Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: vale93    05/09/2016    3 recensioni
«C'era qualcosa di estremamente strano e inquietante nel modo in cui si era comportato Malfoy quel giorno, quasi non fosse stato lui a parlare, ma un ragazzo con le sue sembianze. Rivalutò l'ipotesi di un compagno della serpe imbevuto di polisucco, ma ciò le sembrò ancora più assurdo. Chi mai si sarebbe arrischiato a rubare l'identità al figlio del Mangiamorte più temuto della scuola, e per quale scopo?»
La storia si ambienta durante l'ultimo periodo di apprendistato ad Hogwarts, e non tiene conto degli ultimi avvenimenti riguardanti il viaggio del trio in cerca degli Horcrux nè del fatto che Silente sia stato assassinato. Niente di ciò che avviene nell'ultimo libro ha a che fare con questa fiction, che si propone come uno spaccato sulla vita di due dei più interessanti personaggi della saga, sui quali molti aspetti sono rimasti oscuri.
Sul vero carattere di Draco, sul suo rapporto con gli altri, su quello che può succedere fra due individui ostili nel momento in cui si trovano a interagire in ragione di una scommessa ruota la storia che vi apprestate a leggere, la quale trae il suo titolo dall'omonima canzone di Fabrizio Moro.
Genere: Mistero, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
23
Capitolo 22
~♥~





Suonò la mezzanotte, sulla torre del maniero. La luna attraversò le sbarre alla finestra. Belle alzò gli occhi sulla porta, nascosta nell'oscurità. Mi mostri il volto chiese, fissando l'ombra. Solo una volta. Questa allungò un passo nella pozza lattea del pavimento. Il corpo lasciò la notte e approdò alla luce della candela, sovrastando l'immagine inginocchiata. Belle trattenne il fiato: una bestia.


Lasciò il dormitorio arrotolando una sciarpa al collo. Ginny la seguì silenziosa, consultando una lista appuntata su una pergamena. Appena approdata in Sala Comune, una coppia amoreggiante sul divano colpì l'angolo della sua visuale, ma non guardò. Si avviò all'uscita senza degnarla d'attenzione, e il rosso aprì appena gli occhi per seguirla con lo sguardo.
-Datti una mossa- berciò la sorella alle sue spalle, lasciandosi sfuggire un versaccio.
Dalla torre occidentale molti altri scesero verso il pian terreno, pronti a lasciare la scuola. Il clima fuori dalle mura era inaspettatamente salito, condizione ideale per una gita fuori porta. Hermione rinunciò a infilare i guanti, riponendoli in borsa.
-Se non le si scolla un attimo...- sentì bisbigliare alle proprie spalle.
Harry soffocò una risata, tentando di non farsi sentire.

Quando giunsero all'ingresso, la McGranitt setacciò la scolaresca in cerca di qualche trasgressore, assicurandosi che nessun bimbo del primo o del secondo anno si nascondesse sotto ai mantelli degli autorizzati.
Hermione attese che la ricognizione terminasse, a lato della solfa. D'un tratto, una mano si chiuse attorno al suo polso: voltò il collo, e la schiena di Malfoy sparì attraverso un passaggio nel porticato. Lanciò un'occhiata ai compagni, assicurandosi di non venire osservata, e lo seguì.
Lo trovò poggiato alla parete in pietra, le gambe accavallate; notò che non portava il mantello.
-Non vieni- disse.
Scosse la testa. -Pensavo non andassi anche tu.- 
Fece un vago gesto con la mano -Devo prendere un paio di cose, sai... i soliti giri.-
Malfoy annuì. -Immagino ci sarà un penoso scambio di regali, domani.-
Si accigliò. -Un'altra stupida smanceria che non capisci?-
Draco voltò la testa da un lato, scuotendo la testa. -Cose da amici- concluse.
Hermione incrociò le braccia -Già.-
Le lanciò un'occhiata pensierosa, spalmando la nuca sulla pietra del muro. -Non pensi- disse -che sarà una vera noia?-
Strabuzzò gli occhi, non credendo alle proprie orecchie. -Come può esserlo, la Vigilia?-
-Passandola con persone malamente sopportabili, fingendo di volersi tutti bene. Cosa ci sarà, un brindisi, lo scambio di qualche pensiero dell'ultimo minuto e poi? Ubriacarsi sarà l'unica via d'uscita.-
-Hai il cinismo che farebbe invidia a un fantasma- esclamò.
Lui si lasciò sfuggire un ghigno e si staccò dalla parete. -Potremmo concludere la serata insieme, dopo che avrai consegnato i tuoi doni.-
Hermione non si mosse.
-Se vieni su... A me non va di festeggiare. E tu sei troppo ligia per trattenerti fino all'alba.-
Sentì il cuore agitarsi lievemente. -Vuol dire che sono una dei pochi a cui vuoi bene veramente?- lo stuzzicò.
Il volto di Draco si deformò -Non essere ridicola.-
Hermione pensò che la lontananza dalla famiglia dovesse renderlo malinconico, e che chiederle di passare con lui la fine della serata equivalesse a sentirsi meno solo. Sentì gli angoli della bocca distendersi.
-Verrò- promise.

