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Autore: Yuichan    04/05/2009    17 recensioni
Tanti piccoli particolari lasciati in sospeso... cosa accadrebbe se ognuno dei nostri amati personaggi scoprisse i piccoli segreti che si celano dietro ai loro amanti...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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junjou

Junjou Romance

Capitolo 8 e Finale

 

Hiroki era arrivato di corsa. Davanti casa di Akihiko c’erano un paio di furgoncini sospetti, alcuni uomini erano fermi davanti all’entrata e cercavano di fermare tutti quelli che si avvicinavano.

- Che scocciatori!- La corsa non lo aveva calmato neanche un po’, sperò che nessuno di quei ficcanaso gli si avvicinasse o se li sarebbe mangiati vivi. Passò in mezzo ad un gruppo di persone, tutte parlottavano tra loro e scribacchiavano qualcosa sui taccuini e alcuni che sistemavano grosse telecamere ingombranti. Uno di loro lo notò avvicinarsi e lo fermò. La furia di Hiroki crebbe.

- Mi scusi signore… lei abita in questo palazzo per caso?- Hiroki gli rivolse un’occhiata di fuoco, strinse i pugni pronto a spedirlo in orbita se solo avesse detto altro. Lo ignorò e avanzo di nuovo. - Mi scusi… vorremmo solo sapere se è vero che qui abita un certo Takahashi Misaki.- Ecco ora era tardi, tanto con qualcuno avrebbe dovuto comunque prendersela.

- Levatevi dai piedi… SIETE UNA SCOCCIATURA! Vi divertite tanto ad irrompere nelle vite delle persone e distruggerle come se niente fosse?- Lo vide indietreggiare, Hiroki stava gridando e si agitava come un pazzo, ma infondo non gliene importava proprio nulla. Che lo riprendessero pure, avrebbe mandato al diavolo tutti quanti senza farsi nessun problema. Suonò al campanello di Akihiko, e gli gridò contro di aprirgli.

- Se lei lo conosce, perché semplicemente non smentisce la notizia?- Aveva incalzato uno di loro, ordinando al suo cameraman di riprendere ogni istante. Gli si era avvicinato pericolosamente, mettendogli contro un microfono che probabilmente avrebbe fatto una brutta fine.

- Smentire cosa?- stranamente era tornato calmo, aveva incrociato le braccia al petto e li guardava con aria di sfida. – Io non c’entro con questa storia quindi cosa dovrei smentire… se è una bugia verrà fuori la verità senza che io debba dire proprio nulla...-

- Ma è vera? Ci sono prove e foto che lo dimostrano?-

- Ah si? Io ho visto solo due ragazzi insieme, è questo il vostro decantato scandalo? Di certo sapete fare il vostro lavoro, ricamare su semplici fatti di vita quotidiana… sinceramente mi fate tutti pena. Quello che non capite è che a soffrire per le vostre bugie non sono solo i diretti interessati.-

- Abbiamo sentito che il ragazzo vive a casa del famoso scrittore Usami Akihiko… c’entra anche lui in questa storia? Lei che legami ha con queste persone?-

- Io? Vi piacerebbe ricamare anche su qualcun altro vero?- In quel momento spuntò Akihiko, era sceso a controllare non vedendo arrivare Hiroki, nonostante gli avesse subito aperto il portone.

- Hiroki, mi spieghi che combini?- Aveva gli occhi rossi e cerchiati, un viso pallido e smunto. Hiroki sentì la rabbia salirgli nuovamente la cervello, le tempie gli pulsavano incessantemente.

- Nulla… stavo solo appurando quante zanzare ronzassero qui intorno…- Gli furono subito addosso con un mare di domande su Misaki, domande che ad Akihiko fecero male. Hiroki lo prese per il braccio, prima che venisse inghiottito da quella marea viscida ed entrò, chiudendo la porta dietro di se. Non era riuscito a controllarsi e ora si dava dell’idiota per quella scenata, ma la cosa che gli premeva era aiutare Akihiko. Si chiusero in casa e Hiroki lo tempestò di domande su cosa fosse successo al telefono con Takahiro.

