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Autore: ShawnSpenstar    13/09/2016    1 recensioni
Tutti noi conoscamo bene la storia dei sei maestri della luce (sette con Kajitsu) che liberarono Gran RoRo dalla tirannia del re del mondo Altrove ma, prima di Dan e soci, c'è stato sicuramente almeno un altro maestro della luce che ha portato quasi a compimento la sua missione. Quella che vi racconterò è l'avventura di questo guerriero, è la storia di una sconfitta certo ma è comunque degna di essere raccontata e io spero di farlo al mio meglio.
Siete pronti per un nuovo, vecchio, viaggio a Gran RoRo?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Julian Fines, Magisa, Nuovo personaggio, Re del mondo Altrove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Fenice Blu
 
 
Le vie della città della purezza non erano mai sembrate tanto intricate ed interminabili come in questo momento per il povero Julian, pareva quasi che quelle bastarde avessero vita propria e si impegnassero per rendergli difficile mantenere il contatto visivo con Magisa.
Sapeva bene di non poterla perdere di vista, non sarebbe mai riuscito ad uscire dalla città in tempo senza di lei, ma purtroppo i segni dell'aver affrontato, in un breve arco temporale, un durissimo duello e la scalata di una parete di roccia stavano cominciando a farsi sentire; spostò a forza il suo baricentro per evitare di cedere sotto il suo stesso peso e provò a sgranchire le gambe in corsa per ammorbidire i muscoli.
 
-Cazzo, fanno un male infernale- si disse
 
"Forza Julian!" esclamò Magisa voltandosi "fidati, il dolore che senti è nulla in confronto a quello che proveresti se ti prendessero"
 
"Saperlo non mi aiuta!" ribatté l'umano cercando di chiudere li il discorso; già faticava a correre, se si metteva pure a sprecare il fiato poteva anche consegnarsi direttamente ai soldati del re
 
Con energie raschiate dal fondo del barile, il maestro della luce riuscì a riavvicinarsi alla collega che, accortasi di lui, estrasse lo scettro e cominciò a far fluire il suo potere; improvvisamente il passo dell'inglese migliorò ed egli raggiunse finalmente la donna proseguendo la corsa accanto a lei.
Si inoltrarono in un dedalo di vicoli poco battuti, ovviamente più adatti a chi come loro aveva bisogno di trovare la strada più libera possibile, fino a ritrovarsi in una grande arteria che attraversava, in parallelo alla superstrada soprastante,  un'ampia pozione di città trasversalmente, in direzione sud-ovest; imboccarono la strada transitandola a velocità sostenuta ma evitando di dare troppo nell'occhio, fino ad arrivare ad una via secondaria a destra, ove svoltarono.
 
"Perché ovest?" domandò Julian proseguendo nella sua politica di risparmio del fiato
 
"Perché la grande officina Midgard si trova ad ovest di Krystalliza. Se anche riuscissimo ad uscire dalla città, senza una nave saremmo spacciati comunque, il Leone Dorato è la più veloce… la… la più veloce aeronave di Gran RoRo"
 
"Chiaro" replicò l'umano
 
Proseguirono saltando una breve gradinata che si trovava lungo la strada per poi svoltare a sinistra in un'altra via buia e stretta; ora era Julian ad essere davanti e conduceva il duo guidato dalle sempre più telegrafiche istruzioni di Magisa.
 
"Due incroci… poi, ancora destra" sibilò ad un certo punto la rosa con un tono strano
 
Istintivamente, Fines si voltò preoccupato per sincerarsi della situazione ma ciò che vide non fece altro che confermare i suoi sospetti: la ragazza stava perdendo terreno, la sua andatura era visibilmente appesantita e il viso era troppo sudato e troppo arrossato; aveva utilizzato la sua energia per rivitalizzare lui.
Senza pensarci due volte, l'inglese rallentò, afferrò il braccio di lei con la propria mano destra e la tiro a se fino ad averla in braccio.
 
"Co-cosa…  cosa d-d-diavolo fai?!" lo rimproverò lei con un filo di voce
 
"Un piano, no? Se sono io a portarti, tu puoi tranquillamente continuare a rinforzarmi con la tua magia ed io posso correre per entrambi"
 
"I-idiota" sussurrò sorridente
 
"Tra l'altro sei leggerissima" aggiunse "davvero in perfetta forma"
 
"Ti- ti pare il momento d-di provarci con me?" ribatté la ragazza "co-concentrati su- sulla strada p-pi-piuttosto, a-al prossimo i-incrocio dovremmo svoltare a-ancora a de-destra"
 
"A destra? Ma così andremo verso nord"
 
"E-esatto… l-la Midgard è… è f-fuori da-dalla città, ma… ma è po-posizionata parallelamente al pa-palazzo de-del re"
 
"Capito!"
 
