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Autore: RedLolly    06/09/2016    2 recensioni
La freddezza di Ciel, la fame di Sebastian. Punti di vista sulla vita e sulla morte, sul piacere e sul dolore, sulla soddisfazione e sul desiderio, sulla purezza e sul peccato, sulla giovinezza e la consunzione. Una raccolta di racconti brevi incentrati sul criptico rapporto tra padrone e maggiordomo.
IV - Affamato e amorevole: Fame.
La fame mi divora, e non posso farci niente. Vi ricordate come ci si sente quando si è affamati, o ve lo siete già dimenticato?

“Ti ho detto che non ho fame. In che lingua te lo devo dire?”
E’ proprio bella quella vostra boccuccia arrogante mentre sbocconcella quella roba… Mi viene voglia di morderla, di serrare il vostro labbro inferiore tra i denti e strapparlo via.
Fame.
Oh Ciel, siete troppo egoista ed ingenuo per capire…
Genere: Dark, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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IV – Affamato e amorevole







XXXI Il Vampiro

O tu, che come un coltello

sei penetrata nel mio cuore in lacrime;

tu che forte come un branco

di demoni, venisti, folle ed abbellita

a fare del mio spirito umiliato

il tuo letto e il tuo regno;

- Infame a cui sono legato

come il forzato alla catena,

come il giocatore testardo al gioco,

come l’ubriaco alla bottiglia,

come i vermi alla carogna,

- Maledetta, che tu sia maledetta!

Ho pregato la veloce lama

di farmi riconquistare la libertà,

e ho detto al perfido veleno

di soccorrere la mia viltà.

Ahimè! Il veleno e la lama

m’hanno disdegnato e m’hanno detto:

Tu non sei degno di venir sottratto

alla tua maledetta schiavitù,

imbecille! Se i nostri sforzi

ti liberassero da quel dominio,

i tuoi stessi baci resusciterebbero

il cadavere del tuo vampiro!”





Il suo sguardo è chino. Sembra arrabbiato, corrucciato, eppure è primavera.

Tutto intorno alla magione sono sbocciati i fiori, la luce dorata di mezzodì che entra dalle vetrate della sala da pranzo ne illumina i colori accesi: le dorature del grosso tavolo in tipico stile inglese accompagnato dalle sedie foderate di lampasso ciclamino, le appliques metalliche verdastre che formano sostegni fioriti alle candele al momento spente che si raccordano perfettamente al soffitto completamente affrescato. Risplendono di vita i trompe l’œil architettonici e le scene di caccia! Sono talmente lucidi da sembrare veri i manti di fagiani, galli forcelli, beccacce, starne, chiurli, pernici bianche e rosse, galli cedroni e allodole, alcuni razzolanti in uno sfondo bucolico, ed altri sul muro,cadaveri appesi come se fossero vera selvaggina pronta per un immaginario banchetto. Sopra la porta d’entrata una Diana armata di arco e vestita solo con un drappeggio ocra insegue un flessuoso daino.

E’ primavera ovunque e per tutti evidentemente, tranne che per il signorino.

Sebastian Michaelis lo osserva mentre cammina lentamente trasportando un carrello colmo di pietanze. Non ne è stupito, quella che legge è la sua solita espressione tutt’altro che gioviale, che non accenna a rallegrarsi nemmeno davanti al centro tavola che ha composto quella mattina il maggiordomo stesso, utilizzando una grossa brocca di cristallo a forma di anfora ellenica a collo distinto e riempiendola di narcisi e rose borgogna e color corallo, fiori che Finnian ha inavvertitamente strappato durante le cure al giardino e che il demone ha deciso di riutilizzare in quel modo per adornare sia la tavola che la giacca del conte stesso: un grosso bocciolo di rosa rosso scuro si staglia ben assicurato all’occhiello della giacca di velluto amaranto, ma quel fiore frivolo urta violentemente con il malumore cesellato sul suo viso pallido e fine, incorniciato da una benda nera sull’occhio destro. Sebastian è costretto ad ammettere che purtroppo il suo piccolo tocco floreale dona un’aria decisamente grottesca alla sua figura scontrosa. Ma il fragile Ciel Phantomhive non è quasi mai di buonumore… Ormai ci è abituato, potrebbe ammettere tranquillamente gli piace vederlo così, con le sopracciglia aggrottate e il labbro inferiore insolente serrato tra gli incisivi.

