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Autore: risakoizumi    17/09/2016    3 recensioni
La mia breve vita è stata un susseguirsi di momenti di gioia e infelicità.
La sofferenza è quella che ricordo meglio e che è stata al centro delle mie giornate per lungo tempo.
Una volta ero soltanto l’ex ragazza di Sam dal cuore spezzato e che nessuno sopportava.
Adesso mi sento una persona diversa.
Sono più forte, sento che niente può distruggermi. Sono padrona della mia vita. La triste e collerica ragazza di La Push si è trasformata in una persona nuova.
Osservo il ragazzo che sta in piedi accanto a me. I suoi occhi sembrano sorridermi, come sempre.
"Sei pronta?" mi chiede, prendendomi per mano.
"Sì". Ricambio la sua stretta sicura e familiare.
Il momento è arrivato, ma non ho paura. Santo cielo, sono Leah Clearwater! Dovrebbero essere loro ad avere paura di me!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leah Clearweater, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Eccoci qua, siamo arrivati alla fine. Ho deciso di pubblicare l’epilogo contemporaneamente all’ultimo capitolo per farmi perdonare per il ritardo e chiudere la storia (quindi leggete il capitolo 30 prima :D) Buona lettura :)
 
Epilogo
Alexander
<< Mammaaaaa, mammaaaaa! Peter ha preso il mio bicchiere! >>.
<< Non è vero! >> ribatte un bambino lentigginoso con i capelli rossi.
<< Sì, è vero! Peter è bugiardo, Peter è bugiardo, Peter è bugiardo >> inizia a gridare una deliziosa bambina con i capelli biondi.
Peter si alza e butta la sorella giù dalla sedia.
Corro in sala da pranzo, dove trovo i miei due figli che si rotolano a terra in un ammasso di braccia e gambe. Li separo con la forza, mentre ancora si divincolano per tornare a picchiarsi.
<< Peter e Lily! Smettetela immediatamente! >> li redarguisco.
La signora Hake, la nostra cuoca, si precipita da noi, seguita da mia moglie. Forse credevano che i bambini si fossero fatti male, considerando le urla che hanno lanciato.
Sospiro di sollievo vedendo Leah che si avvicina determinata verso di noi.
La signora Hake si dilegua in cucina, dicendo che la cena sarà servita tra cinque minuti.
<< Avete fatto spaventare la signora Hake >> esordisce Leah, accostandosi ai bambini.
Lei e io ci scambiano uno sguardo complice e poi iniziamo a rimproverare Lily e Peter. Li facciamo sedere ai capi opposti del tavolo.
Lily insiste nel voler stare sulle mie ginocchia durante la cena, ma glielo proibisco.
La signora Hake, sempre calma e composta nonostante i nostri due terribili bambini continuino a urlare, inizia a servire la cena e mangiamo.
Rimproveriamo di nuovo le due pesti.
Così iniziamo a cenare: Lily e Peter imbronciati a causa del rimprovero, mentre Leah e io parliamo come se niente fosse.
Il giorno in cui abbiamo deciso di adottare un figlio, non immaginavamo che ne avremmo invece adottati due. Erano due gemelli rimasti orfani e avevano poco meno di un anno quando li accogliemmo nella nostra famiglia.
Leah si era innamorata immediatamente di quei due piccoli angioletti. Peccato che poi si rivelarono essere due diavoletti.
Peter e Lily Harvey hanno ormai otto anni e sono i bambini più disobbedienti, vivaci e impossibili che abbia mai conosciuto. Tuttavia sono i nostri figli e, anche se spesso ci fanno perdere la pazienza, sia io che Leah li amiamo incondizionatamente.
Sanno che sono stati adottati e sono a conoscenza del nostro “segreto”.
<< Mamma, quando potrò trasformarmi anche io in un lupo? >> chiede infatti Peter, guardando speranzoso Leah.
