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Autore: Dragon_Flame    22/09/2016    1 recensioni
Eccomi qui! Dopo un'altra vita passata a non accedere a sito, mi rifaccio viva con un'altra storia ambientata nell'universo Pokémon.
Stavolta dedico questo mio scritto a un'altra delle coppie più belle del fandom: la FerriswheelShipping, così amata e così bella, ma anche così tormentata.
Sule note del mio amato Marco Mengoni, della sua canzone "Dall'Inferno", ripercorriamo la storia piena di ostacoli e colpi di scena di N e Touko, in "frammenti", ossia estratti, ricordi, flashbacks di questi personaggi complessi e sfaccettati, terminando il tutto con un ipotetico e dolce lieto fine.
Spero che vi piaccia. Grazie ancora a chi leggerà!
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Touko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Fragments - Storia di un ragazzo dai capelli verdi


 

Il cubo di Rubik oscilla furiosamente ad ogni passo di N.

Il giovane dai capelli verde tè pensa, con le sue riflessioni che scorrono rapide nella mente, con i ricordi che si susseguono veloci come i fotogrammi di una vecchia pellicola cinematografica. Veloci, eppur nitidi e limpidi.

 

#1
 

Mi nasconderò
Tu già dormi, non sai
Quale maschera avrò

 

La rivede accanto a sé, con riflessa sul bel volto la tipica ingenuità di chi non ha mai vissuto il male, nel male, con il male, per il male. Quell’innocenza di cui lui non ha mai potuto godere.

Touko non sa che ruolo gioca, quale maschera porta. Lui non è innocente. Lei sì. E’ pura: come una gemma primaverile, come il diamante più prezioso e trasparente, come la fonte d’acqua più remota e incontaminata, come la foresta vergine nel suo cuore verde e pulsante di vita. Come solo lei sa essere: con la sua determinazione, con quella velata ingenuità, con la sua semplicità, con la positività.

 

#2
 

E’ notte d’incubo
Qui nell’ombra ti spio
Guardo quello che fai

 

Vorrei dirtelo, sai, Touko? Vorrei confessarti che persona orribile sono. Tu non meriti il male e il dolore. Io sì, perché ne sono la causa. Ma tu no, sei innocente. Sei pura. Non posso corromperti.

Glielo vorrebbe gridare contro, per farla allontanare da sé, ma non ha il coraggio di privarsi di lei. E’ come se qualcosa lo bloccasse. Un impulso egoistico, lo chiama N rimproverandosi, ma non riesce a pronunciare quelle parole.

 

#3
 

Io che vivo il mio tormento
Come un angelo all’Inferno

 

Luci violente, fumo, odore di lotta disperata, di devastazione. Un luogo antico e sacro, la cui quiete millenaria è stata violata dallo scontro più cruento che probabilmente quelle mura abbiano mai visto.

Reshiram sta sconfiggendo la resistenza vana di Zekrom in un duello dall’esito ormai certo. Il male che è vinto dal bene. Il suo obiettivo di vita che va brutalmente in frantumi. Qualcosa che gli si spezza dentro.

N ha sempre, inconsciamente, saputo, in fondo al cuore, di essere stato il burattino inerme di una mente più scaltra e sottile della sua. Ma quel che fa più male è il fatto di aver condiviso quegli ideali irrealizzabili, di aver volontariamente perseguito la strada dell’odio e della violenza per attuare un’utopia vana.

Si è obbligato a non pensare a come Touko l’aveva accusato di usare i mezzi sbagliati, pur puntando ad un nobile scopo. N aveva vacillato di fronte all’accusa della ragazza, tentato dall’abbandonare la causa di Ghecis e del Team Plasma per costruire in modo diverso un mondo più giusto per tutte le creature viventi. Era tentato, ma il terrore di schierarsi contro il padre e andare incontro a qualcosa di sconosciuto l’ha fatto desistere da quel desiderio tanto anelato quanto temuto.

