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Autore: Sayaka chan 94    05/09/2016    3 recensioni
Lucy, studentessa brillante ,ricca, ingenua e cocca di papà,un principe azzurro ed un matrimonio imminente.
Natsu,artigiano creativo,indipendente ,ingenuo,mani abili ed un enorme sorriso,una scelta cruciale da prendere.
Può l'inzio di una storia d'amore partire da un punto di arrivo?
Collaborazione con la bravissima e talentuosa NinaD.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La luce del sole s'infiltrò fra le imposte semi abbassate delle finestre creando fasci di luce eterea a trafiggere la penombra della stanza, il silenzio regnava sovrano e Lucy sentì che avrebbe potuto dormire anche per tutto il giorno, rilassata e soddisfatta com'era. Sì, lo avrebbe fatto proprio volentieri se solo un raggio di sole non avesse deciso di accecarla e seguirla in qualsiasi posizione cercasse di mettersi. Uno sbuffo uscì dalle sue labbra quando si voltò di colpo a pancia in giù, infossando il volto nel morbido cuscino: aveva un buon odore, ma non familiare. Una mano risalì da sotto le coperte per mettersi più comoda quando il suo tragitto fu interrotto dal contatto con qualcosa di morbido e caldo. A mala voglia Lucy aprì un'occhio, convinta che tanto lo avrebbe richiuso presto, ma il grande occhione assonnato fu presto seguito dall'altro quando la bionda trovò al suo fianco un giovane ragazzo. La mano si ritirò come fosse stata appena scottata dal fuoco vivo e trovò posto vicino al viso, sorreggendolo appena in modo che potesse vedere meglio il ragazzo che le dormiva a fianco
"Già... Tu..."
 pensò increspando le labbra.
I ricordi della notte precedente erano perfettamente vividi nella sua mente, forse avrebbe dovuto pentirsi a questo punto della storia, ma non lo fece, anzi. Lucy guardò il volto del giovane percorrendo con lo sguardo i suoi lineamenti rilassati: le sopracciglia che si muovevano impercettibilmente facendola sorridere "chissà che sogna!" Il naso dritto, le ciglia scure e le labbra semi schiuse che inspiravano ed espiravano profondamente. Nonostante quello fosse un volto appena conosciuto aveva un che di familiare, Lucy si adagiò un'ultima volta al suo fianco, crogiolandosi ancora un po' nei bei ricordi della notte precedente, quella che aveva stravolto la sua vita in modo irrecuperabile...
 
Ore 08:00
 
Natsu si trovò a fissare la moltitudine di bottiglie,ben allineate e spolverate, poste sulle mensole aldilà del bancone, la borsa con gli schizzi e i campioni di materiale adagiata sul grembo e la disperata voglia di tornare a dormire. Non era più abituato a svegliarsi presto la mattina da un po', dopo il liceo le sue capacità manuali lo avevano portato ad intraprendere con successo la carriera da falegname: mestiere tranquillo in cui poteva sfogare la sua creatività nella costruzione di mobili, con il lato positivo che, essendo il capo di sè stesso, poteva gestire il suo tempo come meglio riteneva. A parte per mattine come quella, quando il cliente richiedeva di vedere le bozze dei mobili e scegliere i materiali alle nove del mattino, praticamente l'alba per Natsu, che soleva svegliarsi alle dieci considerandola "mattina presto".
-Buongiorno!- trillò Cana passandogli davanti, con uno straccio su una spalla e una penna dietro l'orecchio
-Giorno- rispose Natsu stropicciandosi un'occhio
-Sicuro di essere sveglio?- chiese la mora abbozzando un sorrisetto divertito
-no, per quanto ne so questo potrebbe anche essere un sogno- rispose Natsu "o forse un'incubo" pensò accasciandosi sul legno del bancone. Cana sorrise in modo maligno prima di sporgersi tanto da poter tirare una ciocca rosa sulla testa del povero ragazzo
-Ehi! E questo per cos'era?- chiese Natsu saltando sul posto come una molla, digrignando i denti e strofinandosi la testa con impeto
-Per farti capire che non è un sogno, non c'è di che- rispose Cana scrollando le spalle. Le labbra di Natsu si schiusero per rispondere a tono prima che una terza voce richiamasse all'ordine la moretta
-Non ti ho permesso di lavorare qui per chiacchierare con i tuoi amici!- tuonò Gildarts spingendo con l'indice la spalla della figlia, affinchè si allontanasse da Natsu e riprendesse a lavorare
-Ma Natsu è un cliente, no?- incalzò Cana, sparendo sotto al bancone e frugando fra le bottiglie
-Colazione dei campioni?- continuò poi versando dell'alcool in un bicchierino di vetro
-un caffè basterà, spero- rispose Natsu scuotendo il capo
-peggio per te- rispose la mora, battendo il bicchierino sul bancone per poi buttarlo giù alla goccia senza battere ciglio.
Eh già, qualsiasi persona si sarebbe stupita di fronte ad una ragazza di appena ventuno anni che tracannava alcool alle otto del mattino come fosse acqua di fonte, ma non Natsu, che conosceva Cana dai tempi delle merendine nello zaino e dei fiocchi azzurri o rosa al collo. Non che bevesse già da quella tenera età, ma cominciò molto presto, anche grazie all'attività di famiglia, e vederla scegliere di lavorare al bar piuttosto che studiare all'università dopo il diploma non fu uno scoop per nessuno.
 
