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Autore: _joy    19/09/2016    3 recensioni
«Dai: esprimi un desiderio!»
Io mi mordo un labbro, poi scuoto il capo.
«Ma non bisogna esprimerlo mentre la vedi cadere?»
«Come fai a sapere quando cadrà una stella? No, dai, adesso!»
«E tu?» gli chiedo «Non hai un desiderio da esprimere?»
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alea iacta est
Svetonio* 



Rientro in hotel quando il sole è già alto, con i capelli sciolti e i tacchi alti in mano.
 
Mi volto prima di varcare le porte a vetri e vedo Ben che mi saluta con la mano prima di immettersi con l’auto nel traffico, già vivace e caotico.
Che notte incredibile.
Al momento non riesco ad analizzare tutto: sono stanchissima.
Mi appoggio con la schiena a una parete dell’ascensore e rivedo nella mente dei flash delle ultime ore.
Il red carpet. Il palco. L’Oscar. I flash accecanti.
E Ben.
Ben che mi resta accanto. Ben che mi porta a casa sua, che fa il bagno con me nella sua enorme Jacuzzi.
Che mi scioglie dolcemente i capelli dalle forcine e che li osserva aprirsi a corolla nell’acqua.
Che fa l’amore con me per quello che rimane di questa notte unica, dolcemente e a lungo.
 
Mi sento una ragazzina che si intrufola di nascosto a casa dopo una notte di bagordi, mentre salgo alla suite nel lussuoso ascensore.
L’addetto dell’hotel finge di non vedermi mentre mi sistemo nervosamente i capelli.
Quando arriviamo al piano mormoro un ringraziamento frettoloso e mi fiondo alla porta.
Cammino in silenzio, sperando che mia madre non sia sveglia.
Ma non si vede nessuno in giro.
Mi chiudo in camera e mi osservo allo specchio: sono un disastro.
Capelli mossi e fermati con un elastico, il mio abito meraviglioso completamente stropicciato.
 
Sono radiosa.
 
In che guaio mi sono cacciata?
 
*
 
Dormo fino al pomeriggio, ma quando mi sveglio sono comunque esausta.
Faccio una doccia, mi vesto con una tuta da ginnastica e non mi trucco.
Quando compaio nella sala da pranzo della suite mia madre mi guarda e fa un cenno d’approvazione.
«Sembri una bambina» dice, mentre la abbraccio.
Ne sembra contenta: probabilmente anche lei sta cercando di appigliarsi a ogni traccia di normalità residua.
Luna mi stringe in un abbraccio soffocante e poi mi passa una tazza di yogurt e frutta fresca.
«Allora» dice, tutta allegra «Quali sono i piani della nuova star di Hollywood?»
Alzo gli occhi, all’improvviso terrorizzata.
«Ehm…» dico «Non ne ho idea?»
 
Ovviamente, invece, Ashanti ha idee ben precise.
Un appartamento in affitto.
Tutto mio. 
Io, che non ho mai avuto una casa mia, all’improvviso avrò una villa a Los Angeles!
Saltello euforica sul divano e Luna continua a lanciare ululati di gioia.
E poi… Contratti di lavoro.
Shooting fotografici.
«La fama va coltivata» dice Ashanti con aria saggia.
Mia madre, con mia enorme sorpresa, annuisce, anche se non sembra felice.
La guardo perplessa e lei sembra capire le mie domande inespresse.
«Ora non puoi tirarti indietro, Micol» mormora «È troppo tardi»
«Sì, però mica è una cosa brutta!» esclama Luna «Cioè… a meno che tu non impazzisca, Mic, e non diventi una di quelle star fuori di testa che entrano ed escono dal rehab…»
Gli occhi di mia madre lampeggiano minacciosi.
«Ci mancherebbe solo questo!» esclama, con l’aria che usa per terrorizzare i clienti indisciplinati.
Ashanti interviene prontamente e ci chiede se vogliamo già vedere oggi qualche casa da affittare, salvandoci da una bella litigata sul mio futuro prossimo.
 
*
 
E così passiamo qualche giornata a vedere appartamenti.
 
È tutto talmente faraonico che dubito potrei scegliere male.
I prezzi sono vertiginosi: sentiti i primi mia madre si indigna e Luna ha un mezzo collasso.
Io sono terrorizzata: come posso pagare cifre del genere?
Ma Ashanti, serafica, afferma che devo abituarmi a quelli che definisce “i miei nuovi standard”.
Sospetto che mia madre stia per ucciderla.
Luna e io ci divertiamo come due pazze e la mia amica inizia a sostenere che non dovrei accontentarmi di nulla di meno che due piscine (fronte e retro della casa) e una Jacuzzi in ogni stanza.
E il bello è che ad alcuni agenti immobiliari non sembra neppure una pretesa folle.
Annuiscono e mi dicono che posso fare ciò che voglio, quando e come voglio.
«Mamma» dico, al termine di un ennesimo giro per ville «Ti prego, sceglimi una casa!»
Lei – inaspettatamente – si illumina e, mentre recluta Ashanti per valutare i contratti che le sembrano più interessanti, io e Luna ci diamo alla pazza gioia.
La porto a qualche party e a fare una valanga di shopping, il tutto secondo i miei nuovi metodi.
Inviti esclusivi, quindi, e stilisti che ti invitano nei loro atelier a vedere capi che non vendono nei negozi, ma che restano riservati.
Con Luna tutto questo non mi spaventa più: anzi, si tratta di un enorme, gigantesco scherzo.
Con Luna mi sento sempre al sicuro.
 
