pigmentazione verde della pelle del burlone divenne di qualche sfumatura più chiara: << D-davvero? >> domandò spaventato.
<< Stavo scherzando. >> lo tranquillizzò Corvina con un sorrisino. << Quindi tu sai scherzare. >> la incalzò BB. Intanto Stella e Robin stavano ancora provando a formulare un discorso un minimo sensato cercando di superare l’imbarazzo.
Corvina stava aprendo la bocca per continuare a punzecchiare il ragazzo verde quando l’allarme suonò.
Robin fu il primo a raggiungere la consolle di controllo, e dopo una breve occhiata allo schermo urlò ciò che temeva: << ALLARME SLADO! >>
I ragazzi che erano già nella Main Ops room gli si avvicinarono mentre Cyborg stava entrando nella stanza, tutto coperto da olio per motori e grasso. << Che succede ?>> chiese il mezzo robot: << È scattato l’allarme speciale che ho installato nel caso Slado si muova! >> spiegò il ragazzo meraviglia tutto d’un fiato.
Lo schermo si accese. Mostrava le immagini di diversi luoghi della città, posti in cui Slado era già comparso, poi si scurì. Dall’ombra emersero la testa e le spalle di Slado, coperte dal solito costume.
Era uguale alle altre volte che lo avevano visto: alto, vestito come un paramilitare e con indosso la maschera.
La maschera che molto spesso compariva negli incubi dei ragazzi che stavano guardando quello schermo; un pezzo di ferro diviso in due metà: una arancione ed una nera; quella nera senza il foro per l’occhio.
<< Buongiorno. >> esordì il criminale.
<< Cosa vuoi? >> chiese Robin.
Ci fu breve risata da parte di Slado: << Sono contento che tu me lo chieda, mio ex apprendista. >>
<< Non sono mai stato il tuo apprendista! >> rispose il ragazzo furioso.
<< Comunque, vi ho contattato perché voglio farla finita, una volta per tutte. >> I Titans erano tutt’orecchie: << Vi mando le coordinate, ci vediamo lì. >>
Lo schermo divenne nero e comparvero nei numeri: longitudine e latitudine.
Robin guardò Cyborg chiedendogli: << Hai controllato? >>
Il mezzo robot premette qualche tasto della pulsantiera sul suo braccio prima di rispondere: << Sì, sono le coordinate di un luogo non lontano da qui, se usiamo la T-car la raggiungeremo in poco tempo. >>
<< Allora andiamo. >> e corsero fuori dalla Main Ops room.
Scesero in garage e salirono in auto, Robin in moto, e partirono verso il posto indicato da Slado.
Non ci volle molto, infatti dopo mezz’ora videro la montagna che Slado aveva indicato.
Arrivati ispezionarono ovunque: sotto ogni roccia, dietro ogni cespuglio, fra gli alberi, alla ricerca di qualsiasi cosa li avrebbe aiutati a trovare Slado.
<< Non ho trovato niente. >> disse Stella a rapporto.
<< Nulla. >> continuò Corvina.
<< Mi sembra un posto niente male, avremmo dovuto portare i cestini da picnic. >> scherzò BB, cercando di alleviare la tensione. Ovviamente venne ignorato.
<< Rilevi niente? >> chiese Robin a Cyborg.
<< No, niente. Forse... >>
BOOOOM!
L’esplosione proveniva dall’interno della montagna: si era aperta una grotta sul versante opposto di quello dove si trovavano.
Quando tutti i detriti si posero al suolo i ragazzi si avvicinarono.
Il primo a parlare fu BB: << Ehm... direi che abbiamo trovato l’entrata. >>
Cyborg puntò tutti i suoi strumenti verso la grotta, e, terminate le analisi, rivelò ciò che aveva scoperto al resto del gruppo: << Qualcuno ha scavato molti tunnel qua dentro, secondo i rilevatori di terra ne è rimasta ben poca. In caso di battaglia non colpite le pareti, in nessun modo, altrimenti ci cadrà addosso la montagna. >>
<< Ok. >> risposero i Titans in coro.
Entrati si trovarono ben presto davanti ad un bivio: << Cyborg: tu, Corvina e BB andrete a sinistra, mentre io e Stella a destra. >> ordinò Robin.
<< Va bene. >> e si divisero.
Mentre si inoltravano sempre di più nella montagna Robin sentiva crescere dentro di se un certo disagio. Stare da solo con Stella, poi, non aiutava. La amava da più tempo di quanto ricordasse, ma non era mai riuscito a rivelare i suoi sentimenti.
Si rimproverò da solo, non era il momento di pensare a queste cose, quindi rivolse i suoi pensieri verso Slado, e sentì montarsi la rabbia.
