Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Amberly_1    20/09/2016    4 recensioni
Hans è un uomo di ventisette anni, e dopo una tragica perdita decide di entrare a fra parte di un programma di volontariato per tutori di ragazzi senza famiglia, spesso problematici. Anna invece è una ragazzina di sedici anni con lievi disturbi mentali abbandonata dalla sua famiglia e spedita in un orfanotrofio e successivamente in una casa famiglia.
Il caso vuole che Anna viene affidata ad Hans e per entrambi sarà un cambiamento radicale della loro vita. Anna avrà il fratello che non ha mai avuto e che si prenderà cura di lei e Hans avrà una "figlia" che lo aiuterà a superare la sua perdita e a far fronte a i suoi demoni.
Genere: Angst, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Hans, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Piccolo preannuncio: le ricerche che ho fatto su questi argomenti non sono state molto fruttuose per cui non soffermatevi troppo sull'aspetto tecnico perché non è il mio campo. Godetevi la storia ;)





You'll be in my Heart








Guarda l'orologio al polso professionalmente, 10:29h. Puntuale come al solito, si aprono le porte dell'ascensore e s'incammina per i corridoi, attende difronte alla porta qualche secondo... 10:29:58...59... 10:30, un sorriso e apre la porta.

"Hans! Preciso come un orologio svizzero."

"Buongiorno Sven. allora, cos'hai per me?"

Sempre mantenendo un sorriso, Sven aprì un cassetto e tirò fuori una cartella. "Hai detto che ti piace fare le cose complicate giusto?" Posò la cartella sulla scrivania, "questo caso più che complicato è... insolito direi."
Hans sollevò un sopracciglio dando un'occhiata breve al suo collega, poi dedicò la sua attenzione alla cartella e l'aprì leggendo attentamente i documenti.
"Mi hanno affidato una ragazzina." Mormorò tra sé e sé.

Nome: Anna.
Cognome: Arendelle.
Sesso: Femmina.
Età: 16.

"Il cognome non mi è nuovo, non è per caso Arendelle della Arendelle Enterprise?" Chiese Hans. "Io sapevo che ne avevano due di figlie. Inoltre con tutto il loro patrimonio come mai la ragazza si trova tra i nostri archivi?"

"Ecco come ho detto è una storia insolita, se continui a leggere troverai tutti i dettagli."

"Sven ti prego riassumi tu." Disse Hans spazientito.

"Bene, come ben sai Agdar e Idun Arendelle sono morti quando le loro figlie avevano sedici e sette anni, solo la maggiore ha ereditato il patrimonio ovvero la Arendelle Enterprise per il resto tutta la loro eredità si è limitata ai debiti. Le sorelle sono state separate però mentre Elsa è rimasta con la loro balia nella loro casa di proprietà, la piccola Anna è stata spedita in orfanotrofio per poi essere cacciata a quindici anni e messa in una casa famiglia."

"Perché la più piccola l'hanno mandata via?"

Sven si chinò abbassando ridicolmente la voce come se stesse per svelare un segreto di stato. "Si dice che la piccola Anna soffra di... beh... un qualche disturbo mentale."

"Potresti spiegarti? Stai facendo un giro di parole e argomenti che non concludono nulla, Sven."

 "Sei tu che non capisci mai niente Hans, comunque a quanto pare Anna soffre di una specie di nevrosi infantile, una cosa lieve ovviamente, è stata al quanto gestibile all'orfanotrofio per cui non c'è stato bisogno di mandarla in nessun centro specializzato. La poverina ha avuto un trauma dalla morte dei genitori e dall'abbandono della sorella e_"

"Aspetta aspetta... perché sua sorella Elsa l'ha abbandonata?"

"Ci stavo arrivando, Hans." Sospirò Sven. "Da quello che dicono le dichiarazioni, sua sorella non l'ha voluta perchè la riteneva un peso e cose così, Anna era molto legata alla sorella per cui ti lascio immaginare una bimba estremamente emotiva che vive questa situazione."