"B-bravo" concluse la rosa "o-ora attento, t-tra tre i-incroci, su-sulla sinistra, ci… ci sarà la v-via d'uscita dalla ca-capitale"
 
"Afferrato… e, per inciso, non azzardarti mai più a sacrificarti per me"
 
"M-ma tu… t-tu sei p-più importante"
 
"Perché dici queste stronzate? Senza di te, io non sarei niente"
 
 
Anche senza ulteriori indicazioni da parte della maga, non fu affatto difficile intuire quale fosse la via per la Midgard, decine e decine di navi "infortunate" in coda erano un segnale più che sufficiente.
Stando attento a non finire incenerito da qualche motore, Julian e Magisa attraversarono la strada; il piano pensato era tanto semplice quanto efficace: sfruttare la moltitudine di navi per nascondersi da eventuali sguardi indiscreti, così facendo i due avrebbero potuto rallentare il passo e recuperare gradualmente le forze; non potevano essere assolutamente certi che i lavori alla nave fossero conclusi.
 
Superarono a piedi un gran numero di navi incolonnate recanti i più disparati segni di danneggiamento, tutti particolarmente gravi: molto comuni erano gli squarci su rivestimento esterno e carena, profondi a tal punto che, in alcuni casi, si riusciva a vedere l'interno dei veicoli; altri danni particolarmente visibili erano quelli ai vetri frontali, molto pericolosi in caso di salto intra-mondi; infine c'erano gli incidenti meno evidenti, rotture di motori, sistemi di nuclei in sovraccarico, problemi al computer, ma molto più complessi da riparare.
 
"Alcune di queste riparazioni possono essere eseguite solo alla grande officina" spiegò Magisa con voce finalmente stabile "se quello che ho sentito dire in giro è vero, possiedono un gigantesco altoforno, la "fornace della creazione", capace di fondere in pochi minuti un intera nave, quale che siano le sue dimensioni, per poi ricostruirla da zero"
 
"Esiste un sistema di nuclei tanto potente da permettere una cosa del genere? Mi sorprende che il re non se ne sia ancora appropriato" osservò il biondo duellante
 
"Oh, ci sta provando in realtà" replicò la maga in tono scherzoso "sai, pare che la fornace prenda la sua energia direttamente dal nucleo progenitore"
 
"Davvero? e come diavolo farebbero a catalizzare la sua energia?"
 
"Non lo so" ammise la rosa "potrebbe anche trattarsi di una diceria in realtà"
 
"Sbaglio o non sei molto informata sull'argomento?" ironizzò l'umano ammiccando con lo sguardo
 
"Beh, non sono mica una maniaca di navicelle tipo Vey; in fondo, non sono altro che mezzi di trasporto e, come hai potuto ammirare, io ne possiedo uno molto migliore: posto singolo, più maneggevole e capace di andare su tutti i terreni"
 
"Ti rendi conto che stai parlando di una bicicletta, vero? Dalla descrizione sembrerebbe una jeep"
 
"Detto da uno che viaggiava sul rottame di Vey e non se ne lamentava… cosa vuoi capirne tu di veicoli?!"
 
"La patente ce l'ho anche io, tesoro" ribatté irridente l'inglese per concludere il discorso "passando a cose più serie, volevo chiederti  se sai qualcosa dell'uomo da cui stiamo scappando"
 
Improvvisamente, la maga si fece seria in volto e rallentò ulteriormente il passo; gettò lo sguardo tra gli squarci di panorama visibili tra le varie navi, in direzione della città di Krystalliza: tutto sembrava essere ancora relativamente calmo, il che doveva significare che l'ammiraglia non era ancora giunta in città; potevano stare tranquilli.
 