Vi ho fatto aspettare troppo per il pranzo? – chiede con tono rispettoso posizionandosi alla sua sinistra – Sembrate nervoso, signorino, è per caso successo qualcosa mentre andavo a prendere il vostro pasto?”

No, non ho nemmeno guardato che ora sia.” Afferma Ciel con tono petulante alzando una mano coperta da un fine guanto in pizzo Chantilly nero e agitandola indolente davanti al volto.

Bene, sarebbe stato da parte mia un comportamento imperdonabile.”

Il fatto è che non ho fame. ”

A metà mattinata avete preteso che io vi servissi una seconda porzione di RedVelvet e io vi avevo avvertito che vi avrebbe saziato. Non avete voluto ascoltarmi.”

Non importa, non importa. – continua il giovane sventolando per la seconda volta una mano molle davanti al viso come per scacciare un insetto fastidioso ed invisibile – Vediamo cosa mi hai preparato.”



Oh, ma come siete bugiardo… Ne avete mangiata troppa di quella torta, vi siete ingozzato propria davanti a me come un’oca all’ingrasso, lì seduto sulla vostra bella scrivania dondolando i piedi tutto soddisfatto, leccandovi anche le dita sporche di panna con un’avidità che pochi sanno esprimere come voi. Credete che io non vi abbia sentito? Il mio udito è ben più fine del vostro, così come il mio olfatto. L’odore ripugnante del vostro vomito arrivava fino alla cucina. E’ strano pensare che una bambolina tanto graziosa quale siete sia capace di generare una sostanza tanto maleodorante e di emettere quei bavosi gorgoglii. Non capisco tuttavia perché me lo teniate nascosto, avete spesso rimesso in mia presenza… A me non interessa certo la lordura rigurgitata dal vostro corpo delicato, la mia attrazione per voi trascende la materialità, la mera percezione sensoriale umana. E quello che provo gli uomini non potranno mai capirlo davvero, la mia preda può solo affidarsi alle mie parole, proprio come dite di fare voi...



Sebastian si limita ad annuire, lasciandosi sfuggire un lieve sorriso pensando alla verità dei fatti, posando sulla tavola la prima pietanza. Una cupola metallica la copre alla vista, ne conserva la fragranza e la protegge. Il maggiordomo la solleva subito dopo mostrandone il prelibato contenuto ben posizionato sul piatto in ceramica dal bordo impreziosito da decori in monocromo color seppia, che alternano articolati arabeschi a piccoli quadranti raffiguranti due cavalli in corsa in una radura. Fa parte di un servizio Callepton&Sons che non è di certo il più pregiato all’interno della magione, ma più che sufficiente per un pasto solitario del padrone di casa. Il colore si intona perfettamente con il centrotavola, con la rosa che inizia a pendere intristita per la mancanza di linfa vitale puntata all’occhiello del signorino, al suo umore corrucciato. Umore color seppia è una bella definizione.

Per antipasto oggi vi propongo dei canapésdi foie gras in crosta con salsa di limone, sperando che sia di vostro gradimento.”

L’unica risposta che riceve è un sospiro d’irritazione e uno sguardo annoiato interminabile. E’ così evidente che il suo piccolo e presuntuoso padrone non sia soddisfatto alla vista del suo pranzo… Lo vede da come abbassa il capo, da come afferra svogliato la forchetta e il coltello d’argento e inizia a tagliare i canapés in pezzi minuscoli con lentezza esacerbante.

Certo, se gli avesse portato un pasto leggero si sarebbe adirato, il padroncino, gli avrebbe chiesto spiegazioni, si sarebbe infuriato accusandolo di cercare di affamarlo. No, un lauto pasto non deve mai mancare sotto il suo nobile naso, e poco importa se ogni volta sono più gli avanzi che finiscono nei rifiuti rispetto a quello che mette nello stomaco. Ciel si crogiola nelle consuetudini dilapidatrici della propria nobiltà sprezzante, assuefatto al gusto dolce della megalomania, e poco gli importa se con le eccedenze dei suoi tre pasti principali potrebbe nutrire un’intera famiglia operaia per qualche giorno. Non sta a Sebastian giudicare una tale condotta, anzi, la alimenta con il proprio impeccabile servizio, assecondando i suoi capricci egoisti. Lord Phantomhive manca di qualsiasi residuo di misericordia e altruismo, gli sono stati strappati via da mani luride e crudeli. Ma il diavolo non può che compiacersi dei suoi aguzzini, delle sevizie e dello stupro che gli hanno permesso di incatenare a sé un’anima tanto speciale, d’intraprendere quell’amabile patimento che è il contratto con il giovane conte, il martire dannato, soave nella sua verginità deflorata.



