E’ estate.
Cammino sotto i portici e sento dei passi che corrono e rimbombano sul marmo, poi un peso sulle spalle…come se qualcosa fosse caduto dal cielo. Due braccia si attaccano alle mie clavicole, il peso diminuisce.
Ora qualcuno alle mie spalle mi abbraccia.

"Hey Monmy!". Esclamo. Solo lui ha un elastico nero sempre fissato all'incavo del gomito destro.
"Hey, ciao!"
Un bacio sulla guancia, un semi abbraccio sulla sinistra: il mio collo ora è contro la sua clavicola, sembra una stretta di combattimento.
"Cresciuto?" è più alto di circa una ventina di centimetri…se fosse più vicino potrebbe baciarmi la fronte.

Capita."
"Che fai in questi brutti posti?"
"Sto aspettando un amico: Alex."

Parliamo e dopo poco Alex arriva e mi stringe la mano con la sinistra. Bel tipo.
È così che ci potevi vedere in quel pomeriggio di Luglio: questo Alex fatto come non mai, Monmy con l'elastico nero sul braccio, stretto come un laccio emostatico, e me… con sotto braccio la coscienza di Zeno, edizione classici moderni.

Mi metto a ridere pensando a Monmy che cade dal cielo. Anche Alex cade, mentre fuma e stringe la mano alle nuvole.

Questo è l'uomo del cielo.
L'uomo del cielo Monmy.

Esilarante.

Comincia a piovere, come in tutte le estati e le storie che si rispettino.
Restiamo seduti lì, sulla panchina dedicata a De André, fino a quando i capelli biondi di Alex non si incollano sulla sua fronte come dei vermi sporchi e la prima pagina del libro diventa illeggibile. Avrò letto quella pagina una decina di volte su quella panchina, mentre la mia coscia toccava quella di Monmy.
Decido di andare via.
Stringo ancora la mano sinistra di Alex e la stretta di combattimento con Monmy.
“Non essere stupido. No che non ti bacio, Monmy.”




Angolo Autore: Voglio ringraziare PanStitch, per il suo aiuto nella correzione di questa cosa, per la pazienza e la disponibilità :).
Qui potrete trovare il link per il suo profilo: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=198467 , quindi andate a leggere qualche storia che meriti davvero.