"Va bene" disse la maga fermandosi "questo è quello che so: lord Philippe Gaudin è il dignitario, e guardia del corpo, del re del mondo Altrove, è un umano proveniente da un paese chiamato Francia ma non è della tua epoca, comanda l'ammiraglia del re, il Leone Dorato, il cui compio è viaggiare tra i mondi tanto per verificare la fedeltà dei vari reggenti quanto per dare la caccia a coloro che minano l'autorità del re"
 
"E' un duellante, immagino"
 
"Si, e pare sia estremamente abile; dicono che ancor più delle sue grandi capacità strategiche, derivate dalla sua lunga esperienza come militare, a mettere in difficoltà i suoi avversari sia la sua presenza, riesce a far tremare le persone con il solo sguardo"
 
"Deve essere molto carismatico; l'hai mai incontrato di persona?"
 
"Un faccia a faccia vero e proprio non l'ho mai avuto" ammise la maga "ma una volta l'ho visto durante una visita del re nel regno di zaffiro, ricordo di non aver tremato ma di sicuro la sua espressione mi ha generato una sensazione di… rispetto; è stato strano perché mi è sembrata una reazione naturale, quasi come se glielo dovessi"
 
All'udire quelle parole, Julian si fece ancor più pensieroso; anche tra gli alleati ed amici, non erano molte le persone in grado tenere testa alla maga, come era possibile che un nemico umano sostanzialmente la costringesse a portargli rispetto.
 
"L'avrei quasi voluto incontrare questo Gaudin" ammise il guerriero rosso
 
"Temo che scontrarsi con lui sia inevitabile, prima o poi" osservò la maga "tuttavia meglio non farlo oggi; se è stato avvisato sicuramente sarà venuto con una flotta, ciò significa che avrebbe usato le armi invece che le carte visto che, per la legge del re, coloro che sono in stato di arresto non possono richiedere nessun duello"
 
"Perché? Cambierebbe forse qualcosa se incontrassimo solamente la sua nave?" domandò l'inglese un po' interdetto dalla precedente affermazione della maga.
 
"Molto più di quanto credi" replicò la nativa del regno di topazio "vedi, il Leone Dorato non è una aeronave militare, è più il vascello su cui vengono accolte le figure di spicco dei vari mondi; non ha ne un organico numeroso e ne una grande potenza di fuoco, la sua unica difesa, in realtà, è proprio lord Philippe"
 
"Una nave così importante è così poco difesa?! Mi sembra assurdo"
 
"Difatti pare che il re voglia apportare delle modifiche tecniche" ammise la donna, preoccupata da quelli che avrebbero potuto essere i futuri sviluppi "e ricorda che si tratta comunque della più veloce nave esistente a Gran RoRo"
 
"Non rischia di essere superata da un modello più moderno?"
 
"E come? Il re ha il controllo della stragrande maggioranza delle officine e delle stazioni; se qualcuno provasse a produrre un nuovo modello di aeronave, lui lo verrebbe immediatamente a sapere e la farebbe distruggere"
 
"Capisco" fece Fines sconsolato
 
"Solo alcuni mazoku del regno di ametista stanno tentando di costruirne con mezzi di fortuna" proseguì la ragazza "ma non sono sicura che abbiano ottenuto dei risultati accettabili"
 
"Beh, anche ci riuscissero dubito che potrebbero decidere di condividerle con noi" scherzò Julian provando ad allentare un po' la tensione "sai, Vey mi ha parlato spesso dei mazoku… diciamo che non ne ha un'alta opinione"
 
"Ahahah, se devi cercare degli estimatori dei mazoku  il regno di smeraldo non è esattamente il posto migliore"
 
Andarono avanti a ridere per alcuni secondi, come per liberarsi dall'ansia e dalla tensione  di cui li avevano caricati gli eventi del giorno prima e di oggi, poi, seguitando ad avanzare, rivolsero di nuovo lo sguardo alla città della purezza… uno sguardo ben mirato.
Lo sapevano entrambi che ne avrebbero dovuto parlare prima o poi; era l'ultimo argomento su cui dovevano confrontarsi prima di raggiungere definitivamente Veirhal e la sua nave.
 
"Che ne dici?" esordì l'umano "cosa potrebbe averlo spinto ad aiutarci"
 
"Onestamente, proprio non riesco a capirlo" confessò la rosa "sono certa di conoscerlo bene, eppure non mi sarei mai aspettato un gesto simile da lui; so che, spesso e volentieri, si finge patriota di fronte al popolo… ma questo è molto di più, non aveva necessità di esporsi tanto e non ricava nessun vantaggio dal suo gesto; è indecifrabile"
 
"E' proprio questo il problema!" sbraitò il trentaduenne "ci possiamo fidare delle sue parole e, più importante, nel caso fossero vere, lo dobbiamo considerare un alleato?"
 
