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Autore: FreDrachen    21/09/2016    0 recensioni
Cosa potrebbe mai accadere se un Angelo si innamorasse di un Demone? E se il Demone ricambiasse?
Non è impossibile.
A Gabriele e Lilith è successo. E sono disposti a tutto per proteggere il loro amore proibito.
Anche a costo della vita.
Saranno messi a dura prova dagli Inferi e il Paradiso.
Il loro amore riuscirà a scalfire le avversità e perdurare in eterno? O sarà sconfitto condannandoli a un'eterna divisione?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Heaven & Hell'
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Capitolo 64 parte 2

Inferno, Secondo Cerchio(Lussuriosi)

La mente di Gabe era un susseguirsi di emozioni che a malapena riusciva a tenere a bada.
Prima tra tutte la felicitá di poter avere tra le braccia la madre. Erano secoli che non poteva, e ora che le braccia esili della donna lo stavano avvolgendo in una stretta piena d'amore, sperava che il momento non finisse mai. Seconda era la sorpresa di trovare la madre lì, nel Secondo Cerchio.
Fu per quello che si scostó un poco dal petto della donna, perincrociare il suo sguardo.
«Mamma...io non capisco...come puoi...tu...»balbettó, non sapendo come esprimere la confusione che aveva in mente.
Un barlume di comprensione accese gli occhi grigi di Caterina. Aveva capito ciò che il figlio le cercava di dire. Si allontanò appena , salendo di qualche centimetro, per poi tornare di fronte al figlio, all'altezza dei suoi occhi, normalmente impossibile dato che lei era moltopiú bassa.
«É una storia lunga, pequeño mio»ammise con angoscia.
«Michael...Michael non puó avermi tenuto nascosto una cosa simile»continuó Gabe sconvolto.
Caterina lo fissó con aria triste.«Capisco se Michael ti ha tenuto nascosto tutto questo. Non voleva farti soffrire Gabriele»cercó di spiegare.
Allungó una mano verso il figlio, ma Gabe si ritrasse. «No mamma. Non ci sono scuse per quello che ha fatto. Per anni ho creduto che tu fossi da qualche parte in Paradiso, felice. Non che fossi segregata qui all'Inferno, lontana dalla tua famiglia. Lontana da me!»urló tutto d'un fiato Gabe con le lacrime agli occhi.
Caterina si riavvicinò al figlio, che questa volta non si sottrasse al suo tocco. «Mi dispiace Gabriele. Non volevo causarti questo dolore. Ma a volte quando nella vita compiamo delle scelte sbagliate, bisogna sempre pagarne le conseguenze».
«Io non capisco mamma...se tu ti fossi fidata di un Demone, saresti diventata una Senz'Anima. E invece sei qui tra i dannati...»
Caterina annuí.«É la punizione che mi spetta per aver tradito tuo padre»confessó.
Gabe rimase inchiodato al suo posto. Fernando Altamirano non era un uomo severo che molte volte aveva alzato le mani su Caterina e i figli.
Sua madre aveva tutto il diritto di stare con un uomo migliore, si ritrovò a pensare Gabe.
«Con chi?»domandó infine.
«Con Diego Altamirano, il padre di Isabella».
Diego Altamirano era il padre della ragazza che avrebbe dovuto sposare qualche mese dopo che morisse.
E oltretutto era fratello di suo padre, nonché suo zio.
«Davvero? Zio Diego?»
Caterina annuí, studiando intensamente la reazione del figlio.
«E non sei arrabbiato?»
Gabe sospiró.
«Mamma, so che Fernando ti picchiava e violentava spesso. Se lo zio ti ha resa felice, no, non ho nulla contro le tue scelte».
Certo, sua zia Leonor non doveva aver preso bene quella scappatella del marito con la nuora. Ma Caterina aveva vissuto anni di terrore di fianco a Fernando(non riusciva proprio a chiamarlo padre), e meritava un uomo degno che l'amasse.
La donna abbozzò un debole sorriso.«Gabe, c'é un'altra cosa che devi sapere»aggiunse.