Lui annuì e incurvò il labbro. -Ti mando un gufo nel pomeriggio- aggiunse -Dovrei avere qualche ora libera.-
Fece per rispondere ma un rumore la interruppe, a pochi passi di distanza. Malfoy si voltò di scatto. Lo vide affacciarsi dietro all'arco a ogiva, ma nulla dovette attirare la sua attenzione.
-Stanno andando via- annunciò tornando a voltarsi.
Hermione scorse con la coda dell'occhio Harry e Ginny prendere a camminare.
-Hai ragione. Aspetto tue notizie.- rispose. Per un momento sembrò che stesse per avvicinarsi; si bloccò, interdetta, non sapendo che fare. Malfoy la fissò con la stessa aria smarrita, rigido. Allora arrossì e si scostò, passandosi una ciocca dietro all'orecchio. -Ciao.-
Prima che avesse tempo di risponderle la vide voltare i tacchi e correre verso il gruppo.
Restò a fissarla mischiarsi alla massa, nascosto dietro il passaggio. Poi vide Pucey e Nott seguire anch'essi la fila e voltò le spalle contro il muro. Loro si mossero ignari liberando ben presto l'atrio.
Si maledisse per averlo fatto. Odiava nascondersi... Eppure, ancora non aveva trovato il coraggio di affrontrare l'argomento. Quanto ci avrebbe messo a dar loro la notizia? Quella situazione era davvero ridicola. Scosse la testa, attraversando il portico; un'altra figura compì il medesimo proposito in quell'istante e lo investì.
-Pansy!- esclamò sgomento, osservando la frangia nera oscillargli davanti agli occhi.
La Serpeverde trattenne il fiato. -Scusami- disse subito, mordendosi il labbro.
-Che ci fai qui?- aggrottò la fronte.
-Nulla- si affrettò a rispondere; le sue pupille saettarono istintivamente da qualche parte alle spalle del biondo.
Questi voltò il collo, ispezionando la zona. Ma il piano era deserto. Un presentimento gli balenò in mente.
-Da quanto sei qui?-
-Da adesso- rispose prontamente.
-E dove stai andando?-
Esitò, interdetta. -Daphne...- rispose -Mi ha chiamata.-
-E magari non eri qui un secondo fa- sputò.
La ragazza sgranò gli occhi colpita. -Cosa?-
-Come no- berciò, ma il volto della giovane sembrava sinceramente stupito. Avvicinò il suo, per osservarla bene. Quella trattenne il respiro. Per un momento il tipico rossore si accese sulle sue guance pallide, come ogni volta; poi una voce li colpì alle spalle.
-Che succede qui?-
Blaise allungò il passo, fissandoli accigliato.
-Nulla- si ricompose, lasciando la ragazza. Questa abbassò lo sguardo e si scostò di qualche metro.
-Tutto bene?- chiese il moro.
Lei annuì vigorosamente e vagò con le pupille sul pavimento. -Devo andare da Daphne- disse evitando di fissarli, e si allontanò in un baleno.
Blaise alzò gli occhi su Malfoy, duro. Questi lo fissò di rimando.
Per un lungo istante nessuno sembrò intenzionato a dir nulla. Poi Draco protese il mento in fuori, assottigliando le palpebre. -Finalmente ti si rivede. Sei più volatile di un fantasma.-
-Senti chi parla- ribattè quello.
Incurvò le sopracciglia.
-A Hogsmeade c'ero-
-Io anche.-
Silenzio.
Si squadrarono ostili, sottilmente in tiro, poi Blaise voltò la schiena e coprì lo stesso percorso della Serpeverde, senza aggiungere altro. Draco si stupì di non sentirsi porre domande, al contrario di quanto si sarebbe aspettato. Ma forse, meditò poi con un'ombra nello sguardo, le risposte se le erano appena prese entrambi.

