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Autore: Francy_Kid    15/09/2016    3 recensioni
Marinette rimane ferita durante l'apparizione di un akuma, dislocandosi la caviglia e procurandosi una microfrattura alla tibia, ma Chat Noir la soccorre appena in tempo, allontanandola dal luogo dell'attacco. Poco dopo, Ladybug fa la sua apparizione, sconfiggendo il nemico assieme al suo partner.
Da quella sera, Chat va a trovare Marinette ogni sera, approfittando delle tenebre per non farsi scoprire, per tutta la durata del tempo durante la quale la sua compagna di classe deve tenere il gesso.
Un mese passa velocemente e quand'è arrivato il momento di muovere i primi passi senza stampelle, Marinette avrà paura.
Chat sarà in grado di aiutarla?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Cap. 1



Un'esplosione sorprese gli alunni ed i professori del Liceo François Dupont.

Marinette, alla vista dell'akuma, fece rientrare i suoi compagni nell'aula, ignorando le proteste di Chloé, perché non voleva ascoltarla, e Alya, perché voleva registrare tutto per il suo LadyBlog; alla fine, aiutata dalla professoressa Câline Bustier, riuscì a chiuderli nella stanza, non notando che Adrien era sparito da un bel po'.

La ragazza corse sulle scale, fermandosi a metà e urlando all'akuma per permettere ad alcuni suoi coetanei di fuggire.

Il suo piano funzionò, ma solo ora si ricordò che non era Ladybug.

L'uomo puntò contro di lei una pistola, sparando un raggio laser che se non avrebbe schivato l'avrebbe centrata in pieno; il ferro iniziò a corrodersi dov'era stato colpito, tremando e scricchiolando pericolosamente.

Marinette, per la seconda volta, vide puntata contro di lei la pistola, decidendo di saltare appena prima di essere colpita.

Toccò terra e, sentendo le scale scricchiolare nuovamente sopra di lei, si voltò, non facendo in tempo a schivarle.

Alya batteva i pugni contro la porta della classe, cercando di aprirla, ma la sua amica li aveva chiusi dentro.

La corvina riaprì gli occhi, accorgendosi che le scale le avevano intrappolato le gambe, lasciandola libera dal bacino in su.

Cercò di liberarsi, ma era incastrata e le fitte alla gamba destra le impedivano i minimi movimenti.

Guardò spaventata l'akuma davanti a sé, torreggiante sopra di lei, puntandole contro per l'ennesima volta la pistola.

"È la fine..." pensò la ragazza restando immobile, chiudendo gli occhi ad attendere il colpo.

Il rumore del caricamento della pistola ronzava nelle sue orecchie e l'unica cosa a cui riusciva pensare era che aveva fallito come Ladybug, tradendo Tikki, Chat Noir e tutti i parigini che contavano su di lei.

Ad un certo punto, un suono metallico ruppe il ronzio, sostituito dal ringhio dell'uomo reso malvagio da Papillon; l'adolescente riaprì gli occhi e vide Chat Noir che faceva roteare abilmente il suo bastone tra le dita, ghignando.

«Non credevo esistessero dei giocattoli così pericolosi. Più tardi farò reclamo alla fabbrica per toglierli dal mercato.» esclamò, per poi lanciarsi verso il nemico, calciandolo all'addome e scaraventandolo a diversi metri di distanza. «Principessa, stai bene?» chiese preoccupato.
«Se per te "bene" significa essere imprigionati sotto un cumulo di macerie allora sto bene, grazie.» rispose meno acida possibile, volendo liberarsi al più presto per trasformarsi.

Il biondo le ammiccò, mettendosi accanto a lei per sollevare i detriti, permettendole di strisciare fuori.

Marinette diede un rapido sguardo al danno che aveva subito: i pantaloni erano lacerati dal ginocchio in giù e, sulla gamba destra, si poteva vedere un taglio poco profondo, per sua fortuna, dal quale sgorgava del sangue e la caviglia piegata in uno strano angolo.

La ragazza non fece in tempo a rialzarsi da sola che Chat la prese in braccio in stile sposa, saltando sul tetto della scuola e, successivamente, davanti alla pasticceria dei coniugi Dupain-Cheng, aiutata dal suo partner di battaglia a rimanere in piedi.

Il danno alla caviglia sembrava parecchio grave e doloroso, ma lei strinse i denti, con un solo pensiero per la testa: battere l'akuma.

«Mari, io devo andare a prendere a calci l'uomo cattivo. Tu vai subito in ospedale, hai bisogno di cure urgenti.» si raccomandò Chat, avvicinandosi all'entrata del locale, ma venne fermato da Marinette.
«Devi farmi un favore.» lo pregò; sapeva che le avrebbe fatto parecchio male, ma doveva sopportare per i suoi amici ancora rinchiusi nella scuola. «Devi rimettermi in sede la caviglia.»
«Cosa?! No, non posso.» rispose lui nel panico, voltandosi verso la scuola dopo aver sentito delle urla di studenti.
«Invece sì che puoi.» la corvina gli mise una mano sulla guancia, spostando lo sguardo su di lei. «Io mi fido di te Chat, puoi farcela.»
«Io non voglio farti soffrire...» disse, ma la sua compagna insisteva.
«Sicuramente non mi farai più male di quello che sentirò quando lo faranno i medici.» scherzò, trattenendo una smorfia di dolore quando si sedette a terra. «Per favore. Fallo.»

Chat la guardò sconvolto, ma, alla fine, cedette: si inginocchio davanti a lei, afferrandole delicatamente la caviglia, cercando di non far vedere quanto la ferita lo mettesse a disagio: «Mi dispiace...»