Di colpo, Gabriele si rabbuió.
«Che cosa?»
Caterina si stropicció le mani nervosa, non sapendo come rivelargli la verità senza traumatizzarlo troppo. «Ecco Gabe, il fatto é che sono rimasta incinta di Diego»disse quasi tutto d'un fiato in evidente imbarazzo.
Per un attimo Gabe temette di aver smesso di respirare. In un attimo vide il mondo crollare a pezzi attorno a lui, cosí come le sue convinzioni.
«H-hai...hai avuto altri figli?»balbettó scosso.
Caterina annuí. «Due gemelli diversi:Tullio e Miguel».
Avrebbe trovato senz'altro buffo quello strano parallelismo dei nomi con quelli dei protagonisti del cartone animato "La strada per Eldorado", se non avesse appena ricevuto quella rivelazione shock.
«E dove si trovano?»domandó infine.
La cosa bella delle anime era che sapevano che fine facevano le anime dei loro parenti, a differenza degli Angeli e i Demoni Comuni, forse per non distrarli dai loro compiti.
«Tullio é qui nell'Inferno, nel Terzo Cerchio. L'Originario che ne é il capo, Moloch, lo ha trasformato in Demone e gli ha affidato le cure di Cerbero» .
Gabe deglutí. Cerbero era un maxi segugio infernale che, secondo la Divina Commedia, torturava i dannati di quel Cerchio, senza alcuna pietà. Ma ció che piú lo angosciava era che un suo parente fosse un Demone. Certo il suo casato era veramente anormale, dato che le anime dei suoi antenati e discendenti erano finiti, e continuavano a finire o in Paradiso o nell'Inferno. Nessuno, fino a quel momento, era mai andato nel Purgatorio.
«E Miguel?»domandó con voce sottile.
Caterina lo fissó intensamente.«Su in Paradiso, come Angelo Custode delle anime dei bambini».
Per Gabe fu come ricevere un pugno nell stomaco. Perchè aveva conosciuto Miguel, e piú di una volta aveva avuto a che fare con lui. L'ultima volta che ci aveva parlato era stato quando gli aveva affidato le cure di Rebecca qualche giorno prima.
«Non é possibile...com'é potuto accadere?»
Caterina inclinó la testa di lato.«Sai Gabe che quando due persone si piacciono...»
«Mamma, non intendevo quello. So com'é accaduto, non sono cosí stupido. E solo che non capisco».
Caterina sospiró.«É accaduto due anni dopo la tua morte Gabriele. Credimi, é stato davvero un duro colpo per me Gabe. Prima Michael, poi tu. Diciamo che perdere due figli non mi ha giovato molto. É vero, rimaneva sempre la piccola Luisa che aveva ancora nove anni, eppure questo non mi impedí di cadere in una profonda depressione. Fernando mi riteneva la colpevole di quello che era successo, anche se non capivo il motivo, e mi malmenava piú volte del normale. Ma sai una cosa? Non mi importava di ció che mi faceva. Pensavo solo esclusivamente a voi, e che vi avevo perso per sempre». Fece una pausa.«In quel periodo Diego venne alla nostra tenuta per una visita, senza sua moglie. Diciamo che era dispiaciuto della condizione in cui mi trovavo, ma a differenza di Fernando mi stette vicino, ascoltó quando cercavo di esprimere a parole tutto il mio dolore. E fu allora che capii che a fianco a Diego stavo cominciando a rinascere. Certo, il dolore per la vostra perdita era sempre lí immutato, ma per la prima volta mi sentivo veramente amata da qualcuno. E quel qualcuno, capii, era Diego».
«Anche noi tre ti amavamo mamma»protestó Gabe offeso.
Caterina sorrise.«L'amore che prova un figlio é diverso da quello provato da un uomo. So che voi mi amavate, ma non era la stessa cosa che con Diego»cercó di spiegarsi. «Ma tornando a noi, io e Diego cominciammo a vederci di notte di nascosto. Eraveramente piacevole stare in sua compagnia, e anche lui ricambiava i miei sentimenti. Sarebbe stato piuttosto imbarazzante se ció non fosse stato. Ma entrambi avevamo paura che ci scoprissero. Cosí cominciammo a vederci al lago».
