And you're just going on with your life

 

- Grane da Los Angeles. - annuncia l’agente, lasciando cadere un fascicolo sulla scrivania della sua collega. Terry gli rivolge uno sguardo interrogativo.
- Los Angeles? Perché lo passano a noi?
- Culo pesante immagino.
Mentre il compagno si allontana borbottando insulti, Terry guarda l’incartamento: sull’etichetta c’è scritto solo “richiesta profilo psicologico”. Quando lo apre, comunque, le basta leggere le prime tre righe per stabilire a chi appartiene. Don ha sempre avuto un modo buffo di scrivere, quasi come se litigasse con le parole: il loro istruttore, all’Accademia di Quantico, ci usciva matto quando leggeva una delle sue relazioni.
Dovevano sempre essere riscritte. E spesso lo faceva lei.
Inaspettatamente la nostalgia di quei mesi passati accanto a lui l’assale, cogliendola completamente impreparata: è davvero tanto tempo che non ci pensa – che si sforza di non pensarci – probabilmente perché non le è mai piaciuto il sapore di opportunità mancata che assumono i suoi ricordi quando virano in quella direzione.
Con un sospiro mette via il foglio, promettendosi di leggerlo più tardi quando sarà mentalmente preparata ad affrontare lui – non lui il criminale, lui Don – ma, nel farlo, si accorge di un’annotazione a matita nell’angolino in basso.

 
Se finisci entro venerdì possiamo discuterne davanti ad un caffè.

 
Terry sorride, chiedendosi se quel presunto appuntamento sia dettato dalla voglia di rivederla o dalla fretta di ricevere il risultato.
Entrambi probabilmente. Sempre così con Eppes.
Il sorriso si fa poi esitante mentre pensa al suo ex-marito, al fatto che sono già passati tre mesi e, nonostante i tentativi, il loro rapporto non è migliorato affatto. Spesso le capita di pensare che forse non è nemmeno davvero recuperabile.
E probabilmente rivedere Don non farebbe altro che complicare la situazione eppure, improvvisamente, Terry sente un forte desiderio di provare a cambiare il sapore dei suoi ricordi.