Ore 09:30
 
Il rovente liquido ambrato percorse la gola di Lucy riscaldandole lo stomaco in quel modo a lei così tanto piacevole, nonostante fosse primavera inoltrata e quindi le temperature fossero più clementi, Lucy non rinunciava alla sua fumante tazza di thè, che fosse il 15 agosto o il 13 dicembre. Seduto di fronte a lei, come tutte le mattine, vi era suo padre, con il solito giornale sotto al naso e la minuta tazzina di caffè che sorseggiava sempre con lentezza sfiancante
-Hai lezioni sta mattina?- chiese Jude senza alzare il capo dal giornale
-Non proprio, ho solo una consegna di scrittura creativa, sarò a casa per pranzo- rispose Lucy girando con il cucchiaino il suo thè
-Verrà anche Loki?- chiese allora suo padre, alzando finalmente lo sguardo e rivolgendo un sorriso alla figlia. Lucy e Loki stavano insieme ormai da un'annetto, entrambi figli di grandi imprenditori ed entrambi cresciuti senza una madre, ritrovarsi coinvolti in una relazione sembrò la cosa più logica secondo Lucy, in più suo padre si era sempre mostrato positivo nei confronti della loro unione e alla fin fine felice lui, felici tutti. Il movimento continuo del cucchiaio di Lucy si fermò per un instante
-Non lo so, non ci siamo ancora sentiti... Perché?- chiese prendendo un'altro sorso della sua colazione
-Non so, per nessun motivo in particolare...- rispose Jude continuando a sorridere, Lucy non aveva visto suo padre sorridere per così tanti secondi di fila dal giorno del suo diploma
-che c'è papà?- chiese quindi la bionda corrugando la fronte
-Ma niente, niente... È che ieri un mio collega mi ha detto che sua figlia aspetta un bambino e mi sono accorto che non dispiacerebbe nemmeno a me diventare nonno!- rispose suo padre, accompagnando le parole con sorrisi ed eleganti sventolii di mani
-Papà!- sbottò Lucy alzando la voce, arrossendo visibilmente
-Ehi non sto dicendo adesso! Un giorno... Loki mi piace e sembrate felici insieme e io... Ecco, tutto qua- disse Jude sulla difensiva e il volto teso di Lucy sembrò tranquillizzarsi. Fu impossibile per lei non notare il luccichio negli occhi del padre, e quel sorriso tenero sotto i baffoni, sarebbe stato un grande nonno e Lucy questo lo sapeva bene e l'idea che approvasse a tal punto Loki fu fonte di una nuova epifania nella mente di Lucy, che non si era mai sentita di spingersi più in là di un'intensa pomiciata, e se quello fosse un segnale dal cielo? era forse arrivata l'ora di darsi una mossa?
 