Le ghirlande di Natale erano una delle sue decorazioni preferite. Le fantasie sempre diverse, i colori vivaci, spiccavano sulle porte dei negozi ravvivandoli. Ginny indicò un gruppo di buffe creature alate, sospese sopra un uscio nell'intento di appendervi del vischio. Hermione apprezzò che non la facesse sentire a disagio appiccicandosi a Harry, ora che contro ogni aspettativa si era trovata a fare il terzo incomodo. Ron era sparito appena erano arrivati.
-Non sono il tipo- disse la rossa, come a leggerle nel pensiero. -Lascio il posto a coppie più diabetiche.-
L'allusione al fratello strappò un sorriso a Hermione, che aveva trovato in quelle battute l'unica nota divertente della faccenda.
Neville li raggiunse da un negozio, portandosi appresso una busta.
-Cos'è?- domandò la rossa occhieggiando, ma il moro la respinse.
-Giù le mani- ordinò. -Sono per domani.-
Quella congiunse le mani al petto, teatralmente intenerita.
-Dovremmo dividerci, infatti, o non combineremo niente- osservò Hermione sollevata, suo malgrado, di poter lasciare Harry e Ginny un po' da soli. La ricerca dei regali l'avrebbe tenuta occupata.
-Ai Tre Manici fra un paio d'ore?- suggerì Harry guardandosi l'orologio.
-Affare fatto.-
Si divisero, ben consapevoli del fatto che si sarebbero incrociati spesso e avrebbero dovuto nascondere qualsiasi pacchetto reggessero.
Hermione imboccò le vie secondarie, sapendo che gli altri avrebbero iniziato dalla principale. Percorse diversi metri, prima di accorgersi di essere sulla stessa strada in cui lei e Draco, solo cinque giorni prima, erano passati. Si fermò, sentendo lo stomaco aggrovigliarsi. Decise di cambiar strada, affrettandosi sui suoi passi. Passò davanti alla vetrina di Madama Piediburro e lì si fermò, credendo di scorgere un volto familiare. Voltò gli occhi sul vetro e lo riconobbe: la testa fuoco spiccava dietro a un tavolo, insieme a una voluminosa riccetta che lo attanagliava da sotto con le gambe. Le sembrò fosse leggermente in imbarazzo, mentre si guardava attorno, timoroso, probabile, di venire riconosciuto. Sbuffò un sorrisetto, osservandolo contorcersi sulla sedia. Trine e nastrini non dovevano proprio essere di suo gradimento.
Proseguì lungo il marciapiede e quella scenetta, inaspettatamente, la mise di buonumore.


