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Autore: TheManiae    14/09/2016    4 recensioni
Lui e Lei.
Due anime conosciute in modo casuale, legati da un destino molto difficile.
Avranno molte difficoltà, sia interne che esterne. Riusciranno a superarle?
Ecco la loro storia.
[Storia basata sulla ship RenataxVincent]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Hello Hello?"
Vincent rimase leggermente confuso dalla situazione.
"Vedo che sei riuscito a non perderti pivello." Disse la voce, che il corvino riconobbe come quella di William dal tono sfrontato.
"Bene, benvenuto al tuo primo giorno, oh scusa, alla tua prima notte di lavoro come guardia notturna. Ti troverai bene qui..." 
Non sapeva perché, ma Vincent si aspettava un Ma.
"Ma dovrei avvertirti di una cosettina."
Oh oh... Pensò la giovane guardia.
"Forse, dico forse, avrei dovuto avvisarti che in questo edificio di notte accadono cose abbastanza strane."
A quelle parole Vincent alzò un sopracciglio. Che intendeva?
"Non so esattamente cosa accada, ma alcuni dicono che i costumi la notte vengano posseduti dagli spettri di un vecchio cimitero indiano sepolto sotto la pizzeria. uhhh." Disse la voce imitando il verso di un fantasma. Se fosse stato lì, il corvino l'avrebbe guardato male.
"Quindi, cerca di sopravvivere la notte. Non vorremo un incidente. troppe scartoffie da riempire e compilare."
"Vedo che ci tiene molto a me..." Sbuffò Vincent. Quel ragazzo proprio gli stava sulle scatole.
"Allora a domani. Speriamo." Aggiunse ridacchiando, e il messaggio si spense. 
Il corvino si poggiò allo schienale e sbuffò osservando il soffitto ammuffito. Spettri indiani che muovono i costumi, si certo. Non ho più 5 anni. Pensò ridendo a quel modo stupido di mettergli paura.

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1.00

Con un profondo sbadiglio, Vincent si appoggiò coi gomiti alla scrivania, tentando di tenere su la faccia. Anche se aveva riposato, aveva comunque un sonno pazzesco, e di certo la noia di quel posto non aiutava a restare svegli.
Motivato più dalla noia che dalla curiosità, iniziò a guardare le telecamere dal vecchio computer. Osservò le varie stanze del locale: Cucina, Sala Riparazioni, Sala giochi, Il Palco. A quest'ultimo però notò una cosa strana.
Sulla pedana di legno c'era il costume di Fredbear, abbandonato a terra con le braccia abbandonate a terra e la bocca aperta, che sembrava quasi guardarlo con quegli abissali occhi neri. A Vincent quello sguardo vuoto fece venire i brividi, non sapeva nemmeno lui per quale motivo preciso.
"William..." Mormorò, intuendo che quello stronzo aveva messo il costume dell'orso sul palco per fargli paura. 
Sbuffando, Vincent si mise il cappello sugli occhi e si poggiò alla sedia, cercando di riposare gli occhi per qualche minuto.