Glielo vorrebbe dire, a Touko, che avrebbe compiuto un passo simile per lei e per i suoi ideali, se avesse scoperto prima le reali intenzioni di Ghecis. Quelle di dominare e sottomettere l’intera Unima con la violenza e l’abuso dei poteri dei Pokémon Leggendari.

E’ stato uno sciocco e un ingenuo.

Ma non può dirglielo. Non ora che è troppo tardi rimediare, Quell’aspettativa che gli si apre davanti, senza lei, senza poterle confessare la verità, lo getta nella disperazione, perché si vergogna di farsi avanti e parlare dei suoi pensieri e sentimenti. Non dopo averla trattata così ed essere stato il suo peggiore nemico. Non merita né comprensione né perdono. Ed è spaventato all’idea di tentare un approccio con lei, almeno solo per dirle addio.

Fuggirà e sparirà per sempre. Ormai ha deciso.

E, contemporaneamente alla polizia che fa irruzione in quell’antica costruzione e arresta Ghecis e gli altri componenti del Team Plasma, compie il primo passo della sua fuga codarda, voltando le spalle al campo di battaglia per andare da Zekrom, che sembra in condizione di poter volare via.

 

#4
 

Tu sei luce nel mio cielo scuro
Rosso tramonto che incendia il nero
Tu sei acqua che scorre nel tempo
Sei l’invisibile male al cuore che io sento

 

L’amore. Quale più dolce letizia può esistere al mondo?

Eppure è un’arma a doppio taglio. Per esempio, quando questo sentimento non è corrisposto, oppure quando una situazione impossibile ne impedisce il fiorire.

Il secondo caso è quello che riguarda N. E’ logorato nell’animo, ferito, amareggiato. Perché ama una ragazza che al tempo stesso è balsamo per le sue cicatrici e fiele per il suo cuore. Non può averla, perché sono nemici, avversari, rivali acerrimi. Non può farla sua e dirle il suo amore. Non ne ha il diritto. Glielo impedisce il suo schieramento e il buon senso. Tradirebbe la sua stessa causa, gli stessi ideali con cui è stato cresciuto da Ghecis in seno al Team Plasma.

Touko non capirà mai la sua scelta, si dice. E’ un’Allenatrice di Pokémon, una di quei tantissimi umani che costringono questi magici esseri a lottare fra loro fino quasi a distruggersi. Tuttavia in lei ha trovato qualcosa di diverso, che li accomuna: l’amicizia. Touko è amica dei suoi Pokémon, di quelli selvatici e di quelli addomesticati, senza mai trattarli con crudeltà. Ma non capisce che l’amicizia è insufficiente a rendere felice un Pokémon. Un Pokémon deve essere libero di vivere nel proprio habitat naturale, non confinato in una sfera metallica bianca e rossa o dimenticato in un box virtuale.

N non può provare sentimenti benevoli per chi va contro i suoi principi. Scrolla la testa, allora, come nel tentativo di far defluire via quei pensieri su Touko dalla mente. Eppure, malgrado tutto, lui la ama tantissimo.

E’ uno dei pochi raggi solari che irradiano di luce la sua vita fosca e scura.

 

#5
 

Seguo gli ordini
Che hanno dato gli dei
Io non mi fermerò

 

Suo padre Ghecis è stato chiaro: è fondamentale proseguire con il piano di liberazione dei Pokémon. Anche se ciò vuol dire compiere azioni violente e crimini terribili contro gli umani. Ghecis afferma che la vita di quegli umani che non rispettano la sacralità delle altre creature viventi non ha abbastanza valore per continuare. Un giudizio estremo, per N, ma lui tace ed esegue, convinto dal profondo senso che si cela dietro quelle parole.