- Te l’ho detto… verrà a prendersi Misaki, è già in viaggio…-

- E a te sta bene così? Non farai nulla per fermare questa cosa?-

- Ho parlato con Yuki, stanno già lavorando per smentire questa notizia… tra qualche giorno forse non se ne parlerà più… anche mio fratello ha detto di aver fatto qualcosa in merito.-

- Non sto parlando della notizia… - Akihiko volse lo sguardo da un’altra parte, nascondendo gli occhi dallo sguardo di Hiroki. Aveva il cuore a pezzi, si stupì di come fosse ancora in funzione. Hiroki non lo aveva mai visto tanto fragile, come se la persona che conosceva da anni fosse scomparsa. Aveva gli abiti in disordine e un’aria terribile.

- Non posso fare nulla contro Takahiro, è suo fratello e non posso oppormi ad una sua decisione.-

- Ragioni come se il ragazzo non contasse nulla… -

- Misaki non si opporrebbe mai a suo fratello… ormai è tutto finito.-

- Sinceramente Akihiko… mi hai deluso.- Rimasero in silenzio, era corso da lui per sostenerlo, per farlo reagire ad un momento di sconforto, ma si rese conto che non era stato un momento. Non si spiegava il perché quel Takahiro avesse un tale ascendente su Akihiko, ma lui si era comunque arreso. Se per Akihiko non valeva la pena di lottare, allora lui che non c’entrava nulla, non poteva dire neanche nulla.

Rimasero in silenzio fino a che non si accorsero di una gran trambusto. I giornalisti stavano infastidendo tutti i passanti e Hiroki non riusciva a sopportalo. Più di una volta gli era passato per la mente di tirare addosso a quei parassiti un bel secchio d’acqua bollente… l’olio Akihiko glielo aveva proibito. Intravide dalla finestra la figura inconfondibile di Nowaki con accanto il ragazzo. Teneva a bada i giornalisti senza scomporsi, al contrario suo che aveva dato i numeri quasi subito. Nessuno fece caso al ragazzo, questo dimostrò che erano solo notizie che stavano cercando e non fatti reali. Suonarono e Hiroki corse ad aprire. Appena in casa Nowaki si avvicinò subito a lui, sussurrandogli qualcosa all’orecchio.

- Ti hanno visto tutti alla tv Hiro-san… comunque Takahashi-kun sa che sta per arrivare suo fratello.- Hiroki fece finta di non aver recepito la prima parte del messaggio, osservò il ragazzo togliersi il travestimento e cercare Akihiko.

- E’ chiuso nello studio da un po’… - lo avvertì Kamijo, provando a capire se Misaki si fosse ripreso o meno, lo vedeva abbastanza determinato, ma se Akihiko gli avesse ripetuto le stesse parole che aveva detto a lui come avrebbe reagito?

- E’ arrabbiato con me?-

- No, credo che ce l’abbia solo con se stesso in questo momento per non averti protetto come avrebbe dovuto.-

- Sono io che ho sbagliato, avrei dovuto fare tante cose che non ho fatto e ora devo rimediare senza appoggiarmi sempre a lui.- Era serio e sicuro delle sue parole, Hiroki vide una piccola luce di speranza accendersi nell’oscurità in cui erano caduti. – Nii-chan sarà qui tra poco, devo parlare prima con lui.-

- Vuoi che ce ne andiamo?-

- Credo che chiedervi di restare sarebbe troppo ipocrita da parte mia, infondo avete già fatto troppo per me…-

- Bhè magari… potrei mettere su un po’ di te e calmarci tutti…- rise, Hiroki voleva restare. Si era detto più volte che non si sarebbe più intromesso, non si trattava più dello scandalo, ma della loro vita. Però Misaki era deciso e magari solo la presenza di qualcuno che lo supportava, gli avrebbe dato la forza di fare ciò che credeva giusto.

Rimasero in attesa. Misaki non aveva provato ad avvicinare Usagi-san, era rimasto seduto sul divano osservando l’orologio e cercando di non far cadere la tazza di the che reggeva in mano, a causa del tremore delle mani che non accennava a smettere. Era agitato, ma convinto di ciò che avrebbe dovuto dire. Poi suonò. Il trillò del campanello fece sobbalzare tutti. Hiroki scattò in piedi di colpo e guardò gli altri, decise di andare ad aprire, voleva proprio vedere il viso dell’uomo che lo aveva tanto deluso in quel momento. Lo vide alla porta, deciso e arrabbiato, aveva gli occhi sottili e infuriati, il viso tirato, ma molto stanco. Hiroki lo fece entrare, ma Takahiro non gli rivolse neanche la parola, andò defilato in salotto cercando Misaki e chiamando anche Akihiko, che però non riuscì ad uscire dallo studio. Misaki lo salutò alzandosi dal divano e poggiano la tazza di the sul tavolo, non si mosse oltre, ma Takahiro corse ad abbracciarlo sussurrandogli qualcosa alle orecchie, per tranquillizzarlo.

