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Autore: alfa_beta    16/09/2016    1 recensioni
Storia ambientata tra la consegna del cellulare a Tony da parte di Steve in Civil War e la scena nascosta dopo i titoli di coda.
Tony rimasto solo dopo la battaglia cerca di colmare il vuoto creato rifugiandosi nel suo laboratorio, ma una serata tranquilla si rivelerà l'inizio di un nuovo mistero e di una nuova lotta.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Tower’s night

 
Era una sera tranquilla all’Avengers Tower.
Tony come sempre era in laboratorio a migliorare la sua armatura. Era tardi ma oramai era abituato a sostenere quei ritmi. Soprattutto dopo che la maggior parte dei membri della sua squadra era in prigione o nascosta chissà dove. C’era fin troppo silenzio.
La loro personale lotta civile aveva creato un bel casino. Ora erano più lontani che mai.
Aveva ricevuto la lettera e il telefono da Steve, ma non era ancora pronto ad avere un confronto.
Soprattutto perché credeva ancora che firmare gli accordi di Sokovia fosse la scelta giusta.
Non potevano rimanere a briglia sciolta, era complicato prendere delle decisioni così importanti.
Avevano bisogno di qualcuno che li gestisse, anche se non voleva rinunciare a un minimo di autonomia. Probabilmente il grande problema era valutare bene e creare un equilibrio.
Certo però che risultava molto complicato parlare di equilibrio.
L’unica con cui aveva contatti era Natasha, ma anche lei aveva i suoi demoni da affrontare. La lontananza da Banner l’aveva segnata molto. Si erano trovati e poi persi così velocemente che anche per lei, che è stata addestrata, risultava difficile gestire le proprie emozioni.
Anche a lui avrebbe fatto piacere avere dei contatti con Bruce. Era l’unico con cui riusciva a parlare di tecnologia e ingegneria. Erano sullo stesso livello, si capivano e riuscivano a fare del laboratorio la loro tana.
“Signore qualcosa non va”
Appoggiò gli strumenti e si alzò dal pavimento
“Spiegati meglio Friday”
“Qualcuno all’ingresso principale signore”
“Chi?”
“Il riconoscimento facciale non riesce ad agganciarsi ai volti, sono incappucciati”
“Sono?”
Chi diavolo poteva essere a quell’ora della notte si trovò a pensare.
“Si signore due uomini, uno non si regge in piedi”
Ecco due ubriaconi che bussano a casa sua nel cuore della notte. Questo mondo sta andando a farsi friggere.
“Signore chiedono il permesso di entrare”
“Mandami le immagini sullo schermo e attiva l’audio”
Il maxi schermo si accese e vennero proiettate le immagini delle telecamere. Fuori pioveva, Tony non se n’era neanche accorto tanto era concentrato sul suo lavoro.
“Per favore facci entrare, abbiamo bisogno di aiuto”
Sentì implorare l’uomo che trasportava l’altro ubriaco. Quella voce però era familiare a Tony.
“Chi sei?” chiese
“Tony sono io Bucky!! Apri ti prego!!”
Bucky? Era per caso impazzito quel figlio di puttana?... Diciamo che l’ultima volta non si erano lasciati poi così bene. Ok va bene non era stata colpa sua se aveva ucciso i suoi genitori però era comunque un bel peso sullo stomaco da trasportare.
Diciamo che qualche pugno Tony vorrebbe rifilarglielo, ma forse meglio prima chiedere che vuole.
“Ora hai bisogno di me? Ti sei bevuto il cervello??”
“Tony piantala, è urgente… Steve…”
Ora che c’entrava Steve.
“Non capisco di cosa hai bisogno”
“Steve… sta male… aiuto!! Aiutami Tony!”
In quel momento dalle immagini vide Bucky accasciarsi e il cappuccio di quello che veniva sorretto cadere all’indietro e riconobbe Steve.
“Cazzo!! Arrivo! Friday apri la porta, falli entrare”
“Certo signore”
Tony corse fuori dal laboratorio, prese l’ascensore e schiacciò per andare al pian terreno. Cavolo ci metteva una vita a scendere e lui era sempre più agitato.
-Cosa mai sarà successo?-
Quando la porta dell’ascensore si aprì, Bucky trascinava Steve al coperto riparandolo dalla pioggia battente. Entrambi erano zuppi e tremavano. Bucky lo guardò terrorizzato e continuò a trascinare Steve verso l’ascensore. Si vedeva che era stremato, il braccio buono gli tremava violentemente e il suo volto era pallido e spaventato.
“Che è successo?” Tony non riusciva a capire niente
“Dopo ti spiegheremo … ora ti prego dammi una mano”
Tony così si allungò per dare una mano a prendere su Steve e solo allora vide com’era conciato.
La faccia era piena di ecchimosi e sia il labbro che il sopracciglio sanguinavano copiosamente. Gli occhi erano chiusi, le labbra semiaperte che cercavano di prendere più aria possibile senza però riuscirci.  Sentiva dei lamenti, erano quasi rantoli.
Tony si girò nuovamente verso Bucky. Anche lui aveva dei lividi visibili, che risaltavano ancora di più a causa del pallore spettrale che colorava il suo viso.
Sembravano essere stati pestati per giorni. Ma chi ha la forza per ridurre così sia il soldato d’inverno sia Capitan America, questo proprio non riusciva a capirlo.