<< Quando inizierai a essere più maturo e non spingerai più tua sorella dalla sedia >> ribatte Leah, servendosi del purè. Fortunatamente la signora Hake sa del nostro segreto, suo figlio è un licantropo.
<< Io diventerò un vampiro come nonno Carlisle e gli zii >> esclama Lily.
Leah quasi si soffoca col purè.
<< Signorina, anche tu dovresti comportarti meglio con tuo fratello >> la rimprovero.
La bambina sbuffa. Finiamo la cena e ci alziamo per dirigerci in salotto.
<< Sono sicuro che in fondo si vogliano bene quando non sono impegnati ad azzuffarsi >> dico, mentre ci sediamo sui divani.
Peter afferma di odiare la sorella.
<< Che ne direste di fare pace? >> suggerisce Leah.
<< Non voglio assolutamente fare pace con quella scema! >> protesta Peter.
Prima che Lily possa controbattere, li prendo entrambi e li stringo a me, sul divano.
 I due protestano, ma poi iniziano a ridacchiare e ricambiano l’abbraccio rappacificatore.
<< Adesso andiamo tutti sulla mamma e le facciamo il solletico >> mormoro alle loro orecchie, come se Leah non potesse sentire.
I due si guardano, annuiscono, si alzano e si catapultano su Leah che fa finta di volersi liberare mentre i bambini le fanno il solletico.
Vado anche io da loro e prendo Leah sulle mie gambe.
Quando infine si stancano di lottare, crollano sul divano, stanchi.
Dò un bacio a Leah e sento un “bleah” provenire da loro.
Rido, alzandomi e dando dei baci anche a loro, che ricambiano. Sanno come far addolcire dei genitori arrabbiati. Leah ci guarda con affetto.
<< E’ l’ora di andare a dormire! >> ordino, causando le loro lamentele.
Li portiamo nella loro stanza – nonostante dicano di odiarsi, vogliono dormire e giocare insieme – e li mettiamo a letto.
<< Uffa, perché dobbiamo andare a dormire presto? >> protesta Peter.
<< Perché domani avete la scuola >> risponde Leah.
<< Ma anche tu devi andare a scuola! >> protesta Lily.
<< Sì, ma io sono un’insegnante, non un’alunna. Quando sarete adulti potrete andare a dormire anche voi quando vorrete >>.
<< Non vedo l’ora di essere grande >> dice Peter sbadigliando.
<< Peter, mi raccomando. Non portare rane o strane creature  a scuola per far spaventare i tuoi compagni >>.
<< Mamma, ma io non volevo far spaventare nessuno >> dice innocentemente il bambino.
<< Certo … buonanotte, bambini >>.
Diamo loro un bacio ciascuno, spegniamo la luce e chiudiamo la porta. Ci fermiamo qualche istante a sentire i loro respiri regolari. Si sono addormentati subito. Una volta li abbiamo trovati svegli alle due di notte, mentre costruivano un accampamento con le lenzuola e stavano tentando di accendere un fuoco in camera.
Prendo la mano di Leah e la trascino nella nostra stanza. Usciamo fuori, nel balcone. Il panorama di San Francisco si staglia davanti a noi, bello come sempre.
Guardo la donna che è accanto a me. Leah: mia compagna, amica, moglie e amante da ormai tanti anni.
<< Lo sai che oggi sono passati esattamente vent’anni dal nostro primo incontro? >> le chiedo.
Leah ci riflette. << Ricordi il giorno in cui ci siamo incontrati? >>.
<< Certo. Non potrei mai dimenticarlo >>.
Sorride, bellissima. Il suo viso non è invecchiato di un solo giorno, ma è diventata molto più matura, senza mai perdere il suo carattere forte e determinato. << Mi fai sentire vecchia >>.
<< Vecchia? Sei ancora una bambina >>.
<< Una bambina che ha più di quarant’anni >>.
<< Fin quando non raggiungerai i cento, sarai sempre una ragazzina per me >>.
<< Ripensandoci, rispetto a te sarò sempre una ragazzina >>.