Ovviamente, alla fine, lei e Ben si incrociano.
Non so a che punto ormai si collochi il nostro rapporto, ma so per certo che amo averlo accanto a me.
Luna è gentile, ma non posso non notare che il suo saluto e la sua conversazione mancano di calore.
Sa essere affabile ma contemporaneamente gelida, quando vuole.
Ben lo percepisce subito e si adatta al suo tono: parlano, sembrano amichevoli, ma nessuno dei due manifesta il desiderio di passare più tempo insieme.
Io me ne frego: ho bisogno di entrambi.
Loro lo sanno e non obiettano mai quando organizzo appuntamenti in cui sono presenti entrambi.
Mi aspetto che Luna mi dica qualcosa, se non altro, ma lei tace.
Anche Ben non dice neppure una parola che possa far pensare che non le sia affezionato.
Eppure… è così strano quando le due persone più importanti della tua vita sembrano, semplicemente, lontane e incompatibili.
 
*
 
Come uno struzzo, metto la testa sotto la sabbia.
 
Sono decisa a godermi la mia meravigliosa amica e il mio meraviglioso ragazzo.
Punto e basta.
Il guaio è che, nella mia vita, sembra non esserci più nulla di “facile”.
Se esco a mangiare un gelato sono inseguita dai paparazzi.
Se mi presento a una festa finisco su tutti i giornali.
Viene analizzato qualsiasi dettaglio che mi appartenga, per quanto piccolo e irrilevante.
Come mi vesto.
Che borsa indosso.
Che braccialetti sfoggio.
Come mai ho scelto delle scarpe a punta tonda.
Quanto sono alti i miei tacchi.
A nessuno sembra minimamente passare per l’anticamera del cervello che se scelgo una cosa lo faccio perché piace a me.
A me e basta.
Invece no: dietro ogni particolare sembra nascondersi una legge del marketing.
Le mie acconciature sono passate ai raggi X.
Il mio colore di capelli fa tendenza.
La marca del mio blush color pesca diventa trend topic su Twitter.
Se mi faccio la piastra, escono copertine di giornali sulla notizia.
 
Tempo una settimana e sono già terrorizzata.
E non mi sento capita, perché più io mi spavento, più Ashanti gongola.
Quando mia madre e Luna fanno le valigie per tornare a casa mi viene una crisi d’ansia e in cinque minuti decido che voglio tornare a casa anche io.
Ashanti non batte ciglio, si limita solo a dire:
«Ottima idea sparire quando tutti ti cercano!»
«Ma io non lo sto facendo per strategia!»
Mi strizza l’occhio.
«Anche meglio» esclama.
Chiamo Ben per dirgli che che trascorrerò una decina di giorni in Italia e lui non sembra sorpreso.
«Troppa roba, eh?» si limita a chiedere.
«Sì» rispondo, funesta «Ho paura a uscire dall’albergo»
«E pensa a quando ti troverai fotografi appostati fuori dalla tua nuova, principesca dimora!»
Inorridisco.
«Ma non possono! O… o sì, invece?»
Scoppia a ridere.
«Tranquilla» mi rassicura «Ashanti può sempre fare loro causa»
Sospiro.
«Non so se tutto questo mi piace»
«Non dirlo. Fa parte del pacchetto: è tutto compreso. Oscar, gloria, maniaci che ti osannano»
Arriccio il naso.
«Ma si stancheranno presto… vero?»
«Miki, per la tua carriera è meglio che non si stanchino, veramente»
«Ma io non voglio mica vivere così!»
«Troppo tardi, piccola» mormora «il dado è tratto»


*Se qualcuno di voi sta pensando "Ma questa frase è di Cesare!!!!" la vostra filologa preferita vi informa invece che ci è stata tramandata da Svetonio nel "De vita Caesarum" - pronunciata sì Cesare nell'atto di varcare il Rubicone.
Latino, ti amo!
 


***

Miei diletti lettori, era ora, vero?
Colpevolmente, ammetto che questa estate non ho scritto una riga... nemmeno una.
Sono scandalosa, lo so, ma a mia discolpa posso dire solo che ero (lavorativamente) esausta e volevo stare alla larga dal pc il più a lungo possibile!
Il lavoro in questo periodo è micidiale, ma sono reduce da due trasferte molto positive (assassine, ma positive!), di cui una senza Umberto Eco, per la prima volta.
Si è molto parlato del vero significato del suo celebre attacco agli imbecilli che su internet hanno trovato nuova voce, tra parentesi, e devo dire che - purtroppo - secondo me aveva, come sempre, ragione da vendere.
Ma non divaghiamo...
Ho scritto un capitolo breve, giusto per "riscaldare i motori".
Vento in poppa, sempre!
Vostra,
Joy

P.S.: come sempre, mi trovate qui:

https://www.facebook.com/Joy10Efp/

   
 
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