Quando sono stato evocato ho avvertito il profumo squisito della vostra sofferenza, la sofferenza di un innocente, di un’anima pura… Vi prometto vi farò sprigionare un aroma ancora più forte, torturandovi con lentezza e non mi fermerò fino a che non raggiungerete un parossismo estatico… Facendovi provare un tale strazio che nessuna mano umana sarebbe in grado di causarvi.



Le posate stridono sulla porcellana. Il conte si sta impegnando a provocare quel suono di proposito, indubbiamente… E quando finalmente si decide a mettere in bocca una piccola porzione di pietanza ormai distrutta e ridotta ad un informe poltiglia rosata di foie gras e crosta di pane la mastica lento, ingoiando a fatica.



Mangia nauseato, riduce l’antipasto ad un pastone per animali da cortile, lo guarda come se gli avessi servito un bel piatto di merda fumanteinvece di una pregiata pietanza francese. Forse un giorno dovrei provare a servirgliela sul serio, la merda, al mio piccolo despota capriccioso, tanto la sua faccia disgustata sarebbe la medesima. Sarebbe divertente, ma un insulto del genere si potrebbe considerare da parte mia una violazione del nostro patto a tutti gli effetti. E’ quasi un peccato.



Qualcosa non va, signorino?”



Sapete come viene fatto il foie gras? La tortura che deve subire una povera oca affinché il suo fegato diventi la delizia che state mangiando? Credo che sia una pietanza crudele che ben si adatta alla vostra personalità…

Fame.

La fame mi divora, e non posso farci niente. Vi ricordate come ci si sente quando si è affamati, o ve lo siete già dimenticato?



Ti ho detto che non ho fame. In che lingua te lo devo dire?”



E’ proprio bella quella vostra boccuccia arrogante mentre sbocconcella quella roba… Mi viene voglia di morderla, di serrare il vostro labbro inferiore tra i denti e strapparlo via.

Fame.

Oh Ciel, siete troppo egoista ed ingenuo per capire… Rivolterei il vostro apparato digerente come un calzino, e godrei nel vedere i vostri bei dentini bianchi sporchi di schiuma rossastra che vi cola giù per il mento…

Fame.

Squarciarvi il ventre e vedere i vostri viscidi intestini che traboccano sul pavimento, agnellino da macello, e poi scuoiarvi vivo lembo a lembo, godendomi la melodia delle vostre urla. Sarete pure l’erede di un lignaggio prestigioso, ma un altisonante titolo nobiliare non cambia il fatto che sotto quella sensibile pelle d’alabastro siete solo un piccolo e puzzolente sacco di organi, e dentro il piccolo e puzzolente sacco di organi c’è il mio di pasto, la mia ricompensa. Il resto lo lascerò in regalo ai vermi e alle mosche, saranno loro a finire di banchettare con i vostri aristocratici visceri.

Fame. La fame è proprio una sensazione terribile.



Basta, non ne voglio più.”

Il conte lascia cadere le posate sul piatto in mezzo a quella triste mistura che non assomiglia nemmeno più ad un antipasto.

Diligente, Sebastian non muta la sua espressione mentre scosta la stoviglia e subito ne appoggia un’altra al suo posto, e non si scompone nemmeno quando il suo padrone arriccia violentemente il naso.

Come portata principale ho pensato di servirvi un filetto di puledro rigorosamente al sangue, insaporito con alloro e pepe nero.”

Sono sazio, Sebastian.”

Con tutto il rispetto, ho scelto appositamente il taglio migliore che ho trovato, quello che mi sembrava più tenero e appetibile. Potreste almeno assaggiarlo, ho sentito dire che la carne equina irrobustisce i muscoli e fa buon sangue, sarebbe un vero toccasana per la vostra salute.”

Smettila con queste idiozie, mi sembra di sentir parlare la zia Angelina. E se c’è una cosa che non mi manca di lei sono i suoi consigli non richiesti.”

In realtà lo ha detto Baldroy questa mattina quando sono tornato e ho preso il controllo della cucina prima che si cimentasse in uno dei suoi disastri trasformandola in un campo di battaglia… Oggi mi ha dato l’impressione di essere, come dire, più carburato del solito, ma credo sia la primavera. Tutta la servitù è incontenibile a pensarci bene. Non vi dico Finnian quanto fosse di buon umore, mentre potava i roseti, o almeno, mentre ci provava. E Meirin… Oh, lasciamo perdere, non voglio imbarazzarvi raccontandovi i suoi teatrini quando l’ho aiutata mentre stava finendo per terra tenendo in mano una montagna di biancheria pulita.”

