Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: ElseW    09/09/2016    6 recensioni
Sirius perde la parola, Remus è confuso e James si diverte come un matto.
[WolfstarAU-Library-FIrstMeeting]
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Warm

 

-And I never stop and think before I speak
But you said you like that about me
So tell me more, bare your soul,
I want to keep it warm-

[Warm, by The Coronas]





“Ti odio, James.”
“Devo solo ritirare il regalo di Lily e poi andiamo, te lo prometto! Non verrai infettato dai libri se entri in una libreria per un paio di minuti.”
“Verrai punito.”
“Chiudi il becco, Padfoot.”
“Ecco, questa è una delle assurde regole delle librerie! Perché dovrei stare zitto?! Che c'è, i libri si spaventano se parlo ad alta voce?”
“SHHH” L'arringa rabbiosa di Sirius venne interrotta brutalmente da un sibilo penetrante, proveniente da una donna dall'aria severa dietro al bancone. “Siete pregati di tenere la voce bassa, grazie. È una libreria.”
Sirius roteò gli occhi, ingoiando una replica tagliente.
James gli lanciò un'occhiata grata. “Salve, sono qui per ritirare un libro che avevo ordinato un paio di settimane fa. Dovrebbe essere arrivato, l'ordine è a nome Potter.”
La donna annuì, sempre con quell'aria appuntita.
“Devo cercarlo nel retro, dovrete aspettare qualche minuto.” Sirius emise un gemito strozzato, immediatamente interrotto da una potente gomitata nello stomaco da parte di Jame.
“Nessun problema, aspetto qui.”
Quando la donna si allontanò, Sirius si chinò in avanti, bisbigliando furiosamente. “Ti detesto, Potter.”
“Fatti un giro e non rompere.”
Sirius sbuffò e suo malgrado obbedì, meditando vendetta nei confronti del suo migliore amico e tutta la sua stirpe!
… Ok, magari solo di lui. Il futuro piccoletto che al momento scalciava entusiasta nel ventre di Lily non meritava la sua ira. Per lui aveva altri, gloriosi progetti.
Sirius non era mai stato un amante dei libri; gli ricordavano troppo la severa biblioteca di suo padre, i silenzi e le punizioni... niente di piacevole, niente che volesse ricordare o provare ancora.
Fece vagare pigramente lo sguardo sulle costole dei libri, a malapena leggendone i titoli, già annoiato dal silenzio, già stanco dell'odore di carta e inchiostro, quando il corridoio si aprì in un piccolo spazio circolare.
Sirius rimase sulla soglia di quell'incrocio di corridoi, sorpreso: era evidentemente uno spazio riservato alla lettura, con comode poltroncine e molti cuscini dall'aria morbida sparsi su dei soffici tappeti. Un avviso chiedeva anche di togliersi le scarpe prima di salire su di essi, per non sporcarli.
Era un'immagine calda, morbida, quasi casalinga, così lontana dall'idea di biblioteca che Sirius aveva vissuto sulla sua pelle per tutta la vita, così lontana dall'idea di freddi libri silenziosi, spettatori di anni e anni di rancore.
Il rumore di qualcuno che tirava su col naso risvegliò Sirius dallo stupore. Si voltò verso il rumore, scoprendo di non essere solo.