Gabe si rabbuió, e Caterina se ne accorse subito.«Inizialmente non ero d'accordo. Mi ricordava dolorosamente la tua morte Gabe. Ma alla fine dovetti ammettere che era il luogo migliore». Trasse un respiro, forse per abitudine dato che non le sarebbe servito, e riprese il suo racconto.«Faceva caldo e per questo non c'erano problemi. Rimasi incinta poche settimane dopo l'inizio dei nostri incontri. Ma non c'era problema. In quel periodo Fernando, esasperato di avere almeno un discendente, mi costrinse a fare l'amore con lui».
«Ma allora i due figli possono essere progenie di Fernando e non di Diego»ribatté Gabe.
Caterina scosse la testa.«No, perché quando andai a letto con Fernadoero già incinta. Sai, una donna certe cose le sente. Lui però non si accorse di nulla e credette alle mie parole quando i due gemelli nacquero». Prese fiato. «Continuai a vedermi con Diego al lago. Fernando non ci andava mai. O almeno cosí credevo»disse amaramente.
«Cosa intendi dire? Mamma cos'é successo?»
«Ecco...Fernando ci...scorpí»riveló Caterina con dolore.
Nella mente di Gabe fece capolino il Canto V dell'Inferno, e in particolare la parte con Paolo e Francesca. In qualche modo riuscí a trovare delle similitudini con la storia di sua madre. E quando capí, sbiancó di colpo.«Vi ha ucciso non é vero?»domandó d'un soffio.
Caterina annuí tristemente.«Uccise Diego con due colpi di spada:un allo stomaco, mentre con l'altro gli staccó di netto la testa. E in quanto a me...rise di fronte alla mia disperazione per la morte di Diego, mi diede della sgualdrina e mi colpí al cuore. Ma prima di morire riuscí a mormorare un "Ti odio". Dopo di che una Succube afferró la mia anima per portarmi all'Inferno». Fissó intensamente il figlio.«Dapprima mi ritrovai sulla sponda l'Acheronte. Venni raccolta insieme ad altre anime da Caronte e poi condotta di fronte Minosse, che mi condannó in questo Cerchio»terminó.
«E Diego?»volle sapere Gabe.
Gli pareva di non averlo scorto tra le anime che aveva incrociato.
«Si trova tra gli usurai»ammise Caterina.
«E...Fernando?»
«Nel nono Cerchio, nella Caina, dove sono condannati i traditori dei famigliari. Come Giangiotto della Divina Commedia»spiegó Caterina come se avesse percepito i pensieri di un attimo prima del figlio.
«E adesso parlami un po' di te Gabe»continuó Caterina con un sorriso dolce.
Dato che non aveva molto tempo(Elena lo avrebbe chiamato di li a poco)le raccontòi fatti salienti che gli erano capitati in quegli anni. E infine le parló di Beth, e dell'immenso amore che provava per lei.
«Io non posso vivere senza di lei mamma. Ed é per questo che sono qui. Per portarla fuori dall'Inferno»terminó.
Caterina gli si avvicinò e sfioró con la sua mano la guancia del figlio.«Spero che tu riesca nel tuo intento pequeño mio. E spero che tu possa trovare il lieto fine che é stato negato a me e Diego».
Gabe sorrise e si alzó in punta di piedi per dare alla madre un bacio sulla fronte.
«Te lo prometto mamma».
«Sempre che tu riesca a uscire vivo e vegeto da qui»gli fece notare una voce profonda alle sue spalle.
Gabe si girò allarmato, mentre Caterina si irrigidì, assumendoun'espressione di puro terrore. Di fronte a loro, un giovane che dimostrava massimo trent'anni dai capelli ramati lisci con un ciuffo che copriva l'occhio destro conferendogli un'aura sensuale, accompagnato da labbra carnose. Il corpo era paragonabile a quello delle statue d'epoca classica, perfetto in ogni sua sfumatura. A tradire la propria natura, un paio di occhi ardenti come brace.