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Una nebbia grigia copriva l'intera area, impedendo al corvino di vedere oltre il suo naso. Si sorprese un po'. Era da mesi che non aveva quel sogno, ma pensò che in fondo, una cosa che durava da anni non poteva svanire in poco tempo. Era già buono che non lo infestasse ogni notte.
Il paesaggio attorno a lui cominciò a delinearsi, e in pochi attimi riuscì a riconoscere il pavimento a scacchi e le decorazioni a forma di pizza alle pareti. Ma la figura con le orecchie da coniglio non c'era.
"Dov'è diavolo è quel maledetto coniglio?" Si chiese guardandosi attorno, ma non vedendo nessuno decise di esplorare il luogo.
Mentre passeggiava nei corridoi a scacchi, l'unico suono era il suo passo ritmico sul pavimento di ceramica. Nemmeno una mosca, non il più minimo rumore. Era incredibilmente inquietante. 
Raggiunse una grande stanza quadrata, con alcuni tavoli distrutti e rovinati negli angoli, mentre ovunque era pieno di ragnatele e sporcizia varia. Di certo nessuno veniva lì da molti anni. 
Una luce improvvisa si accese, e sul palco ammuffito si trovava una figura scura. Sembrava la figura con orecchie da coniglio, ma stavolta era totalmente nera con riflessi blu scuro, e gli occhi bianchi senza pupilla. I contorni sembravano svanire, come fosse formato da fumo.
Vincent rimase stupito. Non ricordava un tale essere, e lentamente si avvicinò. Quando fu a circa due metri da lui però, la figura si allontanò da lui, facendogli cenno di seguirlo, e così lui fece.
Non sapeva perché stava seguendo un coniglio fatto di ombre, ma sentiva di doverlo fare. Forse avrebbe fatto finire quegli incubi una volta per tutte, quindi restando in silenzio camminò dietro alla figura.
I due raggiunsero la sala riparazioni, e improvvisamente il coniglio si bloccò davanti alla porta, indicandola con il dito. 
"Devo entrare?" Domandò Vincent, e la figura semplicemente annuì.
Il corvino allungò la mano, timoroso di entrare. Afferrò la maniglia e la girò, e la porta si aprì con un lento cigolio. E il ragazzo osservò scioccato la figura davanti a lui.
A terra, in mezzo a una pozza di sangue cremisi che ricopriva quasi tutto il pavimento grigio, stavano 5 bambini. I loro corpicini orribilmente sfigurati, pieni di ferite e lividi sul viso e sulle braccia. Un paio avevano la gola tagliata, dalla quale uscivano fiotti di sangue, mentre altri avevano il petto squarciato. Uno, quello coi capelli dorati ormai sporchi di sangue, non aveva più gli occhi, e dalle orbite scendevano sulle guance lacrime di sangue.
Vincent osservò sconvoltò lo spettacolo, e cadendo a terra sulle ginocchia sentì il vomito salirgli dallo stomaco. E fu allora che sentì i passi.
Alzando lo sguardo, vide incombere sopra di lui una seconda figura nera. Questa non aveva orecchie di nessun tipo, e le uniche parti vagamente riconoscibili erano delle strane ali sulla schiena e occhi blu penetranti.
"Presto..."
Furono le uniche parole mormorate dalla creatura, prima che la sua figura si ingrandì, inglobando tutto l'ambiente attorno a se, e Vincent si ritrovò a galleggiare nell'oscurità totale, con solo quei due zaffiri infernali che lo osservavano. Poi svenne.

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"AAAH!"
Vincent si svegliò urlando e quasi cascò dalla sedia tale era lo spavento. Era completamente sudato, e sentiva il cuore che stava per esplodergli dal petto. Ci mise sopra la mano, e cercando di calmarsi il respiro e il battito iniziarono a diventare più regolari.
"Era solo un incubo..." Mormorò tra se e se, ma ancora quell'immagine gli metteva addosso terrore puro.
Un suono improvviso lo riscosse dai suoi pensieri, e alla fine del corridoio davanti a lui vide qualcosa muoversi svanendo dietro la parete. Al corvino venne il panico. Al primo giorno e qualcuno era già entrato, che figura di merda. 
Ingoiando saliva e paura, si alzò dalla sedia e prese la torcia, dirigendosi verso il corridoio a passo lento. Non era mai stato un tipo pauroso, ma se c'era qualcuno poteva essere armato, e aveva il terrore di non riuscire a tornare dalla sua famiglia. Ma se avesse perso il lavoro, sarebbe stato anche peggio, quindi andò avanti.
Svoltato l'angolo, vide la figura svanire dietro un altro muro, e iniziò a rincorrerla. Ogni volta che raggiungeva la parete dov'era svanita, la vedeva scomparire dietro un'altra. La situazione continuò per alcuni minuti, finché il corvino la vide entrare in una stanza e chiudere la porta di metallo, con sopra inciso a lettere rosse: Sala Riparazioni.
Il ricordo del sogno di nemmeno dieci minuti prima gli invase la mente, e quei corpi riversi a terra gli fecero salire ancora la nausea. Cercando di calmarsi, respirò lentamente e poggiò la mano sulla maniglia, abbassandola lentamente e aprendo la porta.
"AAAAAAAHHHHHH!!!"








Angolo Sangue nero
Esatto, termino qui.
Muahahahahahaha
E non preoccupatevi, il prossimo capitolo arriverà presto. In questi giorni sono stato impegnato con impegni familiari (Ovvero mio fratello mi ha preso il Pc)
E p.s: Ai fan di La Ragazza Drago di Licia Troisi, ho scritto una fic se vi interessa:

Sorelle
Attenzione, Spoiler sull'ultimo libro.
Alla prossima

Valar Morghulis
   
 
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