Tutto nella testa di Sirius divenne tiepido e colorato, tutti i suoni più deboli e il mondo sembrò rallentare di una frazione di secondo: sul pavimento, nel più confortevole dei nidi di cuscini, stava accucciata la creatura più bella che Sirius avesse mai visto.
La creatura in questione era un ragazzo, probabilmente della sua stessa età; nonostante fosse giovane indossava un cardigan con delle patte di pelle sui gomiti e un paio di mocassini marroni – mocassini! Aveva i capelli castano chiaro, quasi fulvi, il viso pallido cosparso di centinaia di adorabili lentiggini su naso e guance, lunghe ciglia e labbra un po' arrossate, come se avesse appena finito di morderle. Sirius trattenne il respiro, come in presenza di una creatura selvaggia. Per qualche motivo, pensò, se avesse fatto anche il minimo rumore l'incantesimo si sarebbe rotto e quel ragazzo sarebbe scomparso, portando via con sé tutto quel calore-
“Sirius!” chiamò James, da qualche parte vicino l'entrata.
Sentendosi chiamare sobbalzò violentemente, lasciandosi sfuggire un respiro rumoroso che ovviamente attirò l'attenzione del ragazzo splendido a pochi passi da lui.
Sirius sarebbe volentieri morto lì, davanti a quei grandi e confusi occhi nocciola.
Ok Sirius, si disse, è il tuo momento. Sfodera il tuo charme!
“Uhm.” Oh, Merlino. Pessimo inizio. “Sì, quel Sirius sono io. Scusa per l'interruzione, stavo solo facendo un giro...”
Patetico, Sirius. Sei patetico.
Il ragazzo gli lanciò un sorriso cortese, annuendo. “Nessun problema.”
La voce si insinuò come miele nelle pieghe del suo cervello, impregnandolo per sempre.
Era perduto.
Sirius non aveva ancora capito cosa diavolo stesse succedendo e perché cavolo facesse così caldo. Stava sudando? Oddio, stava sudando.
“Oh, okay. Quindi... sì, vado. Uhm. Buona lettura!”
Ritirataritirataritirata! Necessario supporto!
Il ragazzo-meraviglia sorrise ancora, agitando debolmente una mano nella sua direzione – ugh, adorabile – e rispondendo con un placido “Grazie. Buona giornata.”
Sirius si voltò, non propriamente conscio del suo corpo, e iniziò ad allontanarsi.
Quando, ancora ipnotizzato, raggiunse James, il peso di ciò che era avvenuto gli piombò addosso come un pianoforte in un film muto.
“Fatto, contento? Possiamo andare!”
“NO!”
James sbatté le palpebre, colto alla sprovvista. “No?”
“Er, no, non possiamo, ecco... ecco, James, non volevo dirtelo, ma secondo me il tuo regalo fa schifo.”
Il suo migliore amico si portò una mano al petto, oltraggiato. “Il mio regalo per Lily è perfetto! Come osi insinuare diversamente, razza di-”
“Ok, ok, magari ho esagerato, però non sarebbe meglio prenderle anche qualcos'altro? Dopotutto due regali sono sempre meglio di uno! Qui è pieno di libri, potresti farti un giro e vedere se trovi qualcosa che ti sembri adatto a lei!”
“Sirius.”
“Il reparto narrativa è da quella parte! La segnaletica in questa libreria è estremamente chiara, bisogna dargliene atto.”
“Sirius Black.”
Il sunnominato Sirius Black sapeva che tentare di mentire a quello che poteva considerare suo fratello era una mossa abbastanza stupida... ma per la prima volta nella sua vita non aveva idea di cosa stesse facendo.