Ore 16:00
 
-Giuro che questa è l'ultima volta che accetto di lavorare per un'amico di Grey!- sospirò Natsu accasciandosi sulla sedia dietro alla cassa, senza disturbarsi di togliere giacca e sciarpa
-é andata tanto male?- chiese una vocina in lontananza, bastarono pochi passi per far sbucare la piccola Wendy dalla tendina che separava il laboratorio sul retro bottega
-giuro che se sento ancora  "lo voglio bianco come la neve" do fuoco a tutta la sua casa glaciale del cavolo!- si lamentò Natsu passandosi una mano fra i capelli
-com'è andata qui?- chiese poi sfilandosi la giacca
-tutto bene, ho finito di lucidare quel tavolino intarsiato- rispose la blu pulendosi le mani sul grembiule
-hai fatto anche i compiti?- chiese Natsu inclinando la testa da un lato e squadrando la ragazzina fino a farla sussultare
-...si?- fu la risposta tremante di Wendy, incapace di mentire da sempre, ma ogni tanto ci provava lo stesso. Natsu sbuffò per la seconda volta nell'arco di dieci minuti, uno dei motivi per cui sua zia Grandine aveva permesso a Wendy di lavoricchiare con lui, oltre che per avere un'esperienza lavorativa in un campo pertinente agli studi artistici della bambina, era affinché il "grande cugino responsabile" si occupasse di far fare i compiti alla ragazzina. Natsu guardò Wendy tentando il suo massimo per mantenere un'espressione seria, quasi arrabbiata, portandosi le mani ai fianchi e stringendo le labbra in una linea severa
-Wendy...- caricò il ragazzo inspirando aria dal naso come un drago pronto ad emettere fuoco
-Ti prego va a fare i compiti o zia mi ammazza- finì poi per dire con voce tenera, portandosi due dita sul ponte del naso e scuotendo il capo fra sè e sè, il problema era che quella bambina era troppo dolce per essere sgridata. Un sorriso si fece largo sul bel visino di Wendy
-vado- disse solo, saltellando nel retro bottega e lasciando Natsu alle sue commissioni giornaliere.
 
Ore 18:00
 
La giornata filò via come sempre: mattina all'università e pomeriggio in biblioteca, l'unica cosa a contraddistinguere quella giornata per Lucy fu il martellante ricordo del discorso avvenuto con il padre quella mattina. Forse avrebbe dovuto lasciarsi finalmente andare con Loki, specialmente considerando che lui era sempre stato così dolce a non metterle alcun tipo di pressioni.
"Sì, è la cosa giusta da fare" pensò la bionda, adocchiando nel parcheggio della biblioteca la lussuosa auto nera e il suo autista comodamente appoggiato allo sportello aperto
-Ehilà Lucky! Studiato bene?- salutò Bickslow strizzando un'occhio. Quel soprannome, palese riferimento all'azienda del padre "love and lucky", Bickslow lo aveva affibbiato a Lucy il fatidico giorno in cui Jude decise che il giovane autista sarebbe passato alla figlia
"Quello sì che è stato un giorno fortunato" diceva il ragazzo
"Non ne potevo più di scorrazzare tuo padre da una riunione noiosa all'altra".
Lucy saltellò fino ad arrivare alla macchina, mettendo da parte per un'attimo i mille pensieri
-Ehilà! Credo di sì, mi brucia il cervello- rispose la bionda sorridendo sinceramente
-lo vedo, guarda esce anche il fumo!- commentò Bickslow tirandole il lobo di un orecchio
-Ma smettila!- lo ammonì Lucy trattenendo una risatina. Era una scena così tipica, in quei pochi anni di amicizia Bickslow riuscì a diventare per Lucy una sorta di fratello maggiore, sempre presente e sempre pronto a farla ridere
-Avanti che ti porto a casa- disse il ragazzo montando in macchina
-Vorrei fermarmi in un posto prima- rispose Lucy chiudendo in un tonfo sonoro lo sportello dell'auto.
 
