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Autore: ValexLP    07/09/2016    0 recensioni
Regina, in un confronto con Mary Margareth, confessa di aver espresso un secondo desiderio davanti la fontana della piazza di New York. Vorrebbe che Robin tornasse da lei. Le sembra un'idea folle. Ma nulla è 'folle' quando c'è il vero amore in mezzo...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Regina Mills, Robin Hood
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti ragazzi! 
Questa è una OS speciale.. sia per il contenuto. 
Sia, e soprattutto direi, perchè è stata pensata e scritta in due. 
Da me e la mia 'Sis' Flavia. 
Inoltre, a fine capitolo, troverete una 'sorpresa', 
fatta proprio da lei. 
Ma PRIMA, vi consiglio di leggere questa storia. 
Sarà, spero, molto emozionante. 
Spero vi piaccia, noi ci teniamo molto. 
Fateci sapere... e buona lettura :D







Erano appena tornati tutti nella casa di Neal a New York, dopo una giornata abbastanza movimentata.

Henry era riuscito nella sua missione e, grazie alle sue parole, gli abitanti della città, almeno per un attimo, riuscirono a credere. A credere nella magia. E così, grazie a tutti loro, lanciando le monetine nella fontana della piazza ed esprimendo un desiderio, Zelena, Mary Margareth, David, Hook e il Dott. Jeklly erano riusciti a salvarsi e a tornare dal resto della famiglia.
Si era fatta sera inoltrata e tirava un leggero vento fuori. Regina era proprio fuori il terrazzo dell’appartamento.
Voglio stare un po’ sola. Aveva detto a Zelena. E la lasciò andare.

Erano passati svariati minuti e Regina era sempre lì. Sul terrazzo e fissava le stelle.
Aveva gli occhi leggermente lucidi ed era in un mondo tutto suo in quel momento.

‘…pensavo ti andasse qualcosa di caldo…’ la voce di Mary Margareth interruppe all’improvviso i pensieri di Regina.
E così si voltò.
‘Sai che non amo cioccolata calda e cannella...’ avvicinandosi lentamente al tavolino lì accanto a loro.
‘Lo so.. ma credo che ti faccia bene avere un po’ di calore in questo periodo.. e la cioccolata è un ottimo rimedio!’
Regina prese quel bicchiere e se lo strinse forte tra le mani come per scaldarsi. Poi lentamente se lo portò vicino la bocca, per assaggiarne un po’.
‘Come fa Henry a bersi tutte queste cioccolate? E’ così amara!’, storse la bocca e si allontanò di scatto di nuovo, dando le spalle all’amica.
Mentre fece lo scattò però, qualcosa cadde dalla tasca del suo lungo cappotto.
‘Regina è caduto qualcosa..’, si avvicinò e si abbassò MM per raccogliere e lesse, ‘Regina Mills, 108 Mifflins Street…’
‘No ferma! Dai a me...!’, si voltò all’improvviso Regina accorgendosi di cosa stesse leggendo e strappandolo dalle mani.

‘Ma Regina!?’

‘Dio mio quante volte capirai di non metterti in mezzo a cose che non ti riguardano? Dopo tutti questi anni, ancora impari dagli sbagli?’, alzò il tono della voce Regina alludendo al loro passato.
Mary Margareth per un attimo rimase ad occhi aperti. Incredula.
‘Regina davvero… perdonami! Stavo solo raccogliendo quel foglio che ti era caduto e ho letto ciò che mi sono ritrovata davanti…’
Regina si rese subito conto di aver sbagliato nel reagire così.
‘No, scusa tu! Non dovevo attaccarti così… non so neanche cosa mi sia preso al dire la verità..’
‘C’entra per caso Robin?’