La maga scosse la testa, sconsolata; non aveva risposte a quelle domande, sapeva che i primi re della casata dei Von Berger avevano strenuamente sostenuto il re e che, per quanto ci fosse molta comodità dietro a quel sostegno, si erano impegnati a trasmettere ai cittadini del regno un immagine meno degradante del sovrano; tuttavia, questa fedeltà poteva benissimo essersi logorata col passare degli anni.
Troppe ipotesi, tutte egualmente valide, affollavano la mente della ragazza; il punto focale restava uno solo: fidarsi di Ulrich Von Berger e dei cavalieri d'argento era difficile, ma se davvero essi avessero avuto l'intenzione di  sollevarsi contro il re, lei e Julian avrebbero trovato alleati tanto insperati quanto potenti; un'eventualità così allettante da sconfiggere anche i più ferrei ragionamenti logici.
 
"Forse, per il momento, dovremmo solo pensare ad allontanarci il più possibile da Krystalliza" affermò Fines cercando di strappare, con successo, la compagna di viaggio ai suoi pensieri
 
"Cos… mmm… si, forse hai ragione" ammise lei
 
"Bene!" concluse prendendola di nuovo in braccio "allora muoviamoci a raggiungere Vey"
 
 
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L'immagine riprodotta dal proiettore emanava una luce lieve, ma sufficiente ad illuminare tutto il sacrario grazie alle proprietà riflettenti del cristallo di cui era fatta la statua; l'immagine del piccolo Berger era stagliata, a dimensioni colossali, su ogni parete, come se quella stanza gli fosse dedicata.
 
Probabilmente, per il possessore di quel proiettore olografico era proprio così: per quanto li rispettasse, la stanza più importante della sua casa non si chiamava affatto "Santuario di Walhalance e Gugnir"; il suo vero nome era "Santuario di Karma Von Berger" e non avrebbe permesso a nessuno di profanarlo.
 
-Lord Philippe sarà qui a momenti- pensò -perfetto, tutto sta andando come prevsto-
 
Lasciò il sacrario e attraversò il corridoio fino ad arrivare alla triforcazione delle scale; lanciò una fugace occhiata alla sua sinistra in direzione della camera del suo erede, dopodiché scese al pian terreno e si sedette in attesa dell'ospite.
Aveva preparato tutto nei minimi dettagli: nell'istante in cui la pattuglia di stanza alla stazione aeronavale aveva annunciato l'atterraggio del Leone Dorato, il re di perla aveva inviato un ordine segreto ad uno degli alti comandanti dei cavalieri d'argento, uomo di sua stretta fedeltà, il quale aveva coordinato il posizionamento di posti di blocco ad ogni possibile via di fuga dalla città e fatto circolare, tra i soldati scelti per l'operazione, le immagini dei ricercati; ora non restava che accogliere il gradito ospite, sperando di aver dato sufficiente tempo a Magisa e al suo compagno per portare a termine la loro fuga.
 
"Sire, lord Philippe è appena atterrato sull'isola fluttuante" disse un servitore, aprendo appena la porta
 
"Bene, conducetelo qui" replicò il re di perla con un sorriso
 
"Sarà fatto, sire" concluse l'altro allontanandosi dalla soglia
 
I pochi secondi che precedettero l'ingresso del dignitario del re furono interamente dedicati ad un'ultima osservazione dell'immagine proiettata del figlio. Sussurrò qualcosa a quell'immagine, tutto ciò che non era riuscito o non aveva potuto mai dirgli di persona; infine, spense l'apparecchio e lo ripose nella sua tasca proprio mentre il cigolio del portone annunciava l'ingresso del suo importante ospite.
 
