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Autore: vale ronron    19/09/2016    0 recensioni
ATTENZIONE: (SPOILER). In questa storia vi racconterò come secondo il mio parere abbiano proseguito la loro vita Katniss e Peeta dopo la guerra. Ecco a voi una frase tratta dal testo: Con l’aiuto di Peeta riuscì pian piano a dare un valore alle mie giornate, infatti, reagivo e andavo avanti nonostante il dolore e la sofferenza mi
opprimessero il cuore.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Un carezza leggera e delicata accompagnata da un dolce bacio sulle labbra mi diede il buongiorno, arrossi senza alcun pudore e diedi il buongiorno alla mia fonte di felicità personale.
“vai già via?”: gli domandai.
“si Kat, ho i nervi a fior di pelle, domani ci sarà l’inaugurazione della panetteria, voglio che tutto sia perfetto, inoltre ho deciso di allestire un banchetto, quindi ho un sacco di dolci da preparare ”: mi rispose regalandomi  uno dei suoi sorrisi speciali, quelli che riservava solo a me e che mi facevano sentire la donna più fortunata di tutta Panem.
“se vuoi quando torno dalla mia caccia mattutina passo in panetteria e ti aiuto”.
“se ti fa piacere puoi farlo, tuttavia penso  che per pranzo sarò di ritorno, torna pure a  riposare è ancora molto presto”: mi diede un bacio in fronte e uscì dalla nostra stanza.
Lo guardai andare via e nonostante ormai non ci fosse più nulla da temere ogni volta che lui si allontanava da me in me nasceva un ansia immotivata.
Tante, troppe volte ci eravamo separati e ogni volta avevamo sofferto e patito i peggior dolori. Mi diedi della stupida, feci un respiro profondo e decisi di seguire il consiglio di Peseta e di riposare un altro po’.
Ero nei boschi, quelli in cui avevo passato la mia infanzia, camminavo tra i tanti alberi che avevano assistito  alle numerose passeggiate e chiaccherate tra me e  papà e tra me e Gale, quella era la mia casa,questi luoghi avrebbero dovuto farmi sentire relativamente protetta e al sicuro,  ero cresciuta qui e  conoscevo  la zona fin troppo bene, eppure questa volta più mi inoltravo all’interno del bosco e più i miei sensi mi mettevano in allerta.
 Apparentemente sembrava tutto apposto, tuttavia all’improvviso come un fulmine a ciel sereno, si sentì un fortissimo boato e la terra tremò e un fortissimo vento iniziò a far oscillare gli alberi in maniera surreale.
 Non riuscivo a stare in equilibrio, il vento era troppo forte e mi spingeva per terra, Il terreno vibrava e sussultava sotto di me, il panico si impadronì del mio corpo.
 Riuscì istintivamente ad attutire la mia inevitabile caduta e finendo con la faccia dritta sul terreno mi accorsi che il suolo sotto di me incominciava a riempirsi di spaccature, come se da un momento all’ altro volesse separarsi in due, cercai di alzarmi ma con quel vento era  impossibile.
 Stavo per arrendermi quando un urlo disperato mi diede la forza e la volontà di alzarmi. Quella voce io la conoscevo più che bene, sarei riuscita a distinguerla in qualsiasi occasione e a qualsiasi distanza. 
“KATNISS”
“PEETAAAA”:urlai  con tutte le mie forze.
“Peeta, dove sei??” dovevo raggiungerlo a tutti i costi, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo e sopratutto perché lui era lì, doveva essere in panetteria, tutto questo non doveva succedere non poteva succedere. 
Avrei voluto correre a per di fiato verso le sue urla ma non ci riuscivo, il vento mi buttava giù e con mio grande orrore  cadendo per l’ ennesima volta a terra notai che dietro di me la terra con un grande  fragore si stava spaccando in due provocando la frana del terreno sotto ai miei piedi, corsì.
 Corsì più velocemente possibile, nell’aria intorno a me c’era un gran frastuono, il rumore del vento e della terra che franava mi impedivano di pensare.
All’ improvviso come se il vento avesse imparato a parlare, il rumore che solitamente emanava si trasformò in un insieme di voci umane che coprirono  le richieste di aiuto di Peeta.
Le urla di queste  voci mi impedivano di capire la direzione che dovevo prendere, mentre la terra dietro di me cercava di inghiottirmi. Come se tutto già non fosse abbastanza terrificante le voci che prima mi sembravano anonime e sconosciute, nella mia testa presero  la forma delle persone che io conoscevo anche troppo bene.
“KATNISS…KATNISS” Prim, era la voce della mia sorellina.