Regina si fermò un instante nel fissarla negli occhi. Come faceva a capire sempre tutto? Sembrava che ormai vivesse nella sua mente.
‘Mi mette i brividi il pensiero che ormai tu mi capisca più di ogni altro qui…’, facendosi scappare un leggero sorriso finale, ricambiato.
‘E’ sua quella lettera non è vero?’ chiese MM indicandola.
‘Già... l’ho trovata prima, mentre eravamo intente nel ritrovare Henry e Violet. E sai dove l’ho trovata? In mezzo ad un libro su Robin Hood. Quello con cui passavamo alcune serate a riderci su. Diceva che molte cose erano sbagliate sul suo conto…’
‘E questa lettera è sempre stata qui? Immagino da quando lui e Marian… cioè volevo dire Zelena, ehm... no sua mogl...’ ma Regina la bloccò senza pensarci ancora.
‘Sì! Mary Margareth sì… durante la sua permanenza a New York… hai capito bene! Non c’è bisogno di ricordare tutti i vari intrecci familiari…’
‘Ehm... si scusa!’ poi riprese, ‘… e ora come ti senti?’
‘Bè come vuoi che mi senta? Con un vuoto nel cuore. Un vuoto che grazie a lui si era ricomposto e pensavo davvero di poter essere felice… e questa lettera mi ha solo ricordato come lui mi faceva sentire bene. Dice che è orgoglioso di me e della donna che sono diventata. Che finalmente ho ceduto all’amore. E non importa ciò che ci separa. Vedi? Lui anche a chilometri di distanza, anche in due mondi così diversi, cercava di farmi forza e di non mollare. Di andare avanti nonostante tutto. Di rimanere quella che sono… e soprattutto come ‘la donna di cui si è innamorato’.’
‘Io non mi stupisco più di tanto… so perfettamente che questo è quello che fa l’amore. L’amore vero. E non dovresti stupirti neanche tu. Qualcosa l’avresti dovuto imparare con gli anni o sbaglio? Anche quando tutto sembra impossibile… c’è sempre la speranza. Chi meglio di me può dirtelo?’
‘Forse per te… per voi! Eroi sin dalla nascita… ma per me, che sono di nuovo in trappola tra il bene e il male… credo non ci sia più spazio per la speranza! E oggi credo proprio di averne avuto la conferma!’, abbasso di nuovo lo sguardo.
‘Che intendi dire?’

Regina ripensò a quello che fece poco prima, quando era nella piazza della fontana con tutti gli altri.

‘Prima… quando con Henry vi abbiamo riportati qui con noi, buttando quelle monetine ed esprimendo il desiderio di salvarvi, io… ecco… ho espresso un secondo desiderio…’

‘… quello di riportare Robin da te, immagino!’, capì subito Mary Margareth, sorridendole.

‘E’ folle vero?’, con occhi sempre più lucidi, ‘… non so neanche perché l’ho fatto! So perfettamente che di lui non è rimasto più nulla. Ade l’ha distrutto completamente con il cristallo dell’Olimpo e non ne resta più nulla, neanche l’anima. Capisci? Non è neanche nell’oltretomba… e non avrò mai pace per questo. Salvando me, si è fatto completamente distruggere. E ora… mi manca così tanto che potrei impazzire’.

Delle lacrime iniziarono a rigare il viso di Regina, ripensando a quel momento così tragico e purtroppo incancellabile nella sua mente.
In quell’istante Mary Margareth si alzò dalla sedia dove era seduta e prese le mani di Regina.
‘Regina quello che hai fatto non è folle per niente. Anzi, è proprio quella la speranza che hai dentro!’, guardandola negli occhi, ‘…l’hai detto tu stessa: di lui non è rimasto più nulla! Eppure, contro tutta la realtà dei fatti, tu hai provato a cambiare le cose. Hai sperato ancora. E’ questo quello che conta. Ti ricordi cosa ti dissi tempo fa?’
Regina non capiva a cosa stesse alludendo l’amica, ma alzò lo sguardo verso di lei. Sapeva che in quei momenti, le parole della sua, ormai lontanissima, nemica, erano quelle di cui aveva più bisogno.
‘Ciò che conta davvero è che tu creda in qualcosa con tutta te stessa. E tu Regina senti le cose in profondità… con tutta l’anima! Non devi farti fermare da niente! Neanche da una monetina che forse non avrà esaudito il tuo desiderio…’

