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Autore: Fantasia_98    11/09/2016    0 recensioni
-Alzati che siamo in ritardo- le urlò sua madre poco dopo ricordandole che stava per ricominciare quello che lei chiamava Inferno.Quel giorno Selene sapeva che sarebbe partita per una vacanza in campeggio
e anche se non aveva per niente voglia di andarci alla fine si alzò e si preparò; ma sarà veramente così o la coraggiosa ragazza di città scoverà qualcos'altro?
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Zombieland 3:

Tramite un cannocchiale, Selene, poté vedere come gli zombie avessero oltrepassato il suo rifugio, erano poco più a metà dalla meta: la loro base; nel frattempo, tutti erano in movimento per prepararsi all'inevitabile guerra. Con la sigaretta ferma in bocca e il cannocchiale fermo nelle sue mani, capì la gravità di ciò che aveva fatto; se solo lo avesse riportato indietro, tutto quello non sarebbe successo. Che stupida che era stata.
Quando tutti ebbero finito di mettersi ai propri posti era notte fonda; oramai era questione di minuti.
Dopo aver isolato il posto, in quattro medie fessure che fungevano da finestre, vennero appostati i lanciafiamme e delle mitragliatrici a grosso calibro; Selene rimase li con loro per capitanare meglio la situazione.
A pochi metri dalla porta principale, rinforzata per il massiccio attacco, il resto degli uomini si godevano gli ultimi attimi di vita giocando a carte, fumandosi un'ultima sigaretta o bevendo wiskey; ogniuno faceva a modo suo.
Le ore passarono e la maggior parte dei soldati si addormentò; solo Selene rimase sveglia a osservare la landa desolata che le si mostrava davanti e l'infinito cielo stellato.
Quando fu quasi l'alba, qualcosa fece irrigidire Selene; a occhio nudo, lontano, poté vedere una piccola massa colorata che si avvicinava sempre più. Lei si girò dietro di se, ad osservare tutti quegli uomini radunati sul gelido pavimento mentre dormivano tranquillamente felici e beati; -non ce la faremo, non è vero?- chiese improvvisamente a voce bassa un giovane ragazzo -non lo so- gli rispose lei tornando a guardare fuori con il binocolo.
 