Dopo essere stata tanto tempo in silenzio Stella parlò, facendo sfumare la rabbia del ragazzo: << Robin, stavo pensando... appena finita questa storia, ti andrebbe di, ecco... di uscire insieme? >>
Robin avvampò, ed al diavolo la concentrazione: << C-cosa? >>
Stella sembrò dispiaciuta: << Non vuoi? >> chiese, facendo degli occhioni troppo teneri perché il leader potesse resisterle.
<< N-no, no... Cioè si, sì che voglio uscire con te. Dopo che questa storia sarà finita certo che usciremo insieme. >>
Stella era felicissima, a dimostrazione di ciò esibì un enorme sorriso.
<< P-prima però finiamo qui, ok? >>
<< Certo! >> rispose l’aliena, fantasticando già sull’appuntamento.
Ripresero a camminare e, dopo ciò che per loro sembrò un’eternità, si trovarono in un enorme caverna dal soffitto alto, sgombra tranne che per una figura lontana, proprio davanti a loro.
<< Ce ne avete messo di tempo. >> disse la figura.
<< Slado! >> ringhiò Robin, e si lanciò all’attacco.
Lui prontamente schivò l’attacco e colpì il ragazzo alla schiena, disarmandolo. Poi lo lanciò accanto a Stella.
<< Robin! >> gridò la ragazza, che piena di rabbia caricò il criminale.
Slado le lanciò qualcosa e lei sentì come bruciare, poi svenne.
L’aveva colpita con un dardo a forma di disco, che l’aveva fatta svenire.
Robin intanto si era rialzato in tempo per vedere Stella, la sua Stella, la ragazza che amava, cadere a terra esanime: << Stella! >>
Corse da lei, ma Slado fu più veloce. Gli lanciò addosso degli shuriken esplosivi che lo lanciarono contro la parete della caverna, su cui andò a sbattere per poi cadere a terra.
Sentiva dolore ovunque, ma riuscì ad alzare lo sguardo per vedere Slado che gli si avvicinava.
Il criminale gli sollevò la testa prendendolo per i capelli e quando parlò le parole erano piene di rancore: << Avresti potuto avere una vita grandiosa accanto a me.
Avremmo governato insieme la città, ma non tu non hai voluto.
Saremmo stati grandi insieme, però tu hai voluto continuare a fare l’eroe con i tuoi amichetti. Sappi che la colpa di tutto ciò che sta per accadere è tua, solo tua. >>
Lo lasciò andare e si avvicinò a Stella. Se la mise in spalla e si voltò verso il ragazzo, e ciò che disse lo spaventò a morte: << Anche tutto ciò che accadrà a lei sarà per colpa tua. >>
Robin ebbe appena il tempo di gridare: << NO! >> che Slado tirò fuori un telecomando e premette un pulsante. Subito sentì delle esplosioni provenire da sotto.
<< Alla prossima Robin. >> e si dileguò in un tunnel, portandosi dietro Stella.
<< N-no. >>
Tutto ciò che gli arrivava era attutito: le esplosioni, la caduta delle rocce, le urla.
<< Robin... >>
Non poteva essere vero.
<< Robin... >>
Stella.
Gli sembrò di sentire qualcuno che lo chiamava.
<< Robin... >>
Perche?
<< Robin... >>
Perché lei e non lui?
<< Robin... >>
Avrebbe dovuto proteggerla...
L’ultima cosa che vide fu un piede metallico su uno sfondo nero, poi svenne.
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La prima cosa che sentì fu un rumore come di elettricità.
Lentamente aprì gli occhi e mise a fuoco l’ambiente circostante. Si trovava in una stanza avvolta nella penombra, illuminata solo da una lampada appesa al soffitto, proprio sopra di lei.
Era legata ad un tavolo di ferro con degli strani bracciali. Provò a tirare con tutta la sua forza, senza successo.
Erano bracciali che inibivano la sua forza!
Slado aveva dei bracciali a prova di tamaranhiano! Dove se li era procurati?
<< Ti sei svegliata finalmente. >> disse una voce nel buio.
Avrebbe riconosciuto quella voce fra mille.
Era la voce che tormentava il suo amato.
<< C-che vuoi Slado? >> chiese, sperando di non sembrare spaventava.
Slado si avvicinò e la ragazza sentì nella sua voce un che di spaventoso, più del solito:<< Oh Stella, ci divertiremo. >>
<< Robin mi troverà, mostro! >> urlò Stella, stavolta senza esitazione.
Slado intanto aveva preso uno strano aggeggio, una specie di trapano, e lo avvicinò alla faccia di Stella: << Lo spero proprio. >>




E così finisce il primo capitolo della mia storia, scusate se ci ho messo tanto.

   
 
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