- Nii-chan io sto bene.-

- Dov’è Akihiko? …- lo strinse più forte a se, come se dovesse proteggerlo da qualcosa. – Non preoccuparti adesso ti porto ad Osaka e vedrai che non dovrai più sopportare tutto questo.-

- Io non sto sopportando nulla.- Takahiro non aveva dato neanche peso al tono di voce di Misaki, era come se quasi non gli interessasse altro che scappare da Tokyo. – Cosa hai detto ad Usagi-san?- Takahiro si spostò leggermente osservando il fratello, aveva un’espressione fredda e decisa in viso che quasi non riuscì a riconoscerlo. Lasciò la presa stupito e cercò di capirci qualcosa.

- La verità Misaki… è colpa di Akihiko quello che è successo, doveva stare più attento… ma ti rendi conto che questa cosa ti segnerà a vita… una relazione con un ragazzo, ma andiamo non è normale!- Lo disse con talmente tanta tranquillità che per la seconda volta in vita sua Misaki sentì forte il desiderio di picchiarlo. Perché suo fratello, nonostante fosse una persona tanto buona, era così sciocca da non capire la realtà. Nel frattempo Nowaki dovette tener fermo Hiroki ed impedirgli di saltare al collo di Takahiro e mangiarselo vivo per le cattiverie che sputava senza neanche accorgersene.

- Spiegami qual è la colpa di Usagi-san nii-chan, perché io non lo capisco.-

- Io ti ho affidato a lui Misaki, doveva occuparsi di te e stare attento alle persone con cui hai a che fare, quel tipo te lo ha presentato lui sicuramente… non difenderlo non ha scusanti.-

- Credi che sia ancora un bambino? Credi che non sia in grado di decidere da solo chi frequentare nii-chan? Mi credi una persona così stupida e inaffidabile?-

- Certo che no, infatti tu non hai nessuna colpa.- Non capiva, Misaki questo già lo sapeva. Non avrebbe ceduto. Nonostante il suo cuore battesse all’impazzata, nonostante la testa gli stesse per scoppiare. Avrebbe ferito suo fratello, ma quella era la sua vita e lui ora sapeva cosa voleva.

- Se ti dicessi che è tutto vero, se ti dicessi che ho baciato Shuichi perché era quello che volevo… cosa faresti?-

- Andiamo Misaki non dire sciocchezze, so benissimo che non lo hai fatto. Stai solo cercando di difendere Akihiko.-

- No!- Misaki aveva gli occhi bassi, si era spostato da Takahiro per non permettergli di farlo vacillare oltre. Chiuse il suo cuore, ora doveva comportarsi solo ed esclusivamente come il compagno di Usami Akihiko e non come fratello di Takahiro. – Io non sto difendendo nessuno, quello che è successo è stato un errore non lo nego. Io e Shuichi avremmo dovuto stare attenti a non farci vedere, ma quella foto è un falso. Non l’ho mai baciato… non lo farei mai…-

- Visto Misaki, lo ammetti anche tu che non potrebbe mai succedere…- Takahiro sembrò risollevarsi, era riuscito a far ragionare suo fratello, forse troppo scosso da tutto quel casino senza senso. Gli sorrise e allungò la mano verso di lui per abbracciarlo, ma Misaki si sottrasse nuovamente a quella gentilezza, fermo nella sua posizione.

- … non lo farei mai… perché non potrei mai tradire Usagi-san con un’altra persona nii-chan.-

- Ma di che parli?- quella frase fece vacillare Takahiro, che stava succedendo al suo amato fratellino? Era come se non riuscisse più a riconoscerlo. Misaki si voltò verso la porta dello studio, la fissò deciso e chiamò a gran voce Akihiko, lo pregò di uscire da li, di ascoltarlo e di credere a quelle parole che gli uscivano dall’anima.