«Baal»mormoró Caterina d'un soffio.
L'Originario indirizzó alla donna una breve occhiata accompagnata da un occhiolino.
Infine riportò la sua concentrazione su Gabriele, squadrandolo da capo a piedi.
«Quindi»cominció, come se fossero già protagonisti di una discussione.«Tu sei l'Arcangelo a metà, colui che é stato diviso dalla natura angelica del suo predecessore?»domandó con un sorriso beffardo stampato sul viso.
«Un tempo si»rispose Gabe per nulla intimidito.«Ma ora sono padrone di ogni ricordo e pensiero del passato».
Baal scoppió a ridere. «Menti angioletto. Asmodeus non si farebbe fregare da uno ingenuo come te, che crede di entrare nell'Inferno e uscirne indenne. Piuttosto sarebbe morto che farti legare al tuo predecessore».
«Asmodeus é morto»troncó il discorso Gabe.
Il sorriso canzonario si spense sulle labbra di Baal. «Come hai detto?»domandó d'un soffio.
«Hai capito perfettamente. Asmodeus é morto. L'ho ucciso io».
L'Originario rimase inchiodato al suo posto per un tempo che parte infinito. Infine gli riservó un'occhiata truce. «Non mi fido. Asmodeus non é uno che cade facilmente in scacco».
«Se cosí fosse potrei ricordare tutto ció che é successo prima dell'Apocalisse seguita dalla vostra Caduta? Di com'eravate prima di sfidare il Paradiso e dannare le vostre anime?»
Fissó Baal intensamente negli occhi.«Mi ricordo di te. Stavi quasi semprein compagnia di Raziel. Insieme costruivate ogni tipo d'arma»disse cercando di cogliere un'emozione nel volto inespressivo del Demone. Quello che notó fu un guizzo nei suoi occhi vermigli, che però scomparve quasi subito.
«Io non capisco»continuó Gabriele. «Avevate un grande scopo nella vostra esistenza. Cosa vi ha spinto a rinnegare la vostra natura? Cosa ci ha spinto a ritanarvi qui tra le ombre e bearvi dei sentimenti contro cuiLui viha creato?»
Baal si permise una risata senza allegria.«Questo é quello che vedeva quello stupido del tuo predecessore. Bella fortuna innamorarsi della Guardiana Protettrice. Mentre tu passavi le tue giornate al suo fianco nel Tempio, noi dovevamo soggiogare ai capricci di Adamo e quella stupida oca di Eva. E tu hai coraggio di chiedermi perché mi sono ribellato a tale nefasto destino?».
Gabe rimase a corto di parole.
Baal sorrise maligno.«Ti vedo confuso Angioletto, o colpito dalle mie parole veritiere».
Gabe gli rifiló un'occhiataccia.«Questo non giustifica quello che poi avete fatto. Capisco come vi sentivate, ma questo non toglie nulla a ciò che avete scatenato. Avete quasi distrutto il Paradiso, ucciso i vostri compagni senza pietà, avete rinunciato a tutto ciò che eravate».
«Era necessario perraggiungere il mio obiettivo»replicó gelidamente Baal.
Caterina cercò di far smettere il figlio, trattenendolo perla manica della camicia nera che indossava, ma Gabe si sporse in avanti verso il Demone.«E sai una cosa? Adesso non vedo più un compagno perduto. Vedo solo un mostro, una creatura senza cuore pronta a rinnegare tutto ciò in cui crede, per cosa? Hai ottenuto ciò che volevi?» Allargó le braccia.«È questo che volevi quando hai tradito il Paradiso?»
Baal si guardó attorno.«Esattamente piccolo Arcangelo. Un'esistenza senza vincoli né stupidi uomini acui sottomettersi».
«Ma a Lucifero continui a ubbidire»glifece notare Gabe.
A quelle parole Baal non replicó. «Sarai sempre alle dipendenze di qualcuno Baal. L'unica differenza è che prima avevi uno scopo. E adesso? A parte collezionare nuove anime, macchiare la tua essenza di peccati carnali, cos'hai?»
