Serie TV > The Walking Dead
Ricorda la storia  |      
Autore: Serendipity__    12/09/2016    6 recensioni
Rick e Beth vengono presi in ostaggio da alcuni uomini, intenzionati ad usarli come merce di scambio per ottenere armi e provviste dai loro compagni.
Durante la loro prigionia, scopriranno entrambi che i sentimenti che provano uno verso l'altro, non sono semplici e chiari come invece pensavano fossero.
Perchè alle volte, innamorarsi di qualcuno significa vivergli accanto tutti i giorni, e farlo tuo un pezzetto alla volta, senza esserne coscienti sino a che il destino non decide che è arrivato il momento di scoprire che è successo.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Rick Grimes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buongiorno fanciulle!
Eccomi ad inaugurare un'altra prima volta insieme a voi! Come vi avevo preannunciato, la mia testolina si era messa in moto su un nuovo pairing, e come sempre, non ha trovato pace sino a che non ho messo nero su bianco, almeno una prima storia che lo riguardasse. XD
Ed ecco, allora, la mia prima Rick/Beth! Prima, perchè ho già capito che ne verranno sicuramente delle altre, dal momento che ho tratto molta, molta soddisfazione nello scrivere questa. 
Neanche a dirlo, quindi, sarei davvero felice di sentire un vostro parere, dato che mi sono cimentata in qualcosa di completamente nuovo.
Prima di lasciarvi alla lettura, vi accenno solamente che la storia si colloca, temporalmente parlando, nel periodo in cui il gruppo si trova alla prigione, prima però che il Governatore sia comparso all'orizzonte.
Detto questo, non mi rimane altro che augurarvi buona lettura e rimandarvi a qualche ulteriore nota che troverete nello spazietto autrice che mi ritaglio sempre alla fine della storia.
Baci
Serena








Ogni volta che mi guardi, io rinasco nei tuoi occhi   
(Jorge Riechmann)







- Tieni, stronzo. Il capo vuole che medichi la tua donna. 