Qualche minuto dopo l'affusolata auto nera trovò posto davanti all'immenso cancello del casolare appartenente alla famiglia di Loki
-Eccoci dal tuo fidanzatino- disse Bickslow spegnendo l'auto
-Mi aspetti qui?- chiese Lucy, ignorando volutamente quel "fidanzatino" pronunciato goliardicamente da Bickslow, prima di scendere
-Ci puoi contare Lucky, cercate di non metterci troppo a sbaciucchiarvi però- scherzò Bickslow cominciando a schioccare le labbra mimando il tipico suono dei baci
-Non ci sbaciucchiamo!- disse Lucy sulla difensiva, roteando gli occhi al cielo ma incapace di trattenere un sorrisetto.
Lucy percorse il lungo vialetto salutando con un gesto della mano il giardiniere e fermandosi a chiacchierare un'istante con la domestica che stendeva i panni in giardino. Nonostante Lucy e Loki stessero insieme da solo un'anno le loro famiglie si conoscevano ormai da tempo e per una ragione o l'altra Lucy si era ritrovata in quella grande casa innumerevoli volte. Con passo sicuro entrò nella casa, salendo le scale ed imboccando il corridoio "ma cosa gli dico? Facciamo sesso? Oddio così è bruttissimo... Gli dirò solo che sono pronta, sì dirò così... chissà se se lo aspetta" pensò la bionda mentre in grandi falcate raggiungeva la camera di Loki. Normalmente non avrebbe esitato a bussare e ad entrare nella stanza, ma quei mille pensieri e discorsi preparati che le frullavano nella testa le fecero salire l'ansia, tanto da rendere la porta chiusa della stanza di Loki la cosa più spaventosa del mondo. Prese un respiro ed alzò il pugno "o la va o spacca" si disse cancellando ogni discorso prestabilito, ma prima che le nocche toccassero il legno della porta un rumore al suo interno riportò Lucy alla realtà. Sembrò uno sbuffo, o un lamento ma la cosa che bloccò Lucy fu la voce sottile e femminile che sembrava aver emesso quel suono. Contro qualsiasi morale Lucy si ritrovò con l'orecchio attaccato alla porta e gli occhi attenti a notare l'arrivo improvviso di qualcuno che, senza mezzi termini, l'avrebbe beccata ad origliare il suo stesso ragazzo. I rumori all'interno della stanza erano sommessi: dei bisbigli e qualche flebile sbuffo femminile, la mano di Lucy arrivò al freddo ottone della maniglia senza nemmeno accorgersene "la curiosità uccide il gatto Lucy" si disse sentendo il battito cardiaco aumentare
-oh al diavolo!- bisbigliò poi fra sè e sè, aprendo in uno scatto la porta della stanza. La scena che le si parò davanti fu scioccante e allo stesso tempo non così sorprendente, infondo quei rumori erano piuttosto palesi ma la mente di Lucy non volle crederci davvero, e adesso che ciò che temeva era in bella vista sotto ai suoi occhi, una vocina nella sua testa non poté che dire "lo sapevo". Immobile e pietrificata Lucy non riuscì a muovere un muscolo, osservando sconcertata le mani di Loki ancora strette alla vita della ragazza dai morbidi e setosi capelli rosa e la divisa da cameriera, e le lunghe gambe di lei avvolte intorno al suo bacino
-Lucy!- sbottò Loki con voce... Seccata? Aveva il fiatone e il volto sporco di rossetto rosa chiaro
-oh chiedo scusa!- soffiò la rosa coprendosi il volto. Ma fu solo quando sentì il suo nome che Lucy scattò via, come un topo in nave durante un naufragio, in un attimo la realtà le piombò addosso in modo troppo doloroso e passare anche solo un'altro secondo di fronte a quella scena e a discutere con lui, che si stava riabbottonando la camicia, le avrebbe fatto solo venire la nausea. Con gli occhi fissi davanti a sè Lucy ripercorse il corridoio e poi giù per le scale, si accorse di aver corso solo dopo essere entrata in macchina
-Ehi Lucky...- salutò Bickslow prima di essere interrotto, le avrebbe sicuramente chiesto com'era andata ed era proprio quell'argomento che Lucy voleva mortalmente evitare
-Parti!- disse lei, categorica
-Ma cos..- provò a dire Bickslow voltando il capo verso i sedili posteriori dove Lucy era seduta
-Parti!- ripetè ancora lei con voce rotta dal pianto e, serrando la mascella, Bickslow ubbidì.
 
