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Autore: rock star 96    12/09/2016    6 recensioni
Partecipante al contest "Huntik-secrets and seekers Rvival" indetto dal gruppo Fandoma Huntik-"Paese che vai, titano che trovi".
Si sa, per una donna il corpo è una cosa importante, sopratutto se esso viene sfigurato da segni indelebili.
Ma se allo stesso tempo quei segni fossero stati inflitti dalla cosa più bella del mondo?
DAL TESTO:
Sebbene la mani di Zhalia tentarono di tenere la maglia saldamente attaccata all’addome, le mani di Dante riuscirono ad alzarla quel poco che bastava per scoprire la pancia.
Delle finissime linee irregolari partivano dai lati della pancia, ormai, praticamente piatta, ed andavano a congiungersi all’ombellico. Forse si, su quella pelle così bianca potevano sembrare delle imperfezioni, ma sapevano entrambi che si sarebbero fermate solo sul piano estetico.
Dante si chinò a baciare una striatura alla volta, centimetro dopo centimetro.
Per quanto poco carine potessero apparire, significavano molto per tutti e due.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dante Vale, Zhalia Moon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente la casa piombò in quello che Dante avrebbe definito un sacrosanto silenzio. Il pianto incessante del bambino, che quella sera proprio non voleva saperne di addormentarsi, finalmente tacque, concedendo al povero genitore un po’ di tregua. Si trascinò nella camera adiacente, stando ben attento nel non fare troppo rumore nel chiudere la porta, sia per timore che in piccolo ricominci a piangere, sia per la paura di svegliare Zhalia, che a quell’ora, era convinto che stesse già dormendo da un bel pezzo. Con sua grande sorpresa, non solo la abat jour della camera era accesa, ma la donna era poggiata alla testiera del letto, intenta a leggere un libro. Ella alzò lievemente lo sguardo captando quello del compagno non appena esso entrò nella stanza. -pensavo stessi già dormendo- le disse Dante richiudendosi la porta alle spalle. -ti aspettavo- gli rispose poggiando il libro sul comodino. Sebbene le parole confortanti della ragazza, da un lato Dante era certo che non fosse riuscita a dormire per via del pianto incessante del bambino. Persino Dan e Harrison, che fino a quel momento erano rimasti con loro, negli ultimi tempi avevano preso ad andare a dormire da Sophie. “lo facciamo per farvi ambientare meglio in quello che è il vostro nuovo ruolo di genitori” dicevano ogni volta. Come no….. lo facevano per poter riuscire a dormire per almeno sei ore filate senza essere svegliati dai pianti, o dalle molteplici sveglie impostate per le poppate. E pensare che non erano passate nemmeno tre settimane dalla nascita del bambino, e già tutti in quella casa erano distrutti. Zhalia in particolar modo aveva risentito il colpo. Oltre ad un parto complicato, visto che il bambino era podalico, era costretta a svegliarsi ogni due ore per allattarlo. Ma visto che, a quanto pare la donna soffriva lievemente di anemia, era anche costretta a prendere delle pillole che la aiutavano a produrre più latte, ma a detta tua, proprio a causa delle pillole, si era incredibilmente gonfiata. Forse sì, era lievemente gonfia sui fianchi, ed i seni…. Non parliamone. Ma a detta di Dante, restava sempre quella stupenda ragazza alla quale aveva messo un anello al dito pochi anni fa. Lui cercava in ogni modo di rendersi utile in casa, soprattutto con il bambino. Ma non poteva non negare a se stesso che un po’ era geloso di quel pargoletto. -stasera non so proprio cosa gli sia preso. Si rifiutava categoricamente di dormire. Ho dovuto cantargli quattro volte la ninnananna- disse mentre si sfilava i vestiti e si infilava i pantaloni del pigiama. Zhalia ridacchiò impercettibilmente sotto i baffi, osservando il marito che si distendeva supino sul letto. -sei stanco?