Le metto le mani sui fianchi e la tiro verso di me. << Guardati, Leah. Avresti mai creduto di essere qui vent’anni fa? Insegni ai bambini, sei madre di due figli e, ultimo ma non meno importante, sei moglie di un uomo fantastico >>.
<< Un uomo con un piccolo ego >>.
<< E nonostante tu non mi abbia voluto promettere di stare con me per sempre, non hai ancora trovato un altro uomo >>.
<< Anche tu potresti trovare un’altra, magari più giovane >>.
<< Più giovane? Cielo, già mi sento un pedofilo con te >>.
Leah ride. << D’accordo, visto che oggi l’anniversario del nostro incontro, ti faccio un regalo >>.
<< Mmm speriamo i bambini non si sveglino … >>.
<< Non quel regalo >>.
<< No? Accidenti, devo veramente iniziare a cercare un’amante >>.
Leah mi pizzica il braccio. << Scemo. Volevo dire non solo quello >>.
<< Allora cosa? >>.
<< Volevo dirti una cosa: credo che ci siano buone probabilità che il nostro matrimonio possa durare per un tempo molto vicino all’eternità >>.
<< E’ la prima volta che lo dici >>.
<< Sono passati tanti anni, eppure voglio stare con te come se fosse il primo giorno >> dice con semplicità.
Metto una mano sul suo viso. << Ti stai addolcendo con gli anni >>.
<< Ti dispiace? >>.
<< Assolutamente no >>.
<< Non ti ci abituare, la mia parte bisbetica è sempre qui >>.
<< Lo so benissimo, amor mio. Lo vedo soprattutto quando rimproveri i bambini. Sembri una casalinga impazzita >>.
<< Sono così vivaci! >>.
<< Ricordi quando hanno buttato giù dal quinto piano il gatto di Edgar e Beatrix? >>.
<< Oppure quando li abbiamo lasciati da Seth e Kia e hanno fatto una guerra di cibo con i loro bambini? La casa era tappezzata di pasta e pomodoro >>.
<< Credo che nostra cognata sia rimasta sotto shock >> dico, ridacchiando.
<< Sono felice che Seth si sia sposato per amore e non per l’imprinting. Alex, pensavo che … i bambini hanno già otto anni, stanno crescendo velocemente >>. Leah mi guarda. So che sta pensando al mio primo figlio.
<< Non andrà come con Matthew. Con loro sarà diverso, sanno già tutto >>.
<< Sono egoista se ti confesso che spero si trasformino? Non voglio perderli. Anche se Lily volesse diventare un vampiro mi accontenterei, sarebbe meglio che perderla un giorno >>.
<< Non lo sei. E’ normale volere stare per sempre con chi amiamo. Tuttavia sarà una loro scelta vivere la loro vita come meglio credono. Ci sarò io accanto a te. Soffriremo e gioiremo insieme per ogni cosa che la nostra lunga vita ci riserverà >>.
Leah mi abbraccia forte e appoggia la testa alla mia spalla. << Grazie, Alex >>.
<< Grazie a te, mia piccola Leah >>.
<< Credo che presto dovremo lasciare San Francisco. Non dimostriamo la nostra età >> aggiungo, dopo qualche istante di pausa.
<< Lo so. Sarà dura per Lily e Peter ambientarsi in un nuovo posto >>.
<< Capiranno. Sono vivaci ma intelligenti  >>.
<< E la tua scuola di musica? >> mi chiede.
<< Lascerò qualcuno a gestirla. E’ arrivata l’ora di cambiare lavoro >>.
<< Io non voglio ancora cambiare il mio >>.
<< Troverai un nuovo posto in un’altra scuola >>.
<< Sai, credo che alla fine avrai ogni tipo di attività e non ne gestirai nessuna >>.
<< Mi piace cambiare. Di tanto in tanto tornerò qui per vedere come va, soprattutto con l’hotel. Mio padre ci teneva molto >>.
