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Autore: Pendragon    02/09/2016    1 recensioni
[ Storia Interattiva | Iscrizioni chiuse | 10 posti liberi ]
Il destino è deciso da tre donne che, rintanate in un luogo inaccessibile agli uomini, tessono il filo della vita e lo recidono quando stabiliscono che ormai è troppo lungo. Il loro controllo garantisce equilibrio e giustizia, poiché le Parche sono donne imparziali e ponderate.
Ma se un giorno il filo dovesse sparire?
♦♢♦
«Hermes!» esclamò Chirone. «Aspettavo il tuo arrivo. Che notizie mi porti?»
Rosalee sentì il dio sospirare. «Non buone, Chirone. Non buone.»
«Ovvero?»
«Avrai senz’altro notato, Chirone, che gli ultimi avvenimenti nel mondo sono stati un po’ strani: gli dèi del vento sono come impazziti e gli altri dèi si rifiutano di comunicare con voi.» rispose Hermes. Rosalee guardò Robin e annuì, mordendosi il labbro.
«Senza dubbio. Vorrei sapere a cosa è dovuto.» disse Chirone.
«Il filo, mio vecchio amico.» rispose il messaggero. «Il filo è perduto.»
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Dei Minori, Gli Dèi, Semidei Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il filo perduto
 
 
Dancing with a wolf ♣ 



Zoey si voltò verso il punto su cui era posato lo sguardo del figlio di Afrodite, notando qualcosa che la portò a stringere con forza il suo arco, prendendo una freccia dalla faretra e tenendosi pronta ad incoccarla: occhi color sangue, luccicanti di cattiveria, spiccavano in lontananza nel buio che inghiottiva gli alberi e gli arbusti e che nascondeva insidie a cui nessuno avrebbe mai pensato. 
Quei malvagi rubini non rimasero soli a lungo; di fatti, dozzine di altri occhi, questa volta color giallo paglierino, comparvero nella visuale della figlia di Atena, accompagnati da ringhi feroci.
Zoey fece un piccolo passo indietro, avvicinando la freccia alla corda dell’arco e riducendo gli occhi a due fessure. 
Anche Alphard aveva l’arco pronto all’uso e osservava gli occhi che studiavano in modo famelico la compagnia. 
«Lupi.» asserì con un tono di voce basso. Zoey si ritrovò a concordare con lui, nonostante fosse sicura che quella non era una zona di lupi. 
«Ok,» disse Logan, con il tono di voce basso come quello del figlio di Ecate, mentre stringeva nervosamente l’impugnatura della sua spada. «perché non ce ne andiamo con molta calma, senza dare troppo nell’occhio?» propose lentamente, attendendo l’appoggio dei suoi compagni.
Nessuno rispose per un paio di secondi, ma alla fine Zoey pronunciò un no deciso, che fece inarcare un sopracciglio a Logan che di certo non si aspettava una risposta del genere. 
«Come sarebbe a dire no? hai intrapreso una gara di guardiamoci negli occhi e vediamo chi ride prima?» chiese il ragazzo con una nota di irritazione e derisione nella sua voce. Zoey alzò gli occhi al cielo, voltandosi poi verso il figlio di Apollo per rispondere. Tuttavia fu preceduta da Alec, che espose il motivo senza però distogliere lo sguardo dagli occhi che brillavano come i fanali di una macchina. «Non sono un esperto, ma sono abbastanza sicuro che se provassimo a scappare faremmo la fine di un pranzo di Natale.» spiegò, mordendosi il labbro. «Anche se pensandoci bene Natale è un po’ lontano.» aggiunse poi. Se il suo era un tentativo di alleggerire la tensione, be’, era stato un totale fallimento.
«Ormai ci hanno notati» disse poi Zoey. «se non mantenere le distanza non possiamo fare altro.»