"Lord Philippe Gaudin!" esclamò il biondo re facendosi incontro "sono onorato che il capitano del Leone Dorato abbia deciso di venire in prima persona"
 
"Non avrei potuto fare altrimenti, maestà; se ciò che mi ha detto è vero, potrebbe trattarsi di una seria minaccia al dominio del nostro sovrano" replicò l'altro con voce dura, da militare
 
"Ho solo adempiuto ai miei doveri verso il mio superiore" fece il granroriano con riverenza "e posso assicurarle che la minaccia è seria, ho sostenuto un duello contro il maestro della luce in questione e sono stato sconfitto nonostante la protezione dei sacri Walhalance e Gugnir; è estremamente abile"
 
"Non corra troppo, lord Berger" rispose l'altro con molta calma "e non usi termini eccessivi come "estremamente"; lei è certamente un ottimo duellante, ma non è imbattibile. E la presunta protezione garantita da quella statua è pura superstizione"
 
"Non per me" ribatté il re di perla lievemente infastidito "sa, mi sono sempre chiesto come possa un uomo razionale, quale è lei, credere alla leggenda dei maestri della luce"
 
"Difatti io non credo alla leggenda"
 
"Eppure è accorso alla mia segnalazione"
 
A quelle parole, il grand'ammiraglio si sedette su una delle sedie e lanciò una penetrante occhiata al suo interlocutore; era chiaro che l'obiettivo del granroriano fosse innervosirlo, ma ancora non riusciva a capirne il perché. Si limitò, così, a stare al gioco.
 
"Io credo alle informazioni che la leggenda fornisce" spiegò "se essa descrive i maestri della luce come grandi duellanti, così li considero io; al contrario, tutta la parte che parla di come siano destinati a salvare il mondo Altrove per me è inutile superstizione senza fondamento"
 
"Capisco" sussurrò Ulrich montando un'espressione indecifrabile "comunque, ho cercato di facilitarle la ricerca: ho imposto il blocco di ogni uscita dalla città appena dopo averle inviato il messaggio"
 
"Molte grazie, lord Berger; ci è stato di grande aiuto"
 
Conclusa la frase, lord Philippe si sollevò dalla sedia e raggiunse l'uscita, dove i pochi uomini dotati di arma del suo equipaggio lo attendevano; con un rapido movimento del capo, fece segno di seguirlo e, insieme alla pattuglia, raggiunse la navetta.
Si sedette in disparte, una volta montato sul veicolo, e si immerse nei suoi pensieri. Non gli era piaciuto l'atteggiamento tenuto dal re di perla per tutta la durata del loro dialogo, tutte quelle repliche aggressive, e non richieste, gli avevano lasciato addosso una strana sensazione.
 
"Si sente bene, lord Philippe?" domandò uno dei suoi sottoposti, accortosi del suo comportamento
 
"Si tutto bene, non preoccupatevi per me" rassicurò lui "pensiamo solo a trovare quel maestro della luce, la città è immensa e, contrariamente a ciò che vuol farci credere lord Berger, non sarà un'impresa facile"
 
All'interno della villa, invece, serpeggiava un clima completamente diverso: Ulrich Von Berger era raggiante come non accadeva da molto tempo, perlomeno dalla scomparsa della moglie; un membro dell'ordine dei cavalieri d'argento, che aveva assistito alla conversazione, si avvicinò al re come a cercare di leggere le sue espressioni e i suoi comportamenti. C'era sicuramente qualcosa che gli sfuggiva.
 
"Signore, perché ha mentito a lord Philippe?" domandò
 
Il re si voltò improvvisamente, rivolgendo la sua più completa attenzione al sottoposto; La sua espressione era come trasfigurata: continuava a sorridere, certo, ma il sorriso che mostrava ora era diverso… più aggressivo.
 
"E, di grazia, riguardo a cosa avrei mentito?"
 
"I-io… io non i-intendevo…" balbettò il soldato intimorito "è-è cre-credevo c-che il blocco f-fosse sta-stato istituito so-solo pochi mi-minuti p-prima dell'a-arrivo de-del Leone Dorato"
 
"Infatti e proprio così!" replicò il biondo granroriano con voce accondiscendente
 
"Ma allora…"
 
"Devi capire, soldato, che ho progettato tutto con molta cura; se avessi dato quell'ordine prima, la fuga di Magisa e del suo compagno sarebbe stata impossibile e io avrei sprecato il favore concessomi dal destino"
 
"Mi perdoni, ma non riesco a seguirla"
 
"Grazie al mio piano, lord Philippe non avrà la minima possibilità di arrestare i due fuggitivi nonostante i miei sforzi per aiutarlo; il suo valore agli occhi del re sarà ridimensionato mentre, al contrario, il mio operato risulterà inattaccabile ed io sarò il vero vincitore dello scontro tra Magisa e lord Philippe"
 
Come in un climax espressivo, il volto aggressivo del re sfumò in qualcosa di ancora più inquietante: le pupille si dilatarono mentre gli occhi si strinsero, i lineamenti facciali si fecero più aguzzi e minacciosi e il ghigno si allargò ulteriormente fino a diventare un sorriso a trentadue denti; la perfetta riproduzione del viso di un maniaco.
 