A lanciargli del disinfettante, delle bende e un rotolo di nastro medico è lo stesso uomo con cui ha fatto a botte prima, non appena sono arrivati in quella casa. Rick è contento di vedere che sta messo molto peggio di lui, dal momento che naso e occhi gli si sono gonfiati per bene. Nonostante sia più grosso di lui, è stato meno svelto però, così gli sono bastati alcuni colpi ben piazzati ed è andato giù come un birillo.
Ha capito di aver fatto la cosa giusta, reagendo così come ha fatto alla provocazione di quel bastardo, quando nello sguardo del tizio che tiene insieme quella banda di spiantati, è comparso del rispetto per lui che prima non c'era. Anche della soddisfazione, perchè forse si è convinto del tutto che nello scambio di ostaggi che ha accettato, ci ha guadagnato davvero, perchè più un tizio dimostra di essere in gamba, più il resto del suo gruppo farà di tutto per riaverlo indietro. Ancora una volta il pensiero di aver impedito che portassero via Carl gli provoca un enorme sollievo, ma nello stesso tempo è arrabbiato per non essere riuscito a convincerli a lasciar andare Beth, scelta inizialmente come merce di scambio insieme a suo figlio. 
Nella sua esperienza di sceriffo ha avuto a che fare con diversi tipi di criminali, e in questi ci ha riconosciuto dei cani sciolti, perciò è consapevole che non dovrà mai abbassare la guardia con nessuno di loro, nemmeno per un secondo.
Un basso gemito lo strappa da quei pensieri e lo porta a fissare male il tizio che è ancora lì, in piedi davanti a loro, lo sguardo puntato sulla ragazza spaventata seduta di fianco a lui.
- Conviene che te ne vai, se non vuoi che finisco il lavoro che ho iniziato prima.
Non fa per niente fatica a mostrarsi duro e minaccioso, perchè è proprio così che si sente in quel momento. Potrebbe uccidere quell'uomo a mani nude, tanto ha voglia di farlo. E non esclude che lo farà comunque, quando tutta quella storia sarà finita. Perchè è certo che appena Daryl sarà informato della situazione in cui si trovano, arriverà presto a liberarli insieme agli altri loro compagni.
Un altro gemito della ragazza lo fa scattare in piedi, convinto che il tizio abbia davvero deciso di sfidarlo di nuovo. Ma prima che lo possa scoprire veramente, una voce fuori campo decide per lui.
- Ehi, Jake, la pianti di fare il coglione? Hai sentito cosa ha detto il capo? Dovevi portargli la roba e andartene subito. Non fare ancora lo stronzo con la ragazza.
In risposta a quel richiamo, il grasso Jake cerca di rifilargli un'occhiata altrettanto minacciosa, ma dato che ha un occhio gonfio e l'altro quasi semichiuso, non gli riesce per niente bene.
- Sta sicuro che non finisce qui, tra di noi, stronzo.
- Ci conto anch'io.
Mentre lo vede andarsene, richiudendosi la porta dietro le spalle, sente ribollire dentro di sè quella ferocia disumana che ormai lo accompagna quasi sempre in ogni sua azione, e non può fare a meno di domandarsi che fine abbia fatto quella brava persona che era un tempo.
Non riesce più a provare sentimenti come la pietà, il perdono, o la clemenza verso nessuno dei suoi simili, a meno che non sia uno di quei sopravvissuti che formano la sua nuova famiglia, insieme a Judith e Carl. E siccome la ragazza a cui si è seduto di nuovo accanto, ne fa parte, è pronto anche a dare la vita per lei, proprio come farebbe per i suoi figli.
- Non so se mi ispira più paura o odio, quell'uomo.
Ma nello sguardo della piccola Beth, lui ci vede decisamente più paura che odio, e la cosa gli provoca una nuova ondata di rabbia, tanto che deve inspirare profondamente per far sì che non lo travolga. Adesso deve occuparsi di lei, e per farlo senza spaventarla ulteriormente, deve riuscire a far tornare in superficie quella parte di sè che sa essere ancora dolce e rassicurante. 
- Ci penso io a tenertelo lontano, Beth. Non ti devi preoccupare di lui.
Negli occhi azzurri che lo stanno fissando, un pò della paura viene sostituita da una consapevolezza che li fa sembrare ancora più profondi di quanto non siano già.
- E a te, chi ci pensa se davvero vuole ucciderti?
Rimane spiazzato da quella domanda, perchè per un attimo si chiede da quanto tempo è che nessuno si preoccupa davvero per lui, contando invece solo sul fatto che sia abbastanza forte da compensare le paure di tutti loro. Poi, però, si riscuote e risponde nell'unica maniera possibile.
- Io non ho bisogno di aiuto, Beth. Me la cavo alla grande.
I lineamenti delicati del suo viso si irrigidiscono in una smorfia che gli provoca una fastidiosa fitta al cuore. E' consapevole di come quella ragazzina stia cercando di lottare contro la sua fragilità sin da quando l'ha conosciuta alla fattoria, senza però riuscirci. Le sue parole, in un certo senso, lo hanno appena sottolineato. Solo che, adesso, non può preoccuparsi anche di come deve risponderle per non urtare la sua sensibilità. Magari, le parlerà quando saranno fuori da quel casino, dicendole che il coraggio si esprime in tanti modi diversi, non solo dimostrando di saper picchiare o ammazzare qualcuno.
- Senti, adesso dobbiamo dare davvero un'occhiata alla tua ferita.
Negli occhi che sta fissando compare subito un'espressione allarmata e non gli ci vuole tanto a capire il perchè.
- Già che ci hanno offerto così gentilmente questa roba, sfruttiamola.
Cerca di scherzare per alleggerire l'atmosfera, perchè anche lui non è completamente a suo agio all'idea di doverla vedere mezza nuda. Immagina che se lo sapesse Hershel non avrebbe nulla da recriminargli, lo sta facendo pensando davvero solo al bene di sua figlia, solo che lei rimane pur sempre una donna, tra l'altro molto bella anche se molto giovane, e lui un uomo.
- Non è così grave come può sembrare. Brucia soltanto un pò. Non ti preoccupare, Rick.
E' palese che stia mentendo, visto che tiene il braccio destro premuto contro il petto pur di non muovere la spalla ferita, e lui vorrebbe risponderle sinceramente di non preoccuparsi, che non ha da mostrargli niente che non abbia già visto molte volte, ma sarebbe una risposta troppo dura e cinica. Non è che ci stia ripensando sul fatto di preoccuparsi di urtare, più o meno, la sua sensibilità, è solo che su questo argomento ci vuole andare cauto.
L'ha già messa in una situazione difficile, mentendo come ha fatto, quando ha dichiarato che era la sua compagna, costringendola così a dover subire una serie di battute maliziose che l'hanno gettata nel panico, oltre che nell'imbarazzo più totale. D'altronde, è stata anche l'unica cosa che ha potuto fare per cercare di proteggerla il più possibile nel momento in cui ha capito che alcuni di quegli uomini hanno intravisto in lei una facile preda con cui soddisfare i loro istinti più bassi. Anche pestare il grassone è stato un ottimo deterrente, oltre che una grande soddisfazione, visto che aveva allungato lo stesso le mani su di lei, nonostante gli avesse appena detto che era la sua compagna. Ora è sicuro che tutti hanno capito chiaramente che prima di arrivare a lei, dovranno veramente passare sul suo cadavere, e siccome il loro capo lo vuole vivo, spera di essere riuscito nel suo scopo.
- Mi dispiace insistere, Beth, ma sarebbe meglio se mi facessi dare un'occhiata lo stesso. E' meglio non sottovalutare quella ferita.
Glielo dice con un tono gentile, ma fermo. Vuole farle capire che preferirebbe farlo con la sua approvazione, piuttosto che doverglielo imporre e basta. Non può proprio rischiare che le venga un'infezione o anche qualcosa di peggio, magari.
- Se dovesse tornare quel tizio proprio mentre...
Non finisce la frase, ma è chiaro quello che teme. Forse la sta usando come ulteriore scusa anche per non doversi spogliare davanti a lui, ma anche se comprende il suo turbamento, insiste.
- Ci spostiamo dietro a quella poltrona. E' abbastanza grande da nasconderti alla vista di chi dovesse entrare.
Le indica la poltrona che c'è accanto al letto matrimoniale, e la vede arrossire ancora di più. Purtroppo li hanno rinchiusi proprio in una camera da letto, forse con l'intenzione di fargli credere che si sono preoccupati di sistemarli in un alloggio che sia il più comodo possibile, come se il fatto di trattarli bene, potesse influenzare la buona riuscita dello scambio.
- Davvero, Rick. Non ce n'è bisogno. Già a tenere fermo il braccio così, mi fa meno male.
Okay, ha provato ad aggirare l'ostacolo, ma visto che non ha funzionato, è costretto a fare la sua parte di uomo adulto e andare dritto al punto.
- Beth, capisco che ti possa sentire in imbarazzo. Ma credimi, non ci metterò più tempo del dovuto. Guardo la tua ferita, la medico e poi ti rivesti immediatamente.
Non solo non lo sta più guardando, ora, ma si è nascosta il viso con l'altra mano, rannicchiandosi ancora di più su se stessa.
- Devo sembrarti così stupida. Potrebbero ucciderci da un momento all'altro, e io sto qui a preoccuparmi che mi vedrai mezza nuda.
Le scappa addirittura un gemito strozzato, ma quando riprende a parlare capisce cosa lo abbia provocato.
- Potrei addirittura essere violentata da quell'uomo, e davvero sto qui a preoccuparmi perchè rimarrò in reggiseno davanti a te.
La rabbia che ha cercato di ricacciare indietro, tenta di ritornare in superficie alla sola idea che qualcuno possa davvero violentarla. Ma si dice di nuovo che non deve assolutamente pensarci, altrimenti potrebbe fare qualche sciocchezza, tipo uscire da quella stanza e cercare di ammazzare chiunque potrebbe pensare di farle una cosa del genere.
- Nessuno ti farà del male, Beth. Te lo giuro sui miei figli.
Su questo può starne sicura, ed è bene che lo sappia con certezza.
- E non sei affatto stupida nel sentirti in imbarazzo nei miei confronti. Penso sia una reazione più che naturale.
E' contento che abbia ancora il viso nascosto, gli rende più semplice il compito di rassicurarla. Un pò deve anche rassicurare se stesso, in fondo. Dopotutto non potrà evitare di guardarla, e non vorrebbe avere qualche reazione inopportuna, ma altrettanto naturale anche per lui, essendo un uomo ancora nel pieno del suo vigore.
A fare questo tipo di pensieri, ora sì che forse Hershel avrebbe qualcosa da dirgli, ma siccome non lo saprà mai che li ha fatti, cerca di non colpevolizzarsi più di tanto. Quando torneranno alla prigione, non saranno costretti a rivelare tutti i particolari della loro prigionia e dimenticheranno entrambi questo momento imbarazzante.
Nel frattempo la sente inspirare profondamente, proprio come se avesse appena preso una decisione combattuta.
- Okay, va bene. Mi sposto dietro alla poltrona e poi... ti chiamo. Quando sono pronta.
Si deve essere convinta che è meglio non rischiare per evitare ulteriori complicazioni in seguito.
- Vieni, ti aiuto ad alzarti.
Si è alzato per primo, per poi chinarsi e farle scivolare un braccio intorno alla vita, aiutandola a sollevarsi a sua volta. Le scappa una smorfia di dolore, a riprova che la ferita non è poi così superficiale come voleva fargli credere.
L'accompagna dietro la poltrona e l'aiuta di nuovo a risedersi. E' una posizione anche migliore, tra l'altro, perchè si trovano proprio davanti alla finestra, così godrà di una luce maggiore per medicarla.
- Aspetto che mi chiami.
Si sposta dall'altra parte della stanza, lasciandole la giusta privacy per spogliarsi. Nel frattempo torna a perlustrare l'ambiente con attenzione, per vedere se ha trascurato di notare qualcosa che può utilizzare come arma improvvisata. Passano quelli che possono essere un paio di minuti, più o meno, prima che la voce di Beth si faccia risentire, sottile ed imbarazzata.