“ Katiniss.. perché non mi hai protetta,  perche hai lasciato che una bomba mi facesse saltare in aria??...mi  avevi promesso che non mi sarebbe successo niente, che mi avresti protetta… ”
A queste parole le mi ginocchia cedettero e caddi per terra e la voce di Prim fu sostituita da altre due che alternandosi  mi dissero: “ non sono state le bombe inventate da me a uccidere tua sorella,ma sono state le tue azioni e le tue scelte ”“Hai ucciso mia figlia, hai ucciso tua sorella, tu non meriti di vivere, lei doveva sopravvivere, non tu”.
Ero sdraiata nel sottobosco, pressata dal forte vento e  tremavo come non avevo mai tremato in vita mia,  non per il vento , ma per quelle frasi, sentendole  il mio cuore si era squarciato in mille pezzi,  tutti i miei pensieri e le mie colpe mi erano state sbattute in faccia. Le forze mi avevano abbandonato e la mi volontà mi aveva lasciata.
“ Devi morire!!, come le tante persone che sono morte per colpa tua, ma  prima di farlo devi soffrire!! ”, Rue, era la voce della piccola Rue.
Non volevo alzarmi,  non avevo motivo di farlo, avevano ragione, io meritavo la morte,  avevo fatto soffrire e morire migliaia di innocenti per puro egoismo, non avevo saputo proteggere nessuno.
Mi meritavo di sprofondare nell’entroterra , cosa che sarebbe avvenuta a breve visto che ormai la frana che prima con fatica avevo seminato, mi stava raggiungendo .
“Guardati, sei la solita egoista, pensi solo a te stessa, hai già rinunciato a combattere, hai già rinunciato a Peeta, ma d’altronde non è la prima volta che lo abbandoni a se stesso, io te l’ho sempre detto potresti  vivere centinaia di volte ma non lo meriteresti mai.”
Peeta...Haymichth ancora una volta aveva ragione,  avevo deluso e abbandonato di nuovo Peeta, non facevo altro che farlo soffrire, ma d'altronde tutte le persone che mi  amavano  o morivano o si facevano del male.
 Sono uno mostro, non ho cuore e pietà per nessuno, nemmeno  per Peseta, il ragazzo che ho capito di amare troppo tardi e che adesso ho abbandonato e deluso per l’ ennesima volta.
Non posso restare qui a piangermi addosso , io ce la devo fare, lo devo fare per lui, se ce una minima possibilità  di salvarlo io la devo tentare.
 Se lui è ancora vivo io devo fare di tutto per proteggerlo e metterlo al sicuro, non voglio che gli succeda qualcosa, non voglio lasciarlo solo, non voglio vivere senza di lui, desidero raggiungerlo adesso.
 Ho bisogno di stringerlo forte a  me e di immergermi nei suoi profondi  occhi azzurri, perché solo tra le sue braccia e solo sotto il suo sguardo io sono veramente felice e serena.  
Solo grazie a lui io penso che forse,nonostante tutto quello che è successo, anch’io mi merito una vita tranquilla e piacevole, insieme ad una persona che mi ama e che farebbe di tutto per rendermi felice.  E io prima di oggi volevo fare altrettanto, volevo rendere felice Peeta, vivere con lui e ricambiare il suo amore.  Voglio farlo, io voglio tutto questo .
“Peetaaaaaaa” decisa mi alzai e con grande fatica mi aggrappai ai tronchi, che nonostante il tremore della terra e il vento erano ancora fissi al terreno, corsì con fatica, aggrappandomi tra un tronco e l’altro, urlai il suo nome più volte, lo cercai disperatamente, ma la mia preoccupazione aumentava sempre più perchè lui non  mi rispondeva.
Il terrore mi invase…perchè non mi rispondeva?!.
 Le voci continuavano a infastidirmi ma cercai di non ascoltarle finche fu  proprio lui a parlare e quindi mi fermai di colpo e lo ascoltai.
“perchè mi chiami?... perchè mi stai cercando?... a te non importa niente di me, non ti è mai importato…non provi assolutamente niente per me… stai con me solo perché  sono indispensabile alla tua sopravvivenza, perché  tu pensi solo a te stessa, non sei in grado di amare o di voler bene a qualcuno…tu semini solo odio e morte…sei un macchina assassina , un ibrido creato  da Capitol per distruggermi la vita… io stavo bene prima di conoscerti, maledico sempre il giorno in cui ti ho conosciuta, perché quel giorno  conobbi il demonio”.
“P… P… Pe… Peseta” sussuraì piangendo come una disperata.
 Le sue parole mi avevo distrutta e fatto più male persino delle frasi di Prim,  mamma e di Gale.
 “t ...tu…tu hai sempre voluto conoscermi...perché tu mi a..a…amavi…ti prego non dire queste cose…t...ti supplico.”
 No, non può essere lui ad averle dette; il Peeta che stamattina mi ha svegliata con una carezza, un bacio e con il sorriso sulle labbra non avrebbe potuto dirmi queste cose.