Hans non rimase troppo colpito, di casi simili ce n'erano parecchi e poi un tutore professionalmente capace non si lasciava coinvolgere emotivamente da un caso, dopotutto lui era molto bravo a rimanere passivo. Inoltre qualsiasi persona, come lui, che abbia attraversato un periodo che va ben oltre il dolore non si lascerebbe impietosire da altre cose.

Sven invece continuava a piagnucolare sulla questione. "E' un vero peccato però perché quella ragazza è dolce, solare e anche molto carina oserei dire." Aggiunse il ragazzo con tono sognante arrossendo come un dodicenne innamorato. "Però è una ragazzina rispetto a me e sarebbe anche poco professionale chiederle di uscire."

Hans lo derise. "Povero Sven, un amore impossibile."

"Shh è arrivata, è lì fuori seduta." Le pupille dei suoi occhi divennero a forma di cuori.

Hans si girò incuriosito. "E' quella lì con lo sguardo basso e le treccine?"

"Si. Non hai visto la sua foto?"

Hans non aveva fatto caso alla foto della ragazza, di solito si soffermava solo sui dati dei ragazzi a cui affidavano. Sven aveva ragione però, era davvero carina e le lentiggini la rendevano adorabile. Svegliati Hans! Che ti è preso?!

"Francamente Hans non te la prendere ma non credo sia un caso per te." Disse Sven infastidito.

"Ah no?"

"No. Per questa ragazza c'è bisogno di qualcuno che sia dolce, paziente, comprensivo e delicato. Tutte qualità opposte alle tue. A te starebbe bene qualche ragazzaccio indisponente con problemi di psicopatia."

Hans non ebbe bisogno di risponderlo, il suo sguardo era sufficiente per far retrocedere Sven.
"Sei molto gentile Sven e dette da te, queste cose, sono un onore. Inoltre sai quante persone avrebbero bisogno di uomini come me con gli attributi quadrati per "qualche ragazzaccio indisponente con problemi di psicopatia."?"

Sven deglutì. "Hai ragione, Hans. In realtà non te l'ho mai detto ma ti ritengo il migliore sai?"

Hans ghignò e allungò la mano per stringerla con quella di Sven. "Oh Sven tu mi lusinghi amico mio."

"B-buon lavoro Hans."

"Grazie, anche a te."

Quando Hans si girò Sven tornò a respirare.
"Ah Sven, un'ultima cosa."

"Si?" Chiese preoccupato lui.

"Ti voglio bene amico." gli disse Hans, puramente sincero. Erano pochissime le persone con cui si trovava e Sven era una di loro.

Sven sorrise. "Hans, Abigail continuerebbe ad essere fiera di te lo sai?"

Hans incupì lo sguardo e uscì di fretta dallo studio per dirigersi dalla ragazza ma l'unica cosa a cui poteva pensare era quel nome, ferita aperta per l'ennesima volta. Aveva cominciato a perdere le scorte delle medicazioni giornaliere, nemmeno la cicatrice voleva formarsi sul suo cuore. Hans si prese a schiaffi mentalmente, ora non era il momento, prima il lavoro, prima il lavoro, prima il lavoro...
Vide Anna seduta a pochi passi da lui e si preparò per la sua nuova avventura lavorativa, unica salvezza per la sua salute fisica e mentale.

"Ehi ciao." Si avvicinò cautamente con un sorriso.

La ragazza alzò lentamente il viso e tirò fuori un gran sorriso. "Ciao! Tu chi sei?"

"Sono Hans, il tuo nuovo tutore."

Anna aveva un'espressione confusa. "Tu? Ma sei troppo giovane."

Hans rise. "Ti dispiace?"

"No è solo che pensavo venisse Pabbie."

Oh, Pabbie. Il veterano dell'istituto, era il nonno di mille bambini. "Capisco, però sai non funziona così, purtroppo tu non puoi scegliere il tuo tutore né noi tutori possiamo scegliere i ragazzi che ci vengono affidati."

"Oh." Sembrava delusa. "Non fa niente."

"Ascolta che dici se adesso usciamo da qui e andiamo a fare una passeggiata così mi racconti qualcosa di te."

Anna sorrise. "Va bene."