N sa che gli umani non meritano rispetto. Sa che hanno abusato e che continuano a sfruttare la benevolenza e l’abbondanza che Madre Natura ha elargito generosamente al pianeta in cui vivono, prendendo piano piano il sopravvento su di lei. Conosce il finto perbenismo dietro cui si mascherano le persone per nascondere la meschinità delle loro azioni. L’umanità non si accontenta di ciò che ha, è come un parassita insaziabile che succhia via tutte le risorse di un organismo dall’equilibrio fragile. Ma prima o poi ogni sistema, ogni ordine, ogni armonia si ribalta e si spezza, e N sente nel cuore che anche ad Unima accadrà. Il Team Plasma sovvertirà il dominio umano sui Pokémon, per ridare loro libertà e indipendenza.

Lo scopo di N è nobile e giusto e lui stesso considera eccellente il piano del padre.

Quel che non conosce è che Ghecis sfrutta i suoi poteri, che lo ha rapito ancora bambino per relegarlo in un luogo ignoto e lontano da influenze esterne, in modo da proteggere la sua mente malleabile e forgiarla a proprio piacimento, portandolo ad odiare gli umani. Non sa che è il Team Plasma l’unico ordine sovversivo esistente in Unima e che Ghecis è un delinquente dai loschi scopi. Non pensa neanche lontanamente che il suo dono bellissimo possa diventare deleterio, e non utile, ai Pokémon e agli umani, che porterebbe solo male agli altri.

E’ ingenuo, N, e idealista.

In quel piano perfetto N non vede crepe. Solo un minuscolo, insignificante dettaglio, ma che per lui sembra insormontabile, sussiste. Un impedimento che non riesce a spiegarsi, che altri definirebbero una seccatura di poco conto, ma che per lui è causa di scrupoli, di dubbi e preoccupazioni: Touko.

Come reagirà lei a ciò che sta per accadere?

 

#6
 

Io che vivo il mio tormento
Come un angelo all’Inferno

 

N è combattuto.

Non sa se dire a Touko il vero motivo della sua presenza lì, a Sciroccopoli. E’ ovviamente per conto del Team Plasma, cosa che lei ha probabilmente fiutato, ma non le dirà nulla a proposito. Tuttavia la tentazione di farlo sembra irresistibile.

L’unica cosa di cui è certo è che quell’invito a farsi un giro insieme nella famosa ruota panoramica cittadina non l’ha saputo proprio rifiutare. E’ troppa la voglia di trascorrere del tempo con lei a chiacchierare e a conoscersi meglio. E’ incuriosito, affascinato, intrigato da lei e da quelle splendide iridi azzurre.

Seduti fianco a fianco nella cabina, Touko e N guardano all’esterno delle grandi vetrate verso il panorama sottostante, verso lo skyline della città già incupito dalla prima tenebra della sera.

La prima stella ha timidamente fatto il suo debutto nel cielo e si staglia nitida contro il suo colore scuro.

Nitidezza. Chiarezza. Verità.

Questa è la catena di parole che sembra suggerirgli l’astro brillante. N sente l’impulso impellente di confessare a Touko il suo segreto.

Le prende una mano con delicatezza, cogliendola alla sprovvista. Sulle sue gote spunta istantaneamente un rossore diffuso, quasi paonazzo, che, allo sguardo serio del ragazzo, s’intensifica ancora di più.

“Devo dirti una cosa importante” esordisce N, schiarendosi la voce. “Forse la prenderai male” aggiunge per prepararla e per prendere tempo. Perché sa che lei non è certo favorevole al Team Plasma e alle sue azioni. Le gambe gli tremano per il terrore al solo pensiero della reazione di lei.

Le iridi azzurre della giovane tremolano lievemente, riflettendo un’emozione indecifrabile per N.

“Io sono un membro del Team Plasma. Agisco per conto loro” mormora d’un fiato, sganciando la bomba.

Ma Touko semplicemente resta calma e immobile come prima, senza dare segni di turbamento. Solo gli occhi si chiudono, per poi riaprirsi con la stessa espressione precedente, e il giovane capisce improvvisamente che lei sa.

“Lo sospettavo” sussurra, sostenendo il suo sguardo smeraldino.