Prese il braccio di Steve e cercò di alzarlo ma questo urlò come lacerato da un male interno fortissimo.
“Cazzo, io come cavolo faccio adesso” Tony era in preda al panico, non poteva tenerlo in quelle condizioni in casa e nello stesso tempo non poteva portarlo in ospedale. Lo avrebbero arrestato di sicuro.
“Friday l’infermeria è ancora provvista di tutto?”
“Lo stretto necessario ma non so se basterà”
“Bucky dammi una mano a metterlo nell’ascensore… Bucky?”
In quel momento Tony si rese conto che qualcosa veramente non quadrava. Bucky era in un angolo, con gli occhi fissi e tremava fortissimo. Anche il suo braccio sanguinava e c’era un taglio profondo, riusciva a vederlo anche attraverso lo squarcio della maglia.
“Bucky ce la fai?”
nessuna risposta
“Bucky!!!”
“..Si vengo” era molto instabile ma insieme riuscirono a mettere Steve sull’ascensore e andarono su fino all’infermeria.
Quando arrivarono dovettero di nuovo provarlo ad alzare. Urla di dolore riempirono i corridoi, ma almeno in due riuscivano a tenerlo su. Entrarono nel salone e lo misero disteso sul lettino.
Tony non è un dottore ma in quel momento dovette fare il possibile, confidando che il siero aiutasse Steve a guarire più in fretta.
“Friday prova a capire cos’ha e guidami tramite internet. Bucky passami quelle forbici”
Eccolo li forbici in mano a tagliare felpa e maglia di Steve. Quando ebbe finito e vide il petto nudo quasi non gli venne da vomitare.
C’era sangue ovunque a causa di una ferita alla spalla. Sul costato sinistro invece c’erano tantissimi lividi enormi.
Ma quelli più grandi rimanevano quelli sul collo. Si chiese come avesse fatto a non notarli prima. Qualcuno aveva provato a strangolarlo.
“Signore mi sembra di capire che il Capitano ha delle costole rotte, per questo quando ha provato a spostarlo è stato male”
“Guarda mi sembra di averlo capito anche da solo che qualcosa di rotto c’è ”
“Deve pulire la ferita e tamponarla con qualcosa di sterile prima di tutto”
“Ok,  Bucky come va il braccio? Riesci a resistere? ”
“Si… tu pensa a Steve” poi anche Bucky si accasciò sull’altro lettino, tamponando la sua stessa ferita con il braccio metallico.
Tony si ricordò di aver reciso l’arto del soldato, ma in quel momento decise di non approfondire le interrogazioni
“E’ una protesi, non è funzionale come l’altro… grazie tanto approposito!” Bucky aveva capito dallo sguardo che Tony gli aveva rivolto al braccio che qualcosa non quadrava
“Prego è stato un piacere, quando vuoi rifacciamo volentieri. Ora però non ho tempo dei tuoi drammi, taci che è meglio!”
Incominciò allora a pulire la ferita e Steve si dimenava, non riusciva a farlo calmare.
“Friday lo posso addormentare?”
“Signore non credo sia opportuno”
“cavolo lo smaltirà presto solo un po’ per farlo stare fermo”
“Ok signore la morfina è nel primo cassetto”
Dopo la puntura Steve si rilassò e così Tony finì la fasciatura e tamponò il labbro e il sopracciglio. Per le costole non poteva fare granché, mise il ghiaccio e sperò veramente tanto che il siero facesse il suo corso.
Finito con il paziente uno passò al secondo.
Bucky era rimasto fermo e in silenzio tutto il tempo, sguardo fisso sul soffitto.
“Per te niente morfina, tanto te la cavi no?” lo punzecchiò cercando però di prendergli il braccio senza fargli troppo male
“Non sento niente… fai quello che vuoi”
Ripulì e fasciò anche quella ferita. Era stravolto, quella professione non faceva per lui.
“Meglio se ci riposiamo entrambi, sarà un giorno lungo domani”


note autrice: Ciao a tutti! Era da un pò che avevo in cantiere questa fic, ma tra una cosa e l'altra non l'ho mai pubblicata. 
Spero che come inizio vi intrighi e che vi dia la spinta a continuare a leggere. 
Ammetto che scrivere di Steve tutto malconcio mi è piaciuto (non fustigatemi per favore). Prometto che lo tratterò meglio più avanti...forse xD
Ci rivediamo presto con il prossimo capitolo!
Alfa_Beta
  
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