- Ti prego Usagi-san voglio vederti e voglio che ascolti le mie parole… so che ho sbagliato, so che sei arrabbiato con me e non ti do torto… anche Yuki-san era arrabbiato con Shuichi, siamo stati degli stupidi a prendere le cose così alla leggera, ma io ti giuro…. Ti giuro con tutto me stesso che non l’ho mai baciato… abbiamo parlato e ci siamo divertiti… tutto qui! Ti prego esci!-

- Misaki mi spieghi che stai dicendo?- Takahiro rimase senza parole, quasi il respiro gli mancò ai polmoni, ma quando vide spuntare il viso di Akihiko da quella porta, tutta la rabbia che aveva represso vedendo il fratello, tornò fuori di colpo. – Akihiko si può sapere che hai messo in testa a mio fratello!? Cosa gli hai fatto?- A quelle parole Akihiko indietreggiò di nuovo, Misaki non riuscì neanche a vedergli gli occhi, ma riusciva a capire che stava male e soffriva tanto quanto lui. Fu allora che decise di dimostrarglielo. Non gli importava se suo fratello non capiva, non gli importava se lo avrebbero visto, non gli importava se avrebbe capito. Tutto ciò che voleva era non vedere più quel viso affranto e non sentir provenire da lui tutto quel dolore che gli spezzava l’anima. Gli corse incontro, incurante di tutto, come se il mondo fosse scomparso. Questa forse era la più grande dimostrazione di un amore puro e sincero, lui sentiva la tristezza del suo compagno scorrergli nelle vene e doveva alleviarla a tutti i costi. Gli passò le braccia intorno al collo, alzandosi sulle punte dei piedi, avvicinò il viso a quello di Akihiko e lo baciò. Premette le labbra contro quelle dello scrittore, sperando che rispondesse, il suo cuore voleva che reagisse. Perché se neanche un suo bacio poteva aiutarlo allora era davvero finita. Ma la risposta ci fu, Akihiko schiuse le labbra e ricambiò, sciolse le catene della tristezza che gli attanagliavano il cuore, tornò se stesso e abbracciò il ragazzo tirandolo ancora di più verso di se. Quando riuscì a prendere fiato, si voltò verso suo fratello che a bocca aperta lo guardava allibito, scorse velocemente gli sguardi accorati di Nowaki e Hiroki che si erano spostati in un angolo della stanza, gli stavano dando supporto e per questo Misaki li ringraziò di cuore.

- Io so che non capisci nii-chan… so che per te magari questo può sembrarti innaturale. Mi dispiace che tu sia venuto a saperlo in questo modo, se fossi stato sincero non ci sarebbero stati tanti problemi… mi dispiace davvero averti tenuto nascosto tutto questo, ma io sono innamorato di Usagi-san e non posso far finta che non sia così solo perché me lo chiedi tu. Potresti dimenticare tua moglie se te lo ordinassero?-

- Certo che no Misaki, ma questo è diverso… Akihiko è…-

- Donna che sia, uomo che sia… l’amore è amore. Una volta che lo provi non puoi semplicemente dire basta… mi dispiace nii-chan, ma che tu lo accetti o meno… io voglio stare con Usagi-san…- Nonostante il suo cuore stesse per scoppiare, Misaki non pianse neanche una volta, era sicuro di ciò che stava dicendo e non voleva mostrare segni di cedimento, se Usagi-san era così triste era solo colpa sua. – Prometto che non darò più fastidio, prometto che mi impegnerò sempre di più negli studi, prometto che sarò sempre discreto e mi occuperò di tutto… Usagi-san…- si voltò verso Akihiko, quella di Misaki era una dichiarazione in piena regola, il cuore di Akihiko iniziò a palpitare. – Chiederò scusa a tutti per questo casino, non si ripeterà mai più… voglio solo tornare alla vita di tutti i giorni con te, voglio tornare a come stavamo prima… voglio stare con te… sempre che tu lo voglia ancora Usagi-san… dimmi che mi vuoi ancora con te… ti prego?- Akihiko spalancò gli occhi, Misaki lo stava pregando di tenerlo con se, voleva amarlo ancora di più, voleva continuare quella vita che lui credeva di avergli imposto a forza. – Se non vuoi me ne farò una ragione, ma devi essere tu a dirmi di andarmene, se mi dirai che non vuoi più vedermi farò come dici… ma dimmi qualcosa ti prego… ti prego dimmi che mi ami ancora!- Lo abbracciò di colpo, Misaki si chiuse in quel gesto assaporandone tutta la bellezza.