- gli chiese. Lui non rispose. Non gli sembrava di potersi lamentare di essere stanco. Non paragonando quello che faceva lui a quello che faceva, anzi, che aveva fatto la moglie da quando era rimasta incinta. Si limitò a rispondere con un lieve sorriso. -vuoi che ti faccio un massaggino alle spalle? O preferisci un po’ di coccole?- gli chiese sporgendosi lievemente sulla sua spalla. - le coccole effettivamente non mi dispiacerebbero- Dante si rigirò sulla schiena, trascinandosi Zhalia addosso, e facendo aderire perfettamente i loro corpi. Cominciò a passarle distrattamente una mano lungo la schiena, soffermandosi di tanto in tanto sui capelli, e concedendosi di accarezzarli con la stessa delicatezza con cui si accarezza un gatto. Lei rispose a quelle carezze depositando dei lievissimi baci sul collo e lungo la mascella. Il problema fu quando le labbra della donna raggiunsero l’attaccatura con il pomo d’adamo. Giunta lì, Dante deglutì sonoramente. Quella storia non sarebbe andata a finire bene. -Zhalia….- le disse con tono di rimprovero distaccandola lievemente da lui. La donna fece pressione sui gomiti, in modo da poter guardare il marito dall’alto. -guarda che mi va bene- come se fosse così stupida da non aver notato la sua rigidità. (e non intendo quella sotto la cintura, maliziose….) Quand’era entrato in camera le aveva rivolto uno sguardo che sembrava essere per metà solito e per metà fuso. Era quel tipo di sguardo che aveva quando l’avrebbe voluta tutta per se, ma per un motivo o per un altro era consapevole che non avrebbe potuto averla. Zhalia riprese a baciarlo lungo tutto il profilo, provocandogli profondi sospiri. Quella storia non sarebbe andata a finire per niente bene. -ma tu non ti sei ancora ripresa- le sospirò tutto d’un fiato nell’orecchio. -ti basterà essere un po’ più delicato- al sentire i denti della ragazza sulla propria carne, fu la goccia che fece traboccare definitivamente il vaso. Ciao ciao sanità mentale. È’ stato bello averti conosciuto. Prendendola per le spalle, la portò sotto di se, cominciando a tempestarle il viso di lievissimi baci a fior di labbra, che divennero molto più marcati quando giunsero all’attaccatura della mascella. Cominciò a scendere piano piano. Spargendo baci e morsi dove passava. Sul viso, sul collo, sul decolté, sul seno. Dio mio quel seno. In quel momento Dante ringraziò quelle benedette pasticche in tutte le lingue che conosceva, e di sicuro non aiutava di certo il fatto che fosse stracolmo di latte. Tanto che al solo toccare appena i capezzoli, essi rilasciavano delle lievissime gocce bianche che andavano ad inzuppare la maglietta del pigiama. Ma la scioltezza della ragazza si ruppe quando avvertì le mani ruvide di lui alzarle la maglia. -no aspetta- gli disse afferrandogli i polsi –ti dispiace se lo facciamo con la maglietta?-. Ok. Piuttosto anomala come richiesta. Zhalia fece un sospiro sconfitto, girando lo sguardo lateralmente – è che da quando mi si è sgonfiata la pancia, sono rimasta piena di smagliature, e non sono proprio un bel vedere-. Continuava a tenere lo sguardo su un punto indefinito della stanza. Di fatto, già per un uomo è un qualcosa di incomprensibile il subire tutti i mutamenti sia fisici che mentali che comporta una gravidanza, figurarsi il pensiero che tali mutamenti continueranno anche dopo di essa. Sebbene la mani di Zhalia tentarono di tenere la maglia saldamente attaccata all’addome, le mani di Dante riuscirono ad alzarla quel poco che bastava per scoprire la pancia. Delle finissime linee irregolari partivano dai lati della pancia, ormai, praticamente piatta, ed andavano a congiungersi all’ombelico. Forse si, su quella pelle così bianca potevano sembrare delle imperfezioni, ma sapevano entrambi che si sarebbero fermate solo sul piano estetico. Dante si chinò a baciare