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Autore: 9Pepe4    03/05/2009    3 recensioni
In poco tempo, mi trovai sul sentiero che affiancava il fiume. Il letto di questo era più in basso ma, nonostante fossi ancora un poco lontana, riuscivo a percepire benissimo lo scrosciare dell’acqua. E finalmente gli alberi si aprirono, e davanti a me vidi uno spiazzo senza alcun parapetto, nemmeno in legno scricchiolante come il pezzo che al momento avevo al fianco.
Senza pensare, quasi, mi avvicinai al limite, dove la terra finiva e iniziava a sprofondare fino all’acqua.

Altra One-Shot su Jessi. Su quello che deve aver provato quando era sulla riva del fiume, su quanto ha sentito quando è arrivato Kyle.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessi XX, Kyle XY
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incespicai ma continuai a camminare. Rametti caduti e foglie secche scricchiolavano sotto le mie scarpe, mentre la volta verde e rigogliosa degli alberi sopra di me mi faceva sentire minuscola e sperduta come non mai.
Avevo i muscoli indolenziti dal freddo e dal continuo girovagare senza meta. Mi facevano male gli occhi per le troppe lacrime che li avevano bagnati.
Sentivo lo scorrere di un fiume, abbastanza vicino. Quasi senza rendermene conto, iniziai a camminare impacciata verso il rumore dell’acqua corrente.
In poco tempo, mi trovai sul sentiero che affiancava il fiume. Il letto di questo era più in basso ma, nonostante fossi ancora un poco lontana, riuscivo a percepire benissimo lo scrosciare dell’acqua. E finalmente gli alberi si aprirono, e davanti a me vidi uno spiazzo senza alcun parapetto, nemmeno in legno scricchiolante come il pezzo che al momento avevo al fianco.
Senza pensare, quasi, mi avvicinai al limite, dove la terra finiva e iniziava a sprofondare fino all’acqua. La corrente era potente, capace di trascinare qualcuno anche ben più robusto di me. La osservai e mi domandai perché ci fosse un posto così poco sicuro. Doveva essere pericoloso per i bambini, specialmente se emozionati per il trovarsi in una foresta.
Già, ma per i bambini ci sarebbe stato qualcuno, ad afferrarli per il braccio, a sgridarli e ad allontanarli dal pericoloso margine.
C’era una trave che sporgeva dal terreno. Appena più lunga di un metro, ma abbastanza larga per due piedi, era sospesa sopra il torrente impetuoso.
Non c’era nessuno a trattenermi.
Avevo le mani congelate. Lentamente, avanzai con cautela, posando i piedi sulla trave. Guardavo la corrente, dall’altra parte del fiume. L’altra sponda, generosa di alberi e di piante verdeggianti come quella sulla quale mi trovavo, era anche ugualmente alta.
Mi venne in mente il mostro che popola gli incubi di tutti i bambini. Un mostro terribile, che poteva mangiarsi tutta la vita di ognuno in un boccone. Un mostro che poteva cancellare tutta la felicità del mondo con il solo sguardo dei suoi occhi vermigli. Un mostro capace di lacerare ogni sogno.
Un mostro orribile, ma… Ogni bambino sapeva sempre come difendersene. Un cuscino grande da mettersi al fianco, un peluche speciale, la luce da tenere accesa, la mamma da chiamare… Tutti mezzi che funzionavano, che facevano svanire il mostro.
Tutti sapevano come far scappare il mostro. L’avrei saputo fare anche io.
Già, ma se ero io il mostro?
Il vento mi passò attorno, la sensazione di vertigine improvvisamente non mi pareva così orrenda, era solo una promessa. “Lasciati andare, lasciati cadere, e finirà tutto. Tutto sarà a posto”. Una promessa così allettante…
«Jessi…»
Chiusi gli occhi per un momento, per soffocare il tremito che mi aveva scossa nell’udire quella voce.
«Perché mi sei venuto a cercare?» domandai, senza guardarlo. Non sapeva che non me lo meritavo, che si sarebbe solo messo in pericolo?