- Certo che ti voglio con me… certo che ti amo…- Aveva avuto il terrore di perderlo, la disperazione che aveva avvertito infondo all’anima si era dissipata con due semplici parole. Adorava quel ragazzo dal profondo del suo cuore, gli aveva dato la più grande dimostrazione d’amore che potesse esistere. Misaki si staccò leggermente, continuando a reggersi alla camicia di Akihiko e guardando nuovamente verso suo fratello.

- Mi dispiace nii-chan questo è quello che provo e non posso più far finta di niente… so che è egoista da parte mia chiedertelo, ma mi piacerebbe che tu lo accettassi.-

- Cosa può darti una relazione simile Misaki?- Lo colpì al cuore, ma resistette, doveva dimostrare fino alla fine che era deciso, anche se questo avrebbe segnato la fine del suo rapporto con il fratello.

- Quello che mi da sono le sensazioni meravigliose che provo quando sono con Usagi-san, sono felice e sono me stesso… se durerà per sempre o meno questo nessuno può saperlo, ma ora è tutto ciò che voglio e non lo farò scappare… lavorerò sodo affinché non finisca.-

- Misaki sono tuo fratello e io voglio solo quello che è meglio per te.-

- Nii-chan… Usagi-san è quello che è meglio per me.- Scese un silenzio orribile, Misaki trattenne il respiro, fino a quando non sentì suo fratello cedere.

- Se è quello che vuoi non posso fare nulla… sono corso da te per proteggerti, ti vedo ancora come un bambino e questo non cambierà mai, ma credo si essermi comportato male e chiedo scusa a tutti… Misaki…- sorrise, dopo minuti interminabili in cui Misaki aveva visto soltanto il suo sguardo funesto, riuscì a ritrovare il vero viso di suo fratello. – prenditi cura di Akihiko.-

 

 

Capitolo Finale

 

Cercami qui

parlami

voglio sentirti

ho bisogno di ascoltarti

tu sei la luce

che mi sta conducendo

nel posto dove

ritroverò la pace

 

Ogni cosa era scemata in pochi giorni. La notizia era stata smentita e il giornalista che l’aveva resa pubblica era stato licenziato in tronco, la cada editrice querelata. Era tutto partito dalla NG e dalla Usami Groups. Tutti si erano adoperati per mettere a tacere quelle falsità e piano piano le cose si erano aggiustate.

L’università era tornata alla sua solita quiete, molti non si erano neanche accorti che quello nella foto era Misaki e lui ne fu abbastanza felice. Solo Sumi-senpai gli aveva accennato qualcosa, ma per fortuna non si era addentrato oltre. A lezione da Kamijo-sensei non era cambiato nulla, Misaki continuava ad essere il bersaglio prediletto di Hiroki e dei suoi proiettili di gesso, ma ora il ragazzo aveva un profondo rispetto e stima nei confronti di quell’uomo che lo aveva sorretto, aiutato e protetto. Certo la sua uscita davanti ai giornalista era stata vista da tutti, Hiroki si era trovato a dover rispondere a un sacco di domande strane, i suoi studenti erano curiosi di sapere perché fosse coinvolto. Di certo lui non rispondeva a nessuna domanda, era evasivo e la maggior parte delle volte andava su tutte le furie, ma con Miyagi non era riuscito a cavarsela tirando fuori il “diavolo Kamijo”. Il professore si divertiva a punzecchiarlo, ma Hiroki ora aveva trovato l’arma adatta per zittirlo, facendo allusioni alla relazione con Shinobu. Erano tutti molto cambiati, non c’erano più muri che li dividevano, nessuna barriera che li bloccava ai loro posti senza dar loro la possibilità di relazionarsi.

Misaki incontrò di nuovo Shuichi. Una mattina, senza che lo sapesse, lo trovò fermo al cancello dell’università che lo atteneva. Si era schermato gli occhi con un paio di occhiali scuri e indossava vestiti meno appariscenti, ma Misaki lo riconobbe subito. Lo avvicinò senza chiamarlo per nome, Shuichi lo salutò cordialmente.