"Ma lei… lei non sembra così sicuro del mio piano" sibilò il re con voce fredda "per caso non ha fiducia nelle capacità del suo re"
 
"No maestà, è-è… è so-solo che…"
 
"Che?"
 
"C-che sarebbe a-alto tradimento… c-credo"
 
"Si" sussurrò il re avvicinandosi al soldato "lo sarebbe"
 
Accadde tutto in un attimo: Ulrich Von Berger estrasse dalla sua tunica un coltello e colpì rapidamente il suo interlocutore in pieno cuore, uccidendolo istantaneamente; il re rimosse immediatamente l'arma del delitto dal cadavere e lo osservò stramazzare a terra prima di rivolgere lo sguardo agli altri due soldati presenti.
 
"C'è qualcun altro qui che è convinto che io stia sbagliando?" domandò gelido, ricevendo una doppia risposta negativa "Perfetto; pulite il pavimento e gettate questo rifiuto nella conca perché faccia da concime alla terra!"
 
Mentre i due soldati eseguivano l'ordine, gli occhi del re raggiunsero la porta del sacrario al primo piano.
 
"Karma" sussurrò "saremo noi, gli unici vincitori di questa guerra"
 
 
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In tutti i trentatre anni della sua vista, Julian non aveva mai provato l'ebbrezza di viaggiare in clandestinità; secondo quanto riferito da Magisa, infatti, i pedoni non possono entrare nella grande officina, il che lasciava come unica opzione imbarcarsi di nascosto su una delle altre navi, piano che i due misero in atto alla prima buona occasione.
Nascosti agli occhi indiscreti delle guardie all’ingresso, passarono il posto di blocco e, raggiunta la sala principale della fucina, scesero mescolandosi alla folla di proprietari e operai; vagarono senza metà per alcuni minuti, oltrepassando diverse carcasse di navi e cercando di sopportare alla meglio il caldo infernale, poi finalmente scorsero qualcosa: di spalle davanti a loro, stava un uomo vestito con la divisa da lavoro il cui colorito verde scuro di capelli e pelle ricordava molto quello del loro amico. Osservandolo attentamente, Julian comparò la figura dello sconosciuto a quella di Vey e, nonostante le immagini gli giungessero deformate dal calore, esse risultavano più o meno coincidenti.
 
-Come dice il detto: "se cammina come un anatra e starnazza come un anatra…"-
 
"Veirhal!" esclamò con una certa confidenza
 
Il gigante recepì il richiamo e si voltò immediatamente, era proprio lui solo molto più sporco e brutto.
 
"Julian, Magisa!!" gridò avvicinandosi ai due "per la luce del nucleo, come diavolo avete fato ad entrare?"
 
"Ma è chiaro, ci siamo appena fatti assumere; SECONDO TE COME POTREMMO MAI AVER FATTO, GENIO?" replicò una irridente Magisa
 
"Ehi, stai calma" sospirò l'altro "non pensavo che una ragazza proveniente da un regno di benpensanti sarebbe arrivata a commettere un mezzo crimine"
 
Per alcuni secondi, la maga fu tentata di sfoderare lo scettro e spedire il suo molesto compagno di viaggio dalla parte opposta della sala, poi però si decise ad accettare l'offesa amichevole: erano tutti li, gli errori di milioni di anni di vita di Gran RoRo, una serie di stereotipi tramandati come verità che, con il loro progressivo stratificarsi,  avevano dato vita a dei pregiudizi radicati; lei non avrebbe più commesso gli stessi errori.
 
Vedendoli meno battaglieri, anche Julian ritenne di potersi avvicinare, salutò l'amico appena ritrovato con una stretta di mano e immediatamente chiese notizie sulla nave, ricevendo dall'altro una risposta abbastanza vaga. Senza aggiungere nulla, il granroriano si voltò e incamminò verso un oscuro tunnel; gli altri due lo seguirono in quell'enorme canale, per poi sbucare in una sala di dimensioni inferiori rispetto a quella precedente ma caratterizzata da un calore molto inferiore.
 