«Combatteremo comunque.» intervenne Alphard. «Sono qui per noi e non sono semplici lupi.» il suo tono di voce era più alto, come se volesse essere udito da qualcuno più in lontananza. In quel momento a Zoey fu ben chiaro il quadro generale, capì chi stavano per affrontare. Nell’aria riecheggiò la risata profonda di un uomo, una risata che instillò una certa paura nei semidei, ai quali scosse anche le ossa. Alle orecchie della ragazza non era mai giunto un suono tanto terrificante e intriso di cattiveria come quello, e di certo non fu rassicurata dall’avanzata degli occhi rossi e la comparsa di una figura umana, resa ancor più inquietante dalla particolare illuminazione che la luna stava offrendo in quel momento. 
«Sei sveglio, ragazzino.» disse con tono di scherno l’uomo, facendo risuonare la sua voce altezzosa, profonda e graffiante in tutta l’area. Al suo fianco erano avanzati anche due lupi, che avevano l’aria di star solo aspettando un segno per partire all’attacco e riempirsi le pance con della carne fresca. 
«Fammi indovinare: Licaone.» disse Zoey, guardando negli occhi il famoso primo licantropo per poi distogliere immediatamente lo sguardo, data la soggezione che quello sguardo color sangue le metteva. Lui ghignò, facendo incontrare le grandi mani per dar vita ad un applauso lento e chiaramente derisorio. Lasciò una carezza sulla testa di uno dei due lupi, affondando le dita nel pelo grigiastro dell’animale che moriva dalla voglia di soddisfare la sua sete di sangue. 
«Non gli piaci molto.» sentenziò Licaone, spostando lo sguardo dal lupo alla ragazza. «Ma come dargli torto? A nessuno piace la saccente prole di Atena, dico bene?» i suoi lupi emisero dei versi di approvazione, che non fecero altro che allargare il ghigno sul suo volto.
«Che cosa vuoi?» chiese John, guardando spaventato gli animali feroci che popolavano l’area. 
Lui fece un gesto di non curanza con la mano, che accompagnò con l’arricciamento del suo naso. «Oh, solo fare due chiacchiere.» affermò, per poi aggiungere con ovvietà: «Oh, e uccidervi e darvi in pasto ai miei cuccioletti, ovviamente. Ma andiamo con ordine!» esclamò battendo le mani. 
«Qualcuno di voi, e ho ragione di pensare che sia la figlia di quell’odioso Philotes, porta con se qualcosa che io voglio. O meglio, qualcosa che ai miei momentanei, e ci tengo a sottolineare momentanei!, superiori interessa e, be’, la voglio.» spiegò con tono calmo. 
«Scordatelo!» esclamò Jasmine. «Chi sono questi “momentanei superiori”, tra l’altro?» chiese in seguito, guardando con disprezzo il licantropo. Era così strano vedere Jasmine così. 
Licaone sbuffò. «Che ti importa?» chiese annoiato, guardandosi le unghie – anzi, gli artigli affilati. «Datemi quei frammenti. E non pensate nemmeno di sfidarmi con le vostre insulse armi! Nessuno di voi ha qualcosa che potrebbe uccidermi, cari, perciò o mi accontentate, in modo tale da avere in cambio una morte veloce e indolore, oppure dovrò fare da me, e avrete una morte lenta, preceduta da terribili torture. Scegliete voi, oggi mi sento così buono!»
«Non oso immaginare come sia quando è di cattivo umore.» replicò sarcasticamente Neal, sbuffando una risata e alzando gli occhi al cielo. Licaone rispose con un ringhio infastidito, per poi portare nuovamente quella maschera fatta di finta diplomazia e tono mellifluo a coprirgli il volto. 
Il licantropo schioccò le dita con fare sbrigativo, rivolgendosi a Jasmine. «Su, ragazza, non mi fare perdere tempo.» 
«Da noi non avrai niente, Licaone.» affermò decisa Annalise, che non sembrava per nulla intimorita dalle minacce che il loro nuovo oppositore aveva rivolto loro. 
Licaone sbuffò, «Perché voi semidei dovete essere così stupidi?» borbottò infastidito, per poi rivolgere lo sguardo ai suoi lupi. «Mi toccherà usare le cattive. E io che mi sentivo buono, oggi!» il licantropo ululò, e i membri del suo branco ricambiarono con un altro ululato prima di iniziare ad avvicinarsi con passo lento ma sicuro ai semidei, mentre si leccavano le labbra pregustando il sapore del loro sangue. 