Regina era particolarmente commossa.
Era triste, data la situazione che stava vivendo ancora.
Ma nello stesso tempo, le parole di Mary Margareth per un attimo la fecero sorridere.
Si ricordò di tutte quelle volte in cui loro si confidarono e subito dopo accadeva qualcosa di davvero ‘magico’ attorno a lei.
Il primo bacio nella foresta.
E poi nella biblioteca di Storybrooke, tra le cose di Robin, la scoperta della pagina 23. La loro prima e vera speranza.
Non di certo pensava a chissà cosa potesse accadere, ma di sicuro le sue parole la facevano stare meglio.

E così, senza pensarci troppo, anche contro le sue previsioni, Regina cadde in un meraviglioso abbraccio con l’amica.
Uno di quelli che mai avrebbe pensato di darle. Anche Mary Margareth rimase spiazzata da quel gesto.
Non era la prima volta, ma quell’abbraccio era diverso da tutti gli altri.

‘…ti voglio bene!’ sussurrò Regina durante l’abbraccio, commossa.
‘Anch’io… Regina!’, ancora stupita, accarezzò i capelli di Regina, che all’improvviso era tornata un po’ bambina. E i ruoli si erano capovolti.

Ma non per molto.

‘Devo dire che questi abbracci sono davvero speciali…’ disse Mary Margareth.
‘Io dico di rientrare e finirla con queste smancerie…’ si staccò subito Regina, riportando alla realtà i loro ruoli di sempre.

E così rientrarono in casa insieme al resto della famiglia.
 
 

Il giorno dopo, finalmente, fecero tutti rientro a Storybrooke.
Erano di nuovo in un momento di ‘pace’.
Un momento, appunto.
Perché purtroppo, proprio quando Regina e gli altri pensavano di essersi allontanati dai pericoli, ecco che si ripresentò Mr. Hyde, proprio davanti al sindaco e ad Henry, che in quel istante era con lei. Diceva di essere il nuovo padrone di Storybrooke. E Regina capì subito che ci fosse un accordo dietro con Gold. Non sarebbe stato un bene vederlo girare per la città, peggio ancora in veste di padrone. E il tono con cui parlò a Regina era tutto meno che tranquillo.
‘Henry tu vai da Emma e gli altri, avvisa che Hyde è qui. E che presto ci saranno nuovi problemi. Me lo sento.’, avvertì subito il figlio.
‘Certo mamma… ma tu non vieni?’
‘Si… vi raggiungo più tardi però. Devo prima controllare delle cose nella mia cripta. Ora va… vi terrò aggiornati se troverò delle novità. Voglio scoprire qualcosa di più su Mr. Hyde. Dobbiamo sbarazzarcene subito, o saremo di nuovo in pericolo. Tutti.’
Madre e figlio si separarono. Henry corse subito dagli altri e Regina si diresse verso la sua cripta.
 

Era lì, tra un libro e l’altro intenta nello scoprire qualunque cosa sul conto di Mr. Hyde.
La cripta non era la biblioteca, ma lei sapeva benissimo come cercare.
Almeno per qualche incantesimo o magia potente da poterlo bloccare da un momento all’altro.
Con Hyde padrone della città potevano aspettarsi di tutto.

Mentre sfogliava libri di magie però, il suo sguardo fu catturato da una cornice.
O meglio da una foto.
La foto di lei e Robin, qualche anno prima.
Forse quando era tutto perfetto.
L’inizio della loro storia.
Erano dietro il locale di Granny. Regina prese in mano quella cornice.
L’accarezzò lentamente con il pollice, mentre la teneva stretta.
La fissò solamente. Senza dire nulla.
Ripensò solo a tutti i momenti belli passati insieme. Pochi, ma davvero intensi.

‘Quanto vorrei rivedere quel sorriso inafferrabile ancora sul tuo viso…’

E in un attimo a Regina si bloccò la respirazione. Spalancò gli occhi e alzò lo sguardo.

Vide lui. Robin.