Ore 21:30
 
Comodamente seduto sul divano Natsu non sapeva se guardarsi la maratona di Ghost Busters sul terzo canale o finire quella serie tv iniziata su Netflix qualche settimana prima, gli occhi controllarono l'orologio di cuoio al polso per poi grattarsi la testa con fare annoiato. Se proprio doveva essere sincero quella sera non aveva voglia di niente in particolare, era un po' di tempo che la vita di Natsu aveva preso questa piega scialba dove tutto si susseguiva con il pilota automatico inserito. Il suo pseudo assopimento gli fu strappato via dalla fastidiosa suoneria del cordless
-E ci risiamo- borbottò premendo il viva voce
-Ehi testa calda!- salutò Grey dalla cornetta
-Oi Natsu!- si aggregò Lisanna
-Cià!- disse solo Cana. Quella cosa delle telefonate condivise a volte si rivelava un vero casino, con tutti che si parlavano addosso per non parlare dei mille tipici fraintendimenti del caso, ma per organizzare una serata era sempre meglio che mandarsi messaggi, meno immediati e poco pratici.
-'Sera gente!- salutò Natsu riaccomodandosi sul divano
-allora tra mezz'ora al Glitter?- chiese Grey
-Perfetto per me!- rispose subito Lisanna
-Raga io stasera sono al bancone, forse se mi assento un'oretta il vecchio non se ne accorge- disse Cana, e nonostante Natsu potesse sentirne solo la voce poté immaginare il sorrisetto furbo che di sicuro le increspava le labbra
-Io non so ragazzi...- disse Natsu dopo uno sbadiglio
-Naaah Dragneel! Non fare scherzi!- lo incalzò Grey
-Si! Dai Natsu!- si aggiunse Lisanna
-Scolla il culo dal divano!- commentò gentilmente Cana, con voce cantilenante. Una smorfia scocciata piegò il volto di Natsu che facendo balzare gli occhi da una parte all'altra cercò una scusa abbastanza plausibile per "sconigliarla"
-E dai Nat, facciamo solo due chiacchiere...- la vocina di Lisanna risuonò nelle mura del suo appartamento e Natsu non riuscì a trattenere uno sbuffo
-E va bene- sbottò poi
-Perfetto!- rispose Liz con voce soddisfatta
-Grande! Tra mezz'ora allora, Levy e Gajeel ci raggiungono più tardi- disse Grey
-A dopo!- salutò Cana
-Sì, a dopo...- disse Natsu prima di attaccare.
Vestito e profumato Natsu si trovò davanti alla porta di casa chiedendosi ancora "ma devo proprio?" quando una familiare pressione sulla gamba gli fece abbassare lo sguardo
-Ehi Happy- sussurrò chinandosi, le dita accarezzarono il morbido pelo azzurro del micio che cominciò a fare le fusa appoggiandosi sempre più al suo palmo
-Non vorrei lasciarti nemmeno io sta sera- disse il ragazzo a bassa voce, come se quella fosse una chiacchierata confidenziale fra i due
-Torno presto però, promesso- disse poi alzandosi e incamminandosi finalmente fuori dalla porta.
 