~♥~


-Ho disinfestato tutto il dormitorio, posso venire anche nel vostro, più tardi.-
Ginny rise, annuendo.
-Cosa vorrebbe fare nel nostro?- chiese raggiungendole.
-Disinfestazione dai nargilli. E' tempo di vischio, loro ci si annidano, lo sapevi?-
Sollevò le sopracciglia, lanciando un'occhiata a Luna.
-E' questo che hai fatto stamattina?-
-Sicuro- esclamò -Sono l'unica che ci pensa e che può vederli, a quanto pare.-
La riccia evitò di sottolineare che era ovvio, dal momento che non esistevano, e si mise a sedere. Il fatto che una studentessa di Corvonero acuta come lei se ne uscisse con certe stramberie era incomprensibile, ma aveva rinunciato da tempo a farla ragionare.
Il pendolo segnò le sei del pomeriggio, il pezzo di carta lasciatole da Malfoy sbucò dalla sua tasca. Calcolò a mente il percorso che il ragazzo avrebbe fatto dai sotterranei fin lassù, poi scostò il quotidiano dalle gambe e si tirò in piedi.
-Ci vediamo a cena- disse e oltrepassò il passaggio dietro al quadro.
Il piano era sgombro, ma si sentì stranamente osservata. Voltò la testa indietro, camminando, senza vedere nessuno, e questo le fece rivalutare per un secondo il giudizio sulle invenzioni di Luna.
Passò tre volte davanti all'arazzo e agguantò la maniglia della porta magica, sbirciando ancora una volta alle proprie spalle. Poi aprì.
Il vento fresco che la investì attirò subito la sua attenzione sulla finestra, dove il biondo sedeva a cavalcioni. Aveva lo sguardo rivolto in fuori, la testa poggiata allo stipite. Fece dei passi in sua direzione e questi girò il collo.
Aveva il volto stanco e assorto, ma non triste. I suoi occhi erano privi delle occhiaie violacee che gli aveva visto la sera prima.

-Dovresti uscire di più- disse -Un po' di sole ti farebbe bene.-
Lo vide sbuffare. -Non vedi quanto ne prendo?- sollevò il naso verso l'incerta palla infuocata sopra il giardino.
-Non è reale- gli ricordò.
Lui rimase immobile per secondi. Poi voltò la testa. -Lo so.-

Scese dal ripiano, mettendo entrambi i piedi a terra.
-Hai svolto le tue mansioni?- chiese prendendola velatamente in giro.
-Certamente. Tu, le tue?-
Ignorò la domanda, allontanandosi.
-Senti questa- disse prendendo un volume da uno scaffale. -Una freccia può essere scagliata soltanto tirandola indietro. Quando la vita ti trascina giù con le difficoltà, significa che sta per lanciarti in qualcosa di grande. Quindi concentrati, e continua a mirare.-
Sollevò gli occhi su di lei.
-Bella- commentò -Sono i proverbi Navaho.-
Lo vide annuire, e riporre il volume al suo posto. Quel giorno le sembrò di buonumore.
-Hai passato la mattina a leggere?-
Scoppiò a ridere, strofinandosi la testa. -Non mi hai contagiato fino a quel punto.- Spostò il corpo verso il pianoforte, poggiandocisi con il bacino. -Ho avuto tempo per diverse cose, diciamo.-
Lo osservò in silenzio. Lui tracciò dei segni con le scarpe, poi mise su uno strano piglio.
-So che Weasley si è fidanzato- disse. -E' stato visto con la tua brutta copia.-
Sgranò gli occhi. -Oh... Sì.-
-Come hai reagito?-
Quella domanda le fece improvvisamente caldo.
-Come avrei dovuto reagire? Normale.-
-Nessun rancore per essere stata sostituita?-
-Che scemenze- esclamò; il suo sguardo cercò il pavimento.
Malfoy la osservò attentamente.
-Ha fatto... quello che era più giusto. Ormai sa di...- s'interruppe. Il volto sembrò imporporarsi all'improvviso. -Sa che non mi interessa.- concluse -Ne abbiamo parlato.-
Malfoy annuì, continuando a fissarla. Lei si scostò una ciocca dal viso e si chinò a sedere, dandogli le spalle. Le gambe chiare sgusciarono appena dalla gonna a pieghe.
-Quindi ora avete fatto pace, non ha più motivo per esser arrabbiato.-
Non rispose, chiedendosi effettivamente perchè il ragazzo covasse ancora rancore nei suoi confronti, invece che perdonarla come aveva fatto Harry. Che cosa doveva più importargli di lei?
-Sono io ad avercela con lui.- rispose spiccia. Gli insulti ricevuti erano rimasti una ferita aperta, e se anche lui l'avesse perdonata era difficile che lei facesse altrettanto.
-Che storia tragica- commentò il biondo con una nota di sarcasmo.
Alzò gli occhi accigliati. -Sembri trovarlo divertente-
-Oh, io lo trovo spassoso.-
Lo incenerì, vedendolo passarle davanti, e lui le si sedette di fronte.
Il ciuffo biondo bagnò gli occhi grigi, leggermente spettinato. -Ho sempre ritenuto noiose le amicizie come le voste. Ma ora, finalmente, succede qualcosa.-
Gli lanciò un'occhiataccia.
-Come sei cinico. Non è affatto piacevole, per me.-
-Lo immagino.-
Strinse le labbra. -Sei perfido.-
Fece per alzarsi, ma il suo braccio la fermò: si sentì trattenere contro la propria volontà.