La paura pervase il corpo di Zoey, e ogni singola fibra del suo corpo fremeva dalla voglia istintiva di scappare, ma sapeva che era una terribile idea: i lupi erano decisamente più veloci di lei. La figlia di Atena cominciò ad indietreggiare lentamente, venendo imitata in men che non si dica dai suoi compagni. «Non guardateli negli occhi.» avvisò poi. 
Licaone ridacchiò. «Non vi salverete con queste ridicole tattiche.» gongolò, avanzando con disinvoltura. Con un gesto del capo invitò i semidei a guardare dietro di loro, dove altri lupi sbucati fuori dai loro nascondigli avvolti dalle tenebre stavano avanzando. «Siete circondati.» disse, scoppiando a ridere soddisfatto. Zoey imprecò e incoccò con cautela una freccia, ma Licaone parlò prima che lei potesse scoccarla contro uno dei suoi preziosi animali, il suo tono sicuro che raggiungeva gli animi dei suoi ascoltatori e gli scoraggiava: «Ah, no mia cara. Quello stuzzicadenti farà solo innervosire i miei cuccioli.» le comunicò, con il sentore della vittoria che si faceva sentire tramite le sue parole. «Quello è bronzo celeste, e a voi serve…» Jasmine lo precedette, fermando il fiume di parole che stava scorrendo dalle sue labbra. 
«Argento!» esclamò, sbattendosi il palmo della mano sulla fronte. «Mesi passati a guardare Supernatural e ho dimenticato di portare con me dell’argento!» aggiunse poi. Neal borbottò un “complimenti”, mentre Zoey passava in rassegna tutto ciò che sapeva sui lupi per trovare il modo di contrastarli giusto il tempo necessario ad escogitare un piano per evitare di essere divorati da degli animali feroci. 
Improvvisamente il suo viso si illuminò e lanciò uno sguardo ad Annalise, picchettandosi il naso con l’indice e sperando che la figlia di Eris capisse dove volesse andare a parare; Annalise capì. Non potevano ucciderli, ma potevano colpire il loro punto debole: il naso. Non aveva idea di quanto sarebbe stato utile, ma dovevano ricorrere a tutte le risorse disponibili.
«Colpite sul naso.» disse in un sussurro ai suoi compagni. Licaone fece una smorfia infastidita, avendo probabilmente udito le parole della figlia di Atena grazie al suo udito sopraffino, ma non disse nulla e continuò ad osservare i semidei indietreggiare per cercare di mettere più distanza possibile fra loro e i lupi, fino a che non si trovarono tutti schiena contro schiena, uniti e pronti – più o meno – a subire l’attacco. Il cuore di Zoey batteva con forza nel petto, il suo respiro era pesante e l’adrenalina le invadeva ogni centimetro del corpo. 
Un lupo ululò: non era più tempo di giocare, era tempo di combattere. 
Quando gli animali si lanciarono all’attacco immediatamente i semidei colpirono il loro naso, facendo sì in modo che indietreggiassero, ma ottenendo come effetto collaterale un aumento notevole del loro livello di rabbia e sete si sangue. 
«Altre idee?» gridò Logan. Zoey non ebbe nemmeno il tempo di formulare un solo pensiero, dato che tutta la sua attenzione fu rivolta agli artigli di un lupo che le avevano afferrato il braccio, facendole il doloroso dono di profondi graffi dai quali non tardò a sgorgare del caldo sangue. La figlia di Atena colpì il lupo, facendolo guaire e indietreggiare, per poi ringhiare con ferocia prima di ripartire all’attacco. Prima che potesse toccarla, però, una palla di fuoco si abbatté a pochi millimetri dal corpo dell’animale, bruciacchiandogli il pelo grigiastro e facendolo allontanare da Zoey. La ragazza si voltò verso Anja, trovando l’idea che stava cercando. «Anja continua ad usare il fuoco!» ordinò, e la figlia di Efesto non se lo fece ripetere due volte, lanciando una palla di fuoco dietro l’altra. I lupi si allontanarono intimoriti, ringhiando con ferocia alle fiamme danzanti che avevano creato un anello rovente intorno ai semidei, proteggendoli momentaneamente da quelle bestie. 