Ore 22:00
 
Lucy guardò il suo riflesso nel piccolo specchietto portatile che aveva in borsa, preoccupata di aver nascosto con il trucco il gonfiore dei suoi occhi ancora freschi di lacrime. L'immagine di Loki con quella ragazza non aveva abbandonato la sua testa nemmeno per un istante e, nonostante le numerose domande apprensive di Bickslow, Lucy riuscì a sfogarsi solo arrivata a casa, chiusa a chiave sul pavimento del suo bagno, sola e libera di piangere e singhiozzare quanto voleva. Tutti quegli scenari di una vita perfetta con Loki, di una prima volta romantica e di una dolce storia d'amore erano stati strappati in brandelli nel modo più crudele possibile "sono per caso così orribile?" Si chiedeva Lucy ogni due minuti "ecco perché quel bastardo non mi ha mai fatto pressioni!" pensò ancora e ancora, torturandosi da sola con una sfilza di cattivi pensieri che non avevano fatto che portarla all'unico triste risultato: "forse non sono abbastanza"
Sul sedile posteriore della macchina si sistemò un'ultima volta il trucco, dando un'altra mano di mascara per ingrandire quello sguardo fiacco e triste
-eccoci- disse Bickslow con voce poco convinta, frenando dolcemente di fronte ad un locale
-Si può sapere cosa diavolo vuoi fare?- chiese poi voltandosi verso i sedili posteriori
-Niente, ho bisogno di una birra- rispose Lucy guardando fuori dal finestrino
-Non è da te Lucky...- disse Bickslow sporgendo un braccio fino ad accarezzare la mano di Lucy abbandonata sul sedile
-Lo sai che mi puoi dire tutto e se quel bavoso ti ha fatto qualcosa io...- cominciò il ragazzo caricando la voce
-Non è successo niente!- lo interruppe Lucy
-Sta tranquillo, prendo una birra e poi filo a casa- continuò addolcendo la voce
-Ti aspetto qui?- chiese il ragazzo
-No stai tranquillo, prenderò un taxi- lo rassicurò lei
-Lucy... Questa cosa non mi piace per niente- disse lui, lasciandosi scappare il nome proprio della ragazza, lo faceva sempre quando era preoccupato
-Ascolta, vuoi fidarti di me? Andrà tutto bene! Sono una donna adulta che vuole bersi una birra prima di andare a casa- disse Lucy abbozzando un sorriso
-ma non così, non ora che sei così... vulnerabile per qualcosa di cui non mi vuoi nemmeno parlarmi!- sbottò il ragazzo visibilmente preoccupato
-Bix, andiamo- lo ammonì Lucy. Bickslow strinse le labbra in una linea sottile, attese qualche secondo prima di sbuffare sonoramente
-Appena torni a casa mi mandi un messaggio o giuro che ti vengo a cercare!- disse scuotendo il capo con fare esasperato
-Ti mando anche una foto se vuoi!- rispose Lucy ridacchiando
-Nah grazie, non vorrei avere gli incubi dopo averti vista senza trucco e con il pigiama di flanella!- scherzò lui tirando fuori la lingua con fare giocoso
-ma sentilo! Non sei per niente un gentiluomo- lo rimproverò Lucy ridendo sinceramente
-allora a più tardi- lo salutò poi poggiando una mano sulla sua spalla e uscendo finalmente dalla macchina, adocchiando di sfuggita il nome del locale, tanto uno valeva l'altro. “Fairy Glitter” dicevano le luminose lettere cubitali e Lucy entrò velocemente sedendosi al bancone, se solo avesse saputo come quella sera avrebbe deragliato i binari della sua vita, forse Lucy ci avrebbe pensato due volte prima di spingere le spesse porte di legno e vetro di quel locale, forse...
 
 
 
Angolo autrici
Un’ idea ,una chiaccherata ,tanto entusiasmo e voglia di fare , divertirsi e innamorarsi della storia e dei personaggi , voglia di cose nuove , nessun ego, nessun io ma solo il nostro progetto , nessuna rivendicazione solo creativo amore per questa coppia così coinvolgente ,vera e completa donataci da quel grandioso pezzo d’uomo che è Mashima-sensei. Speriamo che questa piccola e quotidiana storia possa suscitare qualche minuto di svago e qualche sorriso.  A noi è successo.
Buona lettura :)

  
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