-Non essere suscettibile.-
-A te diverte sapere che litigo per te!-
Non rispose. Lei si voltò indispettita e lo trovò a pochi pollici di distanza, il braccio piegato per trattenerla. Suo malgrado, non riuscì a reprimere un leggero scombussolamento.
-Come sei melodrammatica, trovo solo divertente la situazione! E poi andiamo, pensi che lui non lo faccia apposta? E' palese che vuole ferirti. E tu ci stai cascando in pieno.-
Corrugò la fronte.
-Tutto perchè non rispetta i tuoi sentimenti. Davvero una bella amicizia, sono commosso.-
Strinse i denti. -Tu non sai nemmeno cosa sia.-
-Oh, tu sì invece! Hai scambiato per amico uno che voleva portarti a letto.-
Fece per dargli uno ceffone, ma lui le afferrò il polso e si sporse sulla sua bocca. Sentì le labbra avvolgersi nelle sue e una mano premerle sulla schiena. Il cuore dapprima compì un balzo e lei divincolò il braccio per respingerlo, ma poi qualcosa nello stomaco prese fuoco esattamente come le guance, e le sue dita gli si chiusero sul colletto.
Malfoy chinò il torace su di lei, la mano che le teneva il polso scivolò sul braccio e poi sul fianco. Si lasciò sfuggire un sospiro. Lui infilò le dita sotto la camicia e prese a scorrerle sulla pelle, lasciando una scia cocente. Si staccò per riprendere fiato, e Draco chinò le labbra sulla base del suo collo. Prima che potesse accorgersene, si ritrovò a cavalcioni su di lui, la gonna alzata e qualcosa di insolito fra le gambe. Arrossì. Lui tornò ad alzare la testa e a prenderle la bocca, mentre con una mano saliva lungo la schiena da sotto la stoffa. Avrebbe voluto fermarlo, ma era un desiderio che aveva a che fare esclusivamente con la testa; il corpo non riusciva a far altro che assecondarlo e cercare a sua volta i punti scoperti della sua pelle.
Cominciò a provare talmente tanto caldo che desiderò togliersi i vestiti. Lui sembrò leggerle nel pensiero, perchè provò a slacciarle un bottone, e nel frattempo spinse il proprio bacino contro il suo. Ma in quel momento la schiena le cadde all'indietro, sospinta dal biondo che le si sdraiava sopra, e invece che incontrare il pavimento solido affondò su una superficie morbida, rimbalzando. Sgranò gli occhi.
Un materasso bianco era apparso improvvisamente dal nulla, ma lei era sicura di non averlo evocato. Avvampò violentemente, sentendosi prendere dall'agitazione, e spinse via il ragazzo con uno spintone.
-Che cosa fai?- squillò.
Lui la guardò spiazzato, le guance ancora rosa per l'eccitazione. Si rese conto dell'accaduto e cercò di giustificarsi.
-Non l'ho fatto apposta, è apparso da solo...-
Lei girò la testa imbarazzata, sentendo il cuore martellare convulso dentro al petto.
-Dico sul serio- allungò una mano, ma lei si ritrasse fulminea.
Avrebbe potuto pensare che lo avesse fatto per spavento, ma in realtà si sentiva scuotere talmente dalle emozioni che ancora non riusciva a calmarsi.
Gonfiò il petto con una boccata, espirando profondamente per rilassare i nervi.
Gli occhi del ragazzo dietro di sè li sentì sulla pelle come tizzoni ardenti e alla fine riuscì a guardarli di nuovo, un po' meno tesa.
-Fa niente- disse.
Lui lasciò andare un respiro e si buttò sul materasso, gli occhi chiusi e una mano sulla fronte. Si rese conto di avergli slacciato a sua volta parte della camicia, e che sul cavallo dei pantaloni qualcosa premeva ancora contro la stoffa. Distolse gli occhi immediatamente, sentendosi avvampare, e passò una mano fra i capelli, tesa.