***



Hans aveva portato Anna al parco ed erano seduti sull'erba a fissare le altre persone, bambini, genitori, coppiette, cagnolini e Anna semplicemente guardava in silenzio con un volto serio.
Hans non sapeva da dove cominciare, qualsiasi cosa poteva dirle avrebbe potuto mandarla in crisi, da quello che gli aveva fatto capire Sven.
Per sua fortuna fu Anna che diede finalmente un cenno di vita e cominciò a parlare.

"Come fai di cognome?"

"Che?"

"Oppure ti chiami solo Hans?"

Okay, era abbastanza strana, ma ci potevano essere domande peggiori. " E' Westergard, Hans Westergard."

"Waw."

Unica risposta e poi silenzio totale, non era tanto male dopotutto. Il silenzio gli piaceva, lo preferiva di gran lunga alle domande personali.
Hans si schiarì la gola. "Ti piace?"

"Cosa?"

"Il mio nome, ti piace?"

"Si si, hai un nome da principe." Disse Anna con un dolce sorriso.

"Caspita, grazie. Anche il nome Anna è molto carino, tu mi ricordi molto Anna dai Capelli Rossi(), sei identica a lei." Anche Hans sorrise un po'.

"Già, neanche quella Anna lì aveva una famiglia e dei genitori." Adesso il suo sorriso era diventato triste.

"Veramente io intendevo di aspetto e anche di simpatia." Hans stava cercando di rimediare ma Anna non lo ascoltò affatto e si alzò dal prato.

"Ehi dove vai?"

"Voglio andare via!"

No... non stava mica piangendo? "Ehi ehi Anna, vieni qui." la inseguì Hans. "Dai andiamo a sederci su una panchina." Con tatto Hans la fece tornare indietro e si sedettero su una panchina un po' più distante.

"Ascolta, lo so che sei triste perché vorresti una famiglia felice, io sono cresciuto in una famiglia numerosa a cui solo alla mia tata importava di me."

Anna si asciugò le lacrime. "E dov'è la tua tata adesso?"

"Morì quando avevo dieci anni."

"Mi dispiace tantissimo, e i tuoi fratelli non giocavano con te?"

Hans rise di gusto. "I miei fratelli?! A i mei fratelli non è mai importato niente di me. Mi prendevano in giro e mi maltrattavano, addirittura alcuni di loro facevano finta che fossi invisibile per almeno un paio d'anni di fila. Però il punto è che non possiamo farci niente perché purtroppo noi non scegliamo la nostra famiglia, ma possiamo scegliere di essere chi vogliamo, Anna. Conosco la tua storia, lo so che vorresti stare con tua sorella, che vorresti avere una famiglia che ti ama ma non è detto che tu non puoi essere felice comunque, e chissà forse un giorno te la creerai tu una bella famiglia."

Anna non rispose e restò con lo sguardo basso.

Hans si schiarì la gola. "Ti va di passeggiare un po'?"

"No." Rispose automaticamente Anna.

"Chiacchierare?"

"No."

"Giocare?"

"No."

"Vuoi startene a fissare il terreno e non fare niente?" Disse Hans lievemente irritato.

"Si."

Dolcezza, pazienza, comprensione e delicatezza; diceva Sven. Coltiva queste qualità. Hans ripeteva a se stesso. Soprattutto pazienza in questo momento.
Stettero diversi minuti in silenzio a fissare il vuoto. Hans ancora non capiva in quale verso prendere questa ragazza.

"Posso tornare a casa, Hans?"

"Ma come, di già? Non è passata nemmeno un'ora."

Anna mise il broncio.

Già, proprio come i bambini.

"Che torni a fare così presto alla casa famiglia? Ti annoieresti solo." Quando non udì nessuna risposta Hans sospirò.
"Anna. Non ti fa bene chiuderti così. Se quando sei triste ti comporti in questo modo non starai mai bene."

"Voglio andare a casa! Ora!" Urlò lei.

Hans si rassegnò, di solito non era uno che si arrende ma non conoscendo ancora bene Anna ha preferito assecondarla più facilmente. Ma decise che nei prossimi giorni non sarà così indulgente.
"Va bene, Anna. Ti porto a casa." Disse lui placitamente.