- Da sola non ci riesco.
Intuisce subito quale sia il problema che ha incontrato, e sinceramente non ci aveva pensato, perciò si trova un attimo spiazzato. Però si riprende subito, e la raggiunge di nuovo dietro la poltrona, portando con sè tutto l'occorrente per la medicazione. Si siede di fronte a lei, che ha le guance in fiamme e la camicetta ancora abbottonata.
-  Le asole sono strette e con la sinistra faccio fatica.
Può farlo tranquillamente lui, è ovvio, solo che avrebbe preferito evitarlo per non metterla ancora più in difficoltà.
- Dimmi se ti faccio male.
Siccome sta allungando le mani verso il primo bottone, e lei ha chiuso gli occhi, preferisce avvisarla che sta per toccarla.
- Sì, okay.
Cerca di fare piano, per non provocarle magari dell'ulteriore dolore. Slacciato anche l'ultimo bottone, potrebbe aprirla, solo che lei sta ancora tenendo premuto il braccio destro contro il petto. Quando capisce che sta temporeggiando per rimandare l'inevitabile, torna ad insistere gentilmente.
- Beth, dovresti spostare il braccio.
Lei ha alzato lo sguardo un attimo su di lui, ma probabilmente tra il fissarlo negli occhi, o fissare le sue mani che stringono i lembi della camicetta pronto ad aprirgliela, preferisce la terza opzione, cioè tornare a chiudere gli occhi. Inizia a muoverlo con cautela, e poi lentamente lo porta lungo il fianco, permettendogli così di scostare la camicia quel tanto che basta per intravedere la spalla. Lo straccio che gli hanno messo per tamponare la ferita è ormai inzuppato di sangue e rimuoverlo è la prima cosa da fare.
- Ti tolgo lo straccio, può darsi che farà male.
Glielo dice perchè almeno si può preparare all'eventuale dolore, nel caso si sia appiccicato parecchio alla ferita. Vorrebbe farlo delicatamente, ma poi pensa che uno strappo più deciso possa essere meno doloroso nel caso sia veramente appiccicato.
Così appoggia una mano appena sotto la sua gola, dove sente il suo cuore battere come un tamburo, e con l'altra afferra lo straccio e dà uno strattone deciso. Il tessuto, inzuppato di sangue raggrumato, oppone un pò di resistenza. Istintivamente lei si è sollevata con il busto per evitare lo strappo, costringendolo a fare forza per respingerla contro lo schienale della poltrona e permettergli di staccarlo.
- Scusa.
Gli dispiace veramente di averlo dovuto fare, perchè pur sapendo di non avere alternative, non vorrebbe vederla soffrire così per mano sua.
- Non... non è... niente.
Non è affatto brava a nascondere la verità, che trapela sia dalla voce tremante, che da come si sta mordendo le labbra. La ferita ha ripreso a sanguinare leggermente e lui ha bisogno di vederla bene, per valutarne la profondità.
- Ti sfilo la camicia per vedere bene la ferita.
Il suo respiro sta tornando abbastanza regolare, segno che il dolore provocato dallo strappo si deve essere un pò attenuato.
- Okay.
Ha sempre gli occhi chiusi, ma non sa se è perchè teme di sentire altro dolore o perchè sta per rimanere mezza nuda, e non vuole vedere che effetto abbia su di lui. Gli piacerebbe dirle nessuno, ma mentirebbe. Perchè solo nell'intravedere i suoi seni ricoperti da un semplice reggiseno bianco, un piccolo sussulto c'è stato dentro di lui.
Ma deve procedere, così per prima cosa la invita a sollevarsi leggermente con il busto, aiutandola ad inclinarsi in avanti verso di lui, per permettergli di sfilarle prima la manica sinistra, dove non incontra difficoltà, e poi la destra, dove deve procedere con più cautela, perchè essendo bagnata dal sangue, fa più fatica a scivolare fuori.
La sente tremare leggermente e cerca di essere davvero il più delicato possibile. Liberato anche il braccio destro, può aiutarla a riappoggiarsi allo schienale, allontanandola da lui.
- Ti fa molto male?
Siccome non la può guardare negli occhi, fa più fatica a valutare quanto stia realmente soffrendo. 
- Abbastanza.
- Ha ripreso un pò a sanguinare.
Nel frattempo lui ha aperto una confezione di garze sterili e ne ha imbevuta qualcuna di disinfettante.
- Sto per pulirtela. Probabilmente brucierà un bel pò.
Vede la sua mascella irrigidirsi, segno che ha già stretto i denti, e non solo letteralmente in questo caso. Appena la sfiora, sussulta e geme. Siccome vuole disinfettarla bene, deve spingere un pò sulla ferita, per far sì che il liquido entri anche dentro il taglio.
Lei si solleva di nuovo con il busto, per cercare di respingere il bruciore, ed è di nuovo costretto a tenerla ferma mettendole una mano appena sopra lo sterno, per finire così il lavoro.
- Ho quasi finito. Penso sia meglio rifarlo un'altra volta, però, così saremo sicuri di averla pulita bene.
Il taglio è abbastanza profondo, ma non da richiedere dei punti, fortunamente. Non è nemmeno slabbrato, segno che il legno contro cui si è tagliata quando è caduta mentre cercavano di fuggire nel bosco, era piuttosto appuntito e quindi ha solo inciso la carne, facendo meno danni che non se l'avessero strappata. Userà il nastro medico per tenere vicini i due lembi di carne, così da aiutare la cicatrizzazione, poi quando torneranno alla prigione - perchè non vuole dubitare nemmeno per un attimo che non ci torneranno - suo padre le farà una medicazione migliore. Potrà prendere anche degli antibiotici, per precauzione.
Sta ripassando un'altra volta il disinfettante, continuando a tenerla ferma per prevenire altri movimeni bruschi, quando diventa consapevole di un particolare che lo fa sussultare un'altra volta. Le punte di quel seno che sta cercando di guardare con occhio clinico, si sono inturgidite, rendendolo molto meno innocente alla sua vista di quanto dovrebbe essere.
Beth è giovane, ma non è di certo una bambina, e le reazioni del suo corpo glielo stanno confermando. Si dice da solo che non deve assolutamente continuare su quella strada, altrimenti arriveranno altri pensieri inopportuni, soprattuto perchè il suo inguine sta già rispondendo ad alcuni stimoli che il cervello gli ha trasmesso in automatico.
- Ti prego, dimmi che hai finito.
C'è un leggero velo di sudore a ricoprirle il viso ed il busto, e lui dovrebbe solo pensare al fatto che sta soffrendo, invece di prendere altre direzioni.
- Sì, ho finito di disinfettarla. Ora metto a cavallo del taglio delle striscioline di nastro per tenerla più unita, poi te la copro con la garza. Fortunamente non è così profonda come temevo.
Un accenno di sorriso le distende le labbra, leggermente gonfie dato che le ha morsicate con forza per resistere al dolore.
- Potresti sostituire tranquillamente papà. Sei molto scrupoloso nei panni del dottore.
- Non ne sono tanto sicuro. Mi sa che lui avrebbe fatto un lavoro migliore del mio.
Davanti alla sua affermazione, riapre gli occhi e li posa sulla sua spalla, dove le sta applicando le piccole strisce che ha preparato.
- Papà è fiero di te e di quello che fai per tutti noi.
Di colpo si rabbuia in viso e le spuntano delle lacrime che prendono a scorrerle lungo le guance, arrivando a bagnarle anche il petto.
- Sarà così preoccupato per noi.
All'improvviso è arrivato quello sfogo che si aspettava molto prima da lei, in realtà. E insieme alle lacrime, arrivano anche lunghi singhiozzi a scuoterla.
- Non dovrà esserlo a lungo. Perchè nemmeno noi rimarremo qui ancora per molto, puoi starne certa.
Ha finito di applicarle le striscioline, gli rimarrebbe solo da mettere la garza e fissarla. Ma può anche aspettare la medicazione, ora per lui è più importante confortarla, e gli viene istintivo farlo in un modo solo.
- Vieni qui.
Stando attento alla spalla, l'ha abbracciata e stretta contro di lui, appoggiandole il mento sulla testa e cullandola leggermente, come ha fatto molte volte anche con Carl.
- Scusami... scusami... scusami...
Lei glielo continua a ripetere tra i singhiozzi e le lacrime che sembrano inesauribili, tanto che gli stanno inumidendo la maglietta che indossa.
- Ssht... stai tranquilla. E' tutto a posto. Sfogati pure.
Continua a tenerla stretta e a cullarla, anche se sta diventando sempre più consapevole di come siano diverse le reazioni che gli sta provocando il fatto di avere lei tra le braccia e non Carl.
Soprattutto perchè il suo cervello non può fare a meno di registrare la sensazione di come sia liscia e calda la pelle che le sue mani stanno toccando, o di come siano morbidi i seni che sono premuti contro il suo torace, o di come senta lo stesso un vago sentore di pesca, nonostante i suoi capelli non siano affatto freschi di shampo.
Si ripete che sono reazioni naturali, perchè nonostante tutto, lui rimane un uomo e lei una donna. Solo che nella sua testa si fa viva una vocina dispettosa, insinua che le cose non stanno proprio così, dal momento che quando in altre occasioni, ha provato ad abbracciare Carol o Maggie, non ci sono state le stesse "reazione naturali".
Mentre è impegnato a mettere a tacere quella vocina che sembra avere un lungo elenco di cose da dirgli al riguardo, lei piano piano si calma, sino a che i singhiozzi svaniscono e le lacrime si esauriscono. Passa ancora un minuto o due, poi la sente irrigidirsi leggermente.
- Grazie, Rick.
Si è scostata quel tanto che basta per fargli capire che è diventata consapevole anche lei che quell'abbraccio tra di loro ha qualcosa di intimo, nonostante sia nato per un motivo del tutto innocente.
E' ora di lasciarla andare, lo sa anche lui, ma per un attimo vorrebbe non doverlo fare. Ovviamente alla fine lo fa, perchè non sarebbe mai così pazzo da assecondare le insinuazioni di quella vocina che è riuscito fnalmente a far tacere, però intanto quell'attimo c'è stato e teme che tornerà a tormentarlo in futuro.
- Va meglio?
E' consapevole di avere un ruolo ben preciso da portare avanti con quella ragazza, ed è quello di essere il suo angelo custode sino a che non sarà di nuovo al sicuro tra le mura della prigione, perciò deve solo interpretarlo al meglio, senza lasciarsi andare ad improvvisazioni che sono solo fuori luogo. Tutto qui, semplice e chiaro.
- Un pò sì.
C'è un misto di gratitudine e imbarazzo nei suoi occhi, ma non gli sfugge che c'è anche un'ombra di stupore, come se avesse appena scoperto qualcosa che proprio non si aspettava di trovare.
Smettila, Rick!
Stavolta è talmente potente l'ordine che gli risuona in testa, da sembrargli addirittura che sia la voce stessa di Hershel a rimproverarlo.
- Allora finisco di medicarti, okay?
Annuisce e torna ad appoggiarsi allo schienale, senza però richiudere gli occhi stavolta. Anzi, sente che approfitta del fatto che è impegnato ad applicarle la garza, per studiarlo in viso.
- Sarebbe meglio che continuassi a tenere fermo il braccio, per non rischiare che si riapri la ferita.
Parla, ma nella sua testa si sta chiedendo a cosa stia pensando lei, che continua ad osservarlo. Spera che non abbia intravisto qualcosa in lui che l'abbia turbata, o peggio ancora, spaventata.
- Strapperò una striscia di tessuto dal lenzuolo per farne una fascia, così potrai usarla per sostenere il braccio.
Ha quasi finito con la medicazione, gli manca solo un ultimo lato della garza da fissare. Poi non avrà più nulla da fare che lo costringa a rimanerle vicino. Anzi, no, dovrà aiutarla a rimettersi la camicetta. Quest'ultima cosa, gli fa venire in mente però, che potrebbe guardare nell'armadio per vedere se per caso ci sono dentro dei vestiti. Non sa da quanto tempo quella casa faccia da base a quegli uomini, ma magari è rimasto ancora qualcosa che non abbiano già saccheggiato.