Per quanto siano ineccepibili nel difendere le mie proprietà dai malintenzionati, si dimostrano sempre dei completi incapaci nelle incombenze quotidiane. Devi tenerli d’occhio, non voglio vedere la mia magione messa a soqquadro da quei tre incompetenti. Cerca di dare un freno alla loro eccitazione, o ti considererò responsabile di ogni loro guaio. In particolare per quanto riguarda Meirin… Per fortuna che non hai bisogno di dormire, non sarei stupito se prima o poi te la ritrovassi nascosta tra le lenzuola.”

Suvvia, Meirin è una fanciulla maldestra e molto timida, il gesto più spregiudicato che potrebbe compiere quella sciocchina nei miei confronti è aggrapparsi a me mentre incespica nei suoi stessi piedi…”

Io ho l’impressione che inciampi un po’ troppe volte quando tu sei nei paraggi, lo sai anche tu che è più furba di quanto sembri. Ti proibisco nel modo più assoluto di darle troppa confidenza e di assecondare la sua stupida infatuazione nei tuoi confronti. E’ già abbastanza inutile così come domestica, non oso immaginare se dovesse restare incinta, dato che non sono così sicuro che tu non sia in grado di ingravidare una donna, e mi irriterebbe parecchio scoprirlo in questo modo. Oltretutto agli occhi della buona società sarei io il responsabile, dovrei trattarlo come il figlio illegittimo di due svergognati membri della mia servitù su cui non ho vigilato abbastanza, peso che sarei costretto ad accogliere sotto il mio stesso tetto, a cui dovrei dare da mangiare, da vestire, un minimo di istruzione ed educazione del tutto a mie spese, nell’attesa che diventi abbastanza grande perché possa assolvere una qualche mansione… E che magari ripagherebbe il mio buon cuore creando scompiglio con qualche strano potere demoniaco, facendomi rimpiangere di non averti ordinato di buttarlo nel Tamigi appena venuto al mondo. No, non ho nessuna intenzione di accollarmi il mantenimento di un vostro eventuale mostriciattolo.”

Direi che siete stato più che trasparente su questo argomento, signorino, ma dovreste sapere che non dovrete preoccuparvi mai di nulla del genere, le vostre sono supposizioni fantasiose suggerite dal vostro livore... Adesso non distraetevi più e mangiate quella carne. Saranno dieci minuti che è lì davanti a voi e non avete fatto altro che parlare.”

Sebastian… Non credo che tu sia nella posizione di potermi dare degli ordini.”

Ciel si appoggia allo schienale della sedia lasciandosi scivolare in avanti e incrocia le braccia sul petto, sbuffando sonoramente, sdegnato. Tuttavia, poco dopo Sebastian vede un lieve sorriso dipingersi sul suo volto.

Perché non te lo mangi tu?”

Il maggiordomo si trattiene a stento dallo spalancare gli occhi. Il padroncino riesce di tanto in tanto a spiazzarlo, non lo può negare. Per questo è così interessante, come un piatto dal sapore agrodolce.

Davvero, Sebastian, ha un’aria deliziosa, assaggia. Prendi una forchetta.”

Al contrario di quanto accade alla servitù, a quanto pare la primavera non vi rende meno irascibile. Se state però cercando di innervosirmi di proposito perché volete sfogare su di me le vostre frustrazioni, vi informo che non ci riuscirete con metodi tanto banali, accusandomi dapprima di compiacere volontariamente gli appetiti di un’ingenua cameriera, e infine offrendomi del cibo che sapete perfettamente non essere in grado di appagare la mia dolorosa fame, mentre la vostra anima succulenta è così spaventosamente vicina. – risponde il maggiordomo sorridendo nella maniera più amabile possibile – Dunque, ditemi… Perché siete tanto arrabbiato? Perché state trasformando un semplice pranzo solitario in un numero da circo di dubbio gusto? Posso aiutarvi in qualche modo a sentirvi meglio? Sono qui per servirvi, chiedetemi qualsiasi cosa e io vi accontenterò.”