Quelle due parole colpiscono N nel profondo, con la violenza di un pugno. Un senso profondo di inspiegabile vergogna ed imbarazzo lo pervade al pensiero di quale opinione lei possa avere di lui, sapendo che certamente non coinciderà con la propria personale, a causa della differenza di vedute.

N scruta gli occhi azzurri di Touko, leggendovi una malinconia intensa. E allora una strana tristezza lo invade, facendolo sprofondare in essa senza possibilità alcuna di evasione.

 

#7
 

Tu sei luce nel mio cielo scuro
Rosso tramonto che incendia il nero
Tu sei acqua che scorre nel tempo
Sei l’invisibile male al cuore che io sento

 

L’amore è rinuncia.

Questa frase N l’ha letta nel saggio antico di un autore poco conosciuto, un volumetto polveroso ritrovato nella soffitta della dimora che ha ospitato la sua infanzia solitaria. Prima che Ghecis lo strappasse a quella bizzarra esistenza per coinvolgerlo nei piani loschi del Team Plasma.

Solo ora, però, conosce il vero significato di quelle quattro parole.

Ghecis è stato portato via dalla polizia; il Team Plasma è stato sciolto; Reshiram ha trionfato su Zekrom, sconvolgendo il loro piano di conquista e dominio di Unima.

Solo adesso N si rende conto di essere stato semplicemente una marionetta nelle mani di un sedicente padre che l’ha disconosciuto nel momento stesso in cui, per fortuna di Unima intera e di se stesso, ha aperto gli occhi e deciso di fallire nel suo scontro con Touko e Reshiram.

Ma N non riesce a cancellare l’attuale amarezza con la stessa velocità con cui Ghecis ha reciso il loro inesistente legame di sangue.

N vorrebbe farsi avanti ed esprimere il proprio pentimento, chiedere perdono, ma si vergogna profondamente delle sue azioni. Non è innocente. Ciò che stava per fare è troppo grave per essere graziato. Troppo ignobile e crudele per essere perdonato.

Sarebbe meglio defilarsi e darsela a gambe, benché N non sia un codardo per natura. Stavolta tuttavia sembra davvero l’unica soluzione per il ragazzo. Il pensiero di Touko blocca le sue gambe, diventate improvvisamente pesanti come il macigno che si porta sul cuore.

Vorrebbe almeno avere il coraggio di chiedere a lei il perdono, prima di congedarsi e sparire per sempre. Lei non merita al suo fianco qualcuno che le causi imbarazzo, che la faccia sentire evitata, disprezzata, guardata con sospetto e circospezione dalla gente. Benché gli abbia rivelato l’amore che nutre per lui, N sa di non averne diritto. Sconvolgerebbe la sua vita più di prima, e non certo in senso positivo.

A quella prospettiva qualcosa si incrina dentro di lui. Il dolore minaccia di spezzarlo, ma quella decisione va eseguita subito, perché per amore N è pronto anche a rinunciare a lei, pur di vederla serena e in pace col mondo, senza doverla veder lottare per difendere con gli artigli e i denti la reputazione pessima di un povero sciocco come lui.

“N! Dove stai andando?!” lo chiama con piglio deciso la voce di Touko, mentre passi svelti e leggeri gli si avvicinano alle spalle.

Il ragazzo si volta, atterrito dall’idea di doverle dire addio.

“Sei un codardo! Non puoi scappare senza prima dirmi nulla!” lo accusa la giovane, con occhi fiammeggianti di rabbia e dolore.

“Non sono un codardo, Touko” prova a difendersi N, tirando fuori quel residuo di orgoglio maschile ferito che non ha ancora abbandonato. “Odio i codardi. Ma stavolta è l’unica occasione in cui lo sarò anche io. E’ il modo meno doloroso di dirti addio” le confessa, iniziando a piangere in silenzio, senza ritegno, abbandonandosi alle emozioni.