"Benvenuti!" esultò Vey "questa è la camera di refrigerazione, dove le navi in uscita dalla fornace vengono riassemblate"
 
"Wow" esclamarono gli altri due all'unisono, estasiati da tutto quel brulicare di operai e impalcature
 
"E non avete ancora visto il meglio" prosegui il nativo di Selveya afferrando il lembo di un telo "salutate la nostra nuova nave, rinata dalle ceneri dell'amata Stella: la Fenice Blu"
 
Il telo venne trascinato a terra e una luce di colore blu elettrico si diffuse nella stanza, quasi ad anticipare l'apparizione del veicolo: la forma era rimasta all'incirca la stessa, una sorta di pallottola ovoidale dalla testa appuntita, ma di dimensioni maggiori e con quattro nuove "pinne" a garantirne una maggiore stabilità e manovrabilità, il tutto decorato a un fascio di strisce blu che, partendo dalla punta, andavano a correre lungo le fiancate a simulare delle ali; tutte le parti che, nel difficile ultimo viaggio, avevano subito lesioni anche minime erano poi state sostituite dai loro corrispondenti più moderni, aggiunto un nuovo portone automatico e modernizzato gli interni, aggiungendo alla vecchia cassettiera, un tavolino, un paio di mobili, due divani-letto nuovi e, perfino, di una sorta di angolo-cottura; infine, la cabina di comando aveva ricevuto un deciso upgrade con l'installazione di un sistema di nuclei tra i più recenti ed evoluti.
 
Veirhal guardò soddisfatto le facce incredule dei suoi due amici, li aveva messi completamente K.O.
 
"Dai, perlomeno evitate queste espressioni idiote" li rimproverò il granroriano scherzosamente
 
Magisa e Julian praticamente nemmeno lo sentirono, troppo impegnati com'erano a cercare di scorgere nella Fenice qualcosa che ricordasse il suo "glorioso" passato; vista la scarsa considerazione generale, Olamaris decise di dedicarsi ai gesti utili e, dopo aver saputo l'ammontare dei costi dagli operai, pagò le riparazioni.
 
"Grazie mille per la vostra cortesia e assistenza" li salutò "è stato un sogno poter entrare qui"
 
"Sai, tra il tuo conto e il fatto che l'Håndverker è diventato meno severo da che sei arrivato, quasi dovremmo essere noi a ringraziarti" scherzò uno degli operai "stupidaggini a parte, è stato un piacere lavorare con qualcuno che vuole veramente bene alla sua nave, siete una razza sempre più rara ultimamente"
 
"Stai tranquillo, ho intenzione di restare vivo ancora per molto tempo" replicò Vey ridendo a sua volta
 
"Questo conta poco" ribatté un altro lavoratore, più scuro in volto "nessuno di noi è totalmente padrone della propria vita"
 
"Ma io sono uno che sta particolarmente attento; grazie ancora per la vostra assistenza, è stato un onore" concluse il nativo del regno di smeraldo per poi raggiungere di nuovo i suoi compagni di viaggio, freschi di risveglio dallo stato di shock
 
"Ma-ma… co-come diavolo hai f-fatto?" domandò una Magisa ancora poco lucida
 
"Uno degli Håndverker mi ha abbonato i costi del sistema dei nuclei e del computer di bordo, lasciandomi così molti più soldi di quelli che pensavo di avere" spiegò "ho passato una decina di minuti a valutare la situazione e, resomi conto che non avrei esaurito le finanze, ho deciso di andare oltre la semplice riparazione"
 
"Oltre la semplice riparazione?"
 
"Ho chiesto che la nave venisse fusa parzialmente, così ho potuto ingrandirla e rimodellarla fino a renderla come la vedete voi ora"
 
"Wow!" esclamo Magisa estasiata "quindi è vero che la Midgard possiede una fornace speciale in grado di fondere una nave intera"
 
"Già" asserì il granroriano "voi invece, avete scoperto o fatto qualcosa di interessante in questi due giorni?"
 
"Sicuro, ma se te lo raccontassimo non ci crederesti" ironizzò Julian inserendosi nella discussione
 
"Mettetemi alla prova"
 
Come da invito dell'amico, i due narrarono ciò che gli era accaduto nell'arco di tempo concomitante alla convalescenza della, ora,  Fenice Blu con grande dovizia di particolari: il duello che il maestro della luce aveva sostenuto contro il re di perla fu raccontato da Magisa con così grande partecipazione che a Vey quasi pareva di vederlo davanti ai suoi occhi, mentre l'avventura tra la biblioteca e la conca fu descritta con calma e attenzione per informare al meglio l'assente sulle ultime interessanti scoperte riguardo alla missione.
 