- Ecco, finito.
Solleva lo sguardo su di lei, che subito lo abbassa sulla spalla, a guardare il risultato finale.
- Grazie. Hai fatto davvero un ottimo lavoro.
Poi i loro occhi finalmente si incrociano, e lui prova un sollievo sincero nel vedere che i suoi non esprimono emozioni negative nei suoi confronti.
- Pensavo di dare un'occhiata nell'armadio, magari c'è qualcosa che puoi indossare al posto della tua camicetta.
- Sarebbe fantastico.
La sua idea sembra ricordarle di botto che è ancora in reggiseno, e la vede portarsi di nuovo il braccio destro contro il petto, sostenendolo con il sinistro, probabilmente anche per raggiungere lo scopo di coprirsi parzialmente alla sua vista. Si chiede se sia un gesto riflesso o se sia dettato ancora dall' imbarazzo. In fondo, adesso veramente ha ormai visto tutto quello che c'era da vedere.
Questo, però, non lo deve indurre a guardarla più del dovuto. Così, si alza e fa quello che le ha preannunciato, si dirige verso l'armadio a due ante, che insieme al letto, alla poltrona e ad una piccola scrivania, costituisce l'unico arredamento di quella stanza.
- Non saranno della tua misura, ma almeno sembrano pulite.
Le sta mostrando le tre camicie a maniche lunghe, chiaramente da uomo, che ha trovato appese su delle grucce.
- Quale preferisci?
Improvvisamente la vede sorridere davvero divertita, tornando così ad essere la Beth di sempre, quella che trascorre molto tempo con lui alla prigione, mentre lo aiuta ad occuparsi di Judith.
- Non credevo che avremmo avuto anche il tempo per una sessione di shopping.
Sa benissimo quanto può essere divertente quella ragazza, perchè è spiritosa ed ironica al punto giusto, e molto spesso si è ritrovato a ridere di gusto per una sua battuta pungente. Ma all'improvviso realizza che lei non è solo divertente, ma è anche dolce, comprensiva, paziente, altruista e matura.
Può sembrare molto giovane sotto certi punti di vista, ma per altri è dovuta crescere molto più in fretta di quanto avrebbe fatto se il mondo non fosse diventato un posto così duro e pericoloso.
- Rick? Tutto bene?
Si accorge di essere rimasto impalato a fissarla, ottenendo che il suo sorriso perdesse un pò dello slancio iniziale, perciò si riscuote immediatamente.
- Sì, certo. Allora, quale sceglie, signorina? Dicono che quest'anno vada molto di moda l'azzurro, infatti, come vede, ne è rimasta soltanto una di questo colore.
Cerca di riaccendere un pò del divertimento che le è comparso in viso, e sembra riuscirci, perchè lei ridacchia e indica la camicia che ha messo in evidenza.
- Vada per l'azzurro, allora.
Ripone le altre e ritorna da lei con la camicia scelta.
- Ti aiuto ad indossarla. Se te la senti di alzarti, sarà più semplice.
Questo vuol dire toccarla ancora, se ne rende conto anche lei, però non è che ci siano altre soluzioni, per cui annuisce. Come prima, deve passarle un braccio intorno alla vita per aiutarla a sollevarsi, e per un attimo riassapora la sensazione di toccare la sua pelle. Però non fa l'errore di indugiare, e appena la vede stabile sulle gambe, la lascia subito andare.
- Pensi davvero che gli altri riusciranno a trovare questo posto?
Crede che la domanda abbia due funzioni insieme: parlare davvero della loro situazione, ma anche rompere il silenzio in un momento in cui sono ritornati entrambi consapevoli che sono vicini in una maniera... diversa.
Non gli viene in mente una definizione migliore per descrivere l'idea che quella forzata intimità tra di loro, li abbia resi coscienti che non riusciranno a fare finta che non sia mai esistita.
- Sì. Non appena Daryl avrà saputo cosa è successo, si sarà oganizzato per venire a cercarci subito. Non aspetterà di recarsi all'appuntamento concordato tra un paio di giorni.
Intanto la sta rivestendo, effettivamente con meno difficoltà di quando l'ha dovuta spogliare, perchè essendo in piedi ha potuto mettersi alle sue spalle per reggerle la camicia, così lei ci ha fatto scivolare dentro le braccia.
E' stato anche bravo, perchè solo per un attimo lo sguardo gli è scivolato sul suo sedere fasciato dai jeans, poi lo ha rialzato immediatamente.
- Lo so che è bravo a seguire le tracce. Ma noi ci siamo spostati anche in macchina. Abbiamo fatto un bel pò di strada.
Ne è consapevole anche lui, ma crede ciecamente in Daryl e sa che farà tutto ciò che è in suo potere per trovarli prima del previsto.
- Daryl può fare miracoli con le sue capacità, glieli ho visti fare con i miei occhi.
Occhi che adesso deve abbassare per allacciarle la camicia, dal momento che è ritornato davanti a lei. Vuol dire nascondere definitivamente quel seno che sarebbe stato meglio non avesse mai visto così scoperto, perchè non potrà dimenticare nemmeno quello.
- Mi fido del tuo giudizio, allora. Perchè ecco... Daryl lo conosco poco in realtà. Non si lascia molto avvicinare dalle persone.
E' arrossita adesso e non ne capisce il reale motivo. E' perchè stanno parlando di Daryl o perchè le sue mani la stanno sfiorando mentre le allaccia i bottoni?
- Penso tu abbia ragione. Daryl tende ad essere abbastanza schivo. Nonostante l'apparenza, però, è una brava persona.
Ecco, ha finito, per ultimo le ha arrotolato un pò le maniche, ovviamente troppo lunghe per le sue braccia. Ora Beth è di nuovo Beth Greene, la figlia di Hershel e la sorella di Maggie. Meglio ripeterselo per avere le idee chiare su chi abbia di fronte.
- Anche stavolta, mi fido del tuo giudizio.
Il fatto che si fidi di lui così ciecamente gli provoca una piacevole fitta allo stomaco. Troppo piacevole. Sente il bisogno che tutto torni presto come prima tra di loro, quindi prega mentalmente che davvero Daryl faccia un miracolo.
- Cosa facciamo, adesso?
- Aspettiamo.
Non ci sono alternative. Pensare di scappare è escluso. Se fosse stato da solo, avrebbe anche azzardato l'idea di provarci, ma con lei, per giunta ferita, non se ne parla proprio. Poi vuole che lei entri il meno possibile in contatto con quegli uomini, e che soprattutto non gli fornisca una buona scusa per metterle le mani addosso di nuovo. Intanto si avvicina al letto, che è rimasto perfettamente rifatto, come era rifatto anche quello di casa sua, quando ci è tornato dopo che si è risvegliato in quello che credeva essere solo un incubo, e non la realtà.
Scosta il copriletto e afferra il bordo del lenzuolo, rompendolo con i denti e strappandone poi una grossa e lunga striscia. Beth sta guardando fuori dalla finestra, ma deve esserci qualcuno che l'ha vista, perchè la vede arretrare di scatto e impallidire.
- Chi c'era?
Si trattiene dall'andare a vedere, perchè non vuole che riemerga proprio adesso la sua rabbia impotente.
- Due di loro. Sembrano di guardia all'ingresso del giardino.
- Sarà certamente così.
Quella banda di stronzi ha trovato una sistemazione che gli dovrà sembrare una reggia, dal momento che è una grande casa coloniale, proprio nello stile di quelle originarie della Louisiana, con intorno un grande giardino cintato da un'alta cancellata in ferro.
- Mi dispiace di aver insistito, Rick. Forse senza di me a rallentarvi, le cose sarebbero andate diversamente per voi.
Le si è riavvicinato per aiutarla a legarsi quella fascia improvvisata, e lei, senza guardarlo, sputa fuori quella confessione con voce davvero colpevole e dispiaciuta. D'istinto le prende il viso tra le mani per sollevarlo e poterla guardare così negli occhi.
- Non dirlo neanche per scherzo, Beth. Se c'è qualcuno colpevole qui, quello sono io. Non sono stato abbastanza svelto da intuire il pericolo. Il fatto che c'eri anche tu, doveva essere solo un motivo in più per prestare maggiore attenzione.
E' vero, all'inizio non voleva portarla con lui, Glenn e Carl, ma solo perchè non voleva che Hershel stesse in pensiero per lei. Solo che poi, anche Carl ha insistito perchè venisse, visto che con lei si trova bene, e lui si è fatto convincere. Ma questo non c'entra niente con quello che è capitato, sarebbe successo lo stesso, anche senza di lei.
- Sul serio, non devi pensarlo, okay?
Ha mai notato davvero quanto siano azzurri ed espressivi i suoi occhi? Ombreggiati dalle lunghe ciglia, lo osservano con attenzione per capire se le sta dicendo la verità, e lui sente tutto il peso di quello sguardo addosso.
- La verità è che non sono fatta per vivere in questo nuovo mondo. Sono solo un peso per tutti.
Le sono tornati gli occhi lucidi, ma lui non vuole vederla di nuovo piangere, gli provoca un'emozione che non è fastidio, ma nemmeno semplice tenerezza. E' più una pena che tocca corde molto profonde dentro di lui.
Le sta tenendo sempre il viso tra le mani e con il pollice le asciuga una lacrima che le è appena sfuggita.
- E invece sei una ragazza molto coraggiosa, perchè nonostante tutto non ti sei arresa. Magari con più fatica di altri, ma stai andando avanti.
Si sta forzando di trattenere le lacrime, lo vede benissimo, e questo gliela fa apparire ancora più... desiderabile.
Cristo, deve essere impazzito, ma è proprio quello che sta pensando in questo momento! E' così piccola e fragile, eppure è vero, sta comunque cercando con tutte le sue forze di resistere.
La vuole baciare, ecco cosa gli si agita dentro all'improvviso. Stringerla e baciarla, per farle scoprire che in quel mondo devastato, c'è ancora qualcosa per cui vale davvero la pena di vivere.
E deve essere impazzita anche lei, perchè gli sembra che pur avendo capito che direzione hanno preso le sue intenzioni, non ne è respinta, ma attratta. Lo capisce da come ha dischiuso leggermente le labbra, sollevandosi sulle punte per avvicinare di più i loro visi e le loro bocche.
Rick non lo fare!
E' un insieme di voci, stavolta, a risuonargli in testa: quella della sua coscienza, di Hershel, di Maggie, persino di Carl. Hanno tutti ragione, sarebbe la sciocchezza più grande che potrebbe fare, eppure lo desidera sempre di più, ogni secondo che passa.
- Rick...
E' come pronuncia il suo nome, con un misto di trepidante attesa, ma anche cauta incertezza, che lo fa rinsavire quel tanto che basta ad allontanarla un pò da lui, per rimettere la giusta distanza di sicurezza tra loro.
- Ora parli così di te, Beth, perchè sei stanca, ferita e spaventata.
Ecco, è tornato ad essere il giusto Rick con lei. Deve cancellare qualsiasi altro pensiero che ha fatto. Sul serio, lo deve fare punto e basta.
- Cerca di riposare un pò. Vedrai che poi ti sentirai meglio.
L'ha lasciata andare del tutto, allontanandosi ancora di più ed indicandole il letto.
- Io rimarrò sveglio e di guardia. Per cui, non ti devi preoccupare.
Vede ancora sentimenti contrastanti nel suo sguardo: amara delusione per come lui si è tirato indietro, ma anche sollievo per non aver fatto qualcosa che non sa bene nemmeno lei dovre li avrebbe condotti.
- Sì, forse hai ragione tu. E' meglio se mi riposo un pò.
Gli volta le spalle e va verso il letto, su cui si siede, per poi distendersi cautamente sul lato sinistro, quello della spalla sana. Nessuno dei due ha il coraggio di dire più una parola, chiudendosi nei rispettivi pensieri.
Immagina che anche i suoi siano caotici, ora, ma spera che al suo risveglio, riescano entrambi a riportare quell'episodio alla sua giusta dimensione: un momento di sbandamento dovuto allo stress della situazione in cui si trovano.



