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Autore: Carla Marrone    15/09/2016    1 recensioni
Un misto di azione e vita scolastica, assieme ai cinque eroi di ultimate spider-man. Ed un pizzico di mistero. Chi è Miranda, "colei che vede"? Ma, domanda ancor più pregnante: cosa desidera il suo cuore? Peter ci aiuterà a svelarlo, assieme alla sua identità. Spero di avervi incuriosito almeno un po'. Sentitevi liberi di lasciare i vostri pensieri tra i commenti. Qualunque parere è più che ben accetto. Buona giornata a tutti.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ALUNNA NUOVA

 

“Vorrei presentarvi la vostra nuova compagna di classe.” Una donna alta e robusta dal viso spigoloso annunciò ai suoi alunni, durante l’ora di matematica. 

Accanto all’insegnante, una ragazza dal viso tondo e delicato con una corporatura esile se ne stava tranquilla con le mani in mano a fissare i suoi futuri compagni. Aveva capelli marrone scuro, lunghi quasi fino al ginocchio, scalati e con le punte tinte di bianco. Una frangetta irregolare e la riga di lato completavano la sua immagine. Prese un mollettone nero a forma di rosa che aveva attaccato al vestito e, nel giro di un paio di secondi, aveva legato i capelli dietro la nuca, un ciuffetto bianco, l’unica cosa che fuoriusciva. Le caddero due ciocche più corte ai lati del viso. Era talmente bassa che spariva al confronto con l’enorme insegnante e, sicuramente, non dava l’impressione di avere già quindici anni. Il suo abbigliamento era decisamente bizzarro e più adatto ad un uomo. Indossava dei pantaloni grigi gessato a pinocchietto, qualche taglia più grandi della sua, con diverse tasche. Ai piedi aveva scarpe da ginnastica bianche piene di borchie e cinghiette. Ma il bello veniva nel pezzo di sopra: una camicia bianca con cravatta a quadri rossi e neri ed un’enorme felpa dal cappuccio, nera, sbottonata. A completare il quadro, una borsa a sacco dai disegni arabi, blu e bianca. “ Ecco la classica persona che non ha trovato la sua identità sessuale.” pensò Peter distrattamente “Probabilmente si veste a casaccio per far arrabbiare i suoi genitori che si sono appena separati.” Concluse così la sua breve riflessione sulla ragazza. Anche se doveva ammettere che aveva stile ed anche, un certo…fascino.

Fu proprio come fece per distogliere lo sguardo, che, con la coda dell’occhio, notò i ciondoli attaccati alla cinghia del borsone. Un improvviso prurito alla tempia destra lo avvertì che qualcosa di storto stava per accadere. Si guardò intorno. Niente. Nessun nemico in vista, constatò osservando la finestra. Strano, il suo senso di ragno non sbagliava mai. Dannazione, era persino capace di dirgli se sua zia May stava bruciando i toast.

Bè, diciamo quasi mai.

Gli venne in mente, giusto per scrupolo, di provare a riguardare quei ciondoli. Dunque, c’era una chiave con una croce gotica all’estremità, una fila di dadi da gioco di diverso colore con un campanellino attaccato sotto ed un innocua bambolina. Voodoo! La guardò bene: un enorme testone sferico di paglia con due occhietti tondi e neri, arti senza mani né piedi, un vestitino a righe orizzontali nere e bianche stile-carcere e, come unica caratteristica graziosa, un cuoricino rosso al centro del petto. “Cavolo”, pensò Peter, “a quanto pare, non devi necessariamente essere un super-cattivo per terrorizzare la gente”. A dire il vero, al di là dell’abbigliamento, c’era qualcosa che gli rimandava un senso di disagio, quando guardava il viso della ragazza. I suoi occhi erano neri e grandi, proprio come quelli della “bambola”? 

 “Wow, siete tutti fichissimi, ragazzi! Non vedo l’ora di iniziare qui, mi piace la gente nuova!” Disse con voce dolce e scanzonata, silenziando ogni possibile mormorio su di lei. All’istante, sentendosi lusingati, tutti si volsero entusiasti nei suoi confronti. “ Corruttibili…” pensò Peter. 

“Come ti chiami?” urlò quasi un mingherlino brufoloso. 

“Oh, non l’avevo ancora detto? Mi spiace” disse stupito il nuovo acquisto “sono Miranda. Piacere, ehm…”

“Jason, sono Jason!” Jason ci provava sempre e sistematicamente con tutte, nella speranza che qualcuna cedesse per lo sfinimento. Peter era divertito al pensiero che Miranda avrebbe presto cambiato atteggiamento, mostrandosi più fredda nei suoi confronti. 

“Miranda è un nome strano, vieni dall’estero?”

“Sono Italiana.” A quell’affermazione, si udirono molti “ooh” di piacevole stupore.

“Io ho origini spagnole!” disse Sam rivolto alla classe, ma nessuno gli prestò attenzione.

“Non importa a nessuno, Sam.” Gli sibilò Peter in un orecchio, guadagnandosi il solito sguardo storto.

“Miranda significa qualcosa nella tua lingua?” Chiese una tra gli alunni più bravi. 

“Deriva dal latino, significa “colei che vede””. L’ultima frase catturò l’attenzione di Peter, aveva decisamente un bel nome, pensò. Si chiese, per un attimo, se, fosse dovuta a qualcosa la scelta dei suoi genitori. Ma forse, si trattava dell’ennesimo nome dato in ricordo di un parente. Chissà perché l’aveva pensato. Davvero, quella ragazza stava attirando troppo l’attenzione di tutti. Anche la sua…

“Su, su, vediamo di piantarla con i convenevoli. Non so se ve ne siete accorti, ma siamo nel bel mezzo di una lezione.” Disse impietosa il matematico. “E, a proposito di lezione, che ne dite di un po’ di equazioni a doppia incognita?” la frase dell’insegnante, invece, guadagnò un diverso tipo di esclamazione. “Miranda, perché non cominci tu, così vediamo a che punto sei?” 