Il viso del giovane si acciglia nuovamente. Tace, abbassa lo sguardo, emette dalle narici un piccolo soffio risentito e ingoia un nodo di saliva. Tutto compunto, afferra le posate pulite e incomincia a tagliare il filetto di puledro. La carne è di un vivace cremisi, trasudante di sangue, talmente tenera che il coltello vi scivola attraverso come se fosse burro. Ne mangia un primo boccone, lo mastica lentamente, per poi passare ad un secondo e ad un terzo, mentre il silenzio lo avvolge. Un impertinente stilla vermiglia tutto d’un tratto cola dall’angolo sinistro della sua bocca e costringe il conte ad asciugarla con un movimento rapido e nervoso.

Non mi sento molto bene. Ho la nausea da questa mattina, non mi dà tregua.” Confessa coprendosi la bocca con il tovagliolo finendo di masticare.

Lo so.”

Mi hai sentito, vero?”

Avevate dei dubbi?”

No, certo che no. – risponde laconico alzando le spalle - E’ stata tutta colpa di quella torta, mi sono lasciato andare.”

Posso rinnovare il mio invito a rivelarmi cosa posso fare per alleviare il vostro malessere?”

Ho bisogno di riposare almeno finché non mi passa questo maledetto voltastomaco. Avverti quei tre buoni a nulla che oggi sono indisposto e non voglio sentire rumori molesti né essere importunato, che non entrino nella mia camera per nessun motivo.”

Provvederò a tenerli impegnati in attività poco pericolose il più lontano possibile da voi.”

No, non hai capito un bel niente. Che sia Tanaka a sorvegliarli, tu starai con me. Questo è un ordine, Sebastian.”

Che bizzarra richiesta, ma Ciel Phantomhive ci sguazza nella stravaganza.

Yes, my lord.”



Fame.

La fame mi renderà fin troppo crudele con il mio bel signorino.





LXIII Lo Spettro

Come gli angeli dall’occhio fulvo,

tornerò nella tua alcova

e scivolerò silenzioso verso di te

con le ombre della notte;

E ti darò, o mia bruna,

baci freddi come la luna

e le carezze di un serpente

che striscia attorno alla fossa.

Quando giungerà il livido mattino,

troverai il mio posto vuoto

e resterà freddo fino alla sera.

C’è chi usa la tenerezza,

ma io regnerò sulla tua vita

e la tua giovinezza con il terrore!





Il corpo di Ciel Phantomhive è fiaccamente adagiato contro il busto del suo maggiordomo. Il suo braccio destro circonda le sue spalle larghe, le gambette scarne sono abbandonate sul copriletto, le testa è nascosta contro il suo petto, come se i raggi solari potessero ferire quel suo intenso occhio blu. Non si è nemmeno fatto togliere le scarpette ornate da un fiocco nero.

Pesa come un passerotto, questo Sebastian non può fare a meno di pensarlo tutte le volte che gli capita di tenerlo tra le braccia per un qualche motivo. Così piccolo e fragile, eppure nello stesso tempo sfrontato e risoluto, nell’insieme stuzzicante... Il demone affamato è cosciente di sottoporsi ad una tortura insana e non può esimersi dall’elogiarsi intimamente della propria capacità di controllo.



Cosa ci vorrebbe a lasciarmi andare? Mi basterebbe sporgermi appena in avanti e affondare le zanne nella sua nuca, stringere le fauci fino a fargli schioccare le vertebre cervicali… Solo un assaggio… No… Un assaggio lo ucciderebbe, non posso spezzargli il collo in questo modo. Io sono un demone di parola… Un patto è un patto…

La stanza del conte è silenziosa, la porta è chiusa a chiave.

Il demone abbassa la testa lentamente socchiudendo gli occhi diventati tutto d’un tratto ferini, le sue labbra lambiscono la nuca profumata del giovane, sfiorandolo con quello che potrebbe quasi essere un bacio. La sua cute è morbida e sottile, tanto sensibile che basta quel soffio affinché si copra di brividi…

Sebastian… Io lo so cosa stai pensando, e allora dimmi… Dimmi com’è la tua fame.”

Oh, la mia fame non potreste nemmeno immaginarla.” Gli sussurra a fior di pelle, prima di sollevare di nuovo il capo, sorridendo.

Tu descrivimela. Provaci.”

E’ una sensazione che non mi abbandona mai, io non mangio da troppo tempo. Per spiegarlo in termini umani… Sento i miei visceri contrarsi, come se avessi i crampi, crampi fisici, crampi spirituali… Non è un semplice bisogno fisiologico come per voi umani, è qualcosa di molto più intimo, difficile da controllare... Avete ancora mal di stomaco?”