§§§§§§§§§§§§




Quando si sveglia è confusa. Non sa bene dove si trova e perchè sente dolore. Solo che poi, i ricordi le piombano addosso piuttosto ferocemente e allora si solleva a sedere di scatto.
- Rick?
Dal tipo di luce che entra, capisce che deve essere pomeriggio inoltrato ormai. Ha dormito diverse ore, quindi.
Ma Rick non è nella stanza, perciò il panico sale velocemente dentro di lei. Il primo pensiero è che lo abbiano portato via per ucciderlo. Quasi non riesce a respirare all'idea che possa essere davvero così.
Rimane paralizzata per qualche minuto, come se si sentisse dentro ad un incubo da cui non può uscire. Poi, un pò di ragione si fa strada dentro al caos che ha in testa, e capisce che deve trovare il modo di scoprirlo.
L'unica cosa che può fare è attirare l'attenzione di quegli uomini per chiedergli cosa ne hanno fatto di lui. Al solo pensiero che possa presentarsi quel Jake, viene colta da un'ondata di nausea che quasi la fa vomitare.
Cerca di inspirare profondamente per respingerla e quando ci riesce, deve comunque arrendersi al fatto che non ha altre soluzioni da prendere in considerazione.
Deve sapere di Rick, assolutamente.
Così si alza, facendo attenzione a non picchiare la spalla che ancora le fa male. La medicazione di Rick ha tenuto, perchè la camicia non è sporca di sangue.
Dio, ti prego, fa che sia vivo!
Ha iniziato a pregare senza quasi nemmeno rendersene conto. Ripete quella preghiera dentro la sua testa incessamente, come se potesse avere davvero il potere di farla esaudire.
Raggiunge la porta e respira ancora profondamente, raccogliendo tutto il coraggio che riesce. Poi tira un primo pugno.
- Ehi, mi sentite?
Non ha proprio gridato, però nemmeno ha parlato sottovoce. Si mette in ascolto, ma le sembra che fuori dalla porta ci sia soltanto silenzio. Allora tira un pugno più forte, sempre col braccio sinistro, anche se le costa lo stesso una fitta alla spalla ferita e grida anche più forte.
- Ehi, mi sentite?
Si rimette in ascolto, ed è talmente tesa nella sforzo, che quasi perde l'equilibrio quando una voce impastata le risponde.
- Che cavolo hai da gridare! Cazzo stavo dormendo anch'io e mi hai fatto prendere un colpo!
C'è qualcuno, allora. La voce che le ha risposto è appena oltre la porta e non le sembra quella del grassone.
- Dov'è Rick?
Ha il cuore in gola e sente del sudore colarle lungo la schiena. E' terrorizzata, letteralmente.
- E' dal capo. Ha detto che voleva parlargli. E adesso rimettiti buona, cazzo.
Quasi sviene dal sollievo e si deve appoggiare alla porta con la schiena, perchè le gambe le sono diventate di gelatina. Poi, però, realizza di botto che si sta fidando della risposta di uno che potrebbe averle mentito tranquillamente.
- Come faccio a sapere che è vero?
Il cuore è tornato a batterle come un tamburo.
- Non rompere il cazzo, bellezza. Il tuo uomo tornerà, stai tranquilla.
Le sembra che il tono di voce sia sincero, o forse lei vuole crederlo sino a che non avrà prova del contrario, quindi non le resta che aspettare. Probabilmente impazzirà nel giro di qualche minuto, se non trova il modo di calmarsi.
Prende a passeggiare avanti e indietro, per cercare di allentare la tensione, ma le fitte d'ansia che le stringono lo stomaco non si placano affatto.
Dio, ti prego, fa che sia vivo!
Ha ripreso a pregare, qualcosa che di solito l'aiuta molto. A volte lo fa insieme a suo padre, traendone davvero conforto. Sta pregando e pensando intensamente a Rick, quando le torna alla mente come lo ha definito quell'uomo.
Il tuo uomo.
Nonostante la paura di quei momenti, si sente le guance andare a fuoco, mentre rivive tutta la gamma di emozioni che ha sentito solo qualche ora prima. Ricorda perfettamente tutto, da come le ha slacciato i bottoni della camicia, a come l'ha stretta tra le braccia per consolare il suo pianto.
Ha tutto stampato a fuoco nella mente, soprattutto come sono arrivati quasi sul punto di baciarsi.
Dio, stava per baciare Rick!
La fitta nel suo stomaco, ora, non è solo d'ansia. E' qualcosa che le fa tremare le vene, tanto è sconvolgente. Ma che cosa le succede? Dio Santo, quell'uomo è il padre di Judith e di Carl! E' l'uomo su cui conta tantissimo anche suo padre e sua sorella! Su cui contano praticamente tutti!
E lei lo voleva baciare! Ma anche lui la voleva baciare, lo ha capito benissimo anche lei, che non ha tutta questa grande esperienza in fatto di uomini!
Deve sedersi, perchè è sopraffatta da troppe cose tutte insieme: il terrore di non sapere veramente se è ancora vivo, il terrore che potrebbe succedere qualcosa di molto brutto anche a lei e... il terrore di scoprire che prova degli strani sentimenti verso di lui!
Non può che essere sottoshock, non c'è altra spiegazione per la piega che hanno preso certi suoi pensieri. Sino a stamattina, Rick era solo un uomo che lei ammirava per il suo coraggio nel guidare tutti loro, per la sua dedizione verso i figli, per la forza con cui ha superato prove difficilissime.
E ora, invece, si trova a... desiderarlo?
No, non è possibile! E' solo spaventata da morire, quindi non è nel pieno delle sue facoltà mentali. Tutto tornerà a posto quando questo incubo sarà finito.
Cerca di respirare profondamente, riempiendosi la mente di bei ricordi, per scacciare la paura. E non solo quella.
Passa il tempo, ha provato anche a contarlo, ma alla soglia dei cinque minuti, ha smesso. Perchè più ne passa, più fa fatica a credere che l'uomo fuori dalla porta le abbia detto la verità.
Ricomincia a passeggiare avanti e indietro. Poi si piazza proprio davanti alla porta e rimane lì, indecisa se richiamare ancora l'attenzione dell'uomo. Passa altro tempo ed è ancora davanti alla porta, quando sente un rumore soffocato. Tende subito l'orecchio ma non sente più niente, sino a che il rumore inconfondibile della serratura che si apre, le fa schizzare il cuore in gola.
Si allontana immediatamente dalla porta e si rifugia dietro alla poltrona, in attesa di vedere chi sta entrando. Una bruttissima sensazione le fa venire la pelle d'oca su tutta la pelle, mentre la nausea torna a rovesciarle lo stomaco.
La porta si è aperta, e la sagoma che intravede sulla soglia non è affatto quella di Rick.
Dio, ti prego, aiutami.
E quella preghiera è l'ultimo pensiero coerente che riesce a formulare, prima che precipiti in un inferno.