«Un regno pronto a soddisfarmi».
«Tu sei pazzo. Hai perso la ragione»gli rinfacciò coraggiosamente Gabe.
Baal si limitò a sorridere. L'Arcangelo capì che era inutile cercar di farlo ragionare, e che stava perdendo tempo prezioso.
«Bene, finiti i convenuti fatti da parte Demone».
«E perchè dovrei?»
«Fallo, altrimenti ci penso iona farlo».
Baal ridacchió.«Sono veramente curioso di scoprire come farai».
Gabe non rispose ed estrasse dalla fodera la sua spada celeste.
«Indovina Demone»lo sfidó Gabe.
«Non sarai cosí stupido da cercare di sfidarmi, vero?»
L'Arcangelo non rispose e si gettò su di lui come una furia, caricando un colpo dall'alto, a cui Baal rispose all'ultimo secondo semplicemente parando il colpo con la lancia.
«Non avresti dovuto farlo»glisibilò contro, prima che impugnasse saldamente l'arma e gli si gettasse contro prima di un nuovo attacco da parte dell'avversario. Gabriele non si scompose e paró facilmente il colpo.
«Meriti la morte maledetto Arcangelo»gli soffiò contro Baal rosso di rabbia.
Gabe lo fissó gelidamente. «Anche te Traditore».
Dopo un paio di scoccate, si separarono allontanandosi l'uno dall'altro di qualche metro.
Baal sogghignò.«Sei un osso duro,non c'è che dire. E pensare che se ti trovi qui è solo colpa mia».
«Che stai farneticando Demone?»rispose acido Gabriele senza abbassare la guardia.
«Non lo sai? La tua dolce sorellina non ti ha mai raccontato nulla?»
Di fronte allo smarrimento dipinto sul volto di Gabriele, Ball scoppiò a ridere.«Non è stato molto carino da parte sua non raccontartelo. È presto detto Angioletto, la tua piccola Luisa non è salita sulla superficie di ghiaccio di sua spontanea volontà, ma per volere mio»spiegò con un sorriso spietato che gli solcava il viso.
«T-tu co-cosa?»domandò a corto di fiato l'Arcangelo.
«Semplice. Se sei morto, è solo colpa mia. Tua sorella era solo un'esca per la buona riuscita del piano». Prese fiato.«Eravamo d'accordo Asmodeus ed io. Abbiamo impiegato secoli ad architettare questo piano geniale. Il compito di Asmodeus era imprigionare l'Essenza di suo fratello per indebolire il Paradiso. La fortuna fu dalla sua e lo intercettò sulla Terra. E mentre lui si occupava del tuo predecessore, ha dato a me il compito di eliminarti. In questo modo il Paradiso ne sarebbe uscito molto indebolito. Pensaci, un Arcangelo che muore e quello che viene considerato il suo successore non mostra alcuna capacità che ci si aspetta da un Arcangelo. Come ti sentiresti? Debole e sconfitto, ecco come»terminò con uno scintillio folle negli occhi.
Gabriele rimase inchiodato al suo posto. Tutta la sua vita era stata macchinata dalla follia di due Demoni. Beth pensava di essere l'unica tra i due ad aver avuto la vita rovinata dai Demoni. Ma si sbagliava.
«Tu…devi…morire»gli ringhiò contro Gabe.
Sentiva la furia infiammargli le vene. Era l'Inferno, lo sapeva, a influenzare così la sua mente, ma in quel momento non gli importava. Entrambi si gettarono contro il proprio nemico. Si incontrarono a mezz'aria, le lame cozzarono l'una contro l'altra, causando un sonoro stridio. Entrambe le parti erano intenzionate a non cedere. Da una parte Gabriele con la sua spada celeste, che disegnava in aria cerchi perfetti e mortali, dall'altra Baal anch'esso elegante e al tempo stesso tenace nei colpi. Ma mano a mano che il duello continuava, Gabriele sentiva le forze che pian piano stavano scemando.