Ciel annuisce. La mano destra di Sebastian si accosta lentamente al suo ventre iniziando a sbottonare la giacca. La rosa borgogna puntata all’occhiello è ormai sciupata, i petali malandati si sono tutti sgualciti.

Più siete vicino a me e più è faticoso trattenermi. Per non parlare di quando siete ferito o piangete… Il sangue e le lacrime sono particolarmente appetitose per noi demoni, ogni vostro fluido corporeo è una nettare allettante che mi attrae e mi tenta.”

Quindi anche adesso avresti voglia di farmi del male, vero?”

Dopo la giacca è il turno della camicia. I bottoni fuoriescono velocemente dalle asole.

Non vi posso certo mentire, quindi sì, ho una gran voglia di assaporarvi…”

E come mi divoreresti?”

Volete davvero saperlo?”

Sì. Voglio che mi racconti le tue fantasie. Sai che non ho paura di te.”

La stoffa scostata offre finalmente alla vista di Sebastian una porzione dell’addome del suo padrone: un ventre pallido, glabro, asciutto, appena incavato, incorniciato da un bacino stretto. Posa il palmo della mano appena al di sopra dell’ombelico, iniziando a massaggiare con lievi movimenti circolari, lenti e calcolati, premendo sulla carne con la punta dei polpastrelli.

Potrei affondare la mia mano nella vostra pancia e nemmeno ve ne accorgereste. E vorrei tanto poterlo fare, non illudetevi. Mi piacerebbe squartarvi ed eviscerarvi qui sul letto, come si fa con le bestie nei macelli, in modo graduale per evitare un vostro attacco d’asma, sarebbe disdicevole vedervi morire così.”

E poi?”

La voce del giovane lord è estatica. Potrebbe fermarlo, eppure non si oppone, anzi, pare godere appieno di quelle gradevoli carezze e di quelle parole terribili. Addirittura appoggia una mano sul suo polso, come per incitarlo a continuare, a premere di più sul suo tenero corpicino. E come lo guarda… Il suo è lo sguardo di un figlio che assapora avido le attenzioni di un genitore, di una madre amorevole di cui sente la mancanza.



Era questa la cura di lady Phantomhive per il mal di stomaco del suo adorato figlioletto dalla salute cagionevole? Che donna ingenua… Mi piacerebbe poterla incontrare solo per mostrarle cos’è diventato il suo dolce bambino e a quale destino ha scelto di andare incontro consegnandosi a me…

E poi aspetterei che il dolore raggiunga l’acme, e appena prima della perdita dei sensi inizierei a mangiarvi. Vorrei che ne foste del tutto cosciente, che avvertiste per bene la consunzione della vostra anima.”



Fosse un gatto farebbe le fusa. E poi c’è ancora qualcuno che non si rende conto di quanto sia straordinario Ciel Phantomhive… Io gli dico come vorrei ucciderlo al momento ed egli se ne compiace, ma non certo per follia… Sa perfettamente che io non posso fare nulla contro di lui per ora… Solo accarezzare questo suo stomaco dolente, appagarlo fisicamente.



L’occhio del padroncino inizia a socchiudersi, è sul punto di addormentarsi. Sebastian sente le spinte regolari del diaframma contro il palmo ad ogni suo pacato respiro.



Vi mancano i vostri genitori? Siete troppo orgoglioso per ammettere di sentire il bisogno di un gesto affettuoso nei vostri confronti… Che cosa cerca un ragazzino con il mal di stomaco, se non qualche carezza e un poco di conforto? Mi avete praticamente supplicato con lo sguardo di coccolarvi il pancino… Sapere che sono legato a voi da questa mia fame smaniosa vi tranquillizza, ne sono sicuro senza che me lo confessiate. Del resto avete solo me di cui fidarvi ciecamente, mi avete dato un aspetto che vi ricorda vostro padre… State pensando che io sia Vincent Phantomhive, mentre vi assopite? Ma sì, ma sì, sicuramente è così! Povero, povero piccolo sfortunato Ciel, cucciolo solo e disperato, che mostra a tutti i suoi dentini da latte cercando di fare paura…



Sogni d’oro, piccolino… Amore di mamma e papà…”

Il giovane lord non si scompone al sussurro soffiato nel suo orecchio. Dorme, con le labbra umide di saliva leggermente schiuse, sibilando piano nell’espirazione.

Sebastian Michaelis sogghigna pensando a ciò che è appena successo.



Fame.

La fame mi renderà fin troppo crudele con il mio bel signorino.






  
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