§§§§§§§§§§§§




Quel Kurt gli sta raccontando un sacco di stronzate, l'ha capito subito, ma purtroppo non può farci molto, deve stare ad ascoltarlo. E' in pieno delirio di onnipotenza, ma dal momento che è lui quello con la pistola, se lo può permettere, ovviamente. Se solo fossero ad armi pari, anche lui potrebbe dire la sua.
Così si estrania, mentre quello si vanta dell'ennesima impresa ai danni dell'ennesima vittima, e pensa a Beth. Spera vivamente che stia sempre dormendo, perchè se si dovesse svegliare, immagina la paura che proverà nel ritrovarsi sola.
Nel frattempo, si aggiungono altri due tizi, e adesso pare proprio un raduno di stronzi che non fanno altro che vantarsi di essere dei superuomini, quando invece, sono solo dei ladri e degli assassini. Probabilmente lo erano anche prima, solo che adesso non devono più preoccuparsi del fatto che stanno infrangendo la legge.
Vede dell'ironia nella cosa, perchè per questi tizi, lui è più pericoloso adesso che non veste più i panni di sceriffo. Una volta li avrebbe solo arrestati, ora li vuole uccidere. Non prova nessuna pietà per loro, li vede solo come una minaccia da eliminare.
E' diventato giudice, giuria e boia, tutto insieme.
Giusto o sbagliato, è così che adesso la sua mente ragiona. Conta solo proteggere se stessi, e le persone a cui si è legati. Tutto ciò che attenta a questo, lo considera un nemico.
Ovviamente non viene coinvolto direttamente nella conversazione, a quegli uomini basta che stia lì ad ascoltare, per farli sentire ancora più in gamba, dal momento che sono riusciti a catturarlo. Pensano di avere già in tasca le armi e le provviste che hanno chiesto in cambio di loro due, ma è uno sbaglio che non dovevano commettere. Se lui lo è diventato, spietato, ha l'impressione che Daryl lo sia sempre stato in un certo senso, e che lo sia ancora di più ora che si sente parte di un gruppo che vuole proteggere ad ogni costo. Forse lo stanno diventando un pò tutti spietati, anche chi nella sua vita precedente è sempre stata una "brava persona".
Forse è per questo che improvvisamente si sente attratto da Beth. Perchè lei sembra capace di tirare fuori ancora qualcosa di buono da lui. Solo che è pura follia essere quasi arrivato a baciarla.
Sta pensando che deve assolutamente fermare questa cosa sul nascere, quando gli sembra di sentire un grido lontano che gli fa gelare il sangue nelle vene. Si alza in piedi con tanta irruenza, da rovesciare la sedia. Le chiacchiere si azzerano istantaneamanete, perchè tutti hanno puntato gli occhi su di lui per capire cosa ha intenzione di fare. L'attimo di silenzio gli permette, questa volta, di sentire meglio un altro grido e nella sua mente tutto si azzera, tranne un pensiero: deve raggiungere Beth.
- Che cazzo stai facendo!
Il trambusto che segue a quella esclamazione è il risultato della sua fuga verso la grande scala che porta ai piani superiori, dove c'è la stanza in cui li hanno rinchiusi. Il primo uomo che ha tentato di fermarlo, quello seduto più vicino a lui, l'ha abbatutto con un calcio sferrato dritto nelle palle. Il secondo, è riuscito a brancarlo per una spalla, ma lui si è girato con tanta rapidità, da sfruttare lo slancio per colpirlo violentemente sul naso. Il terzo e il quarto sono arrivati insieme, e sono riusciti a bloccarlo quasi alla fine delle scale, tenendolo giù a fatica, nonostante siano in due.
E' come se ci fosse un mostro dentro di lui, qualcosa che si agita con una forza disumana. E sta cercando di liberarsi ancora, quando sentono tutti e tre un altro grido che invoca un nome ben preciso: Rick.
- Merda, che cazzo sta succedendo? Tenete giù questo bastardo, io vado a vedere.
Li ha raggiunti anche Kurt, che prima gli rifila un violento calcio nelle costole, poi si dilegua in direzione del corridoio, mentre gli altri due continuano a tenerlo inchiodato a terra con sempre più fatica
Dio, ti prego.
Non ha il coraggio nemmeno di pensarlo quello che teme stia succedendo, mentre è scosso da dei brividi violenti, come se fosse in preda alla peggior febbre possibile. Ha la testa che sta per esplodere, tante sono le immagini darmmatiche che gli scorrono davanti agli occhi chiusi.
Dio ti prego.
- Sei un fottuto pezzo di merda! E sei pure un vigliacco del cazzo!
Riapre gli occhi giusto in tempo per vedere atterrare poco lontano da lui il corpo del grassone. Potrebbe notare mille altri particolari, ma l'unica cosa che vede veramente sono i graffi che ha sulla guancia. Segni rossi, inconfondibili, che gli fanno perdere quel barlume di ragione che gli è rimasta, ma che moltiplicano però le sue forze. Ha la sensazione di riuscire a scrollarsi di dosso le mani di quegli uomini come se non fosse nemmeno lui che lo sta facendo davvero. E' il mostro dentro di lui che si è liberato definitivamente.
E' come se vivesse tutto dall'esterno del suo corpo, perciò è come se vedesse un altro afferrare il grassone per rialzarlo e poi colpirlo, già mezzo stordito dal pugno che deve aver ricevuto sulla bocca da Kurt. Cade ancora, ma lui lo rialza e gli sferra un altro pugno, talmente violento, che sente le ossa delle dita scrocchiare.
- Lasciatelo fare. Questo stronzo se lo merita.
Sente vagamente quelle parole, come pensa vagamente che forse lo volevano fermare. Ma lui non ha nessuna intenzione di fermarsi, non prima che la sua vittima abbia esalato il suo ultimo respiro.
Non sa bene quando hanno iniziato a sanguinargli le nocche, ma deve essere stato quando ha fatto saltare i denti davanti di quel bastardo. Ormai è come colpire un sacco da boxe, perchè non c'è più nessuna reazione o sussulto da parte dell'uomo.
- Amico, più morto di così non può essere.
Qualcuno, ad un certo punto, lo afferra per le spalle, che gli fanno un male cane adesso, come le braccia e le mani. E' stravolto, e ci mette un pò a capire che il grassone è davvero morto. Lo ha ucciso a mani nude, proprio come avrebbe voluto fare.
- Voi due, portatelo via quel pezzo di merda.
Beth.
E' il primo pensiero coerente che riesce a riformulare la sua mente. Deve andare da lei, subito. Sul pianerottolo sono rimasti solo lui e Kurt, adesso. Gli altri due stanno trascinando il grassone giù per le scale, tenendolo ognuno per un piede. Vede la testa rimbalzare ad ogni scalino e per un attimo prova ancora il desiderio di colpirlo.
- Devo ammazzare anche te?
E' l'unico ostacolo che rimane tra lui e Beth. Non sente niente, nè paura, nè pietà. Ha in mente solo di andare da lei.
- Non ce n'è bisogno.
Gli fa cenno di andare e lui non si ferma nemmeno un secondo di più, sta già correndo verso la porta che un tizio con un occhio gonfio, sta aprendo per farlo entrare.





§§§§§§§§§§§§




Non riesce a smettere di tremare. La spalla quasi sicuramente ha ripreso a sanguinarle, ma le fanno talmente male le braccia, che non riesce nemmeno a sollevarle per toccarsela. In realtà sente male dappertutto, talmente è stata la forza che ha usato per difendersi in ogni maniera possibile. Solo che lui era troppo forte, ed è riuscito a strapparle la camicia e anche il reggiseno.
Ha urlato, più che poteva, sino a raschiarsi la gola. Ha chiamato anche Rick, ma lui non è arrivato. E il pensiero che sia morto, si aggiunge alla disperazione che sta già provando.
Stava per essere violentata.

Se non fosse intervenuto l'altro uomo, sarebbe successo. Il grassone aveva già iniziato a cercare di slacciarle i jeans, non potendoli strappare facilmente come ha fatto con la camicia.
Si rannicchia ancora di più sul letto, sperando quasi di poter sparire o dissolversi, per non sentire più quella disperazione che la paralizza al punto da non riuscire nemmeno a piangere.
Rick è morto.
C'è come un urlo che vorrebbe uscire dalla sua gola, ma che invece rimane soffocato, facendole ancora più male. Non può pensare che stia succedendo tutto davvero. Non rivedrà più Maggie e papà, come Carl e Judith non rivedranno più Rick.
Dio, perchè ci hai abbandonato?
Non può smettere di invocare almeno lui, perchè a qualcosa deve potersi aggrappare. Sente il sangue rombarle nelle orecchie, tanta è la paura che l'ha invasa. Tiene gli occhi talmente strizzati, che pensa davvero che non sarà mai più in grado di riaprirli.
Voglio morire.
Pensava di volerlo davvero quando ha tentato di farlo, ma ora si rende conto che non era vero. Per voler morire non bisogna più avere nessuna speranza, e lei adesso è veramente così che si sente, senza nessuna via di scampo.
Ma come in un incubo senza fine, all'improvviso sente la porta riaprisi.
E' tornato!
E' paralizzata e gli occhi non vogliono davvero saperne di riaprirsi. E poi, a cosa servirebbe? Non ha più forze per difendersi.
- Beth, sono qui.
Sente il materasso cedere sotto il peso di un corpo, ma crede che la sua mente le stia offrendo l'unica scappatoia possibile: immaginare che chiunque sia entrato, sia Rick.
- Dio, Beth, che cosa ti ha fatto?
Sente una carezza sfiorarle la testa, e poi un tocco ancora più delicato sullo zigomo, che ha iniziato a gonfiarsi .
- Beth, ti prego, dimmi qualcosa.
Un sussulto la scuote, mentre il cuore arranca dietro a quella che teme davvero sia soltanto un'illusione.
Ha chiamato Rick con quanto fiato aveva in gola, ma lui non è arrivato.
- Beth, mi dispiace di non aver mantenuto la mia promessa.
Quelle parole sono così piene di strazio, così vere, che non può non aprire gli occhi e illudersi di incontrare davvero ancora quelli di Rick.
Eccoli lì, belli e profondi proprio come li ricorda.
- L'ho ucciso, Beth. Qualsiasi cosa ti abbia fatto, non potrà più rifarla.
- Rick! Sei proprio tu!
Quasi non riconosce nemmeno lei la sua voce, talmente è rauca e spezzata.
- Sì, sono qui.
Ha sangue fresco sul viso, sulle mani, sulle braccia, sulla maglietta, ma è vivo! Ed è di nuovo lì, con lei.
Sente la speranza riaccendersi come un fuoco. Le divampa dentro e la scalda, tanto che sente finalmente i muscoli reagire all'ordine che gli sta impartendo il cervello. Così, dopo qualche secondo appena è avvinghiata a lui.
Lo stringe talmente forte che potrebbe arrivare a soffocarlo. Le sembra uno scoglio a cui aggrapparsi in mezzo a quella tempesta fatta di paura, dolore, impotenza.
- Cre... credevo... fossi... morto.
Continua a tremare come una foglia, ma non può farci niente. Trema così forte che sta scuotendo anche lui, che la stringe a sua volta.
- Mi dispiace, Beth.
Glielo ripete ancora, ma lei non ha più la forza di parlare. Si sente davvero stremata, vorrebbe solo chiudere gli occhi e dimenticare tutto.
- Lui ti... lui ha...
Capisce subito cosa le sta balbettando in un orecchio, quasi non avesse davvero la forza per domandarlo.
- No.
Riesce a dirgli soltanto questo e poi lo sente ringraziare Dio, sempre con un basso sussurro, prima di inspirare profondamente. Rimangono abbracciati stretti, poi lui però cerca di allontanarsi almeno un pò, ma lei lo stringe di nuovo, non vuole lasciare il suo scoglio sicuro.
- Beth, la tua ferita è tornata a sanguinare.
Lei sente il dolore fisico, ma ancora di più quello che le si agita dentro.
- Non lasciarmi.
Sente che torna a stringerla, depositandole anche un bacio sulla testa.
- Non ti lascio, Beth. Voglio solo vedere la tua ferita.
- Giuramelo.
Non può fare a meno di chiederglielo, perchè la paura ha ancora i suoi artigli ben piantati su di lei.
- Te lo giuro.
La voce di Rick le risuona in testa forte e chiara. Abbastanza da convicerla che non le sta mentendo. Perciò accetta di scostarsi da lui e di farsi aiutare.



