21. Epilogue
There's no place like Home
Una
cosa era venuta fuori da tutta quell'avventura: odiavo volare. Avrei
preferito non scoprirlo, in tutta franchezza, così come
avrei
preferito scegliere il mare, come via di ritorno. Ma Emma sosteneva
che il viaggio sarebbe stato incredibilmente più lungo e
più
costoso, tanto che alla fine mi ero fatto persuadere. La
verità era
che sapevo come non vedesse l'ora di tornare a Storybrooke, di
tornare nella sua casa, di riunirsi a suo figlio e a tutti gli
abitanti della città ai quali si era affezionata, che non me
l'ero
sentita di posticipare ancora il ritorno, allungandolo tanto solo per
soddisfare il mio capriccio di salire di nuovo sopra una nave. Mi
dissi poi che non sarebbe neanche stato così gratificante,
con un
altro a manovrarla.
E
poi un aspetto positivo c'era.
Vedere
Emma dormire, finalmente serena, sulla mia spalla mi era più
che
sufficiente. Io avevo dormito poco, pochissimo. Mi sentivo troppo
euforico per dormire, troppo carico di adrenalina anche solo per
pensare di chiudere gli occhi per più di un minuto. Avrei
dormito
sulla Jolly Roger, una volta atterrati, se fossi stato stanco.
Speravo che Emma fosse abbastanza riposata per raggiungermi, avremmo
avuto finalmente un po' di intimità, magari. Nel frattempo
mi
limitavo a leggere un libro comprato in aeroporto, un libro che
parlava di un tesoro nascosto e di Long John Silver. Era stato David
a mettermelo in mano, ridacchiando tra sé, e io ero stato al
gioco,
comprando per lui una spada giocattolo che ora teneva ben nascosta
dentro una valigia, ma che era stato costretto a portare in giro per
molto tempo, guadagnandosi occhiate divertite da qualsiasi passante.
Sapevo
che non avrei mai dimenticato lo sguardo sollevato e quel piccolo
sospiro dell'uomo, nel vederci rientrare in chiesa. Sua moglie aveva
trattenuto a stento le lacrime e aveva subito abbracciato la figlia,
mentre lui si era limitato a lanciarmi un'occhiata d'intesa e un
mezzo sorriso che avevo interpretato come “tutto è
bene quel che
finisce bene”. Non sapevo se erano contenti di riavermi fra
loro o
se, e al novanta per cento era così, erano sollevati nel
vedere Emma
finalmente serena. Non mi importava, alla fine, anche io ero contento
di vederla sorridere, sembrava in pace assoluta con il mondo.
Probabilmente il bene che provavamo per lei era l'unica cosa che ci
accomunava, non sapevo dire se in futuro le cose sarebbero state
diverse, ma per il momento quella situazione mi bastava.
Svegliai
Emma quando annunciarono l'atterraggio; sorrise nel sentire la mia
voce, ancora prima di aprire gli occhi e guardarmi teneramente.
Avvicinò i nostri visi in modo da lasciarmi un piccolo bacio
all'angolo della mia bocca, prima di prendere ad accarezzarmi la
guancia con la mano sinistra, la fronte appoggiata sull'altra. Pace,
felicità, armonia. Non mi ero mai sentito così
vivo, non ero mai
stato così bene.
Ripensai
a tutto quello che quel Killian Jones, la
marionetta creata da
Gold, aveva provato solamente una decina di ore prima. L'amore verso
Emma era diventato difficile da nascondere, da controllare, da
mandare indietro, in un angolino in fondo al cuore. Ma, come me,
anche quel Killian Jones era un uomo d'onore ed era
deciso ad
andare fino in fondo alla promessa che aveva fatto alla signorina
Smith. Ma Emma aveva cambiato tutto. Era bastato uno sguardo per far
crollare tutti i castelli, i muri che si erano costruiti in modo da
celare il sentimento provato per la donna. L'aveva seguita, l'avevo
seguita e non ce l'avevo più fatta a restarmene zitto, a
combattere
contro qualcosa di tanto forte, qualcosa che nessun incantesimo era
riuscito a spezzare. Le parole di Emma non mi avevano spaventato.
Avevo sentito la sua storia attentamente e in silenzio e non nascondo
di essermi sentito un po' spaventato dal fatto che tanti dei suoi
racconti combaciassero con le immagini, quei piccoli flash, che mi
erano tornati alla mente. Avevo creduto alle sue parole? No, o
meglio, non lo so proprio. Neanche quel
Killian Jones lo sapeva. Era davvero difficile riuscire a credere a
una cosa del genere, se non impossibile. Ma una cosa posso dirla con
certezza: ero bisognoso di ricordare. Volevo riavere indietro quei
ricordi e sì, speravo con tutto il cuore che fossero veri.
Avevo
baciato Emma e subito mi ero sentito rinascere. Avevo ripreso
ciò
che era mio, avevo riavuto la mia vita. Ero tornato. E, Dio, come mi
sentivo bene.
