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Autore: Niaile    06/09/2016    4 recensioni
Un gazebo. Un passato. Dolore.
Sana torna da New York distruta come quando era partita. Akito non è scomparso dai suoi pensieri e soprattutto è ancora dentro quel gazebo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Akito/Fuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura:


-Come ti senti?

-Non ne ho idea.

-Eccitata?

-Mmm

-Felice?

-Mmm

-Sana stiamo tornando a casa!!-

Già, stiamo tornando da lui...-New York non era male.

-Qualche settimana fa non la pensavi così.

Stavolta non rispondo e comunque Naozumi non si aspetta nessuna risposta. Era vero, New York non è stata casa per me. L'ho vissuta male e se non sono scappata è stato solo perchè vedere chi non mi voleva, sconfitto era un buon metodo per distrarmi.

Distrarmi. Ce l'ho messa tutta per farlo. Ho lavorato duramente, ho lottato contro gente cattiva, ho messo i tappi alle orecchie eppure quell'assordante rumore al petto non se n'è mai andato.

-Sana..- Nao mi stringe le mani e le tiene strette. Da quando sono andata via, da quando la sua mano ha stretto quella di lei, non ho fatto altro che graffiarmi per distrarmi.

Distrarmi. Più era accentuato il dolore fisico più diminuiva il dolore al petto, al cuore... come se un cuore ce lo avessi ancora. Il mio cuore era essiccato insieme a tutti i sogni fatti con lui, insieme a tutte le giornate vissute con lui, insieme al nostro primo bacio e a tutti quelli dopo. Il mio cuore non c'era più dal giorno della mia partenza quando, per la prima volta mi ha lasciata andare via, quando, per la prima volta, invece di stringere la mia mano e fermarmi mi ha guardato allontanarmi stingendo la mano a lei. E il mio cuore si è fermato per sempre.

Stanca e depressa sono riuscita ad addormentarmi e a svegliarmi sono stati i pizzicotti di Rei.

-Allora, andiamo?

-Siamo già arrivati?

-Si!

-...

-Dai su... sorridi!

E in fin dei conti perchè non avrei dovuto sorridere a Rei? Aveva fatto tanto per me e lui si meritava tutto!


* * *


Ritornare in quell'aeroporto e non pensare minimamente a quella scena è praticamente impossibile. Mi rivedevo lì intenta a sorridere ai miei amici, alle telecamere, a Nao e a morire dentro perchè non riuscivo proprio a sorridere a lui. Lui che non mi sorrideva. Lui che mi sfidava. Lui che non aveva avuto fiducia in me. Lui che, alla fine dei giochi, aveva scelto lei.

Per fortuna nessuno era venuto a prendermi e così passare inosservata non era stato difficile. Mancavano pochi chilometri e finalmente avrei potuto abbracciare la mia mamma, rivivere la mia quotidianità.

Rivederlo.

-Corri Rei. Corri.


* * *


-Hei genteeeeee!

Sì, entrare in casa mia mi aveva fatto decisamente bene. Mamma mi ha messo il buon umore e la mia cameretta mi ha fatta tornare di nuovo bambina.

La serata era passata tranquillamente, tra racconti, regali, urla e i soliti momenti nostri. Mamma sa che la mia scelta di volare via è stata principalmente a causa di Akito e non ha detto niente di sconveniente, strano ma comunque importante. Io sto crescendo e lei, finalmente, lo sta capendo.

Non ho sonno. Mi giro. Mi rigiro. Mi alzo. Bevo. Leggo. Scrivo. Akito. Non ho sonno. Sono le due di notte e non ho sonno. Basta! Apro piano la porta e ben coperta decido di andare a passeggiare. Mamma non approverebbe ma io ne ho veramente bisogno.

In silenzio apro e chiudo il portone. In silenzio corro via.

Il passato cade irrimediabilmente sul mio collo e un macigno troppo pesante mi schiaccia, penso che se riesco a correre più veloce, forse vinco io e lo lascio veramente indietro. Ma è ovviamente impossibile e invece di andare avanti mi ritrovo in quel gazebo. Mi ritrovo intrappolata in quell'insopportabile passato. Mi fermo e forse per la stanchezza, forse per il sonno, forse per la tristezza di non poter essere più, rivedo me e Hayama sotto quel gazebo. Rivedo me accarezzarlo e sfiorarlo, coccolarlo per non farlo più sentire solo. Rivedo lui stanco e febbricitante sdraiato sulle mie ginocchia. Rivedo me e lui felici e insieme in un passato che mi tortura. E il presente diventa solo un magone amaro in più da ingoiare.

-Sana.- riconoscerei quella voce tra mille. La riconoscerei anche se non sentissi più. E forse sarebbe stato veramente meglio non sentire. Perchè il destino doveva giocarsi la mia vita in questo modo? Perchè l'universo ha permesso che questo accadesse?

-Che ci fai qui?

E pretende pure una risposta.

-Proprio qui!

Continua a parlare. È dietro di me. Non riesco a vederlo. Lo sento.

-Non dovresti andare in giro a quest'ora!

Crolla il mondo intorno a me. Crolla la certezza di non morire più. Crolla la voglia di dimenticarlo. Crolla il tempo a New York. Crollo io. Me ne vado.

-Sana.

Corro veloce lontano da lui, lontano dal gazebo, lontano da quei piccoli Sana e Akito che avevano un futuro davanti che non hanno saputo vivere, corro lontano dal passato, corro lontano dal futuro che non so più come vivere, corro lontano da quella me che invece vorrebbe restare ferma davanti a lui.

