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Autore: Roxar    05/09/2016    1 recensioni
Dall'altra parte della stanza, ci sono sempre Fred e i suoi consigli.
"Ehi, Fred, quale delle due?"
Fred crucciò un po' la bocca e strinse gli occhi in un'espressione meditabonda mentre le studiava, optando infine per quella che teneva nella mano sinistra.
"Il grigio ti sbatte, Georgie. Meglio il blu."

[Flashfic | Gemelli Weasley]
A Tera ♥
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Quello bello

Crew: George Weasley, Fred Weasley
Warning: Post-saga
Note: è la primissima volta in vita mia che scrivo di questi due e probabilmente non l'ho fatto bene manco per sbaglio, quindi mi scuso in anticipo. Ma vedete, questo è un regalo di compleanno per il mio procione di fiducia, che ha rischiato di non avere nulla, quest'anno, perché ho la testa presa così tante cose che la scrittura è tristemente ai margini. Ma comunque, here we are.
Finnide, spero ti piaccia. E auguri ancora! Ti voglio bene ♥

 

 

___

 

 

George Weasley sollevò un paio di cravatte davanti al viso, studiandole con attenzione. Le apprezzava entrambe, non aveva davvero idea di quale scegliere. Così, come faceva sempre in quei casi, si voltò e intercettò la figura di suo fratello all'altro capo della stanza.

"Ehi, Fred, quale delle due?"

Fred crucciò un po' la bocca e strinse gli occhi in un'espressione meditabonda mentre le studiava, optando infine per quella che teneva nella mano sinistra.

"Il grigio ti sbatte, Georgie. Meglio il blu."

George soppesò la cravatta in questione, con aria critica. Ricordava che, da bambini, sua madre adorava vestirli di blu perché, come ripeteva orgogliosamente, risaltava l'azzurro dei loro occhi e li rendeva più belli di quanto già non fossero. A quel punto, però, di solito, i due gemelli partivano per la tangente e finivano per accapigliarsi sul tappeto del salotto, cercando di decidere quale dei due fosse il più bello. Le schermaglie finivano sempre con lo sventolio della bacchetta di Arthur Weasley, che li separava e metteva fine alla discussione facendo notare loro, con molto buonsenso, che in quanto gemelli erano identici fino all'ultima lentiggine, di conseguenza il problema non si poneva.

Non avevano mai saputo ribattere a tanta logica ferrea - anche se poi quel genere di litigio arrivava puntuale almeno due volte al mese.

"Va bene," acconsentì con un'alzata di spalle, sollevando il colletto della camicia bianca per sistemarvi la cravatta e iniziare ad annodarla. Sorrise a Fred quando intercettò il suo ghigno malandrino. Qualsiasi frecciata stesse pensando, non sentì il bisogno di esternarla. Peccato, penso George. Sarebbe stato un buon pretesto per tirare ancora fuori l'eterna diatriba su chi fosse il più bello.

"George, sei ufficialmente in ritardo."

"Cosa?" Interrompendosi in un movimento, scoccò un'occhiata in tralice all'orologio che gli stringeva il polso. Aveva ragione, era dannatamente in ritardo e non era così che dovevano funzionare quel genere di cose. Non era lui a dover fare tardi. Infilò rapido la giacca e si avvicinò al gemello per il giudizio finale. Fred lo squadrò da capo a piedi, con aria molto severa; poi, prevedibilmente, gli sorrise.

"Ma guardati un po'. Sei uno schianto, fratello."

"Ovvio," ribatté George. "Sono io quello bello, no?"

Fred rise. "Continua a crederci."

George fece eco alla sua risata, che tuttavia si spense quasi di colpo quando, con un nodo allo stomaco, ricordò cosa stava per fare. Fred aveva adesso la sua identica espressione seria e vagamente nervosa.

"Allora, io vado."

"Andrà benone."

"Mh."

Non trovò null'altro di intelligente da dire. Restò a guardarlo ancora per un po', solo ancora per un po', prima di alzare la mano e poggiarla sulla superficie liscia e fredda dello specchio che ogni giorno, da anni, stregava solo per avere l'illusione che quello dentro la cornice fosse veramente il suo gemello, e non soltanto il proprio doppio. Ritirando il palmo, Fred smise di esistere; il vetro rifletteva inerte ogni suo movimento, rinviandogli la perfetta immagine di un uomo elegantemente vestito e pronto a sposarsi da lì a pochissimi minuti.

   
 
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