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Autore: Akuma Mirai    05/09/2016    1 recensioni
"Bambina di 10 anni scompare misteriosamente la notte del 31 Ottobre da Cold Rock, USA. Si richiede la massima attenzione da parte dei cittadini, in particolare a famiglie con bambini..."
Chi si cela dietro le scomparse che avvengono nella cittadina di Cold Rock ?
un misterioso individuo che attira le proprie vittime intonando un'inquietante ninna nanna: L'Uomo Nero di Cold Rock.
[Storia ispirata al film "I bambini di Cold Rock"]
Genere: Drammatico, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Per questa settimana si prevede tempo sereno con nuvolositą periodica. La temperatura..."
 
Eravamo in viaggio da diverse ore ormai, a bordo di un vecchio furgone bianco che avevo noleggiato per trasportare una decina di scatoloni.
Di tanto in tanto lanciavo un'occhiata a mio figlio di 10 anni, che sedeva di fianco a me e guardava fuori dal finestrino, sforzandosi di arrivare all'altezza di quest'ultimo. I capelli castano scuro, scompigliati, erano un chiaro segno del viaggio che stavamo intraprendendo e i suoi occhi azzurri, ereditati da suo padre, non staccavano lo sguardo dal paesaggio.
Il suo Nintendo, per cui tanto aveva combattuto affinchč glielo comprassi, era morto solo a metą del viaggio e la radio accesa non sembrava interessargli granchč. 
Sospirai appena picchiettando un dito sul volante, mordendomi il labbro.
- Siamo quasi arrivati, non manca molto...- dissi, cercando di usare il tono pił convicente possibile e sforzandomi di sorridere. 
- Mh... - Bhe, non mi sarei potuta aspettare una risposta migliore a quella frase che ripetevo ogni mezz'ora, quasi stessi cercando di convincere me stessa. Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sospirando. Guardai il mio riflesso nello specchietto retrovisore e mi squadrai per un attimo: ciuffi di capelli castano scuro, che tenevo sciolti sulle spalle, non sembravano affatto intenzionati a stare in ordine e sotto gli occhi, dalle iridi marroni, si notavano subito le occhiaie.
Avevo passato a notte a sistemare le ultime cose negli scatoloni e mi ero riposata si e no solo un paio d'ore, prima che svegliassi Darwin per partire. 
Vivevo da sola con mio figlio da qualche mese, da quando mi ero lasciata con mio marito Elliott, dopo aver capito che ormai entrambi non provavamo pił gli stessi sentimenti di una volta.
Finalmente, dopo una mezz'ora abbondante, passammo accanto ad un cartello sul ciglio della strada sui cui c'era scritto "Benvenuti a Cold Rock" e gli occhi del mio Darwin sembrarono illuminarsi. 
Percorremmo un altro kilometro prima di raggiungere finalmente il quartiere in cui avevo acquistato la nostra nuova casa. Non appena parcheggiai davanti all'edificio e spensi il motore tirai un sospiro di sollievo. Scesi dal furgone, preceduta da Darwin, che si era gią piazzato sul marciapiede per squadrare l'abitazione.
Si trattava del classico quartiere americano con villette a schiera e la nostra casa non era diversa dalle altre: un'abitazione a due piani, dal muro esterno bianco e il tetto grigio, che si affacciava su un giardino spoglio ma dal prato curato, attraversato da un viottolo cementato. 
Avevo comprato l'abitazione poche settimane prima ad un prezzo ridicolo, quasi la famigliola che la abitava non vedesse l'ora di liberarsene e, per un ridicolo momento, mi ritrovai quasi a credere che potesse trattarsi di un'abitazione infestata dai fantasmi.
- Mi aiuti a portare dentro gli scatoloni e poi andiamo a salutare i vicini, ok ? - 
- E metto il Nintendo in carica... - Mi rispose, quasi si trattasse di un bisogno primario.
- Si, anche quello. - Gli scompigliai i capelli.
Ci mettemmo quasi un'ora a portare in casa tutti gli scatoloni, sistemandoli nel soggiorno su cui si affacciava la porta d'ingresso e disponendoli disordinatamente vicino al divano, al televisore e ai piedi delle scale che portavano al secondo piano. il soggiorno non era troppo spazioso ma abbastanza da contenere quei pochi mobili d'arredamento, mentre due porte che conducevano al bagno e alla cucina si affacciavano su due pareti diverse.
- Bene, e ora... andiamo dai vicini ! - Dissi, con un tono di voce quasi a dover imitare, fallendo, un supereoe dei fumetti, portandomi le mani sui fianchi in una posa ridicola, sotto lo sguardo divertito del mio bambino.


Angolo Autrice
Ed eccoci al primo capitolo, che credo sia arrivato abbastanza in fretta ^^
Sono consapevole che come capitolo non č chissą quale capolavoro e che potrą avere un andamento lento, ma era giusto per presentare quelli che saranno i due protagonisti della storia e, sperando che pubblichi al pił presto, nel secondo capitolo le cose si movimenteranno un po' -.^
Come sempre accetto anche le critiche, purchč siano costruttive !
- Alex
   
 
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