E nel momento stesso in cui capì che fosse lui, quella cornice cadde a terra e si fece in mille pezzi.

‘Non volevo spaventarti…’ continuò.

Regina però era come paralizzata. Occhi e bocca spalancati. Sembrava come se avesse una visione.

Ma lui era lì. Proprio davanti a lei. Proprio come l’aveva visto l’ultima volta.

Quel anima celestiale a pochi metri da lei.

‘Sei proprio tu?’, ancora sconvolta e incredula.

‘Bè? Prima mi desideri e poi quasi non mi riconosci?’ scherzò alludendo alla monetina lanciata nella fontana di NY.
‘Oh mio Dio… è… è stato per quello? Il mio desiderio?’
‘Esatto amore mio… è stato merito tuo. E della speranza.’
 Regina si ricordò del discorso fatto da Mary Margareth e capì tutto.

E anche questa volta ha avuto ragione. Quella donna mi fa davvero paura a volte…

‘Ma Ade aveva detto che quel cristallo ti avrebbe distrutto per sempre. Che neanche la tua anima sarebbe sopravvissuta…’
‘Cosa ti aspettavi dal dio dell’oltretomba? Dopo che ci ha ingannati tutti… dopo che ha usato tua sorella… e dopo che voleva ucciderti…’

Fu allora che capì che Ade mentì ancora una volta.
Poi si ricordò di un particolare. Quel cristallo serviva per annientare gli dei… non di certo gli umani.
E così, in quell’istante, Regina non esitò un solo secondo e corse verso Robin. Voleva essere di nuovo tra le sue braccia. Voleva toccarlo. Voleva baciarlo. Voleva lui.

Ma nel momento stesso in cui il suo corpo e l’anima di Robin si sfioravano qualcosa li respinse.
‘Ma cosa???’ gridò Regina.
‘Ma che diavolo…?!’, anche Robin.

‘Non voglio crederci. Non posso toccarti! Ti ho davanti e non posso fare nulla.’.
Regina era in preda al panico. Aveva Robin ad un passo da lei. Il suo vero amore. E non poteva fare nulla.
‘Non capisco… perché non possiamo neanche toccarci?’ continuò.

Robin voleva fare qualcosa.
Odiava vedere Regina in quelle condizioni e non poter fare nulla.
Poi però vide a terra, a causa dello spavento di Regina poco prima, la foto che era nella cornice.
E all’improvviso ricordò una cosa. Probabilmente molto importante.

‘Regina aspetta. Forse c’è una cosa che possiamo fare. E’ rischiosa, ma potrebbe funzionare…’
‘Cos’hai in mente?’ avvicinandosi al ladro.

‘Ti ricordi quel giorno? Eravamo dietro da Granny e… ed era l’inizio della nostra storia. Ti ricordi cosa ti dissi?
Il mio cuore basterà per entrambi’’

‘Stai forse dicendo che… dovremmo provare… a condividere un cuore?’

‘So che potrebbe sembrare assurdo ma… forse è l’unica soluzione. Prendi il tuo cuore e condividilo con me, affinchè possa tornare in carne ed ossa da te… come prima. Ripeto, è assurdo… ma io ci credo. Io credo in noi. Ora devi farlo anche tu amore mio…’
La guardò con tutta la sua dolcezza di sempre. E Regina era profondamente emozionata a quelle parole.

‘Non ho mai creduto così tanto... come credo in noi… e niente è assurdo di fronte al vero amore! Quindi, faremo così. Condivideremo il mio cuore…’

Sorrisero ancora.

‘Bene. Facciamolo.’ Insistette Robin.
Si mise davanti a Regina, il più vicino possibile, ma ancora senza toccarsi.
Regina stava per prendersi il cuore con la sua mano, ma esitò un secondo.

‘No.’