Il sangue continuava a scorrere dalla lunga ferita bruciante sul braccio della figlia di Atena, sporcando con le sue gocce color cremisi l’erba sottostante. 
I semidei avevano il fiato corto e lo sguardo pervaso dalla paura e dal disperato bisogno di un ottimo piano.
«Siamo morti.» sussurrò Alec. Questa volta nessuno gli rispose con un’occhiataccia o con l’appellativo “pessimista” perché era vero. Le probabilità che avevano di uscire da questa situazione erano più basse di uno Hobbit. Erano circondati da chissà quanti lupi che potevano essere uccisi solo con dell’argento e, purtroppo, non avevano l’argento. Non era esattamente una situazione in cui si poteva dare spazio all’ottimismo. Licaone ringhiò, insieme ai suoi lupi, contro la barriera che proteggeva i Mezzosangue, barriera che comunque non sarebbe durata a lungo. 
Quindi era forse questa la fine dell’impresa? 
Stavano andando incontro ad un totale fallimento in quell’esatto momento, costringendo il mondo a sottostare alla volontà di malefiche entità che lo avrebbero reso un inferno?
Zoey poteva leggere quelle esatte domande negli occhi dei suoi compagni, e non sapeva come far sì che la risposta fosse un “no”. Non c’era speranza. Si morse il labbro, sforzandosi di rimanere lucida per trovare qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse tirar fuori i loro divini posteriori da quella situazione.
«Jasmine,» sussurrò poi Neal. «perché stai… emanando luce?» le sopracciglia di Zoey scattarono subito nella posizione di un cipiglio confuso mentre lasciava volare il suo sguardo, fino a farlo posare sulla figura della figlia di Philotes. Effettivamente un bagliore color acqua marina si stava diffondendo dalla ragazza, che portò una mano alle gemme che portava al collo, ancorate ad una cordicella nera, che non erano altro che la fonte di quel lume.
La figlia di Atena si fece più vicina a Jasmine, vedendo con i suoi occhi qualcosa che aveva dell’incredibile: non appena la lama della spada appartenente alla figlia di Philotes fu abbastanza vicina ai cristalli ci fu un visibile cambiamento, il colore bronzeo che veniva sostituito da un pallido grigio.
Zoey spalancò gli occhi nel vedere quel bagliore grigiastro alla luce della luna e sfiorò la lama con le dita sottili, sentendo il metallo freddo a contatto con la sua pelle.
«Ma è…» sussurrò Annalise, sorpresa da quello strano avvenimento che era accaduto proprio sotto ai suoi occhi. 
«Sembrerebbe di sì.» rispose Zoey. La figlia di Atena prese una delle sue frecce e ne avvicinò la punta al bagliore del cristallo, rivedendo quella magia che mutava l’inefficiente bronzo nel letale argento. Licaone aveva notato che c’era qualche macchinazione in corso, e infatti iniziò ad agitarsi e a ringhiare, così come i suoi lupi. «Veloci, avvicinate le vostre armi alla luce!» ordinò, con un tremolio di preoccupazione nella voce. Le fiamme si stavano estinguendo, e di conseguenza i loro nemici si stavano facendo più vicini ed erano pronti ad attaccare nel giro di qualche minuto. Gli altri semidei si avvicinarono in fretta a Jasmine, che ora stringeva la collana fra le dita, facendo in modo che le loro lame e le loro frecce fossero sfiorate dal bagliore delle gemme.
«Sicuri che funzionerà?» chiese Alec, osservando il suo stiletto argentato. Zoey guardò la punta di una sua freccia, decidendo poi di incoccarla e puntarla verso il lupo più audace, che aveva deciso che le piccole fiamme che erano rimaste non lo spaventavano. Contò.
