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Autore: carlikiller    06/09/2016    0 recensioni
Kerry Shatos non è solo una mamma ma anche un'agente di polizia con una squadra ai suoi ordini. La sua vita non è facile da quando, tre anni prima, durante una missione suo marito è stato ucciso. Ora, dopo tre anni l'uomo che ha ucciso suo marito è tornato a colpire e lei ha tutta l'intenzione di arrestarlo!
Non tutto va come lei spera e così si ritrova in una missione spericolata in cui deve mettere in gioco se stessa e le sue convinzioni, senza sapere di chi può fidarsi...neanche della sua stessa famiglia...
Gli amici di una vita sono veri amici? Può fidarsi dell'uomo che le ha sparato? Può fidarsi di se stessa ...
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

- Erik? - chiedo sconvolta fissando l’uomo di fronte a me. La figura, che suppongo corrispondere al professore con cui Andrew ha litigato e che assomiglia terribilmente al padre dei gemelli, sta guardando fuori dalla finestra mostrandomi il suo lato destro. Certo che le cose ultimamente non potrebbero andarmi peggio!
Vederlo per me è distruttivo, Erik Greyson, il padre dei gemelli, era uno stronzo ed io non ho alcuna intenzione di rivolgergli di nuovo la parola. Mi ha lasciato nel momento stesso in cui gli ho detto di essere incinta di suo figlio confessandomi di essere sposato e più grande di quanto mi avesse detto. Rivederlo, farlo rientrare nella mia vita, non è certamente nei miei piani per questo secolo.
Sentendosi chiamare, e capendo perciò di non essere solo, l’uomo si gira completamente verso di me e, per quanto la somiglianza resti forte, comincio ad avere dei dubbi. L’uomo assomiglia molto all’Erik Greyson che ricordo ma gli occhi e la bocca sono leggermente diversi. Mentre io analizzo il suo aspetto il professore di Andrew mi risponde confutando ogni mio dubbio.
- No, Lewis - dice sorridendo tipo stregatto e ciondolando sui piedi. Lewis Greyson non crescerà mai.
- Lew Greyson! - urlo saltandogli addosso e stringendolo forte mentre lui ride e mi bacia la fronte - Sono diciassette anni che non ci vediamo! Come stai? -
Sono felice di rivederlo perchè mi mancava un po’, eravamo amici e non posso addossargli colpe per come mi ha trattato suo fratello. Anche se io ho conosciuto Erik proprio grazie a Lew. Questo strano ragazzo faceva l’università con Emma e la invitò ad una festa dove mi imbucai anch'io, lì conobbi suo fratello. Io stavo finendo l’ultimo anno di liceo ed Erik lo sapeva ma non gli interessò granché.
- Bene, e tu Kerry? - mi risponde sedendosi su un banco - L’altro giorno ho conosciuto mio nipote, o sarebbe meglio dire che l’ho riconosciuto. Andrew assomiglia molto a suo padre, anche come capacità intellettive -
In quel momento capisco che Lewis lo ha fatto apposta, ha provocato Drew per farlo esplodere e costringermi a venire a colloquio da lui. Lewis è sempre il solito cretino! Ma infondo l'ho adorato anche per questo. Erik era un seduttore, Lewis un bambinone!
- Lew, tu lo hai provocato apposta! - gli dico e lui scoppia a ridere - Come sapevi chi era Andrew? Al massimo potevi capire che è mio figlio dal suo cognome ma beh … come hai capito che è tuo nipote? Te lo ha detto Erik? Di certo non ti sei informato tramite il preside e non hai letto la sua scheda perché altrimenti avresti detto nipoti - Se avesse cercato di informarsi in qualunque modo avrebbe scoperto l’esistenza di Matthew. I gemelli non seguono tutte le lezioni insieme ed effettivamente Lewis ha solo Drew in classe.