***


"Non può restare qui, Anna deve capire che non avrà sempre la nostra protezione." Disse Martina, una delle assistenti alla casa famiglia.

"Lo so Martina, però non sapevo come comportarmi."

Martina face un sorrisetto. "Strano, non è da te Hans. Non eri quello pronto in qualsiasi situazione?" Lo prese in giro.

"Hai ragione Marty." Rise lui, "solo che non ho mai avuto ragazzi come Anna, così sensibili. Lo sai che sono privo di tatto per cui ho preferito evitare."

"Non fa niente Hans, però domani non permettere che torni qui con quello stato d'animo. Entro la fine del mese voglio che Anna sia una ragazza che è in grado di affrontare qualunque cosa. Però devi andarci piano, assecondala quando si può e sii duro quando ce n'è bisogno." Lo raccomandò Martina. "So che non c'è bisogno che te lo dica io ma... sei in gamba."

Hans fece un sorriso triste. "... Non sono io quello in gamba, solo una persona lo era e adesso_"

"Hans." La interruppe Martina. "Il passato è passato. Anche a me manca, era la mia migliore amica ma proprio perché lei non c'è più dò il mio meglio perché credeva in noi, nelle nostre potenzialità e soprattutto lei credeva in te. Prendersi cura dei ragazzi senza famiglia era il vostro sogno e tu ce la stai mettendo tutta per realizzarlo anche per lei." La ragazza le diede un sorriso incoraggiante. "Adesso puoi fare tanto per Anna, Hans. Non perdere la tua determinazione."

Hans aveva un nodo alla gola e dovette deglutire molte volte prima di riuscire a parlare. "Ti ringrazio Martina, che dici se mi dai qualche consiglio per come fare con Anna? Almeno così so come comportarmi."

"Certo. Che dici se ne parliamo domani sera davanti ad una pizza? Io e Jamie apprezzeremo molto la tua compagnia."

"E' gentile da parte tua ma non vorrei essere un terzo incomodo con te e il tuo ragazzo."

"Ma che dici? A me e Jamie farebbe piacere uscire con te, lui ti stima molto sai? E' da tempo che ti vorremmo invitare ma non usciamo insieme da... b-beh parecchio." Disse Martina volendo evitare di dire quelle maledettissime parole.

"Va bene, verrò." Accettò Hans.

"Meraviglioso, domani sera alle otto mi raccomando. Ah, idea, che dici se ti porti Anna? Così la facciamo stare un po' in nostra compagnia, così la conoscerai meglio e potrà anche lei imparare qualcosa di te, magari avrà più fiducia di raccontarti qualcosa, sai lei ha difficoltà a esprimere quello che sente davvero."

Hans ci pensò su. "Penso sia una buona idea."      














NOTA D' AUTRICE:

Mi siete mancati tutti!
So che avrei dovuto pubblicare un'altra Hanna ma al momento ho perso l'ispirazione anche se la storia era quasi terminata, chi lo sa magari un giorno riuscirò a pubblicarla.
Per questa storia (che in tutto si concluderà in due parti o giù di lì)
ho preso ispirazione da un film "Zig Zag" storia molto bella che ebbi la fortuna di guardare un po' di tempo fa in TV, non sto a dirvi la trama ma il film ve lo consiglio. Ho voluto inoltre scrivere questa storia perché adoro Anna e Hans, proprio come personaggio (e anche come coppia) questa tuttavia non sarà una HansXAnna ma avranno comunque una relazione, anche se non romantica ;)
Spero vi piaccia, mi raccomando commentate, solo così riesco a scrivere. Perché penso molto a voi lettori.
Ne approfitto ringraziando tutti coloro che non hanno mai mancato una recensione alle mie storie:


mergana;
StarFighter;
Evy1991(tesoro tu dovresti uccidermi dato che ancora non ho recensito la tua storia, scusa. Non mancherà promesso);
Ray46 (mio caro dove sei finito?! Ci manchi!!);

E tanti altri di cui non ricordo il nome ma li ringrazio comunque, come i prossimi che ci saranno :).





 
  
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