Uno
Guardò gli animali negli occhi brillanti inondati dalla sete di sangue e fu scossa da un brivido.
Due…
Prese un respiro profondo e si assicurò di aver preso bene la mira.
Tre.
L’animale fece un passo avanti e Zoey lasciò libera la freccia, consentendole di vibrare nell’aria fino a giungere a destinazione. Un ululato di dolore fuoriuscì dalle fauci del lupo ed il sangue prese a colare dalla ferita che la freccia aveva creato in mezzo ai suoi occhi. Indietreggiò barcollando, il sangue che sfrigolava a contatto con l’argento ed una piccola colonna di fumo si innalzava dalla lesione, e poi cadde a terra, scosso da delle violente convulsioni. La vita abbandonò il corpo dell’animale e fu come se tutto si fosse fermato e fosse stato avvolto da un manto di agghiacciante silenzio.
Fino a che non intervenne Logan, ovviamente. Dopo essersi esibito in un fischio di ammirazione esclamò: «Quando si dice un barlume di speranza!»
Normalmente Zoey lo avrebbe fulminato con lo sguardo, ma questa volta lasciò che una piccola e stanca risata scappasse dalle sua labbra. Doveva essere davvero esausta per ridere ad una battuta del genere!
Gli occhi di Licaone si infiammarono di rabbia e, se era spaventoso già da prima, adesso sembrava la personificazione di tutti gli incubi più terrificanti dei bambini messi insieme. Digrignò i denti acuminati e iniziò a ringhiare con ferocia, ma nonostante ogni singola fibra del suo corpo vibrasse scossa dal selvaggio impulso di uccidere non si mosse, rimanendo da parte ad osservare la lotta fra i suoi soggetti e i semidei.
L’argento annientava un lupo dopo l’altro, gli artigli e le zanne si conficcavano nella carne dei Mezzosangue aprendo dolorose ferite.
Il sangue di entrambe le parti bagnava il terreno, riempiendo l’aria intorno a loro con quell’odore pungente e simile al ferro.
Era un massacro.
Zoey non ne poteva più, le forze la stavano lentamente abbandonando. Morsi e graffi profondi le dilaniavano la pelle, incrostata di sudore e sangue, i muscoli delle braccia le bruciavano per lo sforzo compiuto per tendere l’arco prima di scoccare una freccia.
Nemmeno gli altri se la passavano bene, la figlia di Atena sapeva che a breve sarebbero crollati. E non potevano permetterselo. 
Uccise un altro lupo e, dopo aver visto il corpo dell’animale cadere a terra privo di vita, udì un ululato potentissimo. 
Licaone si era stancato di rimanere in disparte ad osservare i suoi cuccioli cadere sotto i colpi dell’argento e, con gli occhi infiammati da una violenta furia omicida, marciò fino ai semidei, ringhiando e schiumando dalla bocca.
I lupi guairono spaventati e indietreggiarono lentamente, disperdendosi poi con velocità impressionante nelle ombre della notte, lasciando il loro padrone da solo di fronte ai semidei. 
Zoey fece istintivamente un passo indietro, mentre il cuore prendeva a batterle con prepotenza nel petto e la mente veniva offuscata da paura e adrenalina, impedendole di formulare pensieri coerenti.
«Maledetti Mezzosangue!» ringhiò furioso. «Avete massacrato il mio esercito, i miei soggetti!»
Jasmine, indietreggiando lentamente e stringendo la spada fra le mani tremanti, non poté fare a meno di sputare fuori una battutina, cercando di scaricare tutta la tensione che l’avvolgeva. «Ma hanno iniziato loro!» disse, e quando Licaone la guardò con i suoi occhi color rubino e ringhiò, mostrando i canini affilati, la figlia di Philotes fece un saltò all’indietro, perdendo tutto il colore dal viso.
«Avete idea di quanto ci abbia messo a creare tutti quei lupi?» sbraitò, avanzando sempre di più.
«Cinque minuti?» offrì Logan, trasalendo quando il re dei licantropi rivolse l’attenzione verso di lui. «Un po’ di più?» la voce era diventata leggermente più acuta a causa della paura che gli attanagliava la gola.
