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Autore: Generale Capo di Urano    10/09/2016    1 recensioni
“Mi chinai per darle il bacio della buonanotte, ma d’un tratto il bacio si fece selvaggio, un incendio, un uragano. Non potevo fermarmi.”
***
Elisabeth sapeva di terra selvaggia e di sapone per lavare i panni.
Forse era davvero tutto un errore. Ma a chi importava?
E danzarono come le onde del Danubio, che attraversano Vienna e poi si affrettano verso le pianure magiare, lungo il loro elaborato corso.

[AusHun]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Mi chinai per darle il bacio della buonanotte, ma d’un tratto il bacio si fece selvaggio, un incendio, un uragano. Non potevo fermarmi.”
(Yves Montand a proposito di Marilyn Monroe) 
 

 
An der schönen blauen Donau


Qualcosa nella sua testa ripeteva che era tutto un errore. Non gli diede ascolto.
 
Era sua abitudine, ormai da qualche settimana, girare in piena notte per i corridoi freddi di quell’enorme palazzo, incapace di chiudere occhio. Quella sera, l’aveva vista per caso appena fuori dalla sua camera, la mano destra sulla maniglia e il capo appoggiato sul legno scuro della porta, come di chi ha appena avuto un colpo di sonno e si è appigliato alla prima superficie che si è trovato nei paraggi.
Fu quasi d’istinto che le era corso incontro, per assicurarsi che andasse tutto bene – lei aveva alzato gli occhi stanchi e aveva accennato un sorriso, domandando se gli servisse qualcosa. Dolce, disponibile.
“Ungarn, bist du noch wach?” *
Quella aveva mormorato fievolmente qualche parola confusa – così aveva scoperto che Italia ancora piangeva la notte e che la sola Elisabeth sapeva calmarla; che non era la sola anima inquieta in quella casa in cui nessuno era più tranquillo e disteso.
L’aveva presa per le spalle e accompagnata nella stanza, intimandole di andare a letto; non seppe neanche lui se quello doveva essere un ordine o un invito gentile. L’aveva sorretta come se fosse dovuta crollare da un momento all’altro – e così aveva fatto, abbandonandosi involontariamente sul suo petto e stringendo tra le dita la veste da notte dell’uomo, in un gesto quasi disperato.
“Ausztria, minden rendben lesz?”
A quel punto non ricordava più a cosa stesse pensando, l’aveva solo stretta e aveva sussurrato qualche parola che doveva essere di conforto; l’aveva pregata di non preoccuparsi più e di andare a dormire, guidandola verso il letto per farla sedere. E non capiva più se era la stanchezza o la novità del vederla per la prima volta tanto fragile, quando si chinò per lasciarle un bacio a fior di labbra, quasi fosse un modo per rincuorarla.

Fu in quel momento che le cose andarono degenerando.
Erano state forse le mani della donna che l’avevano tirato, in un angosciato desiderio di non essere lasciate sole, o le sue stesse labbra sottili che non volevano più staccarsi dalle compagne, che con un impeto crudele l’avevano spinto ad avvolgere le braccia attorno al corpo dell’ungherese – era sempre stato così delicato e femminile? – e a passarle le mani tra i capelli mossi, incurante dei nodi che gli fermavano le dita affusolate.
Elisabeth sapeva di terra selvaggia e di sapone per lavare i panni, aveva la presa decisa e impacciata di chi sa già cosa sta facendo, ma in qualche modo lo teme. Le mani di Roderich tremavano, colpevoli di sfiorare quei tratti ancora candidi e quelle gambe mai toccate – così credeva, almeno; ma mentre ogni suo controllo lo abbandonava si avvide che la magiara già sapeva come muoversi, e si diede dello stupido, dell’arrogante, forse.
Forse era davvero tutto un errore. Ma a chi importava?
Le vestaglie finirono abbandonate ai piedi del letto, assieme a quel pudore che li aveva trattenuti già troppo a lungo. La baciò una e mille altre volte, in quella tempesta che era lei e che sentiva nel petto, mentre le carezzava i fianchi morbidi e i dolci profili dei seni; per lui era ballo e per lei era battaglia, energica come i cavalli che correvano attraverso le sue praterie sconfinate.
La sentì che gli artigliava la schiena e gli mordeva le labbra, come la guerriera che non era avvezza a farsi comandare, e in risposta la baciava con dolcezza e la vezzeggiava, in un tacito messaggio di pace – ed ella si fidò e si lasciò andare, abbandonandosi alle sue carezze e prendendo a sua volta a lambirgli le cosce nude e sfiorargli le ciocche spettinate.
E danzarono come le onde del Danubio, che attraversano Vienna e poi si affrettano verso le pianure magiare, lungo il loro elaborato corso.

Secoli dopo le avrebbe detto che anche quello era fare l’amore, perché quello che sentiva nel toccarla e nell’essere in lei non l’avrebbe definito altrimenti; e Ungheria avrebbe riso domandandogli scherzosamente se lo credeva sul serio, poi l’avrebbe baciato, per la milionesima volta, e per la milionesima volta avrebbero chiuso la porta della camera dietro di loro.
Già allora l’amava, e l’aveva capito quando, con la fronte sudata e gli occhi languidi e socchiusi, era scivolato accanto a lei e l’aveva abbracciata, sussurrando che l’indomani le avrebbe procurato un letto più grande, ’ché quello era decisamente troppo piccolo.
L’avrebbe baciata per altri milioni di volte, ma quella mai, mai l’avrebbe dimenticata.








Noticine~

*Ungheria, sei ancora sveglia?
*Austria, andrà tutto bene?
(titolo: Sul bel Danubio blu)



Angolino dell'abbiate pietà vi prego
Non è colpa mia, è colpa di Yves Montand. E anche della moglie che sostiene sia qualcosa di decente - e che ringrazio di essere sempre disponibile a fare da cavia <3 
Comunque. Non è ambientato in un periodo storico preciso, ma ho immaginato potesse essere più o meno poco dopo la scomparsa di Sacro Romano Impero - quindi sì, tutti sconvolti. Il titolo è in parte causa della mia incapacità di intitolare decentemente qualcosa, ma in ogni caso mi piace il riferimento al Danubio, che attraversa sia l'Austria che l'Ungheria <3 (più un sacco di altri Paesi, ma sono meri dettagli).
Ah, e non sapevo se il rating dovesse essere giallo o arancione e nel dubbio abbondo(?) D:
Ah (parte seconda), essendo Austria!centric ho optato per chiamare Ungheria con la traduzione crucca del suo nome - anche perché Erszébet mi sa troppo di pazza assassina psicopatica(?)
Concludo lanciando il mio appello perché questo fandom ha bisogno di più AusHun (che è pure canon, ricordatelo. Così come la SpAus). Fate felice questa povera shipper senza speranza.
Moi moi~  
   
 
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