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Autore: BrokebackGotUsGood    20/09/2016    2 recensioni
''Si era chiuso in se stesso e nella ferma convinzione di non avere poi così tanto bisogno di essere amato, di non avere bisogno che qualcuno gli dimostrasse affetto, che qualcuno scavasse nella roccia del suo essere, che qualcuno lo facesse sentire speciale.
E invece per anni, anche se inconsapevolmente, non aveva fatto altro che aspettare e sperare che quel qualcuno arrivasse.

Flashfic a contenuto altamente diabetico, leggere attentamente il foglio illustrativo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve ragazzuoli :) 
Sì, ecco, non ci girerò molto attorno: è ricominciata la scuola e con essa lo stress, e avevo un bisogno quasi fisico di scrivere una ff moooolto fluff. Potreste trovarla persino sdolcinata, in alcuni punti, e Sherlock potrebbe non essere esattamente IC, ma ogni tanto ci vuole, suvvia u.u Se volete potete leggerla con in sottofondo la canzone a cui mi sono ispirata
https://www.youtube.com/watch?v=VKBfsz3P7Us 

Enjoy the diabete :')

 

 




Turning page

 




 

I’ve waited a hundred years
but I’d wait a million more for you
Nothing prepared me for
what the privilege of being yours would do


 

Sherlock aveva sempre venerato la pura e fredda ragione e tutto ciò che poteva essere spiegato tramite accurate analisi scientifiche.
L'irrazionalità, l'immaginazione, i sentimenti e le emozioni avevano sempe rappresentato per lui tutto quello da cui era necessario distanziarsi affinché una mente in costante e frenetica attività come la sua mantenesse al meglio le sue brillanti capacità deduttive: ciò che rientrava nella sfera dell'animo umano costituiva una sgradita distrazione e, di conseguenza, un pericoloso svantaggio.
E lui aveva sempre creduto che non valesse la pena riporre la propria fiducia nelle acque di una corrente che lo avrebbe inevitabilmente e brutalmente trascinato alla deriva, invece di condurlo in salvo su una sponda soleggiata.
O almeno così gli era stato insegnato.
E così aveva imparato a sue spese.
Aveva aperto le sue braccia e il suo cuore, aveva dato al mondo una possibilità; dolore e delusione erano ciò che aveva ricevuto in cambio.
Si era chiuso in se stesso e nella ferma convinzione di non avere poi così tanto bisogno di essere amato, di non avere bisogno che qualcuno gli dimostrasse affetto, che qualcuno scavasse nella roccia del suo essere, che qualcuno lo facesse sentire speciale.
E invece per anni, anche se inconsapevolmente, non aveva fatto altro che aspettare e sperare che quel qualcuno arrivasse. Che entrasse silenziosamente nella sua vita per rimanerci nonostante tutto.
Per questo ora che si trovava tra le braccia di John Watson, una mano avvolta nella sua e l'altra sulla pelle nuda e calda del suo petto, entrambi coperti per metà da un lenzuolo, i battiti dei loro cuori ancora accelerati, non riusciva a credere che quell'attesa fosse finalmente giunta al termine, e che fosse finalmente stata ricompensata.
Sin dall'istante in cui le loro dita si erano sfiorate, quel giorno al Bart's, Sherlock aveva saputo che per la ragione non ci sarebbe più stato spazio.
John semplicemente era arrivato e si era preso ogni parte di lui.
Ne era stato spaventato, persino terrorizzato: la sola idea che anche lui avrebbe potuto andarsene, lasciandolo da solo a raccogliere i cocci di un cuore che aveva appena ricominciato a battere, gli toglieva il respiro, gli stringeva la gola e la bocca dello stomaco. 
Ma non era successo.
John aveva deciso di custodire quel cuore con dolcezza e cautela, facendone il più prezioso dei tesori, e gli aveva offerto un rifugio rassicurante in cui ripararsi dalla pioggia che per troppo tempo aveva incessantemente bagnato la sua pelle.
E ora non sentiva più freddo.
Ora c'erano soltanto due infinite iridi di zaffiro che lo guardavano come se nel suo viso fosse racchiuso il mondo intero, e delle dita che tracciavano promesse sulla sua schiena e facevano nascere brividi leggeri, e parole d'amore sussurrate e disperse nell'unione dei loro respiri.


 

If I had only felt the warmth within your touch
If I had only seen how you smile when you blush
Or how you curl your lip when you concentrate enough
Well I would have known
What I was living for all along
What I’ve been living for


 

Oh, se solo avesse saputo prima cos'era l'amore.
Se solo avesse conosciuto prima la sensazione delle labbra di John sfiorare delicatamente le sue, e posarsi sulla sua fronte, sulle sue guance, tra i suoi capelli; se solo non si fosse precluso momenti come quello, i loro corpi spogli a donarsi reciprocamente calore, i loro occhi lucidi dall'emozione che non smettevano di parlarsi; se solo avesse avuto prima l'occasione di riempirsi di tutto ciò che era John, di ogni piccola cosa che lo riguardava e che faceva di lui l'uomo che lo aveva salvato in ogni modo possibile.
Per cosa aveva vissuto, tutto quel tempo?
Non importava, davvero.
Ora erano lì, su un letto in una stanza buia, ed era reale.
Loro erano reali.
Sarebbe andato tutto bene, da allora in avanti.


 

Your love is my turning page
Where only the sweetest words remain
Every kiss is a cursive line
Every touch is a redefining phrase


 

John accarezzava il viso di Sherlock e si chiedeva come fosse possibile che nessuno avesse mai avuto la capacità di vedere oltre il genio e la mente, o che nessuno avesse mai voluto anche solo provarci.
Si chiedeva come la vita fosse potuta essere così ingiusta da privare quelle guance e quelle labbra dei baci, da privare quella pelle candida delle carezze e dei tocchi fuggenti, e quegli occhi di un sorriso rivolto a nessun altro che a lui.
"Come può questa fortuna aver incrociato le mie stelle? Come può tutto questo essere mio?".
Sherlock meritava di essere stretto, protetto, confortato; meritava di avere qualcosa per cui sorridere ogni mattina, qualcuno con cui parlare di tutto ciò che aveva sempre dovuto reprimere nei più remoti angoli di sé, qualcuno da cui tornare a casa.
John glielo avrebbe dato.
Gli avrebbe dato questo e molto altro ancora, se necessario.
"Ridi ancora, ti prego. Sei stupendo quando lo fai. 
Parlami ancora, riempi il silenzio con il suono profondo della tua voce.
Nascondi ancora il viso nell'incavo del mio collo, impregnalo del tuo respiro, del tuo odore; chiedimi di stringerti più forte, in modo che io possa assicurarti che non ti lascerò mai andare.
Baciami ancora, ti prego.
Ferma il tempo, rendi questo attimo senza fine".


 

I surrender who I’ve been for who you are
Nothing makes me stronger than your fragile heart
If I had only felt how it feels to be yours
Well I would have known
What I’ve been living for all along
What I’ve been living for


 

John alzò le coperte in modo da coprire meglio Sherlock, ora profondamente addormentato, e lo avvicinò ancora di più a sé, per quanto permetteva lo spazio già quasi inesistente tra loro.
Lo baciò sulla fronte, gli sussurrò un "ti amo".
Chiuse gli occhi.
Tutto attorno a loro cessò di esistere, lasciandoli avvolti nell'oscurità della stanza e nella luce del loro essere una cosa sola.

   
 
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