Corro lontano ma non potrò mai andare lontano da lui. Mi ferma. Mi stringe il polso e avverto l'elettricità scivolare lungo i miei nervi. Agognavo questa presa da troppo tempo.

-Sana...

-Smettila.- non lo guardo, non guardo la sua mano, ma sento che finalmente sta stringendo me. Di nuovo.

-Sana...

-Che vuoi?- ha vinto lui, mi lascio stringere e brucio dentro quella stretta.

Ad un tratto lo sento piangere. Sento le sue lacrime bagnarmi i capelli, sento i singhiozzi squassarlo da dentro, sento i suoi muscoli stringermi troppo forte. Sento Akito Hayama piangere e allora forse sto sognando.

-Akito?!- da bambino si nascondeva dietro una maschera troppo grande, si nascondeva dietro pugni, risse, prese in giro e offese, si nascondeva sempre a discapito degli altri. Akito non si apriva mai. Sono riuscita a salvarlo dal baratro del suo brutto carattere ma non ho mai visto Akito così vulnerabile. Non ho mai visto Akito piangere.

-Abbiamo combinato un disastro. Abbiamo sempre avuto un tempismo da far schifo. Ci siamo fatti male, ci siamo fatti bene, ci siamo stati solo noi e poi non ci siamo stati più. Me ne sono andato io, te ne sei andata tua. Non abbiamo capito quello che provavamo, troppo stupidi e ingenui eppure siamo sempre stati così presi da noi che allontanarci ci ha sempre ucciso. Mi hai ucciso Sana, sei volata via e non mi hai neanche lasciato il tempo di fermarti...

Sentire tutto quello, sentire Akito parlare in quel modo mi stava distruggendo. Ho pianto tanto per lui. Ho pianto sempre per lui. Ma stavolta non ci riesco proprio, neanche a sforzarmi una lacrima cadrebbe.

-Mi ha fatto male vederti con lei.

-Io ho sempre odiato vederti con lui. Ti strige, ti abbraccia, ti sfiora come se solo lui potesse farlo...

-Akito non dire stronzate! Naozumi è sempre stato un amico, con lui è sempre stato un continuo recitare da un palco all'altro.- non piange più. Ora è fermo. Ora è di nuovo Akito. Quello sguardo dove tante volte il mio si è specchiato, non mi fa paura. Mi gela sul posto ma ardo così tanto dentro che per la prima volta riesco a mantenerlo.-tu e Fuka, invece, lo avete scelto. Tu hai scelto di farmi male. E non m'importa se volevi solo farmi assaggiare il dolore, tu e lei non avevate un copione da recitare. Sei venuto a salutarmi stringendoti a lei...

-Lui stringeva te...

-Lui mi proteggeva da te.- neanche un schiaffo gli avrebbe fatto così male. Sa bene che per me non è mai stato un pericolo e io so bene che con questa insinuazione l'ho distrutto. Bene, non è giusto che solo il mio cuore non deve battere.

-Io non la amo. Lei lo sa. Abbiamo chiuso. Lei ha chiuso.

Era ciò che non dovevo mai sentire. Dopo un anno il mio cuore ha ripreso a battere. Sento uno strano formicolio al petto e so per certo che tra tre secondi inizierò a piangere.

Il silenzio ci consuma e ritorniamo bambini in quel gazebo.

-Mi hai salvato così tante volte.

-Mi hai distrutto.

E con il ricordo di quello che siamo stati alle spalle, Akito finalmente fa il grande passo. Mi prede così forte che sento tutte le molecole del mio corpo disintegrarsi e tornare ad essere nulla, plasmarsi a sua immagine e somiglianza e finalmente tornare ad essere un tutt'uno con le altre molecole nel mondo. Come se dopo un'eternità chiusa al buio, rivedessi finalmente il sole.

Le labbra di Akito modellate sulle mie, si incastrano perfettamente nel bacio più rovente di tutti.

Sento distintamente la limonata del primo bacio, quando a tradimento mentre lo pulivo, mi baciò, avverto il gelo della neve che ci circonda quando a Natale, la festa della nostra Viglia, davanti al più bel pupazzo di neve, lui mi baciò, riconosco la morbidezza dell'amore quando dopo aver ripreso fiato lui mi guarda come solo gli occhi dorati e profondi di Akito Hayama mi hanno mai guardata. E sotto quello sguardo ricompongo tutti i pezzi che avevo perso, risento l'assordante rumore del cuore che batte frenetico.

-Non lasciarmi più. Ti prego!

Lui mi stringe il polso, possessivo e rassicurante. Mi sorride. Il suo sorriso raro quanto vero. E andiamo via. Via dal nostro passato dove due piccoli Sana e Hayama si amano ingenuamente sotto il loro gazebo, diretti verso il nostro futuro.





















Pensieri e Parole:

La storia non si incastra bene né con il manga (che purtroppo non ho mai letto) né con l'anime. Quando Sana ritorna da New York Fuka e Akito stanno insieme ancora e non si lasciano subito ma, siccome io ho praticamente da sempre adorato la scena del gazebo, Akito che si lascia andare grazie ad una Sana apprensiva e dolce, beh non potevo fare altrimenti di ambientare una FF proprio lì. È la prima FF che scrivo su Rossana, spero di non aver fatto troppo male!

Spero in un vostro commentino <3

Vivogliotroppobene

Sempre vostra Niaile <3

   
 
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