<< Lo so. Chissà come sarebbe stato felice di conoscere Lily e Peter >>.
<< Lo sarebbe stato senza dubbio. Tua madre e mio padre di certo lo sono, anche se i bambini distruggono le loro case ogni volta che andiamo a trovarli >>.
<< Non avevo mai visto Carlisle rimproverare qualcuno >> dice, divertita.
<< Ammettilo: ti sei affezionata ai Cullen >>.
Leah esita. << E’ normale. Fanno parte della tua famiglia e quindi anche della mia >>.
<< Quindi Nessie e Jake stanno per diventare di nuovo genitori? >>.
<< Già. Questo sarà il loro quinto figlio >>.
<< Evidentemente vogliono una famiglia numerosa >>.
<< Edward impazzirà con tutti quei nipoti >>.
<< Ogni Natale che passa siamo sempre di più. Presto ci toccherà festeggiare in uno stadio. Ormai tutti i mutaforma hanno figli >>.
<< E’ un’idea. Soprattutto se anche noi avremo altri figli >>.
<< Ne avremo altri? >> si allarma.
<< Magari saranno più mansueti >>.
<< Sei pazzo, Alexander >> ridacchia. << Proprio ieri chiedevi se Lily e Peter si potessero restituire >>.
<< Davvero? Non ricordo. Sarà perché la Luna Piena è vicina e inizio a dimenticare le cose >> dico, innocentemente.
La bacio e lei risponde con entusiasmo.
<< Ti andrebbe di … >> lascio la frase in sospeso, mentre lei mi sbottona la camicia.
<< Di … ? >>.
<< Lanciarci dal Golden Gate Bridge? >> concludo.
Leah ride, fermandosi. << Perché no? I bambini sono con la signora Hake. Possiamo andare. Faremo in fretta >>.
<< Signora Harvey, è piuttosto audace per essere madre di una famiglia >>.
<< Colpa del signor Harvey, è un vero mascalzone >>.
Tenendoci per mano, ci lanciamo dal balcone e iniziamo la nostra folle corsa lungo San Francisco, diretti al ponte, come due ragazzini al loro primo amore.
Glielo dico ogni giorno, con ogni sguardo, con ogni battuta, ogni litigio e ogni bacio: ti amo, Leah, e sceglierei sempre te tra miliardi di persone.
 

NdA
Siamo arrivati alla fine di un viaggio che è durato più di tre anni. Questa fanfiction è nata per scherzo, una sera di aprile, e mai avrei immaginato di mettere “sì” su “storia completa” o che qualcuno l'avrebbe letta e apprezzata. Quindi voglio ringraziare chiunque abbia letto questo mio piccolo esperimento, anche silenziosamente, anche chi mi ha dato solo una chance. Grazie di cuore, davvero.
Grazie a voi che avete recensito e che mi avete strappato più volte un sorriso di riconoscenza, spronandomi a  dare una conclusione a questa storia.
Grazie alla mia amica Giulia che ha letto una storia su twilight solo per me ❤ Questo è amore, eh! ahahah
Grazie a Kristen, senza la quale non avrei mai finito di scrivere. L'idea di questa storia è partita anche da lei e l'ha seguita anno dopo anno, rimproverandomi quando non scrivevo per pigrizia, aiutandomi quando restavo bloccata nella trama, parlandone fino a notte fonda. Questa storia è anche tua, Kristen, e se considero Alex mio figlio tu sei sua zia ❤ :D
Spero che abbiate apprezzato il viaggio di Leah tanto quanto io ho amato scriverlo.
Leah e Alex mi mancheranno e magari, quando sarò troppo nostalgica, scriverò ancora qualcosa su di loro. Tuttavia al momento ho altri progetti a cui potrò dedicarmi adesso che ho terminato con Leah.
Probabilmente prima o poi revisionerò la storia (mi saranno sfuggiti degli errori!)
Grazie ancora a tutti!
   
 
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