Con suo grande stupore, la castana si stringe al suo corpo magro e slanciato, affondando il volto nelle pieghe della solita camicia bianca, ora imbrattata di polvere e detriti, che indossa sempre.

“Il rischio a volte è enorme, ma vale la pena viverlo” sussurra con dolcezza, levando lo sguardo incoraggiante sui suoi occhi verdi e spezzati.

“Stavolta è troppo grande, Touko. Io non me la sento di affrontarlo” esala rassegnato lui.

“Tu sei ingenuo, N, ma con intenzioni giuste e buone. La gente non odierà te. Odierà Ghecis, odierà il Team Plasma, ma non te, che sei stato solo una pedina in un gioco più grande di te. Verrai giudicato, verrai guardato con sospetto, ma poi quei sospetti cadranno e allora tutto tornerà alla normalità, come deve essere. Ti prego, N, non andartene. Trova la forza in te: esiste, devi solo cercarla e tirarla fuori. Non lasciarmi per un motivo così stupido.”

“Tu non temi il giudizio della gente?”

N ora è disorientato, ma rimane comunque scettico a riguardo. Touko, invece, è sincera e gli sorride incoraggiante.

“Dimostra il contrario di quel che crederanno. Fa’ quel bene che avresti già voluto attuare per la nostra società. Il tuo passato non verrà dimenticato, ma ad esso si guarderà come un esempio da evitare, da cui salvarsi e redimersi per diventare la persona meravigliosa e straordinaria che sei. E poi no, io non temo l’opinione altrui. A me basta stare con te.”

La replica della giovane è decisa, irremovibile, e anche N si lascia finalmente conquistare dal suo ottimismo contagioso. Le sorride pure lui, adesso, con grande gioia da parte di Touko.

“Resta qui, non andartene” gli propone, intrecciando le dita della propria mano con le sue, impaziente di ottenere l’unica risposta che ammetterà.

Il ragazzo ricambia con un abbraccio, cingendole entrambe le spalle con le braccia.

“Ma certo, Touko.” L’attira a sé, stringendola con forza quasi disperata, come se lei fosse l’unico raggio di luce ad incendiare il nero di una vita non vissuta, una vita sfruttata, ma pronta a riscattarsi. “Sì, resto qui. Ora che ti ho trovata non ti lascio più.”

 

***

 

E’ passato del tempo dal suo ultimo ricordo, da quel pomeriggio di un giorno qualunque in cui la menzogna che gravava sulla sua vita e che mascherava la verità è stata cancellata, facendogli aprire gli occhi sulla realtà. N si è redento, ha lasciato alle spalle il suo passato e si è fatto dapprima giudicare ed evitare, poi, infine, apprezzare e amare dalla gente. Insieme a Touko ha superato il periodo più difficile della sua vita e si è riabilitato, riuscendo a costruirsi finalmente una vera esistenza piena di felicità e fitta di impegni nel sociale e nell’ambientalismo.

Con altre persone conosciute grazie a Touko, ha fondato un pool investigativo che indaga sui crimini e i reati commessi contro i Pokémon da parte di umani, che siano essi Bracconieri, organizzazioni di stampo mafioso o sovversivo, oppure semplici Allenatori. Grazie ai suoi poteri sovrannaturali comunica con i Pokémon vittime di abusi o di sfruttamento, riuscendo a far condannare e recludere i loro aguzzini e aiutando queste creature a superare e convivere con i fantasmi del loro passato terribile, dando loro una seconda chance di felicità, di libertà, di vita vera e piena.

N e Touko hanno deciso di ufficializzare quasi subito la loro relazione e da allora convivono insieme in una casa dispersa nella campagna intorno alla sede della Lega di Unima, dove la ragazza dalle iridi azzurre e coraggiose è spesso impegnata nei suoi incontri con altri Allenatori che la sfidano per strapparle il titolo di Campionessa della regione. Ma ancora nessuno ha prevalso su di lei. Tuttavia adesso, almeno per qualche mese ancora, un sostituto si occuperà della sua carica ufficiale, dato l’ ‘ingombro’ inaspettato e dolcissimo che le è capitato.

