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Autore: Always221B    19/09/2016    3 recensioni
-Agghiacciante. - commentai.
-Oh non essere sciocco. E' invenzione pura.
Gli passai la lettera, e lui estrasse un foglio giallognolo.
Bloccai la sua mano con la mia, trattenendolo.
-Andiamo John, non sarai mica superstizioso? -mi domandò Sherlock, sistemandosi la camicia viola.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao dolcezze, eccomi ancora qui!
Io ci provo ad aggiornare più spesso, ma il mio pc non né vuole sapere. 
Oggi è stato molto clemente con me, grazie Baby.
Prima di continuare a leggere questo capitolo vi lascio un avvertimento: le frasi in corsivo sono dal punto di vista di Cas, nel caso non si capisca D:
Ora vi lascio alla lettura, e grazie tante a tutte voi che mi seguite e recensite, perché fa sempre piacere.
Grazie anche a coloro che leggono silenziosamente la storia!



   






                                           Raccontami, Cas.








Dean Winchester uscì dalla doccia ed entrò nella solita vecchia stanza del motel, seguendo lo stesso rituale notturno da una settimana.
Si asciugò e mise dei boxer trovati in fondo al borsone.
Diede un'occhiata a Sammy che dormiva, e al letto vuoto accanto a lui.
Dall'altra parte della stanza, nel suo letto, Castiel sembrava caduto fra le braccia di Morfeo.
Gli occhi chiusi, la fronte rilassata e il respiro lento e appena accennato.
Sorrise, per poi infilarsi sotto le coperte accanto all'angelo che, ancora addormentato, si spostò qualche centimetro per fargli spazio.
Il calore dell'amico lo accolse, avvolgendolo in un tepore che sapeva di famiglia, di casa, di asilo.
L'angelo si voltò, ancora assonnato, e guardò in viso il biondo, scrutando i suoi occhi verdi che, nel buio della stanza, sembravano quasi neri.
Dean tirò a sé il suo angelo, cingendolo per la vita, e affondando una mano nei capelli scuri e scompigliati.
-Dovresti parlarmene, Cas. - gli sussurrò dolcemente.
L'angelo caduto strinse più forte il corpo del suo ragazzo, e posò una mano sulla sua spalla sinistra.

Proprio dove l'aveva posata la prima volta.

Ho preso la tua anima, l'ho tenuta stretta e ti ho salvato dalla perdizione.

Il maggiore dei Winchester sospirò appena, preso da un brivido che gli percorse la spina dorsale.
Era immobile, eppure si sentiva come se fosse in volo, come se potesse sentire il vento freddo colpirgli la faccia.
Era immobile, stretto in quel tocco gentile ma fermo, eppure si sentiva altrove, perso nei contorni sbiaditi di un ricordo che non gli apparteneva.
Ed erano ali enormi, quelle che sembrava avere, erano possenti.
Nere, come il buio, come il vuoto, come l'ambizione.
Ed era tutto così luminoso, ma gli occhi non bruciavano. Non faceva male.
E Dean si sentiva come fumo bianco, inafferrabile ed incontenibile.
Era in una memoria, capì, nonostante non vedesse più nient'altro se non bianco, e non sentiva più altro, se non dolore.
Avvertì una sensazione di vuoto, di solitudine.
Capì di star vivendo non un ricordo qualunque, ma quello che il suo Cas voleva fargli vedere.
E così una voce nella sua mente parlò, ma non gli apparteneva:

 
 
 
 
L'eternità non ha dimensione.
Non è un'incognita fisica che si può quantificare.
Niente cesserà di mutare, nessuno resterà qui.
Neppure tu ci sarai più, quando mio Padre mi toglierà la vita.
Sarai solo cenere e ossa sporche, macchiate, irriconoscibili.
E il Paradiso e l'Inferno saranno rasi al suolo, ingoiati nel profondo abisso dell'eternità.
E il cielo tornerà rosso, e nessun figlio di donna canterà  odi celesti.
E' già stato scritto, e io resterò a combattere.
Resterò per te.
Perché è quello che avresti fatto.
E' tutto caotico, e gli eoni passati qui mi fanno comprendere che non c'è via d'uscita.
Perché parlo con te, Dean?
Non puoi sentire quello che grido senza voce.
Perché mi stai chiamando, Dean?
Non posso raggiungerti.
Ho le mani sporche di sangue, ancora, ancora, e ancora.
Di fratelli.
Di sorelle.
Gli angeli non smettono di gridare.
E c'è confusione.
Ed urlano.
E io non so essere un capo, Dean.
Io so combattere per quello in cui credo.
Ma non so più credere Dean, in nessun altro all'infuori di te.
E gli angeli gridano, perché dicono che devo restare.
Perché cadere fa paura.
E brucia, Dean.
Sento dolore.
E sto cadendo.
E brucia.
Dean.
 

 
 
 
 
Avrebbe voluto gridare.
Io ti sento, ti giuro, ti sto sentendo.
Ma la voce non usciva.
Avrebbe voluto correre, scuotere forte la testa e cambiare le parole che gli agitavano la mente.
Ma la luce bianca lo strinse in una morsa più stretta, costringendolo a vedere un vecchio bosco in Bayonne.
Proprio dove avevano cacciato con Bobby, qualche anno prima.
Perché si sentiva così pesante?
Perché non riusciva a ribellarsi?