 Certo a volte  ha ancora qualche episodio, ma no, non posso credere che sia stato davvero lui a dire queste parole… è solo il vento, è questo maledetto vento, mi sta distruggendo, non devo ascoltarlo.
Devo cercare Peeta, il vero Peeta, quello che mi ama e  che urlava disperatamente il mio nome prima che il vento iniziasse a parlare.
 Mi rimisi a correre tra i tronchi, la frana dietro di me si era fermata, il vento però era ancora più forte ed inizio anche a piovere.  La visuale non era delle migliori ma non mi importava.
Stavo correndo alla cieca, quando all’improvviso lo vidi e lui vide me , urlai il suo nome e cercai di correre ancora più veloce.
Credevo lui avrebbe fatto la stessa cosa, correndomi incontro, invece terrorizzato sbarrò gli occhi scuri come la pece e corse via.
“ Peetaaa”
 “Peeta ti prego non scappare”: urlai seguendolo disperatamente.
“non  voglio farti del male, ti supplico Peeta, fermati ”.
 Non ce la facevo più, i muscoli mi facevano male, le forze mi stavano abbandonando e lui correva ad un velocità impressionante.
Quando ormai stavo perdendo le speranze Peeta si fermò, inizialmente credevo che si fosse finalmente convinto che non gli avrei fatto del male, ma  poi guardando meglio la scena vidi che a pochi metri da lui c’era il nulla.
 Approfittai della sua momentanea sorpresa e mi avvicinai ancora di più, ormai era distante da me solo quattro falcate.
Superata la sorpresa, Peeta si girò verso di me e diede le spalle al precipizio che il terremoto aveva creato.
 “Lasciami stare, che cosa vuoi da me”: mi urlò con un tono di voce che non era il suo.
“Peeta io non voglio farti del male, voglio solo portarti al sicuro e assicurarmi che tu stia bene ” gli risposi con un tono inspiegabilmente calmo e fermo.
 “No, non è cosi…tu vuoi uccidermi come hai fatto con la mia famiglia ”.
 “No Peeta, no, non è cosi”: gli risposi con un tono un più alto facendo un passo avanti.
 Volevo avvicinarmi per calmarlo, per farlo tornare in se, per riportarlo da me come facevo sempre quando aveva un episodio.
“Non ti avvicinare ”: urlò spaventato.
 E con orrore vidi che istintivamente lui aveva indietreggiato,  era esageratamente vicino al dirupo .”
“Ti prego Peeta, ti supplico torna in te… guardami, sono io,  sono la tua Katniss…la ragazza che hai sempre amato, quella per cui avresti sacrificato la tua stessa vita pur di salvarla… ti supplico torna da me”: dissi queste parole piangendo e porgendo la mia mano verso lui.
 Ma questo fu il mio più grande errore e  lo capì troppo tardi, perché lui lo vide come un gesto minaccioso, e spaventato,  come se nella mia mano ci fosse nascosta chissà quale arma mortale, indietreggio ed essendo la terra bagnata e fangosa scivolò.
  Tutto avvenne in un attimo,  non riuscì nemmeno a urlare, mi limitai a corrergli incontro.
  Incrociai il suo sguardo, subito dopo che lui prese conoscenza del fatto che stesse per precipitare nel nulla,  e notai che i suoi occhi da color nero pece stavano diventando del suo solito colore, e così fu lui ad urlare.
“ KATNISS…TI AMO!!! ”
Mi buttai per terra, a ridosso  del precipizio e riuscì ad afferrargli  le dita di una mano, ma sapevo che non sarei riuscita a tenerlo per tanto tempo.
Ero terrorizzata e disperata,  avevo bisogno di aiuto,  non sarei mai riuscita a tirarlo su da sola, anche perchè l’acqua e il forte vento  rendevano tutto più difficile .
 “Peeta ti scongiuro, non lasciare la mia mano!!” lo pregai singhiozzando, anche lui piangeva.
“ Katniss se non lo faccio cadrai anche tu”.
 “No Peeta, no, ti supplico non farlo, non lasciarmi, anch’io ti amo e non posso vivere senza di te, tu sei tutto per me”:nello stesso momento in cui dissi queste parole le nostre mani incominciarono a scivolare fra loro
“Peeta, cerca di afferrare l’altra mia mano,ti scongiuro ”: dissi sporgendomi ancora di più per cercare di porgergli anche l’altro braccio, stando attenta a non scivolare giù.
“mi dispiace Katniss non ci riesco”: mi disse singhiozzando.  “perdonami”: mentre lo disse le nostre mani si staccarono definitivamente e lui precipitò nel vuoto.
Dai miei polmoni uscì un urlo disumano.
  
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