Bruxelles 1794
 

È solo un lungo incubo diurno, è morta sulla ghigliottina, vituperata e schermita, condotta al patibolo su un rozzo carro e le mani legate dietro la schiena.

Non può essere vero.

L’ultima volta che ci siamo visti era il febbraio 1792, travestito e ricercato, avevo attraversato i confini dopo la cattura di Varennes.
Eravamo riusciti a fuggire, eludendo la sorveglianza, uscendo da Parigi e poi il Re mi aveva congedato, senza addurre nessuna giustificazione..

Maledetto me che ho obbedito, maledetto chi li ha riconosciuti e fatti arrestare, riportandoli poi a Parigi ove è iniziata la lenta discesa verso l’Averno, il precipitare nei gironi infernali del fango e dell’umiliazione.

Febbraio 1792, era freddo e cadeva la neve, ci siamo ritagliati l’ultima occasione, anche se allora non lo sapevo..

 

Tutto a Te mi conduce.
 

Sul tavolo, sparse lettere e pagine e un bicchiere di liquore, che si mescola al sospiro appassito di alcune fresie..

Rievoco altri giorni, altre notti, tramonti liquidi e dorati in cui ci stringevamo le mani.. brindisi e nostalgie..

Il 16 ottobre, giorno della sua morte, sarà il mio anniversario di vedovo, la mia perdita rinnovata per lei che è stata il modello delle donne e delle regine..

I suoi ricordi mi invadono, dal primo all’ultimo, nessuna potrà mai sostituire Elle nel mio cuore.

Perché Dio ha voluto colpirmi in questo modo, tutto le avrei sacrificato, io vivevo per lei..
Un tormento senza fine, un lutto che mai potrà sopirsi .. i rimorsi e i rimpianti..

“.. io Vi amerò per sempre..”, scrissi nelle nostre missive, magari allegando ai fogli petali di violette, e lo sussurrai a voce e così sarà..
Sempre vi ricorderò..in eterno come in eterno tornano a fiorire i narcisi, le rose e i papaveri.