- Il primo giorno di lezione ho visto Andrew e mi ha ricordato tantissimo Erik alla sua età, sono praticamente identici. Ho controllato subito il suo cognome nell’elenco e, beh, mi sei subito venuta in mente tu. Poi un giorno ho visto una donna uscire dall’ufficio del preside tenendo Andrew per il colletto della camicia e sbraitandogli contro per non so quale motivo. E, anche dopo diciassette anni, ti ho riconosciuta -
- Sei sveglio quanto tuo fratello -
- Grazie - dice sorridendo poi, evidentemente ripensando alle mie parole, chiede - Hai parlato di nipoti? -
- Andrew ha un fratello gemello Matthew - gli spiego e lui sbuffa un sorriso. Lewis ha quasi quarant’anni come Emma, ma a differenza sua ha ancora l’aspetto e i modi di un bambino.
- Posso conoscerli? - mi chiede ed io annuisco ponendo però una piccola clausola.
- Puoi venire a conoscerli quando vuoi, purché non venga anche Erik. Non ho alcuna intenzione di rivederlo o di farlo rientrare nella mia vita. Spero che tu riesca a capire il perchè -
Alle mie parole Lew resta piuttosto sconvolto - Non lo hai saputo, Kerry? Erik è morto molti anni fa -
Credo di aver assunto lo stesso colore delle mozzarelle. Arretro lentamente e mi appoggio saldamente alla cattedra. Lui si avvicina e mi stringe. Non riesco a respirare. Non me lo aspettavo, davvero. Una cosa è non volerlo incontrare o farlo rientrare nella mia vita, un’altra è sapere che non c’è più. È stato il mio primo amore.
- Come è morto? - chiedo faticando a tenere sotto controllo la voce.
- Gli hanno sparato in testa da una grande distanza. Sembra sia stato un colpo accidentale. Non hanno mai trovato il colpevole - mi dice lui guardando il terreno. Mi dispiace per lui, Erik era sicuramente un coglione ma i due fratelli erano molto legati tra loro, come ora lo sono i gemelli. Per Lewis deve essere stato molto difficile riprendersi dalla sua morte.
Cerco di non farmi sorprendere dal carico emozionale e focalizzo la mia attenzione sulle parole di Lewis. “ - Gli hanno sparato in testa da una grande distanza. Sembra sia stato un colpo accidentale. Non hanno mai trovato il colpevole - ” Qualcosa mi dice che non troveranno mai il colpevole.
Considerando tutto ciò che sta venendo fuori sul caso Richards, e sulla possibilità che la polizia abbia nascosto la verità mi sorge il dubbio che non sia stata la prima volta. Perché oggettivamente il colpo in testa da grande distanza è il modo di agire dei piani alti per liberarsi di criminali incalliti o ex-agenti che hanno perso il controllo. Però Erik non era un pericolo per nessuno, se non per le giovani ingenue come me.
Voglio scoprire di più sulla morte di Erik per Lewis. Lui amava suo fratello e merita di sapere cosa gli è successo così come lo meritano i gemelli. Un giorno i miei figli vorranno saperne di più sul padre ed io non voglio dirgli che mi importava talmente poco di lui da non fare delle indagini supplementari. Basterà che Miles e Sean facciano qualche ricerca e ne sapremo tutti di più!
- Quindi posso venire? - Torno ad ascoltare Lewis che mi ha dato il tempo di assimilare la notizia prima di continuare. Ha capito che per me è stato un brutto colpo, anche se il legame fra me e Erik si è sciolto e anche in malo modo.
- Certo! Ti do il mio indirizzo vieni quando vuoi. Magari prima avverti però! - dico scrivendo su un pezzo di carta il mio indirizzo di casa e il mio numero di cellulare. Nel darglielo mi sollevo sulle punte e gli bacio una guancia - Ora vado che devo recuperare Tommy, mio figlio minore, prima di tornare a casa. E non solo devo ancora fare la spesa e cucinare. Anche oggi si ordina la cena per telefono! -
- Kerry non sei cambiata affatto. Ti chiamerò presto, promesso! - mi saluta Lewis ridendo e dandomi un bacio sulla guancia.