§§§§§§§§§§§§



Sente che Beth si è finalmente addormentata profondamente, perciò osa alzarsi dal letto, dove è rimasto seduto sinora. Ha voluto che la tenesse per mano, per essere certa, crede, di non vederlo svanire davanti ai suoi occhi.
Non è riuscito a proteggerla.
Quel pensiero è un pugnale piantato dritto nel cuore. Ogni volta che posa gli occhi sul suo zigomo, o sul labbro spaccato, lo sente rigirarsi e pugnalarlo di nuovo. Le ha chiesto scusa un'infinità di volte, anche dopo che lei gli ha detto che non aveva nulla di cui scusarsi, perchè non avrebbe potuto evitarlo lo stesso. E poi lo ha ringraziato, per aver ucciso quell'uomo. Mentre glielo diceva, lui ha capito che un altro pezzo della sua innocenza se ne stava andando e ha pregato Dio di non arrivare a togliergliela tutta, perchè sarebbe la morte di ogni speranza anche per lui.
Ha capito soltanto ora, lì con lei, che per continuare a lottare come sta facendo, deve avere qualcosa da salvare. Possono essere i suoi figli, ma possono anche essere le speranze di un futuro migliore per quella ragazza.
Immobile davanti alla finestra, guarda fuori nel buio che è sceso già da un pò, cercando un pò di tregua da tutti quei pensieri. Vorrebbe sentire anche lui la stanchezza costringerlo ad addormentarsi, ma ogni volta che ha provato a chiudere gli occhi, ha rivissuto quella giornata fotogramma dopo fotogramma, sino a ricondurlo a quel momento in cui ha capito che non sarebbe più potuto tornare indietro.
Qualcosa è cambiato tra loro due.
Lo sa già che quando torneranno alla prigione, tutto dovrà tornare come prima. Lei tornerà ad essere Beth Greene, la figlia di Hershel e la sorella di Maggie, ma in cuor suo, rimarrà quella ragazza che lui vorrebbe poter... amare.
Non può più mentire a se stesso, perchè ha scoperto che Beth gli si è insinuata dentro, ancora prima che lui se ne accorgesse realmente. Si è innamorato di lei ogni volta che l'ha vista parlare con Carl, ogni volta che l'ha sentita cantare per Judith, ogni volta che l'ha vista medicare una ferita, ogni volta che l'ha vista ridere con Maggie, ogni volta che l'ha vista pregare con suo padre, ogni volta che l'ha vista preoccuparsi per un compagno, ma soprattutto, per ogni volta che ha guardato lui negli occhi, sorridendogli felice per il semplice fatto di essere ancora viva.
Se si guarda indietro, si rende conto di come l'abbia sempre cercata, accampando con se stesso scuse diverse: cercava Judith, cercava Carl, cercava Hershel, cercava Maggie, cercava chiunque le stesse accanto in quel momento, perchè in realtà cercava sempre e solo lei, insieme al suo sorriso, o ad un semplice saluto, o ad un "tutto bene?" che lo faceva davvero stare subito meglio.
Ora sa che continuerà a fare tutte queste cose, ma lo farà con una nuova consapevolezza dentro di lui, che terrà soltanto per sè. Sarà difficile, ma non impossibile, perchè lo farà per lei, che si merita di trovare un uomo decisamente migliore di lui.
Quel flusso di pensieri viene interrotto da un gemito che lo porta immediatamente accanto a lei. La vede agitarsi e gemere ancora. Ha paura che possa di nuovo riaprirsi la ferita, per cui le stringe una mano, sperando che quel contatto possa raggiungerla comunque nel sonno, rassicurandola.
Sembra funzionare, perchè si tranquillizza. Aspetta qualche minuto, poi fa per alzarsi, ma viene trattenuto.
- Non te ne andare.
Glielo chiede a bassa voce, mentre gli stringe di più la mano.
- Okay, resto qui.
Sente quegli occhi puntati su di lui e vorrebbe tanto sapere a cosa sta pensando. Dopo qualche minuto di silenzio, sente ancora la sua voce.
- Dovresti riposare un pò anche tu.
- Non ci riesco.
Le risponde sinceramente, tanto non deve confessarle il perchè non ci riesca.
- Hai paura che... che possa venire qualcuno?
La rassicura stringendole la mano.
- No, non è per quello.
Sente che lei lo sta sempre fissando e non è una brutta sensazione, ovviamente.
- Stai pensando a Judith e Carl? Perchè io ci penso a come staranno papà e Maggie.
- Saranno preoccupati, ma staranno bene, Beth. Sicuramente.
Sa che ci sarà Carol, o la stessa Maggie, ad occuparsi dei suoi figli. Potranno riabbracciare presto i loro familiari. Non ha dubbi su questo. Tornano in silenzio per un pò, poi è sempre lei a romperlo.
- Potresti sdraiarti un pò, anche se non vuoi dormire.
Viene preso in contropiede dalla sua proposta e istintivamente si irrigidisce perchè non sa che scusa accampare per non doverlo fare. Solo che non ne trova nemmeno una decente, così non risponde e basta.
- Non vuoi per quello che è successo oggi?
Stavolta non riesce a non sussultare davanti a quella domanda diretta ed inequivocabile. Si chiede dove sia finito tutto il suo imbarazzo, ma forse c'è, è solo che al buio le sembra più facile da superare.
- E' stato solo un momento, Beth.
E' lui l'adulto che deve trovare le giuste motivazioni per quello che è successo, anche se si tratta di una bugia da parte sua.
- Però è stato bello.
Si domanda se non sia Dio stesso che lo sta mettendo alla prova, forse per ripagarlo di tutti i peccati mortali che ha commesso sinora.
- E avrei voluto... che non finisse così come è finito.
- Beth...
Ma lei lo interrompe prima che possa continuare.
- Aspetta, fammi parlare.
Lo sa che dovrebbe troncare subito quella conversazione, ma è un uomo anche lui, non un Dio, perciò cede alla tentazione e la lascia continuare.
- Ogni volta che mi torna in mente come mi ha... come mi ha toccata quell'uomo, io penso a come sarebbe stato se lo avessi fatto tu. E allora, la paura e lo schifo che ho provato, diventano... desiderio e piacere.
Giura sulla testa dei suoi figli, che sta cercando di ricordare dove si trovano in quel momento e quali pericoli stanno correndo, perchè le parole di Beth lo stanno portando quasi a dimenticarsene.
- E' perchè mi conosci, e sai che non ti farei mai del male in quel modo.
La sente sospirare come se dovesse affrontare la parte più difficile del suo discorso e si domanda cosa gli possa dire ancora di più, di quanto non gli abbia già detto, per far vacillare il suo autocontrollo.
- Me lo sono detta anch'io. Allora ho provato a mettere Daryl, o Glenn al posto tuo, ma non ho provato le stesse cose, Rick.
E se li immagina anche lui, Daryl o Glenn, al posto suo. E quello che sente gli fa ribollire il sangue.
- Sei sottoschok. Quello che stai pensando ora, lo dimenticherai nel momento in cui sarai di nuovo al sicuro, con la tua famiglia.
Lui, intanto, cerca di pensare intensamente ad Hershel e Maggie, e a come potrebbero reagire se sentissero quella conversazione tra di loro. O peggio, se potessero leggergli nel pensiero.
- Se dici che dimenticherò tutto, allora potresti anche baciarmi. Perchè sarà come se non fosse mai successo.
Deve allontanarsi, sul serio. Solo che lei non lo lascia andare, anzi, gli afferra anche il polso con l'altra mano, sollevandosi a sedere.
- Si riaprirà la ferita, Beth, se non fai attenzione.
Cerca di ricondurla alla ragione, ma lei sembra non ascoltarlo.
- Ti prego, Rick. Lo sai che non dimenticherò il ricordo di quell'uomo. Regalamene uno che sia più forte e più bello.
Sa di aver perso la battaglia contro se stesso nel momento in cui le ha permesso di trattenerlo. Solo sentire il calore delle sue mani su di sè, lo ha fregato. Adesso lo sta addiruttura pregando di baciarla, e solo immaginare come potrebbe essere, annulla tutte le sue difese.
Così lei non deve aggiungere nient'altro, perchè le ha già passato un braccio intorno alla vita e appoggiato una mano dietro alla nuca, per sostenerla.
- Dopo... sarà davvero come se non fosse mai successo, Beth.
La sente annuire e sa con sicurezza che sta mentendo, perchè lo sta facendo anche lui. Si ricorderà di quel bacio, e lo ricorderà anche nei minini particolari.
Però, ormai, è davvero troppo tardi per tornare indietro, così le sfiora le labbra e da il via ad un bacio che custodirà gelosamente dentro di sè, tra i ricordi più preziosi della sua vita.