~


24 Dicembre

Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe andata così? A inizio anno, se solo le avessero annunciato che avrebbe trascorso il Natale a evitarsi con Ron, dividendosi fra Harry, Ginny e gli altri compagni per non rischiare di trovarsi mai nel suo stesso posto, sarebbe scoppiata a ridere. O si sarebbe strozzata col succo di zucca, a seconda.
Lisciò le pieghe del vestito, guardandosi attorno.
Ronald chiacchierava con Dean e un bicchiere in mano, Lavanda accanto. Luna veleggiava fra di loro distribuendo dolciumi e altre leccornie. Si sentì toccare un fianco e Ginny apparve alla sua destra con un bicchiere di acquaviola.
-Che essere irritante- commentò, fissando le pupille sulla testa riccioluta. -Non fa che ridere per ogni sua idiozia. Ronron crederà di essere un gran comico.-
Strabuzzò gli occhi. -Come lo hai chiamato?-
-Ronron. Non lo sapevi? E' il suo nuovo nome. Lavlav gliel'ha affibiato ieri.-
Voltò nuovamente la testa verso la coppia, sbigottita.
-Crede di essere diventato un criceto, evidentemente.-
Soffocò una risata, chinando la fronte.
Harry le raggiunse in quel momento con altri due bicchieri, uno per lei.
-La burrobirra sta finendo- annunciò, -E c'è chi si lamenta per l'assenza di whisky. Pare stiano tentando di intrufolarsi nelle cucine.-
-Che novità- fece la rossa alzando gli occhi al cielo.
Hermione intravide Lavanda avvilupparsi al fianco di Ronald, che sembrò lì per lì imbarazzato. Dean, davanti ai due, indietreggiò interdetto e si dileguò con una scusa.
-E tu?- si sentì chiedere a bassa voce. -In che rapporti sei con...- Lasciò in sospeso la frase, scorrendo gli occhi sulla scolaresca.
Anche Hermione lo cercò, trovandolo poco dopo vicino al tavolo del salato, con Nott.

-Non ne ho idea- rispose. I suoi occhi lo fissarono attraverso la sala, ma lui non se ne accorse. -Certe volte credo che domandarselo sia persino insensato.-
Ginny la fissò muta e Luna sbucò dalla folla con un piatto di Cioccoli Giganti.
-Che fate con quei musi lunghi?- esclamò. -Venite qua.-
Hermione si lasciò trascinare verso il gruppo di Neville e Seamus, a cui si stavano unendo anche Ron e Lavanda. Questi tentava di staccarsi le dita della consorte dal braccio, camminando, ma appena vide Hermione si ricompose, riallacciandola al proprio fianco.