«Ora basta giocare.» disse con un tono freddo e tagliente, facendo correre dei brividi lungo la spina dorsale della figlia di Atena. «Consegnatemi quella chiave. Subito
Zoey vide Annalise avanzare decisa verso il licantropo con un’espressione feroce e decisa dipinta sul volto. «Per l’ultima volta, Licaone. Da noi non avrai nulla.»
Il mostro ringhiò irritato e, con un movimento brusco e improvviso, avvicinò la grossa mano con gli artigli affilati alla figlia di Eris, pronto ad afferrarla e ridurla a cibo per lupi. Annalise, con agilità e fluidità, rotolò di lato, stupendo il nemico e poi dirigendo la sua grossa scure verso la sua mano. La lama affilata mutata in argento si abbatté sul polso di Licaone con estrema precisione, provocando un taglio netto. Fra l’erba macchiata di sangue cadde pesantemente la mano del licantropo e un ululato di dolore gelò il sangue nelle vene dei semidei.
Per una manciata di secondi regnò indisturbato un assordante silenzio causato dall’incredulità della scena. 
Quando il Licantropo ringhiò, Zoey espirò pesantemente, rilasciando il fiato che non si era resa conto di star trattenendo.
Annalise, posizionatasi a distanza di sicurezza, sorrise vittoriosa, mentre gli occhi le brillavano di una inquietante scintilla di soddisfazione. «Dovrai ucciderci prima di ottenere quella chiave, lupacchiotto.» 
Logan sbuffò. «Non mettergli in testa strane idee, Annalise!»
Licaone ormai fumava di rabbia. «Ve ne pentirete amaramente!» urlò, e poi si lanciò all’attacco. Neal e Phoebe, che erano nella traiettoria del mostro, balzarono di lato, evitando per un pelo di essere schiacciati dall’imponente figura del licantropo, che sbatté con il muso canino per terra. La botte lo confuse leggermente, così Zoey ne approfittò per incoccare una freccia e lanciarla non appena Licaone iniziò a rialzarsi.
La punta d’argento si conficcò nella sua spalla, estorcendogli un guaito di dolore. Senza pensarci due volte il licantropo afferrò la freccia, estraendola con un colpo brusco e poi buttandola a terra.
«Pensi di potermi fermare così, figlia di Atena?» sbraitò contro di lei. Zoey accennò ad un mezzo sorriso e, subito dopo, una palla di fuoco si abbatté sul petto del mostro, facendolo cadere all’indietro.
«Pensavo di distrarti, a dire il vero.» disse la ragazza, voltandosi verso Anja e sorridendo complice. 
«Ben ti sta! Così impari a sottovalutarci!» esclamò John, trasportato da un momento di gioia e felicità. Quando Licaone ringhiò, però, trasalì e si nascose per metà dietro Alphard. 
Il licantropo si alzò, stordito e dolorante a causa della palla di fuoco che gli aveva lasciato severe ustioni sul petto, e con uno scatto si avventò su Jasmine, serrando la mano che gli restava intorno al suo collo, sfregiandole la pelle con gli artigli. 
«Dammi la chiave e ti garantirò una morte veloce, figlia di Philotes.» le disse digrignando i denti.
Jasmine annaspava per l’aria, soffriva per gli artigli che si conficcavano sempre di più nella sua carne con una lentezza agonizzante. Nonostante ciò, però, mantenne la testa alta e guardò con aria di sfida il mostro. «Scordatelo.» gracchiò con voce debole, e Licaone serrò maggiormente la presa su di lei.
«No, no! A cuccia, Fido!» urlò Logan, ordinando poi agli altri di coprirsi le orecchie. Zoey, capendo che cosa stesse per fare il figlio di Apollo, ripeté l’ordine e piazzò le mani sulle proprie orecchie, premendo per proteggerle al meglio. Il ragazzo mise due dita in bocca e soffiò, producendo un fischio acuto. Licaone guaì e lasciò andare Jasmine, che si affrettò a riparare anche le sue di orecchie prima che le saltassero i timpani, ed indietreggiò. 