Quando la prima orda incominciò a sbattere sulla grande porta principale, tutti si svegliarono di soprassalto; qualcuno voleva già incominciare a sparare dalle finestre, ma Selene glielo sconsigliò vivamente. Nei giorni successivi, razionarono ogni cosa e fecero dei turni per sorvegliarli; in caso di allarme, tutti sarebbero stati pronti.
Col passare dei giorni, i soldati, diventarono più stressati; non sapevano mai se ce l'avrebbero fatta. L'unica calma era Selene; questo faceva innervosire molto tutti.
Una sera, mentre tutti dormivano, qualcuno sparò con i lanciafiamme; come sentì l'odore della carne bruciata, Selene, si alzò e si precipitò a vedere chi fosse stato così stupido da disobbedirle. Quando arrivò, gli zombie erano a pochi metri dalle uniche via d'entrata; per pura sfortuna, il lanciafiamme si era inceppato.
In mutande, con solo una maglia a coprirla, tirò fuori la pistola che portava sempre con se da dietro la schiena e incominciò a sparare contro i nemici; purtroppo, dovettero battere in ritirata.
Improvvisamente, la porta principale cedette sotto il loro incessante spingere; disorganizzati e colti di sorpresa, vennero decimati, quasi estinti.
Mentre continuava a sparare per difendere ciò che rimaneva, negli occhi di Selene, si scatenò il panico; tutti quei corpi che urlavano di dolore, che si dimenavano per tentare inutilmente la fuga le ricordarono i primi giorni in cui tutto incominciò. Nonostante ciò, riuscì a portare al sicuro tutti quelli rimasti; erano in uno spazio più ristretto e con meno risorse, ma almeno erano salvi.
Resistettero più che poterono dentro quel luogo angusto; la paura incominciò lentamente a impiantarsi in tutti loro. Selene dette una mano a distribuire gli ultimi viveri che possedevano, poi, infuriata a morte, prese un paio di caricatori, sorpassò qualche porta infuriata e li abbandonò al loro destino; uno di loro, vedendola, la seguì sperando di farla ragionare. -Selene!- chiamò più volte, mentre lei sparava per farsi strada -Selene!- richiamò -a che scopo aiutarvi se poi non rispettate neanche una semplice regola- disse mentre soffocava uno zombie; improvvisamente, ne sbucò fuori uno correndo come un pazzo. Lei gli sparò mentre ancora teneva l'altro. -Selene; ti prego- lo implorò disperato lui; dopo alcuni minuti a fissarlo in silenzio, sbuffò e decise di tornare indietro con lui.
-Moriremo o lotteremo?- stava urlando qualcuno sperando di riattivare gli animi -smettila, darai loro solo false speranze- disse Selene rientrando -disse colei che ci stava abbandonando al nostro destino- -meglio voi che me- rispose in fine Selene ricaricando la propria pistola; dopo un po' che tutti la fissavano male, lei disse -con un solo caricatore, io sono riuscita ad arrivare quasi all'entrata; tu per farlo ne avresti usati almeno quattro.. morendo magari, quindi, come ti stavo dicendo: smettila di dar loro false speranze; se volete avere una speranza, dovete prepararvi per affrontarli qui- poi mise in canna un colpo e puntò davanti a se con un occhio chiuso.
Sapendo che probabilmente non ce l'avrebbero fatta, un cadetto, chiese a Selene di poter ascoltare una canzone; esaudendo il suo ultimo desiderio, si tolse le cuffie per la prima volta e alzò il volume.
Una canzone triste e malinconica, che segnava loro la fine, si riversò per tutta la stanza; quando tutti furono pronti, si misero su di un'unica fila, davanti ai trasparenti e fragili vetri. Con la musica che ancora risuonava la propria triste canzone, i proiettili ed i caricatori, furono svuotati in pochi minuti; finì tutto in pochi istanti.
Fra i migliaia di corpi, solamente il suo non venne toccato; quando si rianimò, Selene, si risvegliò coperta di sangue. Rimase li dov'era a piangere, soffocando i singhiozzi; improvvisamente, urlò dal dolore. Non poteva credere che era successo un'altra volta, come da piccola, come quando era tutto iniziato; quando finalmente riuscì ad alzarsi, prese ciò che era rimasto e si avviò fuori. Dell'orda di zombie non c'era più traccia; erano rimasti solo gli avanzi ed il sangue.   
Dopo quel giorno, il mondo rimase nelle loro mani; a quanto pare, il tempo per gli esseri umani era finito.
Selene, dopo quel giorno, tornò alla sua capanna; i due suoi amici non ce l'avevano fatta. Con uno zaino, raccolse le poche cose che non erano andate distrutte e partì; non sapeva bene dove andare, ne che cosa stava cercando, sapeva solo di dover andare. Sapeva che quando sarebbe stato ora di fermarsi, l'avrebbe fatto.
 
Qualche anno dopo...
La terra sembrava esser tornata alla normalità; gli zombie si stavano pian piano estinguendo e la razza umana, sembrava esser tornata al suo vecchio splendore. Un giorno, un ragazzino, mentre vagava assieme a suo padre e sua madre, trovò i resti di una vecchia capanna in acciaio; incuriosito, gli si avvicinò. Fra le tante macerie, trovò una videocamera; aveva le batterie oramai scariche. Guardando il video, inizialmente, si vide una ragazzina felice che giocava con la propria famiglia, poi, improvvisamente, la registrazione cambiò -sapevo che un giorno la mia vita sarebbe cambiata, ma non credo fino a questo punto, ne in questo modo; in questi giorni, ho avuto modo di riflettere su tutto ciò che è successo, su tutti coloro che sono morti e su tutti coloro che hanno deciso di cadere per una ragione. Non so dove sono diretta, se mi fermerò mai, ma una cosa però si: fermerò tutto questo e quando sarà il momento, tornerò dai miei cari, tornerò a casa- quando quella finì, la videocamera si spense definitivamente; il bambino tornò indietro portandosela dietro; non sapeva se sarebbe riuscito a farla funzionare ancora, ma sapeva che ciò che c'era stato inciso sopra era importante.
Chissà, magari era ancora viva o magari, Selene, era tornata a casa dai suoi cari, proprio come aveva detto nel filmato; nessuno poteva saperlo per certo.
Quando il ragazzino giunse di nuovo al villaggio, andò al mercato a chiedere se qualcuno per caso sapeva aiutarlo con quello strano aggeggio; stranamente, si scontrò con una donna. Era alta e molto bella, avvolta in abiti strani e caldi; coperta da un cappuccio, si offrì di dargli una mano. Quando ebbe finito, gli diede una dolce carezza sui capelli e gli sorrise; lui corse via poco dopo senza nemmeno riconoscerla: era lei, era Selene. 
   
 
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