Vado all’asilo della scuola per recuperare Tommy, che appena mi vede mi salta addosso urlando, poi torno a casa dove mi aspetta il caos più assoluto. Dalla macchina ammiro la mia povera casa da dove vengono vari rumori diversi a decibel mostruosi. In quella casa ci dovrebbero essere tre adulti perché non fanno niente per ottenere il silenzio?
Appena apro la porta capisco che uno dei rumori proviene da Cole che sta discutendo con quella che suppongo essere sua figlia maggiore. La mia è solo una supposizione perché non ho ancora sentito la voce di Diane. Ma dove sono i miei uomini quando servono?
Guardandomi intorno noto Sean che sta cercando di far fare merenda a Cloe, ma, dato lo stato della cucina, dubito che i risultati siano stati molto positivi fino ad ora.
I gemelli non sono nelle vicinanza ma considerando i rumori elettronici che mi stanno assordando, le urla senza senso e la scia di briciole di biscotti che vanno verso il piano superiore direi che sono in camera loro a giocare alla play station.
Porto Tommy in cucina e lo metto di fianco a Cloe che lo osserva curiosa. - Ciao piccolina, lui è mio figlio Tommy. Tommy lei è Cloe, è la figlia più piccola di Cole e tu devi trattarla bene -
- Il mio papà sta insieme alla tua mamma - risponde la piccola e Tommy la scruta un po’ poi le rovescia addosso una ciotola di quella che suppongo essere farina d’avena.
- Tommy non si fa! - lo sgrido e lui mi guarda con il solito sguardo vacuo che ha quando lo sgrido. Un giorno giuro che capirò mio figlio! Sinceramente credo che non ascolti una parola di quello che dico e mi prenda per un pazza che urla da sola.
Nel frattempo Cloe scoppia a piangere, non so se per la farina d’avena o per le mie urla, ma già che ci sono la prendo in braccio e la porto di sopra per lavarla e cambiarla. Prima di andare però sgrido anche Sean.
- Sean i bambini non mangiano farina d’avena a merenda! A malapena lo fanno a colazione! Prendi delle merendine dalla credenza. E soprattutto che fine ha fatto Miles? -
- È di là in salotto con Cole -
- E non può far smettere la discussione tra Cole e Diane? Più per la nostra sanità mentale che per altro! -
- Oh no. Lui controlla Cole, lo ha pedinato tutto il giorno, ma non lo aiuta con Diane, che in pratica è stata insopportabile tutto il tempo - Fantastico Miles ha raggiunto un nuovo livello di inutilità. Credevo fosse impossibile! Solo lui può essere contemporaneamente uno dei migliori agenti sulla piazza e uno dei più inutili.
- Diane è insopportabile perché Cole le ha detto che noi stiamo insieme - spiego a Sean e lui non capisce il punto.
- Ed è vero? -
- Sean! Secondo te può essere vero?! - sclero io poi lo zittisco, prima che possa rispondermi, non voglio davvero sapere cosa pensa - Non rispondere, ti prego, e ordina del cibo da asporto per cena -
- In realtà Cole ha fatto la spesa e promesso di cucinare - Oddio, forse finché lui sarà qui mangeremo tutti in modo decente!
Sorridendo all’idea di una cena normale mi avvio verso il piano superiore per cambiare Cloe, ma incontro la discussione che si sta svolgendo nel mio salotto.
- Diane puoi tentare di conoscere Kerry prima di giudicarla? Ti assicuro che è una donna stupenda, molto forte ed estremamente materna -
- Non potrò mai fare amicizia con la puttana che ha sostituito la mamma! - l’urlo di Diane mi fa stare male perchè sta soffrendo per una bugia. Amava sua madre e non riesce ad accettare che io ne prenda il posto. Vorrei poterle spiegare la verità, ma sta a Cole.
- Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere di lei. Tu non puoi immaginare cosa ha sopportato Kerry - Ho sempre di più l’impressione che Cole ne sappia molto di più sulla mia vita di quello che sembra.