- Mi dispiace, non dovrei avvicinarmi a te, potrei combinare un altro disastro, ma volevo chiederti scusa di persona.-

- Stai tranquillo, non sono per nulla arrabbiato e non è colpa tua… mi sarebbe dispiaciuto molto se non ci fossimo più rivisti per questo motivo.- Shuichi lo guardò fisso, Misaki non riusciva a vedergli gli occhi, ma il sorriso che gli illuminava il viso era gia abbastanza. – Che dicano quello che vogliono, ognuno di noi sa qual è la verità e abbiamo vicino le persone che davvero contano.-

- Yuki mi ha sgridato per una settimana intera, non mi parla più da un po’…- Lo aveva detto mascherando bene quello che provava, sorrideva, ma era un’espressione falsa. Misaki se lo sentiva infondo al cuore, stava soffrendo, quello stesso dolore che gli aveva attanagliato il cuore quando aveva avuto il terrore di perdere Akihiko.

- Sono sicuro che Yuki-san si è preoccupato molto e che presto tornerà tutto normale. Prova ad essere sincero con lui e fargli capire che per te, solo Yuki-san è importante.- Lo sentì calmarsi, Misaki si rese conto di essere diventato abbastanza bravo a consolare gli altri, merito delle persone che in quel momento difficile lo avevano sostenuto. – Hai composto delle canzoni meravigliose, la tua voce è uno strumento che riesce a raggiungere il cuore di tutti, sono sicuro che saprai come riconquistarlo.-

 

tu sei la forza

che mi aiuta a camminare

tu sei la speranza

che mi aiuta a credere

tu sei la vita

per la mia anima

tu sei il mio scopo

tu sei tutto

 

La ascoltarono pochi giorni dopo, durante un live trasmesso in diretta alla tv. Shuichi aveva avvertito Misaki tramite una mail e lui non si sarebbe perso quell’occasione. Era davanti al televisore insieme ad Usagi-san, si stavano abbracciando ed entrambi aspettavano l’inizio. Lo videro comparire all’improvviso, il palco era ancora poco illuminato, ma appena lo avevano visto, la grande folla era rimasta in silenzio. Prese la parola impugnando il microfono, si sentiva a suo agio, persino Misaki riusciva a percepire la pace che si era istaurata nel cuore del cantante.

- A tutti voi che siete presenti qui oggi… grazie di cuore.- seguì un lungo applauso e qualche ovazione, i fan non sembravano essersi fatti impressionare da ciò che era accaduto. – Prima di iniziare il concentro volevo dire alcune cose… in questi giorni sono successe delle cose e credo che tutti sappiano a cosa mi riferisco… la mia sbadataggine ha fatto soffrire una persona che io reputo un mio importante amico ora, ma soprattutto ha ferito me la persona che amo. Oramai tutti sapete di chi parlo e non mi vergogno a dirlo… in questi giorni non sono riuscito a raggiungerlo in nessun modo e questo mi fa stare molto male…- fece una pausa, raccogliendo tutto il suo coraggio e cercando di capire cosa avrebbero pensato le persone presenti, si sentì incoraggiato quando molti di loro lo incitarono a continuare e ripetevano che facevano il tifo per lui. – Visto che a parole non sono riuscito ad arrivare a lui, ho chiesto consiglio a questo mio amico e lui mi ha detto che forse avrei dovuto usare le mie canzoni… la persona che voglio adesso mi ha sempre detto che come compositore di testi faccio schifo… spero che questo talento zero, possa comunque regalargli un brivido.- Iniziò a cantare a cappella, scese un silenzio meraviglioso, interrotto dalla voce melodiosa di Shuichi che riecheggiava per tutto lo stadio. Le parole soavi e melodiche raggiunsero tutti, alcuni si portarono una mano davanti al cuore chiudendo gli occhi, le ragazze iniziarono a piangere. Sembrava una preghiera d’amore, un canto delicato e armonioso. Parole di speranza e comprensione, in cui Shuichi mise tutto se stesso.

e come posso

stare qui con te

e non essere allontanato da te

vuoi dirmelo?

come potrebbe essere

meglio di così?

Sperò con tutto il cuore che Yuki lo ascoltasse, che fosse davanti alla tv e lo vedesse mettere a nudo tutti i suoi sentimenti. Concluse la canzone e ringraziò tutti, dando inizio al concerto. Mentre usciva per prepararsi nuovamente, sentì il cellulare vibrare, ricevette forse la mail più bella al mondo: “dimostra quello che hai detto stasera, ti aspetto dopo il concerto… non sono arrabbiato con te, ho solo avuto paura…. Fai ancora schifo a comporre!”