Finse di non accorgersene, pescando un dolce ripieno dal vassoio; nel frattempo alzò gli occhi sul grande orologio da parete.
A mezzanotte, lo scoppio di qualche bottiglia avvertì che il clima della festa si era esageratamente scaldato; molti dei ragazzi più grandi ridevano con aria allegra, mentre i più piccoli furono invitati a tornare nelle stanze. Posò un calice di burrobirra sul tavolo, appoggiandosi al bordo. Malfoy se ne era andato appena dopo mangiato, ormai due ore addietro.
Sollevò gli occhi sulle lancette: mezzanotte e venti.
-Vado su- mormorò a Ginny, sapendo di non doverle spiegazioni.
Questa la osservò pensierosa -Sicura di star bene?-
-Certo- si drizzò, -Ho solo bisogno d'aria. Ci vediamo quando torni, non credo di far tardi.-
Qualcuno le venne addosso in quel mentre. Si girò infastidita, e un Serpeverde dall'aria tutt'altro che brilla le lanciò una breve occhiata. Distolse lo sguardo, facendosi largo fra la folla.
Fuori, la confusione e la luce si attutirono come risucchiate da un buco nero e il fresco e il silenzio dell'atrio le tolsero la sensazione di nebbia che bere qualche bicchiere le dava sempre. Salì i primi scalini reggendosi al corrimano.
Si domandò in che stato lo avrebbe trovato. Di solito nascondeva abbastanza bene il suo malessere, o almeno ci provava; ma quella era la notte di Natale, e lei sapeva bene in che condizioni la stavano passando i genitori. Non doveva essere un buon momento.
Si arrestò, in cima al settimo piano, e un biglietto catturò la sua attenzione sul pavimento. Qualcuno doveva averlo perso. Titubò, perplessa, quando intravide qualche parola attraverso l'estremità alzata.
Si chinò, prendendolo fra pollice e indice.

Sono stato egoista a chiederti di venire, resta pure coi tuoi amici, io me ne vado a letto.
D. M.

Lo fissò, sbalordita.
La calligrafia era leggermente tremante, non pulita e decisa come al solito. Ma non era questo lo strano. Che cosa gli aveva fatto cambiare idea?
 Sollevò gli occhi, piantandoli sulla parete. Egoista... Chiaro che lo era, ma non si era mai fatto problemi a riguardo! Poggiò la schiena contro la balaustra.
Perchè chiederle di raggiungerlo se poi non aveva voluto? Perchè non voleva più? Lanciò un'occhiata giù dalle scale e poi sul corridoio vuoto fino all'arazzo disteso sulla parete. Da quanto se n'era andato?

Meditò sul da farsi. Ormai la serata stava volgendo al termine, ma non molti erano rientrati. Sarebbe dovuta tornare giù? Il sol pensiero di un'altra ora passata a ignorare Ron e a portare avanti quello stupido teatrino le fece rivoltare lo stomaco. Si trascinò fino al quadro, ripetendo più volte la parola d'ordine a una Signora Grassa piuttosto brilla.
Dentro, pochi ragazzini chiacchieravano ancora in Sala Comune, seduti sui divani. Li superò imboccando le scale per il dormitorio.
Perchè se ne era andato? Restò a maciullarsi il cuore con quell'interrogativo fino all'entrata della sua stanza, sentendosi a tratti delusa, a tratti inquieta. Stava male? Non aveva voluto farsi vedere peggio del solito? Oppure ce l'aveva con lei? Il pensiero di come aveva reagito quel pomeriggio nei suoi confronti le fece venire un brivido lungo la schiena. Forse aveva esagerato. Che si fosse offeso?
Aprì un cassetto della scrivania, sollevando un paio di agende. Tutti i bigliettini inviatile da Malfoy apparvero sparpagliati, e vi aggiunse il nuovo. Si rese conto che mancava l'ultimo, quello del pomeriggio. Tornò verso l'attaccapanni e rovistò nelle tasche del mantello, ma non lo trovò. Restò per qualche secondo a fissare quelle tasche vuote. Doveva averlo perso. Forse proprio dentro la stanza mentre Draco la baciava. Le dispiacque, ma poi si diede della sciocca e richiuse il cassetto senza il pezzo mancante.
Valutò l'idea di scrivergli per sapere come stesse, ma l'accantonò. Se non l'aveva voluta con sè c'era un motivo, e lei non voleva costringerlo a parlarle. Distese la schiena sul materasso, il vestito ancora indosso.
La mattina dopo, una lunga coperta a quadri le avvolgeva le gambe. Ginny doveva avergliela messa mentre dormiva. Ora respirava profondamente nel letto accanto, un mucchio di stoffa ai piedi del materasso. Si alzò, osservando le scarpe e i vestiti sparsi sul pavimento. Date le circostanze, intuì che dovesse aver fatto abbastanza tardi e, in punta di piedi, si chiuse in bagno senza far rumore.
Il pensiero di Malfoy tornò a martellarle le tempie. Sentiva nel petto una singolare angoscia, un senso di indefinito disagio, che non si seppe spiegare. Uscì dalla doccia con la fronte aggrottata e lo stomaco aggrovigliato, arrotolandosi un asciugamano attorno al corpo. Quando rimise piede in camera, per poco non barcollò a terra.
Un gufo bianco e brillante la aspettava sul davanzale, fuori dai vetri.
Sentì il cuore pompare sangue e compiere un inaspettato salto acrobatico. Svelta, avventò le dita sulla maniglia e lo lasciò entrare. Si rese conto che sembrava stranamente malconcio, l'aspetto di solito fine e ordinato era turbato da un leggero arruffamento, le piume sembravano essere state strapazzate maldestramente, e se la fretta di leggere la missiva non fosse stata tanta e accompagnata da tanta trepidazione avrebbe probabilmente riflettutto meglio su questo dettaglio. Ma la pergamena giaceva arrotolata alla sua zampa, e la curiosità ebbe la meglio sul raziocinio.
Slegò il nastro verde, aprendo immediatamente il foglio.