“James Potter.”
“Ti va di dirmi perché stai cercando di vendermi questa libreria?”
Infilandosi le mani in tasca fece vagare lo sguardo sul bancone poco lontano, mugugnando. “Ok, uhm...”
Cedette. Sbuffò, passandosi una mano tra i capelli, sentendosi stupidamente vulnerabile.
“James... ho appena incontrato l'uomo più splendido che questa terra vedrà mai e sono stato solo in grado di farfugliargli qualche parola per poi scappare via.”
Ci fu un momento di silenzio.
“Sirius, tu flirtavi con la nostra vicepreside.”
“Sì.”
“E la nostra vicepreside aveva cinquantotto anni.”
“Sì.”
“Devo vederlo.”
“NO! James, fermati, aspetta, no!”
James si infilò di corsa nel corridoio da cui era venuto Sirius, percorrendolo ad un passo rapidissimo.
Sirius voleva morire, era confuso e riusciva solo a pensare che avrebbe tanto voluto offrire una cioccolata a quel giovane uomo.
James sbucò nella zona lettura senza far troppo caso al baccano che stava facendo. Sirius lo seguì, quasi andando a sbattergli contro quando il suo migliore amico si fermò di botto.
Azzardando un'occhiata da sopra la sua spalla, scoprì che a differenza della precedente silenziosa intrusione di Sirius, il loro arrivo era stato notato con un certo anticipo.
Gli occhi nocciola li stavano già scrutando con una certa perplessità.
La schiena di James vibrò e Sirius sapeva che stava ridendo.
“Posso aiutarvi in qualche modo?” chiese il suo futuro sposo, con un tono velatamente infastidito.
James sollevò immediatamente le mani, come faceva sempre quando qualcuno gli poneva una domanda a cui non voleva rispondere.
“No, figurati, nessun problema! Ci siamo solo persi!”
Sirius si coprì il viso con le mani, ancora nascosto dietro di lui.
“Persi.” ripeté Il-ragazzo-senza-nome e Sirius accarezzò l'idea del suicidio.
“Già!”
La situazione era imbarazzante. Doveva fare qualcosa.
Afferrò James per il colletto e lo lanciò nel corridoio da cui erano venuti. Scoccò uno sguardo di scuse allo splendido sconosciuto e spinse James contro gli scaffali, facendoli tremare visibilmente.
Ben nascosti dallo sguardo sicuramente sconvolto dell'Uomo Perfetto, Sirius spinse un dito sotto il mento di James, fin quasi a sollevarlo da terra. “Si può sapere che cosa diavolo stai facendo?” sibilò, furioso.
“Ti faccio da spalla!”
“Cos-? Quello era farmi da spalla, secondo te?!”
“... Sei un ingrato.”
“Chiudi il becco e andiamocene, mi hai già imbarazzato a sufficienza.”
“Whoa! No! Non esiste! È la prima volta che una persona è capace di renderti un idiota, devi almeno tentare! Usa quello sguardo che fai quando vuoi entrare nei pantaloni di qualcuno, fa effetto praticamente su chiunque.”
Sirius si allontanò di qualche passo, roteando gli occhi.
“James, potrebbe anche essere etero. Anzi, mi correggo, ci sono alte probabilità che sia etero.”
“Non puoi saperlo! Facciamo così, tu resta e sonda il terreno, noi ci vediamo a casa d'accordo?”
“Cos-James! James!”
“A dopo!”
E se ne andò.