Logan smise di fischiare e, mentre Licaone era ancora stordito da quel suono acuto, Alphard lo colpì con un’onda di energia magica, facendolo finire a gambe all’aria. 
A quel punto fu il turno di Phoebe, che si accovacciò a terra poggiando le mani fra i ciuffi d’erba. Chiuse gli occhi e le sue mani iniziarono ad emanare un breve bagliore dello stesso colore dei prati in primavera. 
All’improvviso delle piante iniziarono a crescere intorno al licantropo, imprigionandolo in una stretta ferrea. Dai punti dove veniva toccato dalle piantine saliva una leggera nuvola di fumo, come se il suo corpo stesse bruciando. 
Zoey notò i fiori viola che avvolgevano Licaone e capì: aconito
Aveva letto in uno dei libri che riempivano la sua capanna che era da sempre utilizzato contro i licantropi e si ritrovò a ringraziare il cielo per avere una figlia di Demetra nella squadra. 
Licaone provò a liberarsi, ma era troppo indebolito dalle ferite e dall’aconito per riuscire nel suo intento.
La figlia di Atena vide Sean Ward afferrare la spada di Logan, causando proteste da parte del figlio di Apollo, e avvicinarsi con passo pesante verso il licantropo. Non appena realizzò che cosa volesse fare, Zoey gli urlò di fermarsi, che potevano ottenere delle informazioni, ma Sean la ignorò.

Alzò la spada e guardò Licaone con sguardo freddo e privo di emozioni. «Fine dei giochi.» disse in tono piatto e affondò lo lama d’argento nel petto del mostro.

 

 
Heeey! What’s up you guys? Pendragon is here  

Ok. Lo so, sono passati mesi dall’ultimo aggiornamento e probabilmente non vi ricorderete nemmeno dell’esistenza di questa storia. Capisco perfettamente
Mi dispiace davvero un sacco essere sparita per così tanto tempo, ma vi prego di provare un po’ di compassione per il vostro micino preferito
Ho avuto un periodaccio, un po’ per la scuola e un po’ per altre faccende personali, ed ero troppo demotivata, non riuscivo a scrivere niente ;-; ogni giorno che passava mi sentivo sempre più in colpa e avevo voglia di scrivere, ma le parole proprio non venivano fuori.
Fortunatamente adesso la motivazione è tornata, e sebbene non posso promettervi aggiornamenti periodici e costanti posso promettervi 1) massimo impegno e 2) aggiornamenti. Nel senso… non sparirò più. Promesso.
Anyway, che ve ne pare di questo capitolo? Sono abbastanza soddisfatta di come sia venuto fuori, nonostante tutto, anche se ci sono un paio di cosette che non mi convincono ma vabbè, quello sempre. 
Spero che questa battaglia con Licaone vi sia piaciuta e che sia riuscita a descrivere al meglio tutto il movimento della scena, le emozioni, le immagini... ma, be’, a voi l’ardua sentenza, signori. Che ne pensate?
Come avrete notato, non ci sono i nostri villains preferiti in questo capitolo ma non ci hanno mica abbandonato! Come potrebbero? 
Torneranno in tutto il loro splendore nel prossimo capitolo, perciò stay tuned y’all uwu
Sì, il titolo è stupido, ma stavo ascoltando "Dancing with a wolf" degli All Time Low e mi sono detta "massì, prendiamolo alla lettera", rido. 

Ci tengo davvero a ringraziarvi per tutte le belle recensioni che mi avete lasciato nel corso della storia e che, spero, mi lascerete ancora, nonostante la mia negligenza, ew. Accetto tranquillamente critiche costruttive, quindi se ne avete sparate. Serve a migliorarmi uwu
Vi ringrazio anche per la pazienza e mi scuso ancora! Sono una brutta personcina, I know çωç
Sappiate, però, che voi siete sempre i miei amatissimi cupcakes e vi adovoh
Credo di non avere altro da dire. Mi auguro che il capitolo sia stato di vostro gradimento e… booyah!

 
Pendragon
  
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