Il cubo di Rubik sobbalza improvvisamente, mentre le oscillazioni lentamente si fanno sempre più brevi ed incerte, perdendosi nell’aria. Quell’ultimo grido che ha spezzato l’atmosfera tesa e pregna di nervosismo è stato seguito subito dopo da un gemito di neonato, inchiodando N sul posto.

Il giovane uomo dai lunghi capelli verdi trattiene per qualche istante il respiro, assaporando il momento, quindi si precipita alla porta della sala d’attesa, entrando subito nel reparto di Ostetricia del grande istituto ospedaliero di Sciroccopoli, diretto verso la sala parto. Di fronte alla porta, però, si blocca, quasi in attesa del permesso di poter entrare.

Finalmente, dopo qualche minuto, la porta si apre, e la madre di Touko, una donna dal sorriso raggiante e dalle iridi azzurre che piangono lacrime di gioia, lo invita ad entrare dentro, accompagnandolo da sua figlia. Figlia che è appena diventata madre.

N trattiene a stento le lacrime di commozione nel vedere la bellissima neonata che la sua compagna Touko stringe tra le braccia. La giovane donna alza su di lui gli occhi, dolci e liquidi come mai li ha avuti. Un sorriso stanco ma felice aleggia ora sulle sue labbra rosse e carnose, che N non esita a baciare con amore e delicatezza.

“E’ bellissima” dice poi, osservando sua figlia per la prima volta, contemplando estasiato e rapito il suo profilo schiacciato, le manine e le braccia delicatissime e piccolissime, la corona di già folti ma cortissimi capelli castani che le contorna la testolina sorretta dalla mano materna.

“Come la chiamiamo?” è la prima domanda che Touko pone a N, guardandolo negli occhi verdi e ormai lucidi per la gioia.

“Io… non lo so” confessa il giovane neo papà, senza riuscire a staccare gli occhi di dosso a quella creatura meravigliosa. Dopo un lungo silenzio pensieroso, una parola sussurrata esce dalle sue labbra. “Felicia. La chiameremo Felicia.”

Touko sostiene con gli occhi azzurri il suo sguardo verde, ora puntato su di lei. E annuisce appena con la testa, sorridendo.

“E’ perfetto per lei.”

“Lei è perfetta. La nostra piccola Felicia” mormora N, chinando il volto per sfiorare la testolina della figlia neonata con un bacio lieve, baciando poi la fronte e la bocca della fidanzata. “Grazie per esserci, per amarmi, per avermi fatto padre di questa meraviglia. Ti amo tantissimo, Touko.”

“Ti amo anche io, N.”



 

§§§

 

N.d.A.
Salve a tutti.
Dopo una vita riaggiorno la mia pagina di scrittrice con una nuova storia autoconclusiva. E' una one-shot molto lunga, lo so, ma è anche articolata e complessa, costituita da più parti. Frammeti, come specificato nel titolo, che ripercorrono la vita e la storia, con un ipotetico lieto fine, del tormentato personaggio di N, affiancato dall'immancabile Touko.
Spero che vi sia piaciuta.
Adieu, 

 

Flame



P.s.: se tra i lettori della mia storia ci fosse, eventualmente, qualcuno dei recensori di altre mie storie, vorrei porgervi le mie scuse. Di solito rispondo alle recensioni, ma negli ultimi mesi, complici maturità, lavoro e inizio dell'università, non sono riuscita a trovare tempo per entrare sul sito, postare storie, lasciare  rispondere alle recensioni. Potrei sembrare un'utente un po' antipatica, ma davvero non ho tempo. Risponderò appena possibile alle numerose recensioni che ho solo potuto leggere, ma intanto ringrazio di cuore chi l'ha fatto, perché mi ha dedicato un po' del suo tempo. Grazie ancora a tutti per tutto, e buona serata.

  
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