-

Remus amava passare il sabato pomeriggio nella piccola libreria sotto casa sua. Era accogliente, calda e silenziosa.
Non si aspettava che accadesse nulla di particolare quel giorno e a lui andava bene così: era un tipo abitudinario.
Quando, immerso nella lettura, sentì qualcuno respirare rumorosamente, Remus alzò gli occhi, incrociando lo sguardo di... be', un modello, probabilmente.
Remus non aveva mai descritto nessuno definendolo di una bellezza mozzafiato, ma in qualche modo seppe che non avrebbe trovato altre parole per descriverlo.
Aveva la pelle bianchissima, in netto contrasto con i capelli nero corvino, lunghi fino alle spalle, legati in una mezzacoda alta e un po' scombinata che su qualsiasi altra persona sarebbe risultata sicuramente ridicola; indossava abiti da motociclista con tanto di guanti di pelle senza dita e in generale aveva l'aria di qualcuno che, secondo stereotipo, bruciava le librerie nel tempo libero.
Sostenne quegli occhi grigi per un paio di istanti, notando con una certa perplessità che il viso pallido del giovane era diventato un po' più rosato.
Farfugliò qualcosa a proposito del suo nome – Sirius – e Remus cercò di rispondere nel modo più cortese possibile, non sapendo bene che cosa volesse e perché stesse parlando proprio con lui.
L'uomo indietreggiò e sparì nel corridoio da cui probabilmente era venuto.
Scuotendo la testa, si immerse nuovamente nella lettura, cercando di non pensare a quanto stretti fossero quei dannati jeans neri, dicendosi che in ogni caso un uomo del genere era probabilmente già impegnato e che, anche se non lo fosse stato, Remus non sarebbe stato sicuramente in cima alla lista di appuntamenti ideali, etero o no.
Stava quasi per estraniarsi un'altra volta, quando un rumore aggressivo di passi in avvicinamento lo spinse ad alzare lo sguardo, incrociando stavolta quello di un ragazzo molto alto e dinoccolato, con una massa di capelli scuri e occhiali neri. Un istante dopo arrivò anche il modello di prima, con un'espressione di puro panico stampata sul viso perfetto.
Il ragazzo con gli occhiali sembrava si stesse trattenendo a malapena dal ridere e Remus provò un'immediata ondata di fastidio: magari il suo amico lo aveva portato qui per ridere di lui.
Remus era conscio delle sue cicatrici e qualche volta aveva sentito i bisbigli o avvertito gli sguardi curiosi, ma addirittura chiamare un amico...
“Posso aiutarvi in qualche modo?” domandò Remus, facendo trapelare la sua irritazione, pronto a sguinzagliare ogni oncia di sarcasmo di cui era provvisto.
Il giovane sollevò le braccia in segnò di resa.
“No, figurati, nessun problema! Ci siamo solo persi!”
“Persi.”
“Già!”
Improvvisamente Sirius afferrò il suo amico per il colletto, trascinandolo da dove erano venuti, lanciando un'occhiata di scuse in direzione di Remus.
Si sentì arrossire, ma grazie al cielo i due sconosciuti erano scomparsi, nonostante fosse abbastanza certo che Sirius avesse appena spinto il suo amico contro gli scaffali a giudicare da come stavano ondeggiando e dai bisbigli che sentiva.
Non riusciva a distinguere le parole, ma sembrava stessero avendo una discussione piuttosto accorata.
Infine sentì nuovamente lo stesso rumore di passi aggressivi allontanarsi e poi il silenzio.
Stava quasi per abbassare nuovamente lo sguardo, quando dallo stesso corridoio apparve di nuovo Sirius.
“Hey, scusa per James, lui è...” sembrò cercare le parole adatte, ma alla fine scrollò le spalle, rassegnato. “... è un idiota. Non so davvero come altro dirlo.”
Remus sorrise istintivamente, divertito dall'evidente sincerità nelle sue parole.
“Nessun problema.”
Si guardarono per qualche istante e lo sguardo di Sirius era strano, intenso, come se stesse cercando di imprimersi la sua faccia a fuoco nella testa.
Sentì il rossore farsi strada dal collo fino al suo viso e decise di abbassare lo sguardo, sperando che non l'avesse notato.
“Io sono Sirius, comunque.”
Tenne lo sguardo basso, cercando di ricomporsi.
“Lo so, lo hai detto prima.”
“Oh.”
Bella mossa, Remus, fallo sentire un idiota, le persone lo adorano. Hai anche il coraggio di chiederti perché sei single?
“Remus.” sputò fuori, sollevando gli occhi.