Baal invece sembrava ancora in forze, o peggio, se possibile ancora più forte. Ecco il vantaggio di combattere in casa. Elena gliel'aveva accennato che l'Inferno poco a poco si sarebbe impadronito delle sue forze, ma adesso che combatteva, le stava bruciando più del dovuto.
«Ti vedo stanco Angioletto. Vuoi forse una pausa?»lo beffeggiò crudelmente Baal, con un sorriso di scherno sul viso.
Gabe gli rispose con un'occhiata di fuoco. «Se hai paura di essere sconfitto da uno con la metà delle tue forze…»
Lasciò la frase in sospeso, facendo andare su tutte le furie l'Originario.
«E sia, stupido Arcangelo».
Baal calibrò un colpo piú forte degli altri, che deconcentrò Gabriele, che lasciò sguarnito il fianco.
L'Originario ne approfittò. Alzó la lancia e caricó il colpo.
Gabe riuscì a evitare la lama ma non il contraccolpo che lo sbilanció, facendolo cadere a terra.
Baal gli assestò un potente calcio sotto il mento strappandogli un grido soffocato.
«Siamo alla resa dei conti. Sei stato un valido avversario,ma, ahimè haiperso»si gongolò Baal.
Si chinó su di lui. «Ma se deciderai di unirti all'Inferno e rinnegare il Parardiso…potrei risparmiare la tua stupida essenza»gli sussurrò all'orecchio.
«No!» Gabe voltó lo sguardo in direzione della voce.
Elena era già in posizione d'attacco con la sua daga. Tremava, forse di paura, ma cercava di mascherarla come meglio poteva.
Baal si raddrizzó.«Bene bene. Ma cos'abbiamo qui. Un Demone Traditore».
Scoppiò a ridere in direzione di Gabriele.
«Cos'è? Avevi troppa paura per discendere l'Inferno? Hai dovuto assumere una balia?»
Gabe a terra ingoiò la frecciatina velenosa che aveva sulla punta della lingua. Non voleva far vedere a Baal che le sue parole erano andate a segno.
«Sai perché sono con lui? Per evitare che incontri Demoni troppo stupidi»ribatté coraggiosamente Elena.
Il sorriso sul volto di Baal si spense.
«Stai scherzando con il fuoco, piccola arrogante».
Alzò la lancia.«Perché non vieni qui a fronteggiarmi? Perché non mi mostri il coraggio che hai?»
Elena deglutì, ma si mise comunque in posizione d'attacco, aspettando che fosse l'Originario a fare la prima mossa.
Non dovette aspettare molto. Baal calibrò un bel potente colpo di lato che fece perdere la presa della daga alla Demone, che non riuscì a difendersi in alcun modo. E la colpì con il manico della lancia.
Con la vista annebbiata dal potente colpo che gli aveva inflitto, Gabe vide, con orrore, la sua giuda, la sua nuova amica cadere ai piedi del Demone.
Chiuse gli occhi.
Non doveva finire così.
«Mi dispiace Arcangelo! Ma nessuno potrà salvarti adesso!»sbraitò follemente felice Baal che alzò la lancia per dargli il colpo fatale che l'avrebbe condannato a…diventare un Demone Brado o un Senz'Anima da bruciare nella Fossa o schiavizzare a piacimento?
"Mi dispiace Beth. Non sono riuscito a salvarti come ti avevo promesso" pensò Gabe con angoscia.
Non l'avrebbe più rivista.
Con gli occhi ancora chiusi sentì il sibilo della lancia che squarciava l'aria che lo separava da lui, e per finire il lamento soffocato di qualcuno colpito.
Aprì uno dopo l'altro gli occhi, e quello che vide, lo lasciò raggelato.
La sua mente ebbe in deja-vù quando vide sua madre frapposta tra di lui e l'Originario.
La lancia la trapassava all'altezza del cuore.
E quell'immagine si sovrappose a quella di Beth che l'aveva salvato dal colpo di Jake, condannandola a quell'Inferno, dalla quale doveva liberarla.
Con orrore vide un sorriso diabolico farsi strada sul volto di Baal mentre estraeva dal torace della sua vittima la sua arma, che si accasciò lentamente a terra.