- A me piace - dice Cloe attirando la loro attenzione su di noi. Miles mi fulmina con lo sguardo, come se avessi commesso qualche crimine. Vuoi vedere che anche lui ha creduto alla bugia di Cole? No, non può essere così stupido!
- Kerry, da quanto siete lì? - mi chiede Cole ed io sorrido.
- Non troppo e non preoccuparti per ciò che dice Diane. Con i gemelli ho vissuto di peggio quando ho cercato di fargli fare amicizia con Mark -
- Non è che poi avessero tutti i torti ad odiarlo - Ad averlo saputo prima!
- Zitto che è meglio - Non voglio toccare ancora questo argomento. Non oggi almeno! - Comunque ho risolto la situazione con il professore di Andrew. È venuto fuori che lo faceva apposta. Lunga storia -
- Se vuoi raccontarmela io ci sono. Comunque, a mia figlia cosa è successo esattamente? La ricordavo meno sporca di farina d’avena -
- Ha incontrato Tommy. Sembra che neanche mio figlio apprezzi la tua versione di questa storia. Io vado di sopra a pulire Cloe poi avverto i gemelli che ho sistemato le cose. Sean mi ha riferito che hai deciso di occuparti della cena, grazie mille. Diane tu sei vuoi puoi andare dai gemelli e giocare con loro, se non fanno i bravi dimmelo che li sgrido a dovere. Miles rimani ancora un po’ perché devo parlarti e prima voglio lavare questo topolino infarinato -
Esco dalla stanza senza aspettare una risposta da nessuno dei tre per occuparmi di Cloe che mi sgambetta in braccio ancora sporca di farina d’avena. La aiuto a lavarsi e cambiarsi poi la lascio andare dove vuole.
Mi dirigo verso la stanza dei gemelli per parlare con loro di Lewis, ma vedo che Diane li ha raggiunti e ha preso un joystick e Thew se l’è messa accanto per spiegarle come si gioca. Preferisco non interromperli mentre cominciano a comunicare fra loro. Infondo ho aspettato sedici anni per parlare loro dei Greyson, posso aspettare ancora un giorno.
Cerco Miles per parlare con lui e lo trovo in giardino che fuma mentre dalla porta finestra controlla Cole e Sean che cucinano. 

- Posso andare? - chiede Miles in modo molto scontroso. Questo non è da lui, non si è mai rivolto a me in questo modo, perciò sono sempre più convinta che qualcosa non va.
- Miles lavoriamo insieme da tre anni e credi ancora di potermi nascondere qualcosa? Cosa c’è che non va? - gli chiedo sedendomi sul muretto fuori da casa mia.
- Non capisco come può stare con uno come lui! -
- Se stessimo insieme non lo avrei arrestato meno di 24 ore fa! - urlo io e lui arretra spaventato - Cole ha inventato una bugia da dire alle sue figlie per non dover dire loro la verità. Non voleva dovergli dire che è agli arresti domiciliari a casa di un agente di polizia! - concludo io abbassando nettamente la voce e Miles sbianca.
- Scusi se ho reagito così, ma da quando è morto suo marito io mi sono limitato a proteggerla, servila e guardarla da lontano. Pensare che lei aveva preferito un criminale… beh, mi ha sconvolto - dice arrossendo ed io capisco che qualcosa è riuscito a nascondermelo per molto tempo.
- Miles perché non cominci a darmi del tu? - gli dico sorridendo tranquilla, voglio fargli capire che sono disposta a conoscerlo - Comunque volevo parlarti prima che andassi via perché vorrei che domattina tu e Sean lavoraste ad un altro caso. Dovreste indagare sulla morte di Erik Greyson -
- Perché? Non è un nostro caso? -
Decido di fidarmi di lui perché infondo è vero che sono tre anni che mi serve e protegge, anche se nel frattempo mi ha anche fatta impazzire per via dei suoi modi. - Erik era il padre dei gemelli e non posso pensare che la sua morte resti un caso irrisolto -
- Domani richiederò i file, capo - dice con la sua solita pomposità ed io lo correggo sorridendo.
- Kerry -
   
 
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