John non vede molte cose, ma alcune le ha viste - come il centinaio di tovaglioli a forma di cigno.
Ma soprattutto ha notato la calma, i silenzi, i gesti affettati. Mary probabilmente pensa che sia perché Sherlock ha paura di restare solo, e in parte è anche così. È una di quelle poche cose che John vede davvero.
I giorni scorrono sul calendario, la data delle nozze si avvicina inesorabile. John si sente sia elettrizzato che terrorizzato, con una strana sensazione di ghiaccio allo stomaco. Sherlock si fa sempre più silenzioso, più cupo, i gesti sempre più meccanici. John non gli chiede nulla, perché sa che non riceverebbe risposta se non uno sbuffo stizzito – oppure, se è in vena, un ennesimo aggiornamento sull’organizzazione del matrimonio. “Certo che sto bene, John, non vedi? Sto catalogando i migliori tessuti per il vestito da cerimonia.” Sì, è successo davvero, li ha catalogati tutti. “E la tonalità di nero, ci vuole quella giusta,” ha aggiunto borbottando.
Persino i casi non sembrano rianimarlo. Li risolve senza la sua solita verve, senza gesti eclatanti o decisioni che li portano a un passo dalla morte, e John comincia a sentirne la mancanza.
“Sherlock,” gli ripete un’ultima volta, fissandolo mentre scrive qualcosa al PC. “Sei sicuro di star bene?”
“Fa silenzio, John, sto eliminand- uhm… sto stilando una lista.”
“Una lista di cosa?”
“Di invitati.”
“Cosa? No, Sherlock, noi abbiamo stilato la lista! Non puoi decidere tu chi viene e chi no!”
“Oh, rilassati,” gli risponde, scocciato. “Sto stilando una lista della lista.”
E non aggiunge altro. A niente valgono le pressioni di John per farlo continuare, Sherlock rimane muto sulla sua criptica frase.

E il tanto atteso giorno arriva. (Atteso? Temuto?)
La cerimonia è breve, concisa, militare. Il pranzo, invece, drammatico: il dannato discorso di Sherlock, poi un caso che gli capita tra i piedi, ma davvero si sorprende ancora? Ormai la sua vita è così. E Sherlock riesce a risolverlo, riesce a salvare la vita a Sholto, l’amico di John e, di conseguenza, al matrimonio di John.
“È vero – ma non al matrimonio di John! Noi non lo faremmo, vero, io e lei? Non faremmo MAI una cosa del genere a John Watson.”
Il colpevole arrestato, ci si sposta in sala da ballo. John ascolta il walzer che Sherlock ha composto per loro, per lui e Mary, senza versare una sola lacrima. Balla, guarda sua moglie, è felice. Però… però.
C’è solo una cosa che può fare, l’unica che il cuore pulsante gli urla di fare al momento.
Cerca Sherlock tra la folla, lo trova, solo, che si sta guardando intorno, probabilmente in cerca di un partner per le danze. John gli mette una mano sulla spalla.
“Posso avere l’onore di questo ballo, Mr Holmes?”




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