Cantò con tutto se stesso, raggiunse tutte i cuori di tutti quelli che in quel momento lo ascoltavano dal vivo e da casa… la sua voce giunse al cuore di Misaki. Akihiko lo baciò dolcemente, lo strinse a se cullandolo come il suo più grande tesoro. Misaki gli permise di esplorare il suo corpo, le mani di Akihiko che lo cingevano, lo toccavano e accarezzavano. Le labbra di entrambi che giocavano sensualmente, lasciandosi e riprendendosi. Fecero di quella casa, riempita della voce del cantante e dai loro gemiti, il loro nido d’amore.

- Usagi-san… saliamo in camera…- Akihiko si sollevò leggermente da lui, prese la mano di Misaki e se la portò sul petto nudo a livello del cuore.

- E’ come la prima volta, il mio cuore batte sempre più forte…-

- Lo sento da qui… è come se mi stesse dicendo qualcosa…- gemette di nuovo, Akihiko faceva parte di lui e si ricambiavano, lo sentì spingersi fino alla sua anima, accarezzarlo come solo lui sapeva fare.

- Ti sta dicendo che batte solo per te e quello che mi hai dimostrato in questi giorni è la mia gioia più grande.- Lo tirò verso di se, si strinsero l’uno all’altro e continuarono il bellissimo gioco d’amore che ormai non riuscivano più a fermare.

tu calmi la tempesta

tu mi dai riposo

tu mi tieni tra le tue braccia

tu non mi lasci cadere

tu tranquillizzi il mio cuore

e tu mi togli il respiro

vuoi accogliermi?

vuoi farmi sprofondare ora?

Quella voce forte e carica di bellissimi sentimenti entrò anche a casa di Hiroki. Non si era mai interessato a quel genere di musica, ma ammetteva che la voce di quel ragazzo non era affatto male. Stava lavando gli ultimi piatti, Nowaki era seduto sul divano e lo osservava, cullato da quelle note particolari che non gli dispiacevano.

- Hiro-san…- Hiroki si voltò appena per capire cosa volesse, asciugò un bicchiere e lo ripose nel suo ripiano, dovette mettersi sulle punte, quei mobili sembravano essere fatti solo a misura di Nowaki. – Ti aiuto io…- Nowaki si alzò e gli andò dietro, aiutandolo a sollevarsi.

- E’ imbarazzante… mi fai sembrare un bambino…- Era avvampato di colpo  Nowaki non potè non trovarlo semplicemente adorabile, lo strinse a se e lo baciò.

- In questi giorni ho visto molti lati di te Hiro-san che adoro sempre di più… ma questo è quello che amo in assoluto.-

- Solo perché ti lascio fare non significa che…- gemette quando Nowaki gli mise le mani sotto il maglione sfiorandogli la pelle calda. Gliela sfilò facilmente, di certo Hiroki non si sarebbe mai opposto a quelle attenzioni. Lo accompagnò mentre si sedeva sul pavimento, Hiroki lo sentì caldo. – Lo avevi gia riscaldato… non è giusto…-

- Non permetterei mai al mio amato Hiro-san di prendere freddo.- Nowaki sapeva perfettamente come attirarlo a se, ogni suo gesto era perfetto e votato al piacere che sapeva procurare in Hiroki, ogni gioco e carezza, ogni movimento e bacio. Lo fece suo, gli apparteneva come se fossero una cosa sola, un solo ed unico essere armonico e perfetto, persino i loro respiri erano sincronizzati. Giacquero insieme per tutta la notte, esplorando quella casa che da poco era diventato il loro nascondiglio segreto, guidati da quelle note che sapevano solo d’amore.

           

perchè tu sei tutto ciò che voglio

tu sei tutto ciò di cui ho bisogno

tu sei tutto

tutto

 

Non appena quelle dolci parole iniziali furono arrivate alle sue orecchie, Shinobu non riuscì a trattenere le lacrime. Miyagi lo vide tremante e innocente davanti al televisore, completamente concentrato sul viso di quel ragazzo che cantava con il cuore in mano.

- Ti piace così tanto?-

- E’ così carismatico…Vorrei avere anche io il suo dono e poter raggiungere il cuore della persona che desidero così facilmente.- Miyagi gli si fece vicino e lo osservò attentamente, non riuscì a trattenere una risata quando intravide quelle orecchie rosse e gli occhioni lucenti che tanto adorava.