Le
presi la mano, ancora ferma sulla mia guancia, accarezzandola appena
con il pollice. La portai alle labbra e la baciai, ad occhi chiusi,
perdendomi nel profumo della sua pelle. Ultimi momenti tranquilli
prima dell'atterraggio, che era stato decisamente traumatico e, lo
giurai a me stesso, un'esperienza da non riprovare mai più.
Emma mi
aveva stretto la mano e, una volta scesi, mi aveva preso in giro per
vari minuti, ridendo di gusto come non l'avevo mai vista fare da
quando l'avevo conosciuta nella Foresta Incantata.
Henry,
Regina e Robin ci aspettavano subito oltre il confine. Ovviamente il
ragazzino si fiondò subito tra le braccia della madre e poi
fu
accolto in quelle dei nonni. Mi lanciò un'occhiata
sorridente e io
gli feci un occhiolino, restando al fianco di Emma. Robin mi sorrise,
mentre la sua compagna mi accolse con un flebile « Hook
» e un
piccolo cenno del capo. Da Granny's non ci raggiunse molta altra
gente; bevevo del rum mentre ascoltavo le chiacchiere degli abitanti
di Storybrooke. Emma mi abbracciò, ad un tratto, e subito le
passai
il braccio intorno alle spalle, mentre lei posava il capo sulla mia.
Sentiva il bisogno di sapermi con lei non osando tenermi lontano
neanche per un minuto ed io provavo la stessa cosa. Eravamo stati
messi a dura prova, ma alla fine il Vero Amore aveva trionfato.
Faticavo ancora a crederci.
A
Londra avevamo cancellato gli ultimi avvenimenti dalla memoria di
tutti, eccetto che in quella di Phoebe, grazie a una strana pietra
proveniente da Arendelle che Regina aveva lasciato a Mary Margaret
prima di partire. In caso le cose fossero andate bene, aveva detto.
Un po' mi dispiaceva essere scomparso dalle vite di quei ragazzi ai
quali avevo cominciato a volere veramente bene, ma era giusto
così.
Ora dovevo solamente cercare i fratelli Darling e dar loro una
lettera da parte di Phoebe. Speravo per loro che si sarebbero
rivisti, prima o poi.
Tutti
quanti ci gustavamo quei momenti di tranquillità, tra risate
e
racconti generali, ma poi Regina entrò come una furia nel
locale.
«
Sono spariti, andati. Ci ha beffato di nuovo, ma questa volta lo
uccido con le mie stesse mani » sciolsi l'abbraccio e lasciai
andare
Emma verso la donna che sembrava su tutte le furie, in pochi istanti
eravamo tutti intorno a lei.
«
Calmati, Regina. Cos'è successo? Cos'è sparito?
» Cominciarono a
chiederle, tutti accalorati e preoccupati dalla sua agitazione.
«
I poteri di Gold, se li è ripresi. »
«
Che cosa? » Eravamo riusciti ad intrappolare i suoi poteri
prima di
bandirlo da Storybrooke, com'era possibile? « Non
può essere, come
può essersi ripreso i poteri? »
«
E' Gold », commentò la donna sprezzante,
guardandomi come se fossi
tanto stupido da non riuscire a capire un concetto così
semplice «
un modo lo trova sempre. »
«
Non usare quel tono con me, del resto avevi solamente una cosa da
fare: tenere i suoi poteri al sicuro e inaccessibili. Bel lavoro
Regina » replicai adirato, più per il fatto di
sapere Gold ancora a
piede libero che con lei.
«
Oh, scusa tanto se sono stata impegnata a trovare un modo per farti
tornare la memoria, Capitan Eyeliner! »
«
Adesso basta, piantatela tutti e due! » Emma si mise in mezzo
e ci
divise, letteralmente, alzando la voce in modo da farsi sentire da
tutti « Non è il momento di discutere.
Dividiamoci, lo troveremo
prima. Killian, andiamo dall'apprendista: ha ancora il cappello
magico, potrebbe tentare di riprenderselo. »
E
lì lo trovammo, ma non come ce lo aspettavamo. Il
coccodrillo era
sdraiato sul pavimento, pareva addormentato, o forse morto? Non
sapevo dirlo, non riuscivo neanche a vedere il petto alzarsi e
abbassarsi. Era così che finiva il più grande
Signore Oscuro di
tutti i tempi? E soprattutto cosa era successo? Belle era al suo
fianco, non piangeva ma aveva gli occhi lucidi. Io ed Emma stavamo
per avvicinarsi a lei, quando l'apprendista catturò la
nostra
attenzione. Anche lui era per terra, cercava di alzarsi con fatica,
allo stremo delle forze. Corsi ad aiutarlo e riuscimmo a portarlo sul
letto. Belle ci spiegò che erano riusciti a separare
l'oscurità dal
cuore del coccodrillo, che lo stava consumando definitivamente. Ma
l'oscurità si era ribellata, era uscita dal cappello, aveva
aggredito l'apprendista e poi era scomparsa.