§§§§§§§§§§§§



Tre mesi dopo

Daryl è appena rientrato alla prigione, dopo qualche giorno di assenza, e la prima cosa che fa, è andare a cercare Rick. Siccome non lo trova, cerca Glenn per chiedergli dove sia. L'asiatico sta parlando con Maggie, ed è proprio lei a fornirgli la risposta.
- E' sul retro, con Judith e Beth.
- Okay, grazie.
- Ehi, tutto bene, amico?
Glenn l'ha osservato con attenzione, notando la sua espressione più cupa del solito.
- Sì, certo, tutto okay.
Prende e se ne va, non è certo tipo da dare troppe spiegazioni e lo sanno tutti.
Quando è quasi arrivato, sente una risata inconfondibile, seguita da alcuni versi altrettanto inconfondibili: è Beth che gioca con Judith. Dopo essere sbucato da dietro l'angolo, vede anche Rick. E' appoggiato al muro della prigione, ad una certa distanza da loro, che le osserva intensamente, come se da quello dipendesse la sua stessa vita. Ovviamente lo sente arrivare e gli rivolge un cenno di saluto. Anche Beth si accorge di lui, e prendendo la manina di Judith tra le sue, lo salutano entrambe. Lui riserva alla bambina, forse anche un pò a Beth, uno dei suoi rari sorrisi. Aspetta di essere vicino a Rick, appoggiandosi anche lui al muro e accendendosi una sigaretta, prima di parlare.
- Li ho trovati.
L'amico non sposta lo sguardo dalle due donne, che continuano a giocare tra di loro, però si irrigidisce.
- Dove?
- Sono tornati lì, perchè devono essere maledettamente stupidi sul serio.
Lo pensa davvero. Ne ha vista di gente stupida, ma quelli li battono tutti.
- Ci sono tutti e tre?
- Sì.
- Allora usciamo stanotte.
Si prende il tempo di fare qualche tiro, prima di rispondere.
- Ne sei sicuro?
- Io sì. E tu?
Rick lo guarda con una di quelle espressioni che non crede mostri molto spesso alla ragazza che adesso sta recitando una filastrocca sentita e risentita fino alla nausea.
- Nessun problema.
- Okay.
Ritornano ad osservare in silenzio le smorfie che la piccola spaccaculi cerca di imitare dalla ragazza più grande. Quando ha finito la sigaretta pensa di andarsene, ma poi non riesce a non dirlo.
- Proprio non lo so perchè continui a torturarti così.
Non ha bisogno di aggiungere altro, perchè Rick sa benissimo di cosa sta parlando. E lui è l'unico, tra l'altro, a sapere il suo segreto.
- Perchè non ho scelta.
- Ma se anche lei...
- Daryl, non c'è altra scelta. Punto.
Lo fa incazzare questa cosa. Se c'è uno che si merita un pò di felicità, quello è proprio Rick.
- Io penso che il vecchio ne sarebbe contento.
L'amico si stacca dalla parete e si gira verso di lui.
- Tienti per te, le tue opinioni al riguardo.
Lo sa che non è detto con vera cattiveria, è solo che Rick non ne vuole parlare in quel momento. Ma lui non è tipo da arrendersi, per cui ci riproverà più avanti.
- Come vuoi. Intanto, allora, goditi il tuo inferno personale.
Si avvicina alle due donne prima di andarsene. Non è certo per fare ingelosire Rick, è solo per dare un bacio alla piccola spaccaculi. Anche lui, in fondo, ha il suo piccolo segreto ed è che adora quella bambina. A saperlo sono solo Rick e Beth, ovviamente, visto che molto spesso è lei ad occuparsene.
- Di che cosa stavate parlando?
Ha l'impressione che quella ragazzina abbia sviluppato davvero un sesto senso quando si tratta di Rick, ed è ovvio il motivo. Non riesce a capire come gli altri non possano accorgersene, visto il modo in cui quei due gravitano uno intorno all'altro, sebbene sempre con qualche scusa più che plausibile.
- Niente di importante.
Si sente osservato da entrambi, adesso. La ragazzina tra l'altro, da quando è ritornata, pare abbia sviluppato un sesto senso anche nei suoi confronti, dal momento che passando molto tempo anche lui insieme a Rick, ha avuto modo di conoscerlo meglio.
- Sei sicuro?
Se soltanto si lasciasse sfuggire qualcosa, pensa che Rick potrebbe arrivare a togliergli la pelle di dosso.
- Mai stato più sicuro di così, ragazzina.
La piccola spaccaculi ha voluto subito venirgli in braccio, per cui è a lei che dedica le sue attenzioni, mentre parla con Beth.
- Scusa se insisto, ma sembrava che gli stessi dicendo davvero qualcosa di importante.
Stavolta le rifila un'occhiata delle sue, di quelle che fanno desistere molta gente, ma non lei, che continua a fissarlo.
- Se ne sei così convinta, vallo a chiedere a lui, allora.
Solo accennare a Rick, le provoca un rossore che le infiamma le guance. Crede che sia perchè ha capito che lui sa molto di più, rispetto agli altri, di quello che è successo durante la loro prigionia.
- Non credo che me lo direbbe.
- E allora, ragazzina, lascia perdere. Se deve dirti qualcosa,lo farà di sua spontanea volontà, prima o poi.
Anche se non crede che le confesserà mai che con i tre di stanotte, non rimarrà più nessuno di quegli stronzi che li hanno presi in ostaggio tre mesi prima. Lui lo sa, perchè la vendetta di Rick è diventata anche la sua.
- Ora devo andare. Ciao spaccaculi, fai la brava, mi raccomando.
Rivolge un saluto anche a Beth, poi si volta e incrocia per un attimo lo sguardo di Rick. Gli basta un cenno per fargli capire che lei ha chiesto, ma che lui ha tenuto la bocca chiusa.
Quei due lo faranno impazzire sul serio.
E sulla scia di quel pensiero, stavolta se ne va davvero.



§§§§§§§§§§§§



Sette mesi dopo


Lui e Beth hanno corso a perdifiato per non sa quanto tempo e quanta strada. Sa solo che finalmente riescono a tirare il fiato, sdraiati sull'erba. Vede passare delle nuvole in cielo, e pensa che in una giornata così bella entrambi hanno perso tutto.
Accanto a lui, Beth inizia a piangere.
La prigione è caduta ed insieme a lei, anche tutte le loro illusioni di essere al sicuro.
Vorrebbe consolare la ragazzina al suo fianco, ma lui non è molto bravo in queste cose.
Lui non è Rick.
Il pensiero che non lo rivedrà mai più lo devasta al punto che deve chiudere gli occhi per non urlare. La ragazzina accanto a lui singhiozza sempre più forte e allora non può fare a meno di ricordare.

- Devo chiederti una cosa.
Quando Rick usa quel tono, c'è di mezzo la ragazzina, lui lo sa già.
- Sentiamo.
Non crede che stia per chiedergli di portarle un bigliettino o roba del genere. Per cui si immagina che sarà una cosa seria. Ancora non si capacita di quello che gli ha confessato l'amico a distanza di una settimana dal loro ritorno. Ha smosso mari e monti per trovarli, e quando ci è riuscito, rivedere Rick è stata la cosa più bella che abbia mai provato nella sua vita.
- Ho bisogno di una promessa.
Roba seria, come immaginava.
- Quale?
- Devi tenerla al sicuro, se non potrò esserci io a farlo.
E' ovvio che lo farà, ma decide di tenerlo sulle spine, giusto per divertirsi un pò.
- E i tuoi figli? A loro non devo badare?
Lo vede sorridere, segno che ha già capito che lo sta provocando.
- Riformulo meglio. Devi tenere al sicuro i miei figli e anche Beth.
Annuisce.
- Ecco, così mi sembra più corretto.
Ma Rick è tornato serio e lui pure.
- Lo farai per me, Daryl?
- Certo che lo farò, Rick.

E ci ha provato a farlo bene. Perchè ha cercato i suoi figli, ma della piccola spaccaculi ha trovato solo il seggiolino vuoto e di Carl nemmeno l'ombra. Però ha trovato la ragazzina e l'ha portata via con sè, anche se ha tentato di opporre una minima resistenza.
Cercava Rick, ovviamente, in mezzo a quell'inferno. E ci scommetterebbe la sua stessa vita, che lui avrà fatto lo stesso con lei.
Solo che sa come è finita per Beh, ma non per Rick.
- Dobbiamo andare, ragazzina.
Devono trovare un riparo migliore prima che faccia buio.
- Non ha più senso scappare.
Capisce subito che vorrebbe arrendersi, ma lui non se lo può permettere, ed il motivo è che ha fatto una promessa e la manterrà fino a che gli sarà possibile farlo.
- Ce l'ha, invece. Per cui alza il culo da lì e andiamo.
Forse glielo dirà, prima o poi, quello che Rick gli ha confessato su di lei. Per il momento però, se lo tiene per sè. Lei è già troppo sconvolta così, e non ha senso gravarla di quell'ulteriore dolore.


Continua....



*Spazietto Autrice*


Eh, sì, mie care lettrici! Quello che avete appena letto, potete considerarlo tranquillamente il prologo di una storia che, in futuro, approderà sicuramente nel fandom. Per me è stato davvero emozionante scrivere di loro due, mi ha fatto venire un nodo in gola, in alcuni passaggi, e quando succede così, significa che ho ancora molto da dire, soprattutto perchè non è assolutamente finita qui tra Rick e Beth.
Spero, quindi, che abbia emozionato almeno un pò anche voi lettrici.
Però... come avete visto, non sono stata capace di non riservare anche un piccolo spazio per Daryl! Lo dico sempre, e lo ripeto ancora, lui rimane il primo amore, quello che non si scorda mai!
Però, nella storia che verrà (e che scriverò quando avrò terminato le altre in corso) ovviamente lui avrà un ruolo ben diverso nel periodo che i due trascorreranno insieme dopo la fuga dalla prigione, e qui mi fermo. Perchè saranno eventi che, appunto, leggerete in futuro, se ne avrete voglia.
Vi invito nuovamente a lasciarmi un vostro parere, dal momento che mi renderebbe davvero felice.
Ora vi saluto e ci risentiamo presto.
Baci
Serena

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Walking Dead / Vai alla pagina dell'autore: Serendipity__