‘No cosa? Che hai Regina? Hai paura che non andrà bene? Fidati di me…’

‘No… non è per questo. Voglio che lo faccia tu. Voglio che tu, Robin di Locksley, prenda il mio cuore. Poi lo spezzerai. E solo all’ora, sarò io a rimettertelo…’
‘Io? Ma Regina… sei sicura che funzioni in questo modo? Voglio dire io non so se ne sarò capace…’

‘Robin … qui solo tu puoi prendermi il cuore. Come l’hai fatto tempo fa. Io te l’affidai senza esitazione. E ancora una volta, te lo donerò… e questa volta per sempre!’
Robin era estremamente commosso da quell’affermazione di Regina. Con quella frase aveva dimostrato più di ogni altra cosa quanto l’amasse.
Aveva una grandissima responsabilità in quel momento. Doveva prenderle il cuore, la cosa più preziosa al mondo per un ladro come lui, e dividerlo.
Non l’aveva mai fatto prima, e ora avere la donna che amava davanti a lui, era qualcosa di davvero troppo importante.
‘D’accordo amore mio… farò come dici tu. Ma voglio che sappia che ti amo. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo.’
Disse quelle parole perché da un lato aveva come la paura che possa accaderle qualcosa. Una mossa sbagliata e avrebbe perso la sua donna per sempre.
E non doveva succedere.
Regina sorrise con le lacrime agli occhi, sia per l’emozione delle parole di Robin, sia per il momento che stavano condividendo.

‘Ti amo anch’io Robin..’

E così, Robin alzò il braccio all’altezza del petto di Regina, nel lato destro.

Si guardarono ancora per un secondo, poi con un cenno di Regina, la mano di Robin si ritrovò direttamente dentro il corpo di Regina e afferrò il cuore.
Lo prese con decisione, ma senza stringerlo troppo. Voleva evitare di far soffrire troppo la sua donna.
‘Eccolo… finalmente!’ sorrise Robin.
‘Bene…’, con un tono leggermente teso Regina, dovuto alla mancanza di quell’organo così prezioso, ‘ora lentamente, ma con decisione, dividilo…’

E Robin, dopo un lungo e profondo respiro, divise quel cuore, mentre Regina percepì quel movimento.

‘Fatto...’

‘Dammi una metà, e tu tieni l’altra. Ora, insieme, ce li metteremo nuovamente nel petto. Io a te…’ disse Regina leggermente sofferente senza cuore.
‘… e tu a me…’

Ed ecco, con il loro braccio inserirono ancora le due metà nel petto dell’altro. In quell’istante un bagliore enorme circondò la cripta e Regina fu scaraventata a terra.
‘Regina!!’ urlò Robin andandole subito incontro.
‘Regina… stai bene?’ l’aiutò a farla rialzare.
‘Si sto bene…’ e mentre mise a fuoco con gli occhi, vide qualcosa di diverso. O forse come sperava di vedere.

Robin davanti a lei proprio come qualche giorno prima. In carne ed ossa. Il suo ladro era davvero tornato.
Non appena realizzò che tutto andò per il meglio, le si buttò letteralmente tra le braccia.
La braccia circondarono il collo come per non staccarsi più e la sua bocca lo riempì di baci per tutto il suo viso.
Si sentivano le loro risate e grida di gioia.
Robin la prese dalla vita e la fece volare su se stesso.
Poi si fermò e la riposò davanti a lui.
Si guardarono intensamente e quando lo sguardo si posò sulle loro labbra, ecco che un bacio appassionante e pieno di desiderio arrivò in pochi minuti.
Non riuscivano a staccarsi. Era il bacio più desiderato che si potessero dare.

‘Quanto ti amo amore mio…’ sussurrò durante il bacio Regina.
‘E Tu? Tu lo sai quanto amore ho per te?’ rispose Robin non staccando le labbra da quelle di Regina.

Una mano di Robin teneva il collo di Regina e l’altra sulla schiena per tenersela sempre stretta a se.
Regina allo stesso modo non lo lasciava un secondo.
Avevano come la paura che qualcosa potesse dividerli ancora.

‘Hai la stessa mia paura non è vero?’ disse Robin staccandosi leggermente dalle labbra della donna.
‘E quale sentiamo?’