“Se proprio devo…” I compagni risero. 

L’insegnante riempì la lavagna con il problema, tanto che quasi non restava spazio per la risoluzione. Peter sapeva che la donna era sadica. E probabilmente anche tedesca. Più volte l’aveva sentita esclamare “schnizel”! quando era adirata. 

Di solito, era rivolto a Sam che, puntualmente, sbagliava le tabelline. 

“Posso scrivere direttamente la soluzione?” chiese Miranda con l’aria più innocente che Peter avesse mai sentito ad una sbruffona. 

La professoressa rise di gusto.

“Ecco, adesso la insulta in tedesco!” Peter era in attesa. 

“Se pensi di riuscirci…”

Miranda osservò attentamente il libro che la grossa donna reggeva tra le mani, poi, guardò la lavagna, apparentemente leggendo tutto da capo. 

“47x?” 

La prof impallidì. Più volte guardò il libro, poi la lavagna, poi Miranda. Era senza parole.

Peter stava risolvendo l’equazione per conto suo, cosa che nessun altro faceva. In tutta onestà, la trovava alquanto difficoltosa, ma era a buon punto, essendo il secchione che era. Riemerse dal suo stato e guardò la prof.

Andò a controllare le soluzioni in fondo al libro, cosa che non faceva mai. La risposta era corretta. Era solo una sua impressione, o aveva visto un luccichio rosso all’altezza degli occhi della ragazza? Sì, doveva essere un’impressione. 

“E’ esatto, Miranda…” Finalmente l’oracolo aveva parlato. 

“ Cosa?” Urlò la mente di Peter. “Bè, benvenuta nel club dei secchioni sfigati” continuò la sua mente “scordati di essere invitata a mangiare al tavolo di qualcuno adesso.” C’era comunque il tavolo dei super-eroi sotto copertura. Neanche Peter sapeva perché lo stava pensando. 

Sam lo colse di sorpresa. “Sembra che i tuoi giorni da primo della classe siano finiti, Parker!” L’uomo razzo esibiva il ghigno più malsano che gli avesse mai visto sulla faccia. 

“Grazie infinite Miranda, vai pure al posto.”

“Infinite?” Si chiese Peter. E perché la prof gli sembrava persino delusa? Aspetta un attimo, questo lo sapeva!

Il resto dell’ora passò come al solito, ovvero con una serie di impreparato sul registro di Schnizel. A parte per lui.

Una volta risolto alla PERFEZIONE il suo compito, si girò verso Miranda che non ricambiò il suo sguardo. Era intenta a disegnare qualcosa. Un momento! I suoi occhi erano rossi, non era stata un’impressione. I suoi occhi non erano neri? Forse aveva messo delle lenti. O forse no! Erano davvero neri, dato che dopo essere stati rossi, erano tornati del loro colore. Era successo subito dopo che aveva distolto lo sguardo dal disegno. Guardò Peter. Per un attimo ebbe come l’impressione che lo stesse interrogando, ma poi, tornò noncurante al suo lavoro artistico. 

Peter lasciò perdere, non che la cosa lo interessasse…del tutto.  

La campanella suonò e tutti si alzarono dalle loro sedie per gironzolare nella classe.

Peter udì delle esclamazioni di sorpresa trasformarsi poi in quelle di ammirazione. Alzò la testa dai libri per guardarsi intorno. L’intera classe circondava il banco di Miranda. 

Luke, Ava, Danny e Sam si alzarono nello stesso momento in cui lo fece Peter. Si mossero verso la folla che attorniava la ragazza.

“Wow è così fico il tuo disegno Miranda!”

“Voglio farmi un tatuaggio, me lo disegni tu?”

“Miranda, Miranda le sai cucinare le lasagne?”

“Hai veramente quindici anni o sei una specie di bambina prodigio?”

“Dove hai preso quelle scarpe? E la cravatta?”

“Da quale parrucchiere vai? Voglio i capelli come i tuoi!”

“Ci sei su face book? Ti chiedo l’amicizia!” 

Erano le frasi che si potevano udire intorno a lei. “Ok facciamo che qualcuno magari ti inviterà al suo tavolo!” La conclusione cui giunse, infine, Peter. 

Finalmente i cinque, giunsero a fatica al tavolo della ragazza nuova, spinti da mera curiosità. 

“Wow! E io che credevo di essere un artista…”

“Sam, non basta abbozzare la faccia di Coulson con il purè di patate per essere degli artisti!” Sam guardò male Peter.

Gli altri tre si limitarono a dire “wow”. 

La giovane disegnatrice aveva rappresentato una bellissima donna di profilo con degli ingranaggi che apparivano come i ricci dei suoi capelli. 

“Un po’ inquietante.” Disse Luke.

“E’ ammirevole, guardate su quanti dettagli ha lavorato”. Fu il commento di Danny. 

“Devi proprio avere una super vista per poter disegnare tutti quei piccoli trattini. Sono quasi trasparenti.” Fu il turno di Ava. 

“Puoi dirlo forte, Ava. A tal proposito, vi devo parlare.” I ragazzi si guardarono a vicenda con fare interrogativo, poi seguirono Peter fuori.

 
   
 
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