una striatura alla volta, centimetro dopo centimetro. Per quanto poco carine potessero apparire, significavano molto per tutti e due. Erano il segno indelebile dell’esistenza di loro figlio. Era successo tutto in fretta. Forse anche troppo in fretta. Pochi anni dopo la sconfitta della Spirale, Dante aveva iniziato a lavorare negli uffici della fondazione, e Zhalia andava sempre più spesso in missione. Ma proprio quando, un giorno, la donna era stata ricoverata d’urgenza per via delle lesioni riportate dall’ultima lotta, questa volta più ardua del solito, Dante si era convinto che non c’era più tempo per le bottarelle adolescenziali a distanza. In realtà, tutti e due volevano fare le cose seguendo i vari gradi. Uno pensa sempre che il culmine di una relazione sia quando i due vanno a letto insieme. Invece no. Il loro culmine è stato durante un matrimonio al quale erano stati invitati, e proprio sulla pista da ballo, si erano stretti l’uno all’altra ed avevano ballato il pezzo di un lento, che ad entrambi sembrò essere durato troppo poco. Potevano sentire tutto dell’altro; il respiro tranquillo. Il cuore che batteva. La sensazione dei capelli di lei che lo solleticavano anche al di sopra della camicia. La mano salda di lui che non avrebbe lasciato la sua per nessun motivo al mondo. Così fu anche il loro primo ballo da sposati. Lento. Calmo. Come se tutto in torno a loro diventasse nebuloso, ed il chiacchiericcio della gente che li circondava diventava un lontano sussurro. Poi un giorno, dopo l’ennesima doccia “ben approfondita”, Zhalia aveva notato che il pacco di assorbenti che teneva nel mobile era ancora chiuso. Non aveva avuto il ciclo quel mese. Ma da un lato non si allarmò troppo, anche perché già un paio di volte le era successo. Cominciò ad andare lievemente nel panico quando il test di gravidanza segnò due linee rosse…. Avevano bruciato i gradi. Però, nonostante fu una gravidanza piuttosto complicata, nonostante le doglie ed il parto furono qualcosa di assolutamente doloroso, visto che non avevano potuto fare l’epidurale, quando sentì quel lievissimo strappo all’altezza del ventre, e quando sentirono quel pianto che chiedeva disperatamente della attenzioni, tutto cambiò. La primissima volta che Dante prese in braccio il bambino, quasi non gli parve vero che tutto quello stesse davvero succedendo. Si dice che una donna diventi mamma nel momento in cui rimane incinta, mentre un uomo diventi padre nel momento in cui suo figlio viene al mondo. Beh, Dante non si sentiva proprio un padre. Pensava che quella parola non riuscisse a descrivere appieno lo stato d’animo in cui si sentiva. Il cuore che batteva all’impazzata, gli occhi che straboccavano di lacrime pronte ad uscire, e le mani lievemente tremanti, ma allo stesso tempo salde, perche non avrebbe mai voluto che quel fagottino cadesse. No. Voleva che si sentisse al sicuro. Voleva che sapesse fin da subito che avrebbe sempre potuto contare su di lui. Voleva farlo sentire protetto. Non esiste una parola che possa racchiudere insieme tutte quelle emozioni. Sarebbe stato come cercare di chiudere troppe cose in un barattolo troppo piccolo. Mentre continuava la sua discesa sull’addome sella cercatrice, alzò lievemente lo sguardo per incontrare quello di lei, che in quel momento, gli sembrava essere la cosa più magnetica del mondo, e dalle sue labbra, uscì un lievissimo, ma perfettamente chiaro –grazie-.


NDP (Nota Della Pazza):
ohayo minna, mi dispiace tantissimissimo per l'assenza lunghissima, ma dovete sapere, che oltra a non avere praticamente più ispirazione per le ff, mi sto concentrando anche sulla creazione di un mio libro, e sopratutto su quella del mio fumetto. 
comunque sia, spero vivamente che la ff vi piaccia ^.^ fatemelo sapere in un commento.
  
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