«Ne avevi bisogno» dichiarò Kyle.
Alzai appena il capo, guardando sempre in basso, verso il fiume. «Ti tradirò…» dissi, in un singulto. «Questo mi costringeranno a fare…» aggiunsi. Avevo così tanta paura di loro, perché erano loro a comandare la mia vita, non io.
«Non devi fare tutto quello che vogliono loro!» ribatté, accorata, la voce di Kyle. «Sei libera di scegliere» aggiunse, mentre un fremito mi percorreva le braccia.
Sarebbe stato così bello.
«Anche Nicol me l’ha detto» affermai, guardando ancora giù, nelle correnti, osando a malapena respirare. Me l’aveva detto anche lei, e io volevo tanto crederci. Ma non sapevo come fare.
«Nicol è brava» confermò Kyle. «Mi ha aiutato».
Lui sapeva cosa voleva dire. Sapeva com’era avere delle persone che hanno a cuore il tuo interesse.
«Lascia che io aiuti te».
Quelle parole distrussero il nodo che mi irrigidiva. Lo volevo così tanto, ma allo stesso tempo avevo così tanta paura, così paura di non riuscire a meritarmelo… Così paura di tutto…
Non riuscii più a tenere gli occhi sul fiume. Per un attimo, vidi una possibilità che non lo contemplava. Respirai bruscamente, mentre voltavo il viso verso Kyle.
«Mi riporterai là?» domandai, terrorizzata.
Io non volevo tornare, era troppo orrendo, troppo oscuro. C’era troppo del mio passato, troppo delle persone che temevo.
Attendevo la risposta di Kyle.
«Non possiamo tornare. Aspetteremo che tutto sia finito» disse lui, guardandomi negli occhi.
Riabbassai lo sguardo sul fiume e sentii la tensione raggiungere un punto massimo e poi infrangersi. Iniziai a piangere.
«Voglio che finisca al più presto!» singhiozzai quasi rabbiosamente, con una boccata d’aria gelida, disperata. Perché doveva rendere tutto così difficile? Non poteva limitarsi a lasciarmi andare?
«Lo voglio anch’io».
Quelle parole arrivarono a negare la mia solitudine, ma non sapevo ancora se potevo accettarle. Avevo troppa confusione, troppa angoscia, dentro di me.
Girai la testa. La mano di Kyle era tesa verso di me, e lui era più vicino di quanto credessi.
Guardavo quelle dita, e non osavo credere, mentre le lacrime mi bruciavano gli occhi, che si stessero offrendo davvero alla mia presa.
Guardai il fiume ancora, e la fine che prometteva. Mi volsi verso Kyle, trattenendo i singhiozzi. Era ancora lì. Quasi senza accorgermene, iniziai a voltarmi verso di lui. Ero rigida, ma la mia mano fredda dopo qualche attimo raggiunse la sua, e si aggrappò ad essa.
Lo guardai in faccia e lasciai andare un gemito.
Con un balzo, fui lontana dal bordo del fiume, e poi mi rifugiai tra le sue braccia che mi accolsero, e iniziai a piangere con il mento poggiato sulla sua spalla, mentre sentivo le sue mani sulla schiena.
L’angoscia mi schiacciava ancora, ma improvvisamente mi sentii meno esposta. Sentivo il calore di Kyle e il suo corpo come una difesa attorno al mio. Mi sentivo protetta.
Piangevo, sconsolata, ma in quel momento vedevo una possibile conclusione a quel terrore, alla fuga, all’impotenza. Vedevo una qualche via di fuga da ciò che ero.
Osai sperare di non essere così totalmente persa. Perché se lui era venuto a cercarmi, forse voleva dire che non c’era solo il mostro. Anche se la sua fiducia mi sembrava ancora immeritata, riuscivo a sperare che non dovesse essere sempre così.
Avevo qualcuno che mi proteggeva, che mi teneva al sicuro in un abbraccio sincero.





Spazio autrice (così professionale... mah):
Riguardando alcune puntate di Kyle XY mi è venuta voglia di scrivere ancora qualcosa su Jessi, che adoro come personaggio. Perché lei sbaglia, ed è davvero fragile.
Spero vi sia piaciuto e magari vi abbia messo voglia di lasciare un commentino.
  
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