- Tu ti fai notare per altre cose Shinobu e non sono meno belle… credimi…-

Shinobu lo guardò cercando di calmarsi un po’, si era sempre chiesto cosa spingesse quell’uomo a stare ancora con un bambino come lui. Poi glielo chiese, Miyagi per tutta risposta lo prese di peso e lo portò in camera, adagiandolo dolcemente sulle lenzuola morbide e profumate. – Cosa senti quando fai quelle cose con me? Tu sei stato con mia sorella… lei sicuramente era meglio di me…-

- Fare sesso con qualcuno o con un altro non fa differenza…- sapeva di essere stato troppo diretto, vide gli occhi del ragazzo spalancarsi all’improvviso, come se lo avesse colpito in pieno stomaco con un pugno per assestato. – Ma tu fin dall’inizio mi hai sempre e solo chiesto di fare l’amore per provarmi che eri sincero, per provarmi che mi amavi… se quella è stata la tua prima volta lo è stato anche per me Shinobu… credimi se ti dico che non ho mai provato qualcosa di così bello.- Lo baciò a lungo, trasmettendogli tutto quello che a parole era difficile esprimere. Quando lo lasciò andare gli rivolse uno sguardo malizioso e quasi subdolo. – Ma tu Shinobu-chi hai appena fatto gli occhi dolci ad un altro ragazzo e ora dovrai fatti perdonare…- Miyagi lo strinse forte per impedirgli di scappare, Shinobu rise facendo finta di divincolarsi per scappare dal suo improbabile assalitore.

- Farò tutto quello che vuoi…- lo disse a voce bassa, ma Miyagi non si lasciò sfuggire quella velata dichiarazione, lo lasciò fare. Shinobu non si era mai azzardato a fare la prima mossa. Scivolò sopra al suo aitante amante e lo spogliò lentamente, le mani gli tremavano come il primo giorno. Lasciò che fosse il suo corpo ad agire, permise alle sue mani di essere audaci e di esplorare quel corpo maturo, ma estremamente bello. Quel gioco rese Miyagi estremamente sensibile, per la prima volta Shinobu vide il viso dell’uomo colorarsi di un velato imbarazzo.

- Sei così carino che non riesco neanche a credere di averti per me.- Lo baciò prendendo tra le mani quel visino caldo e seducente, lo fece suo in poco tempo stando attento a procurargli solo piacere. Infine si addormentarono vicini, Shinobu si strinse tra le braccia di Miyagi, avvicinando il suo viso all’altro e cercando di catturare tutta l’essenza del suo compagno, conquistato con tanta fatica.

e come posso

stare qui con te

e non essere allontanato da te

vuoi dirmelo?

come potrebbe essere

meglio di cosi?

            Alla fine del concerto, Shuichi si sentì svuotato di tutto, ma la voglia di tornare da Yuki gli diede la forza di correre a perdifiato per le strade della città. Yuki era l’unica cosa che riempiva la sua mente, voleva vederlo, voleva baciarlo e stare con lui tutta la notte. Non sapeva che quei sentimenti così innocenti che lui aveva sempre provato per il suo amato, attraverso la sua voce e il suo cuore, erano arrivati nelle case di coloro che ora potevano vantarsi di stare insieme alla loro anima gemella.

- Yuki sono a casa!- Sfondò letteralmente la porta e corse dal biondo che lo aspettava davanti alla finestra, la sigaretta accesa tra le dita, una paio di pantaloni semplici e la camicia lasciata sbottonata.

- Ben arrivato… sono proprio curioso di vedere come mi dimostrerai ciò che hai detto.- Non gli diede il tempo di parlare, gli saltò a collo baciandolo e regalando al suo amante ogni parte di se, corpo, cuore ed anima.

Quella fu per loro la notte più bella delle loro storie d’amore…

 

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E questa è la fine, ho deciso di mettere due capitoli insieme perchè domani parto e non avrei potuto aggiornare per un sacco di tempo, mi dispiaceva lasciarvi a metà e ho deciso di chiuderla stasera.

Come vi sembra? La canzone del capitolo finale è "Everything" dei Lifehouse, la sentivo mentre scrivevo il capitolo e quindi non ho resistito.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito e spero di pubblicare un'altra ff di junjou il prima possibile.... grazie ancora a tutti

Ciaooooooo

 

 

 

 

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