Sirius si accigliò per un istante, quindi sorrise entusiasta. Remus ebbe l'impressione che potesse mettersi a scodinzolare da un momento all'altro.
“Oh! Anche tu genitori crudeli, quindi.”
“Sì, sono due professori di mitologia, quindi...”
Il giovane gettò la testa all'indietro, ridendo rumorosamente e Remus si ritrovò a sorridere con lui, incapace di resistere a quella risata così ridicolmente simile ad un latrato.
“Be', non crudeli quanto i miei allora. Loro sono solo dei maledetti bastardi puristi, profondamente razzisti e ancorati a tradizioni millenarie che tutto il resto del mondo civilizzato ha fortunatamente dimenticato.”
Remus sentì il suo sorriso trasformarsi in un sogghigno.
“Sembrano adorabili.”
Sirius ricambiò il sogghigno, infilandosi le mani in tasca.
I due rimasero in silenzio per qualche secondo, indecisi su come proseguire; Remus non aveva idea del perché questo splendido ragazzo dall'aspetto di un principe gli stesse rivolgendo la parola, quindi rimase in attesa di una sua mossa, spaventato di interpretare la cosa nel modo sbagliato.
“Ti andrebbe di andare a prendere un caffè insieme?”
Remus sentì distintamente la sua bocca aprirsi in un'espressione di assoluto stupore e fu ricompensato da un altro latrato.
La richiuse di scatto, sentendosi arrossire. “Ahm.”
Nonostante Sirius avesse un leggero tono di rosa sulle guance, il suo viso e la sua postura sembravano rilassati e Remus lo invidiò, dal momento che lui non aveva idea di cosa fare del suo intero corpo anche quando era perfettamente tranquillo.
“Non pensavo di scioccarti così.”
“No, ecco, io, uhm..."
Un'espressione di comprensione attraversò il viso perfetto di Sirius, che stavolta arrossì vistosamente.
“Sei... sei etero, vero? Oddio, sei etero e io ti sto mettendo in imbarazzo.”
Remus scuoté vigorosamente la testa. “No, no, affatto! Sono gay come un arcobaleno.”
Oh santo cielo.
Stavolta fu il turno di Sirius di rimanere perplesso, prima di sorridere, probabilmente divertito dalla sua stupidità.
“Oh, okay.” Si strinse nelle spalle, indietreggiando di qualche passo, con un'aria leggermente sconfitta e Remus capì che ancora una volta era passato il messagigo sbagliato.
“Aspetta!” Sirius si fermò, occhieggiandolo con aria confusa. “Quello che stavo cercando di dire è sì, verrei volentieri a prendere un caffè insieme a te.” E la sua bocca continuò a parlare, incapace di fermarsi. “Mi hai solo colto di sorpresa. Non mi era mai capitato che-cioè, nessuno aveva... e voglio dire, tu sei anche molto-cioè, quindi non pensavo che... voglio dire io non sono certo... uhm...” Remus decise di chiudere la bocca. Per quel giorno aveva imbarazzato se stesso a sufficienza.
Abbassò lo sguardo sul libro ancora aperto sulle sue gambe, il viso in fiamme.
“Mio Dio, mi stai uccidendo.” Alzò lo sguardo e Sirius lo stava guardando con un'espressione calda e divertita al tempo stesso. “Credi di essere l'unico a pensare di star puntando qualcuno fuori dalla sua portata?” chiese e Remus per un momento si chiese di chi stesse parlando... poi afferrò il concetto.
Avvampò vistosamente e Sirius rise ancora, facendolo sentire caldo dappertutto.

-

Sirius avrebbe voluto chinarsi su quell'opera d'arte che gli stava davanti e baciarla fino a fargli perdere i sensi.
“Appurato che entrambi vorremmo entrare nei pantaloni del'altro...” disse, facendo arrossire ancora di più Remus. “... che ne dici di quel caffè?”
E il sorriso di Remus fu la risposta che Sirius aspettava.

 








-

[Note]
Lo so, lo so... è trash. Wolfstar's trash.
Non pubblico niente da una vita e quando lo faccio, è trash.
... Suck it up, babes.
Scherzi a parte, so che non è un contenuto di grande qualità, ma di tanto in tanto mi serve distrarmi e scrivere cose come questa, senza grosse pretese.
Non sono più abituata a scrivere storie che non prevedano delle immagini (eh, coi fumetti è letteralmente "show, don't tell"), cosa che mi ha destabilizzato all'inizio, ormai diversi anni fa, perché ero una di quelle che tendeva ad essere logorroica nelle sue descrizioni... e quindi adesso cerco una sana via di mezzo, che non è facile.
Se vedete errori notificatemeli senza problemi e se avete suggerimenti e critiche costruttive, sarò ben felice di ascoltarle!

Un saluto,
ElseW

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ElseW