Gabe riuscì a intercettarla prima che colpisse completamente terra, prendendole il volto tra le mani.
«Perché?»domandò semplicemente con le lacrime agli occhi, accarezzandole dolcemente la guancia con una delle mani. Caterina sorrise tristemente
.«Perché tu non hai concluso con la vita. Devi salvare la tua ragazza ed essere felice. Me lo prometti?»rispose lei con un filo di voce.
Gabe annuì addolorato.
Lei strinse la mano del figlio prima di chiudere per sempre gli occhi.
Gabe la lasciò scivolare lentamente a terra, stringendo le mani a pugno.
Alzò lo sguardo verso l'Originario, che per la prima volta ebbe paura.


Elena rimase a terra per un tempo che le parve infinito, in preda al dolore.
Baal l'aveva colpita violentemente all'altezza delle costole.
"Spero di non essermene rotta nessuna" pensò tastandole debolmente.
Per fortuna non era nulla di grave.
Se avesse recuperato la daga avrebbe potuto cercare di indebolire Baal permettendo a Gabriele di riprendersi.
A fatica si tirò su in piedi e quello che vide la raggelò.


In tutta la sua vita non aveva provato un odio simile. La furia che aveva provato poco prima era di poco conto. Ora era la seconda volta che desiderava una morte lenta e dolorosa per qualcuno.
La prima volta era stata con Jake dopo che aveva portato via la sua Beth.
La seconda quel momento.
Si tirò su in piedi incurante del dolore che provava e fissò l'Originario con occhi di fuoco.
«Devi morire»sibilò avvolgendo la sua mano in lingue di Fuoco Celeste.
Baal indietreggiò impaurito.
«Parliamone»gemette debolmente.
Gabriele lo fissò truce.
«Siete tutti uguali voi Originari. Nel momento del pericolo vi comportate come fifoni senza midollo. Anche Asmodeus ha provato, ed è morto. E adesso tocca a te».
Baal continuò ad indietreggiare.«Sei come noi se ti comporti così. Far leva sulle debolezze e usarle a tuo favore è il nostro punto di forza. Su dimmi Arcangelo, cosa ti distingue da noi?»
Gabriele si fermò un istante.
Per un attimo, Baal pensò di aver fatto leva sui dubbi dell'altro, ma con sgomento capì di essersi sbagliato non appena si ritrovò conficcata nel torace la lama della spada celeste di Gabe impregnata di Fuoco Celeste, che l'avviluppò in un lampo.
Le sue urla di dolore riecheggiarono in tutto il Secondo Cerchio.
Sul volto di Gabriele si dipinse una smorfia di disgusto di fronte alla pira che aviluppó il corpo del Demone, consumandolo del tutto.
Si allontanó a grandi passi dal quel corpo amorfo che pian piano si sgretoló, fino a tramutarsi in cenere.
Trovó Elena seduta a terra,intenta a ripulire la lama della sua daga.
Alzò lo sguardo non appena sentì l'Arcangelo poca distanza. E non appena lesse nel suo sguardo tutto il suo sgomento, capi che non era il momento per parlare.
Se più avanti avesse voluto aprirsi, lei era li.
«Andiamo Gabriele. Abbiamo ancora molta strada da fare».
L'Arcangelo annui.
Ma non appena ripresero il cammino, un dolore terribile si propagò nelle membra di Gabriele, che lo lasciarono boccheggiante a terra.
Perse i sensi. L'ultima cosa che sentì, furono la voce di Elena che lo chiamava.


Amy camminava avanti e indietro nella propria stanza come un animale in gabbia. Sulla pelle avvertiva una strana sensazione. Sapeva che sarebbe accaduto qualcosa, ma non si aspettava quello che accadde.







Angolino autrice:
Sono in super ritardo, ma non me la sentivo di pubblicare se non dal pc(che non accendevo da un bel pezzo ^^") spero che il capitolo vi sia piaciuto :3
Ringrazio chi, malgrado i miei colossali ritardi, continua a seguire questa storia ^^

Drachen
   
 
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