 
 
 
Camminare fa male.
Le ginocchia cedono.
Sento vibrare i polmoni quando espiro ed ispiro.
E il cuore batte per davvero.
Questo non è più solo un contenitore ormai vuoto, sono io.
E' la mia pelle, la mia carne.
Non ho più le ali.
E fa male, Dean.
Come se mi avessero calpestato.
Non so per quanto ho dormito.
Sento ancora la tua voce.
Vorrei rispondere.

 

 
 
 
E tutto mutò ancora, e ancora.
Scuotendo quel corpo inconsistente come se fosse agitato da una bufera.
I pensieri dell'angelo che gli cadevano addosso, e pesano, e bruciavano.
Era grandine così fredda da bollire, così gelida da far erodere la pelle.
 

 
 
 
 
 
 
Esiste un angelo, Dean, uno che non conosci.
Uno che vuole far nascere qualcosa da questa confusione.
Che vuole fare il volere di nostro Padre.
Guida una schiera di immacolati, coloro che da sempre hanno aspirato al ruolo di arcangeli.
Nakir sostiene che ci siano angeli che vanno purificati.
Io ero tra questi, ma sono caduto.
E' peccato amare un essere così diverso, Dean Winchester.
 

 
 
 
 
 
Ed è tutto così assurdo.
Così fuori portata.
Perché forse Dean non vuole sentire.
Perché forse fa male sapere.
 

 
 
 
 
Passano i giorni, Dean.
Mi sento così debole.
Non so da quanto sono sveglio, non so da quanto tempo cammino.
Dormo spesso, Dean.
Più di quanto dovrei, nonostante la caduta.
Ma devo camminare, perché non la sento più.
Me l'hanno strappata via, Dean.
Qualcuno mi ha portato via la grazia.
Non ti sento più.

 
 
 
 
Perché sto gridando, ci sto provando. Ma tu continui a non sentirmi.
Perché io sono qui, adesso, e ti sto stringendo.

E cambia tutto, cambia ancora.
Come se nulla potesse fermare quello scorrere di immagini paralizzanti nella sua mente.
E quella voce stanca, distrutta, che continuava a chiamare il suo nome.

 
 
 
Ho trovato dei fratelli morti.
Le loro ali hanno bruciato l'asfalto.
Sono stati spinti giù, Nakir sta rispettando le sue promesse.
Sta facendo pulizie, sta purificando.
I loro contenitori non erano forti come il mio.
Mitzrae e Raziel sono stati puniti.
Come me.
La grazia di un angelo è unica, Dean.
E dura solo pochi minuti, dopo la morte di un caduto.
Ho preso la grazia di Raziel, Dean, e mi vergogno.
Ma a lui non servirà, e io devo trovarti.

 
 
E fu solo quel tocco strano, quello in corrispondenza dell'impronta lasciata dall'angelo.
Fu solo quello a sconvolgerlo, ad immergerlo in quest'atmosfera polverosa.
In questi ricordi spietati, taglienti.
Forse non era davvero pronto.
 

 
Ho mangiato, Dean.
Riesco a sentirti gridare.
Vorrei che mi sentissi anche tu.
Arriverò da te, e da Sam.
Tornerò Dean, raggiungerò l'impala.

 
 
 
 
**


Castiel tirò via la mano dalla spalla del Winchester.
Quest'ultimo aprì gli occhi, sconcertato.
-Ti sento. - disse, rivolto verso l'angelo.
Castiel fece un sorriso contenuto, e appoggiò il capo sul petto del suo ragazzo.
-E' questo che è successo? - domandò, ancora, sconcertato. -Ti hanno buttato giù?
-Me ne sono andato. - rispose lui, piatto.
-Ti hanno costretto. - il tono arrabbiato.
-Ormai sono coinvolto. - affermò. - sentimentalmente.
Dean sorrise per le parole dell'angelo, mentre la sua irritazione era parzialmente scemata.
-Chi è quest'angelo? - domandò poi, ricomponendosi.
-Vuole abolire la corruzione dal Paradiso. - continuò il moro, piatto.
-Tu non sei corrotto. - affermò il cacciatore, disgustato.
-Amo un umano, Dean. E' peccato. - rispose. -E sono caduto. Un altro peccato.
-Ma ti volevano come loro leader! - continuò il Winchester, sconcertato.
-Se mi fossi unito a loro. - continuò a spiegare l'angelo.
-Ok, ok, angioletto. E la grazia? - chiese.
-Non lo so, Dean. - affermò Castiel, scosso e confuso.
-L'ha tolta un immacolato? - domandò ancora.
-Potrebbe.
-E perché? - chiese ancora il biondo.
-La grazia ha un valore inestimabile per un angelo. E' unica, ed insostituibile. Quando privi un angelo della sua grazia è come se lo stessi privando della sua anima.
-E' una punizione per non essere morto durante la caduta?
-E' così Dean. Questa grazia sta svanendo, ne resta così poca. Dopo la morte non ci sarà nessun regno di Dio ad attendermi, ma solo il vuoto.
Il Winchester guardò fisso l'angelo, e gli spettinò maggiormente i capelli. -La ritroveremo Cas.







Ciao ciao fangirls, eccomi ancora qua!
Volevo avvertirvi che il contesto di questa fanfiction è inventato, so niente spoilers :3
Neppure i nomi degli angeli sono presenti nell'universo canon, Nakir non esiste e contro gli immaginari 
Mitzrae e Raziel non sono state recate violenze u.u
Alla prossima care, ciao ciao :3

PS: Fatemi sapere che ne pensate, I need it. 
Baci :3

 
   
 
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