L'apprendista
ci avvisò del pericolo che incombeva sopra di noi, ci
consigliò di
rivolgerci a Merlino, il più grande mago mai esistito,
così da
poter sconfiggere l'oscurità una volta per tutte. Io ed Emma
ci
fissammo a lungo, preoccupati, quando l'uomo chiuse gli occhi,
stanco. La donna stringeva in mano il pugnale del Signore Oscuro,
privo, adesso, di qualsiasi nome.
Ci
precipitammo in strada, gli altri ci raggiunsero dopo poco. Sentivamo
tutti la stessa oscura presenza intorno a noi, ci guardavamo l'un
l'altro, ansiosi. Nessuno di noi sapeva bene cosa fare, come reagire
davanti a un pericolo così grande. L'Oscurità ci
girava intorno,
potevamo sentirla, potevamo percepirla. Sembrava quasi che ci stesse
studiando, tutti noi. Lanciai ad Emma un'occhiata: anche lei temeva
il peggio. E come poteva essere il contrario? Eravamo a Storybrooke,
e a Storybrooke i guai erano sempre dietro l'angolo.
A
Storybrooke, quella che ormai era diventata la nostra casa, le cose
andavano così. Un nuovo giorno, un nuovo nemico, una nuova
storia.
Angolo
dell'Autrice:
This
is the end, my only friend, the end
Okay
la pianto e faccio la seria (anche se preferirei buttarla sul ridere,
almeno è sicuro che non mi commuovo). Questa storia (va
avanti da un
anno e mezzo, quindi magari qualcuno lo avrà anche
dimenticato) è
nata ancora prima del finale della quarta stagione, quindi gli
avvenimenti raccontati sono una sorta di alternativa delle ultime due
puntate nell'universo parallelo. Riflettendo su questa cosa, mesi fa,
mi sono detta che non poteva esserci fine migliore e più
giusta di
questa, ovvero riagganciarmi alla trama iniziale e seguire la linea narrativa
della serie.
Credevo
di terminarla allo stesso modo di come è iniziata, ovvero
con il pov
di Emma, ma mi hanno fatto notare che sarebbe stato bello leggere dal
punto di vista di Killian il riacquisto dei suoi ricordi, e
così mi
sono inventata qualcosa sul momento, qualche spiegazione qua e
là.
Ora,
i ringraziamenti. Vi ho ringraziato in ogni capitolo, per le
recensioni, le bellissime parole che avete sempre speso per me e per
la storia, per le visualizzazioni, per i preferiti e tutto il resto.
Lo rifaccio un'ultima volta, perché, davvero, quando ho
postato il
primo capitolo, così per gioco, non avevo la minima
aspettativa, la
trama era quasi inesistente e credevo che avrei mollato tutto presto
1) per mancanza di inventiva e 2) per mancanza di seguito. E invece
mi avete sostenuta, e tanto anche, e non potrò mai
ringraziarvi
tanto. All'inizio ero completamente arrugginita e se sono riuscita a
sbloccarvi è grazie a voi. Quindi, grazie a Kerri,
a pandina e a
gattina04 che stimo
tantissimo come autrici in questo sito, per un motivo o per un altro,
e che leggere certi complimenti da loro mi ha sempre riempito il
cuore di gioia; grazie a ErinJS
che anche se non si vede sul sito da un po', mi ha sempre lasciato
delle lunghissime recensioni che mi facevano scappare molte risate e
non posso non nominarla; grazie a Lely_1324
che con le sue parole mi ha sempre lusingata e fatta emozionare,
credo di aver versato qualche lacrima una volta o due, davvero troppo
gentile; grazie a spongansss
e Lady Lara che sono
arrivate 'dopo' ma che sono rimaste, e mi hanno sempre fatta
sorridere con le loro recensioni; e ancora grazie a itsyouemma
(oh cavoli, quanto invidio il tuo nick), a _Arya_,
gaialor95, verop98,
smemorina89 e a tutte
le altre che, perdonatemi, dimentico ma che hanno sempre trovato il
tempo di lasciarmi la loro opinione sui miei capitoli. E grazie
davvero di cuore, anche a voi che leggete silenziosi, che pochi di
certo non siete. Grazie davvero tanto.
E
PERDONATEMI PER L'ANGST.
Questa
storia si può definire ufficialmente conclusa. Addio Phoebe,
addio
Jack, addio Rose, addio gemelli, addio Montgomery, addio fratelli
Clayton, addio Londra.
A
voi, a Emma, Killian e tutti gli altri, invece, vi dico arrivederci e
spero di ritrovarmi sulla mia nuova storia, Meant
To Be, vi lascio il link del
prologo (domani o sabato dovrebbe arrivare il primo capitolo) ;)
Grazie
ancora a tutte,
A
presto :)
Sà