"Direi che siamo ad un buon punto" concluse Vey dopo aver ascoltato la storia "ora dobbiamo solo decidere la prossima destinazione"
 
"Già la des… oh, merda!!" imprecò Julian all'improvviso "ragazzi, dobbiamo andarcene subito!"
 
"Cos… perché?"
 
"Perché un membro dei cavalieri d'argento ha inviato un messaggio all'ammiraglia della flotta del re del mondo Altrove" spiegò Magisa che aveva intuito il motivo delle preoccupazioni dell'umano "dobbiamo scappare prima che arrivi lord Gaudin"
 
Veirhal si irrigidì alla notizia, ovviamente conosceva di fama l'umano nominato da Magisa: era noto come il più infaticabile e spietato cacciatore di sovversivi, un duellante eccezionale e glaciale che nessuno era mai stato capace di leggere; doveva farsi venire un'idea, le procedure dell'officina obbligavano le navi riparate ad un rodaggio completo, ma quello era tutto tempo che non potevano perdere.
 
Come il un sogno, li ritornarono in mente le parole del Håndverker che l'aveva accolto il giorno prima.
 
- Nel caso serva qualcosa a te o ai tuoi amici, rivolgiti a me-
 
Eccola, la soluzione.
 
"Non preoccupatevi" ordinò il granroriano ai due compagni "so io cosa fare"
 
 
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L'inquietante sorriso dipinto sul volto di Ulrich Von Berger si allargava di un centimetro ad ogni secondo che passava. Era una vita che non si sentiva così sinceramente divertito, ma non poteva quasi farne a meno, ascoltando le notizie che la sua efficientissima rete di informatori gli inviava riguardo le, inutili, ricerche messe in atto da lord Philippe.
 
"Vostra maestà, c'è un olomessaggio per lei" fece uno dei suoi sottoposti alle sue spalle porgendogli un proiettore
 
Il re di perla accese il dispositivo: apparve, davanti ai suoi occhi, un granroriano indossante la divisa dei Mekanisk della Midgard.
 
"Quali notizie dall'est?" chiese, tagliente, il re
 
"Sono appena partiti dall'officina, sire" rispose l'uomo dall'altro lato della trasmissione
 
"Ottimo!" esclamò Berger che si rivolse, poi, ad un altro dei suoi fidati soldati "mi raccomando, lord Philippe dovrà sapere di questa fuga tra un'ora circa e voi dovrete raccontargliela come se fosse appena accaduta"
 
"Sarà fatto signore" confermò l'uomo prima di lasciare la sala
 
Il re si voltò nuovamente verso l'apparecchio che, ancora acceso, continuava a proiettare l'immagine del soldato in incognito: stava sull'attenti, in attesa di ulteriori ordini.
 
"Rientra e recupera le tue armi, soldato" sibilò re Ulrich nel suo terrificante tono gelido "ora siamo a caccia!"
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Nuevo capitulo e prima apparizione della nuova nave di Veirhal Olamaris, la Fenice Blu, già apparsa in un capitolo del magnifico sequel di "Brave" scritto da HikariMoon (a proposito scusa se non ho ancora recensito i nuovi capitoli) che ci terrà compagnia per quasi tutta la durata di questo viaggio a Gran RoRo.
 
Anche se ci ho messo un po' più di quello che pensavo, sono abbastanza soddisfatto di come è venuto il capitolo: spero di essere riuscito ad introdurre bene il personaggio di Philippe (che sarà uno dei principali antagonisti della storia) e soprattutto a caratterizzare Ulrich che è molto più complicato di quel che sembra; la questione della nave invece deriva, essenzialmente, dal fatto che non mi andava di far viaggiare i ragazzi e i loro futuri alleati (si ce ne saranno) in quella fogna che era la nave di Vey pre-ristrutturazione. In conclusione è il classico capitolo in cui sembra che non accada nulla e invece accade tutto.
 Grazie a tutti voi lettori, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi invito a lasciarmi una recensione, anche se solo per farmi capire gli errori che, sicuramente, ho commesso; vi aspetto sempre qui per il prossimo capitolo (che potrebbe arrivare tra un bel po' purtroppo) in cui dovrebbe, peraltro, apparire per la prima volta in questa storia un personaggio mooolto importante.
 
Hasta la vista a todos.
 
ShawnSpenstar/Athos
  
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