‘La paura di perderci ancora…’, confessò il ladro.

Regina lo baciò ancora dolcemente. Ora condividevano un cuore. Sapevano benissimo come si sentiva l’altro. Provavano le stesse emozioni e sensazioni.

‘Un po’… ma credo sia normale dopo tutti questi avvenimenti… ora però siamo qui, e questo è reale, non è vero ladro?’ alzando il sopracciglio.
‘Già… e ti giuro che questa volta sarà per sempre milady!’.
 


Dopo qualche minuto i due decisero di rientrare a casa e pensarono di fare una bella sorpresa a tutto il resto della famiglia, la quale era ignara ancora di tutto.
‘Henry!! Henry dove sei? Mary Margareth? Emma?’ chiamò a gran voce Regina entrando nella sua villa.
‘Regina sei sicura che non siano da qualche altra parte? Magari da Granny!’

Poi Regina ripensò a cosa fosse successo prima, prima che Robin stravolgesse ancora la sua vita.
‘Hai ragione’, mettendosi una mano sulla fronte, ‘…come ho fatto a non ricordarlo? Sono tutti da Emma… e come sempre a cercare di prevenire ad un altro pericolo in vista a Storybrooke… mi domando quando avremo un po’ di pace!’
‘Che vuoi dire? Qual è ora il pericolo?’ chiese Robin avvicinandosi alla donna.
‘Mr. Hyde … e uno dei suoi accordi con Gold! Ora è lui il nuovo padrone della città. E non riesco a pensare Storbrooke nelle sue mani… ero andata nella cripta proprio per cercare di trovare qualcosa che ci potesse aiutare… ma…’ in quel momento il suo sguardo e quello di Robin si ritrovarono l’uno di fronte all’altro.
Robin le sorrise.

‘…ma poi all’improvviso, ho avuto a che fare con un ladro…’
‘Ah si? E ditemi, milady…’, disse Robin prendendo la donna dalla vita, ‘… che tipo di ladro era costui? Cosa vi ha fatto?’

‘Oh bè… abbastanza prepotente direi... sì. Ha perfino voluto prendere il mio cuore. E dividerlo…’ raccontò con aria superiore con il sopracciglio alzato.
‘Addirittura? Direi che chiunque lui fosse, d’ora in poi sarà il ladro più fortunato di questo mondo… perché dentro di sé avrà il cuore più intenso e pieno d’amore che sia mai esistito…’

Gli occhi di Regina erano pieni di emozione e non riuscì a dire altro. Erano completamente immersi nello sguardo di Robin. Un brivido percorse la schiena di lei.

Quanto sei bello amore mio. E quanto mi sei mancato.

Rimasero così ancora per qualche minuto.

‘Che dici se andassimo da tutti gli altri? Si staranno chiedendo che fine avrò fatto… avevo detto ad Henry che li avrei raggiunti dopo un po’…’
‘Io però avrei un’idea migliore….’ Parlò Robin facendo indietreggiare lentamente Regina verso il muro, vicino le scale, ‘In fondo anche se questo Hyde è pericoloso, di sicuro non agirà in una giornata. Per cui… se sua maestà è d’accordo…’, disse facendo sfiorare le punte dei loro nasi, come amavano fare, ‘… che ne direste di un bel bagno caldo per rilassarci un po’?’
‘Così non vale…’
‘Cosa?’
‘Chiedermelo in questo modo! Ad un centimetro dalla mia bocca… con quello sguardo che amo… e questa voce…’
Robin rise ma continuò a tentare la sua donna che lentamente stava cedendo. I loro respiri erano praticamente la stessa cosa.
‘Allora milady? Cosa vuole fare?’

E dopo un sorriso, Regina si lanciò di nuovo tra le labbra del suo ladro. E un altro dolce bacio arrivò per i due innamorati.
Così Robin sollevò la donna e prendendola in braccio, un po’ come fanno due sposi, tra un bacio e una risata, salì le scale della villa per dirigersi verso la vasca da bagno.
 

