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Autore: B e t c h i    20/09/2016    0 recensioni
• Historical Hetalia - Il Risorgimento.
Dalla nascita dell’Impero Tedesco all'Unità d'Italia
|Dal testo|
«Tuttavia, ciò che dimorerà nel tuo cuore non sarà più la santità del tuo passato,» Gilbert si piegò sulle ginocchia, accovacciandosi sul pavimento pietroso. Il fascio di luce che penetrava dal soffitto eroso, illuminò il suo volto. «ma il mio più grande desiderio.»
Piccoli granelli di polvere brillarono nell’aria come frammenti di diamante, avvolgendo il corpo del bambino che giaceva a terra esanime. […]
Prussia allungò una mano sul suo viso. Le dita sfiorarono le palpebre ancora spalancate. Con un gesto delicato le abbassò.[…]
«L’antico e il nuovo testamento Tedesco.»
Il vento della vita si alzò, sollevando turbini di polvere e foglie secche.
---
Il ciuffo ribelle di Italia si agitò, mosso dall’improvvisa folata di vento gelido che gli sferzò il viso.
Alcune foglie ingiallite dall’autunno vorticarono attorno ai suoi piedi, leggiadre come piume.
Il suono delle campane coprì l’ululato che riecheggiò lungo il viale alberato. […] Feliciano si fermò e girò il capo verso il campanile.
Il tempo sembrò fermarsi.
Le ciocche castane gli accarezzarono il viso, gli occhi si inumidirono.
Genere: Angst, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Prologo -

✠ wie ein Adler


 
Una piuma nera volteggiò nell’aria, girò due volte su se stessa e lentamente si posò sul nasino di Liechtenstein.
La ragazza sbatacchiò le palpebre sorpresa, aggrottò la fronte e spostò lo sguardo sulla punta del naso.
Aveva le mani impegnate a sorreggere la cesta di bucato appena ritirato, così gonfiò le guance d’aria, coprì il labbro superiore con quello inferiore e soffio verso l’alto. L’espressione buffa che aveva assunto, si sciolse non appena  riuscì a far scivolare la piuma dal suo naso.
Lily la seguì con lo sguardo: la piuma fece due capriole verso l’alto per poi cadere sulle lenzuola ripiegate con cura nella cesta.
Perse qualche secondo ad osservarla e - a vederla da vicino – rimase subito affascinata dai dettagli della folta barbula bianca che avvolgeva il calamo spesso e rosso.
Inarcò leggermente la schiena all’indietro, sfilò una mano da sotto la cesta, ma appena sfiorò la piuma con le dita una folata di vento  la trascinò via.
«Uh?»
Liechtenstein sospirò delusa, avrebbe voluto usare quella piuma per abbellire qualche abito oppure per decorare l’ultima freccia di quell'arco a cui era tanto legata da bambina. Fece spallucce, ormai non aveva più importanza.
Abbracciò la cesta con entrambe le braccia e riprese a camminare verso casa, pensando a chissà quale uccello potesse appartenere quella piuma così bella. Le labbra si piegarono in un piccolo sorriso: Ungheria, ch’era brava e conosceva tante cose, avrebbe sicuramente saputo risponderle.
Un’ombra macchiò il riflesso del sole sull’erba; una chiazza scura, enorme, sorvolò sul capo di Lily accompagnata da una violenta raffica di vento.
Il piccolo stato vassallo, preso alla sprovvista, perse l’equilibrio e cadde a terra rovesciando tutto il bucato sull’erba.
Le ginocchia sfregarono contro pietruzze acuminate, strappando la stoffa della gonna e tagliando la pelle.  
Lily fece pressione sui palmi delle mani, rossi e pulsanti, e alzò appena il busto. Alcuni ciuffetti di capelli, sfuggiti dalla presa delle trecce, le finirono davanti agli occhi.
Riuscì a vedere la cesta di vimini rotolare giù per il pendio brullo, poi il vento si calmò e l’ombra scomparve prima che Liechtenstein potesse alzare il capo, lasciandola confusa e spiazzata.
Gli occhietti spaventati si posarono sulle lenzuola aggrovigliate, sporche di terra e del verde dell’erba.
Due grossi lacrimoni scintillarono tra le ciglia.
Singhiozzando si  avvicinò gattoni ad un lenzuolo che il vento aveva adagiato su un masso, afferrò un lembo con una mano e lo tirò verso sé. La stoffa bianca, già sporca, si macchiò del sangue che sgorgava dal palmo graffiato.
“Il Signor Austria crederà che sono un’incapace”, pensò mentre si alzava per raccogliere il bucato sparso a terra.
Era ancora turbata da quello ch’era appena successo, ma il suo primo pensiero andò comunque a Roderich e alle severe punizioni che impartiva a chi non portava al termine i propri compiti.
Aveva ancora il viso rigato dalle lacrime quando il grido di un’aquila si scagliò contro la quiete della montagna.
Lily sussultò. Quel verso, che avrebbe spaventato chiunque, le suonò familiare tanto da riuscire addirittura a calmare la sua crisi di pianto.
Fu un grido feroce - simile ad un ruggito - che tuttavia parve dolce al suo orecchio, come le antiche canzoni cantate in quella lingua arcana che solo chi aveva avuto la fortuna di nascere tra le braccia di madre natura poteva capire.
Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e alzò lo sguardo.
L’aquila bicipite degli Asburgo si ergeva in tutta la sua maestosità su un cumulo di rocce poco distanti da lei. Alcuni sassolini sfuggirono alla presa degli artigli rossi e robusti, più simili a quelli di un falcone da caccia, rimbalzando verso il basso fino a raggiungere i piedi di Lily.
La ragazza, con gli occhi ancora umidi di pianto, avanzò  di qualche passo sotto lo sguardo acuto di quel volatile almeno tre volte più grande di lei.
Il vento fischiò accompagnando la lenta camminata di Liechtenstein. Alcune piume vorticarono attorno ai suoi piedi, come a volerla guidare verso un sentiero da loro creato.
Non si fermò neanche di fronte all’ostacolo delle rocce. Si arrampicò strusciando le ginocchia sbucciate contro la pietra, senza cedere al dolore e allo sforzo fisico.
Quando raggiunse finalmente la cima, l’aquila spiegò le grandi ali e chinò il collo mostrando al piccolo Stato Vassallo le due teste. Quattro occhi neri la fissavano con un’intensità quasi ipnotica.

Senza esitazione, Liechtenstein posò le mani sui becchi ricurvi.
Li ac
carezzò con delicatezza e schiuse le labbra lasciando scappare un sospiro. Chiuse gli occhi.
«
Heiliges Römisches Reich», mormorò prima di venire avvolta dall’abbraccio dell’aquila.
E l’oscurità si tinse di rosso.
 
 


 
_Note_

Aquila Bicipite degli Asburgo: Lo stemma dell'imperatore del Sacro Romano Impero otteneva di essere posizionato sul torso dell'aquila bicipite degli Asburgo
Heiliges Römisches Reich: Sacro Romano Impero.
 
   
 
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