Senza dire nient'altro, il felino tirò il piede della corvina, che trattenne un urlo di dolore.

Il suono nauseante delle ossa che si spostavano rimbombava nelle orecchie dell'eroe, che pregò di non aver fatto una sciocchezza, chiedendosi perché avesse ascoltato la richiesta dell'amica di rimetterle in sede un arto dislocato.

Subito Chat si mise in piedi; non voleva vederla sull'orlo delle lacrime a causa sua.

Lo faceva stare male.

Il ragazzo la aiutò ad alzarsi dopo che lei gli porse la mano, aprendo la porta della pasticceria e facendo sedere la corvina sul bancone, scusandosi con lei per lasciarla sola.

Appena se ne andò, Marinette chiamò Tikki, che uscì dalla borsetta.

La tuta di Ladybug era magica e, quasi sicuramente, le avrebbe impedito di sentire dolore, pensò la portatrice.

«Posso lottare?» chiese.
«Te lo sconsiglio vivamente, ma siccome tu sei l'unica a poter purificare l'akuma allora devi lasciare che sia Chat a fare la parte più dura.» spiegò il kwami, preoccupata per la situazione di entrambi.
«Capito. Tikki, trasformami!»



 

Marinette era sdraiata sulla chaise-longue, fissando la schermata del cellulare.

Quel pomeriggio, lei e Chat Noir avevano lottato contro un akuma abbastanza forte.

O meglio, Chat Noir aveva lottato, lei si era limitata ad evocare il Lucky Charm per immobilizzare il nemico e poi purificare la farfalla, nulla di più.

Tutto restando ferma in un punto e poggiando al minimo la gamba ferita per non peggiorare la situazione.

Subito dopo, accompagnata dai genitori, andò in ospedale per farsi curare la gamba: aveva una microfrattura alla tibia e una brutta dislocazione della caviglia.

Il medico, dopo averle messo il gesso, le aveva raccomandato un mese di totale riposo e, scaduti i trenta giorni, avrebbe dovuto mettersi un tutore alla caviglia.

La ragazza sbuffò, ignorano il costante prurito dovuto alle fasciature, rispondendo all'ennesimo messaggio preoccupato di Alya.

Erano le dieci e mezza passate e gli antidolorifici iniziavano a fare effetto, stordendola e facendole venire sonno.

Solo un bussare alla finestra la risvegliò abbastanza per guardare chi era: Chat Noir.

Alzandosi a fatica, saltellò fino a dove il suo partner di lotta la stava aspettando, per poi entrare in un batter d'occhio.

«Buona sera, Purr-incipessa.» esclamò, avvicinandosi a lei.
«Ciao Chat. Cosa ci fai qui?» rispose, strofinandosi gli occhi stanchi.
«Sono venuto a vedere come stai. Mi sono preoccupato quando ho visto che brutta ferita avevi.» disse, guardando il gesso, sbiancando.
«Non è niente.» si affrettò a dire, cercando di calmarlo. «Solo una dislocazione della caviglia e una microfrattura alla tibia.» spiegò con nonchalance, zoppicando per tornare a sedersi.

Il ragazzo si affrettò ad aiutarla, facendole mettere una mano attorno al collo per non farle appoggiare la gamba, fungendo da stampella, siccome le sue le aveva lasciate accanto al divanetto.

Appena si sedette, Marinette lo ringraziò e lo invitò a mettersi accanto a lei.

Il felino accettò, facendole poggiare la gamba sopra le sue per tenerla alta, vedendola arrossire immediatamente.

«Mari, ti volevo chiedere scusa.» iniziò Chat dopo un minuto di silenzio. «È colpa mia se ti sei fatta male e non credo di aver aiutato molto quando ti ho tirato la caviglia...»
La ragazza per confortarlo, e anche per la stanchezza, poggiò la testa sulla sua spalla, mettendogli le braccia attorno al collo: «Non è colpa tua. Sono stata io a voler uscire dalla classe per aiutare i miei amici a scappare ed ora ne pago le conseguenze. –sbadigliò– È anche colpa mia averti costretto a fare una cosa che non volevi. Sono io a doversi scusare.»

L'eroe girò la testa verso di lei, sfiorandole la fronte con le labbra, sorridendo; era felice di sentire che stava bene e, vista la sua situazione attuale, pensò che sarebbe stato meglio lasciarla riposare.

«Ti aiuto a salire sul letto?» chiese, divertito dal l'espressione assonnata dell'amica.
«Non voglio alzarmi... Tu sei comodo...» bofonchiò in risposta, sistemandosi contro il suo petto. «E sei caldo...» mormorò subito dopo, coccolandosi maggiormente.

Il ragazzo era rosso come un peperone, irrigidendosi ad ogni movimento di Marinette; solo quando sentì il suo respiro lento e regolare capì che si era addormentata, abbracciandola, dondolandosi per cullarla.

In quel momento era lei ad assomigliare ad un gattino, non lui.

«Buona notte, Mari.» sussurrò, baciandole la fronte, sistemandole la frangia.

Erano quelli i momenti in cui desiderava non andarsene dalla stanza, fregandosene delle conseguenze.

Ma domani sarebbe stato un altro giorno e, sicuramente, trenta giorni non sarebbero passati poi così velocemente.



 

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Vi sembrerà strano, ma io questa fanfiction l'ho sognata!

Appena svegliata mi sono detta: «Eh no! La MariChat non posso non scriverla!» anche perché finisce con...

No. Niente spoiler :3

Povera Mari che non può fare nulla ;P

Ma c'è Chat a consolarla😏😏

Questo è un altro mio filmino mentale ^^

Spero vi abbia interessato :3

Al prossimo capitolo :D

Francy_Kid

  
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