La vasca era piena d’acqua e di schiuma che nascondeva i loro corpi nudi.
Regina era completamente distesa sul corpo di Robin che nel frattempo la teneva stretta a sé.
Era arrivato il momento delle coccole. Quelle più dolci. Quelle di cui avevano un estremo bisogno. Quelle di cui Regina pensava, fino a poche ore prima, di aver perso per sempre. Mentre lei giocava intrecciando le loro mani, Robin faceva sfiorare il suo viso e la sua bocca contro la guancia di Regina, fino ad arrivare all’incavo del collo, dove lasciava l’impronta di un dolce bacio.
E ad ogni bacio, il sorriso di Regina era più radioso che mai.

‘Ottima scelta ladro… avevi proprio ragione. Un bagno caldo era proprio quello che ci serviva. E al diavolo Hyde e i suoi piani. Ora voglio solo essere tua.’, disse voltando leggermente il viso verso quello di Robin, cercando di far toccare le loro fronti.
‘Ti fa bene rilassarti un po’… dopo tutti questi avvenimenti, dovevi riposarti. E poi… anch’io avevo un disperato bisogno di te… amore mio…’, sfiorando ancora il naso di lei.

‘Sono stati i giorni più brutti della mia vita Robin… ho temuto di non farcela. Pensavo di finirla anche. Non avrei sopportato l’idea di essere ancora sola. Poi quando ho trovato e letto quella lettera a New York… davvero, è come se mi avessero strappato il cuore di nuovo…’

‘Un attimo. Intendi dire la lettera che ti scrissi mesi fa? Quando ero lì, in quella casa? L’hai trovata?’
‘Si… era in mezzo a quel libro su di te, quello che ti diedi tempo fa ricordi?’
‘Non ci posso credere… sei riuscita a trovarla! E io che pensavo di averla scritta a vuoto. Ma qualcosa mi ha spinto a scriverla comunque…’
‘… lo vedi? è questo che siamo noi. Anime Gemelle. Non poteva che succedere altrimenti. Siamo legati… e ora condividiamo lo stesso cuore. Siamo praticamente una cosa sola.’

Le bocche dei due innamorati si riunirono in un piccolo ma dolce bacio, per poi tornarsi a studiare con gli occhi.
Mentre una lacrima rigò il viso di Regina.

‘Cosa c’è Regina?’, portando una mano sulla guancia della donna, preoccupandosi del suo umore cambiato.
‘Ogni notte sognavo questa bocca...’ sfiorando le labbra del ladro,
‘… questi occhi….’ guardandolo intensamente,
‘… e queste mani…’ prendendo la mano che intanto le accarezzava la guancia,
‘pensavo davvero di non rivederti più… che fosse tutto finito…’

‘Non devi più avere paura amore mio… io sono qui. E sarò tuo per sempre. Te lo giuro Regina! E poi ti ricordi cosa ti dissi sotto al tunnel che portava al tuo ufficio, quel giorno?’, la guardò ancora negli occhi, ‘…tu sei il mio futuro! E sei tu la donna con cui voglio passare tutto il resto della mia vita. Della mia nuova vita direi..’, facendo scappare un sorriso pensando a cosa li fosse accaduto.

 ‘… e io ti dissi che sarei stata al tuo fianco. Sempre.’, sorrise la donna, accarezzando con un dito il naso di lui.

‘E allora non voglio aspettare più un solo giorno. Abbiamo perso troppo tempo. Io voglio che diventi mia moglie Regina. Voglio essere tuo marito. Voglio che vengano celebrate al più presto le nostre nozze… voglio creare davvero la nostra famiglia. Con Henry… con Roland e la piccola…’

‘Robin…’ rimase quasi scioccata ma al tempo stesso aveva uno sguardo pieno di gioia per la proposta di Robin.