Scendi a trovarmi appena puoi, i miei stanno già andando a colazione, non li incontrerai. Ti aspetto.
D. M.

Frenò l'entusiasmo, interdetta. Scendere?
Per qualche istante, una parte indefinita e nascosta di lei emerse facendo sentire la propria voce
. Per un momento, qualcosa a metà fra l'istinto e la ragione le suggerì qualcosa, ma lei non ascoltò. Fissò quel foglio scarno, compilato da lettere incerte e tremolanti. Poi un mugugnio alle sue spalle si alzò dal letto e Ginny si levò a sedere sul materasso.
-Buon Natale- la sentì biascicare, assonnata.
Si voltò, stringendo il bigliettino dietro alla schiena. Il gufo si alzò in volo tornando sulla torre da cui era arrivato.
-Buon Natale- rispose.


[Fine
prima parte]









Buongiorno e buon ritorno dalle vacanze, rieccomi qua! :)
Spero che il capitolo piaccia, nonostante sia leggermente più breve dei precedenti. In origine conteneva una scena in più, ma in seguito ho deciso di dividerlo in due parti.
La citazione iniziale è liberamente elaborata dalla fiaba de La Bella e la Bestia, non l'ho trascritta da nessuna edizione in particolare.

Da Madama Piediburro: è una piccola sala da tè collocata lungo una strada secondaria di Hogsmeade, molto accogliente, adorna di fiocchi e trine color pastello e nota per essere frequentata solo ed esclusivamente da coppie.
 
Cioccoli Giganti: dolci ripieni di crema alla fragola e panna oppure di panna e limone. Il cioccolato esterno è disponibile nelle varietà: bianco, al latte, fondente ed extra dark.

Ringraziamenti a: de_dust, valery_96, barbarak, gli unici ad aver recensito lo scorso capitolo, che, è vero, è arrivato dopo diversi mesi di assenza... Fa sempre piacere vedere che qualcuno rimane (barbarak) e qualcuno si aggiunge (valery_96), anche se gli aggiornamenti non possono seguire un calendario equilibrato. Apprezzo tanto chi resta fedele, perchè so quanto possa essere faticoso seguire una storia a singhiozzo e aspettare aggiornamenti a lungo quando ce sono mille altre in circolazione! Grazie grazie grazie. Contate molto.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va, di questo capitolo. Un bacio,

Vale
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: vale93