‘Credo di averti sorpresa un po’… forse pensavi che aspettavo ancora ma…’

Ma non fece in tempo a finire la frase che Regina lo prese di nuovo tra le sue labbra e lo fece ancora suo con un bacio davvero appassionante.
L’acqua che era nella vasca, fuoriuscì a terra, dato il movimento improvviso di lei, ma i due non si accorsero di nulla, talmente la felicità ritrovata in quelle ore.
‘Bè direi che la risposta sia scontata no?’, disse respirando Robin.
‘Mmm… non so, se vuoi continuo per fartelo capire meglio... che dici ladro?’ strizzò l’occhiolino.
Robin fece uno sguardo come per intendere che voleva sentirselo dire ufficialmente.
‘E va bene… come vuoi… SI, sì Robin di Locksley… sarò tua moglie!’, sorridendoli come non mai.
‘Voglio creare davvero la nostra famiglia. Già lo siamo. Ma questa volta sarà qualcosa di evidente a tutti. E a tutto il mondo. Noi.. tutti e sei insieme…’

Mentre pronunciò quella frase Regina notò il numero. Sei. E pensò…

Sei? Perché sei? Ne siamo cinque… noi, Henry, Roland e la piccola Robin…

‘Tesoro cinque… ne siamo cinque noi.. ok che Zelena è mia sorella e ci siamo ritrovate, va bene che è la madre di Robin ma… noi e i nostri figli siamo cinque…’
‘Nono … hai capito benissimo amore… sei!’, fece un momento di pausa notando lo sguardo interdetto di Regina, ‘… amore so che è un capitolo della tua vita che vorresti dimenticare, so che anni fa accadde qualcosa che ti privò il dono di essere madre naturalmente, ma… io… ecco… vorrei credere ancora che qualcosa presto possa cambiare…’.

Nel frattempo il viso di Regina si era rattristato leggermente.
Ripensò a quel maledetto giorno, quando bevve quella pozione che la rese sterile, a causa di sua madre.
Non poteva più diventare madre.
E ora, quando poteva esserlo, grazie al suo vero amore, non riusciva ad accettarlo e a perdonarsi.

‘Regina scusa… perdonami, davvero! Sono stato un egoista sciocco a dirti questa cosa. Mi sono fatto solo prendere dall’entusiasmo del momento… non dovevo davvero!’, subito si scusò.
‘No… Robin non devi. Tu non c’entri nulla. La colpa è solo mia. E del mio maledetto passato…’, si accusò di nuovo la donna.
‘Ma anche colpa mia. Con la gravidanza di Zelena, ho riaperto questa tua ferita…’,

‘Sshh! Basta… Robin non ne parliamo più..’, mise un dito sulla bocca di Robin e avvicinando la fronte, di nuovo alla sua, ‘…cosa ti ho detto nella cripta? Credo in noi più di ogni altra cosa… e quindi non sarà una maledizione a fermare la potenza e la magia del vero amore. Grazie a te, solo grazie a te… io voglio credere che tutto possa accadere di nuovo…’
‘Dici sul serio Regina?’, non credendo a cosa stesse dicendo, ed emozionato.
‘Si Robin davvero!’, ricambio il sorriso, ‘… e poi chissà… prima o poi un nuovo o una nuova Locksley correrà tra queste mura… ci farà disperare la notte per i pianti, e racconteremo di come la nostra ‘seconda-occasione’ ci ha permesso di vincere su tutto e tutti…’
‘…e magari ci ritroveremo in questa vasca in tre con i suoi giochini, e la sera nel lettone dormire abbracciati…’.

Sognavano.

Sognavano e credevano davvero tanto a quello che dicevano. Era il loro sogno più grande avere una loro figlio. Perché il loro amore meritava davvero. Quella sarebbe stata l’ennesima prova del loro vero amore, ma qualcosa non li faceva arrendere. Avrebbero fatto di tutto affinchè anche il loro ultimo sogno si sarebbe realizzato.

‘Robin… promettimi che tutto questo un giorno sarà reale. Proprio come lo stiamo sognando.’, lo guardò ancora negli occhi ad un passo dalle sue labbra.
‘… te lo prometto Regina…’, rispose sfiorandole le labbra.

‘Per sempre?’
‘Per sempre amore mio!’.

E un bacio li riportò nella loro passione di sempre.



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