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Autore: Master Chopper    22/09/2016    1 recensioni
La Classe F è stata creata appositamente dal preside della Magnolia High School, per racchiudere i peggiori alunni, i più indisciplinati e i più violenti. Ma comunque questi ragazzi non avranno vita facile, per via di un'entità sovrumana e proveniente dal futuro... che ha scelto di diventare il loro insegnante fino alla fine del loro Primo Anno.
[Crossover tra Fairy Tail e Assassination Classroom- I personaggi saranno di Fairy Tail, mentre la trama si ispira parzialmente a quella di Assassination Classroom]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doranbolt, Fried Justine, Gajil Redfox, Gray Fullbuster, Natsu
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Attenzione: La fanfiction che segue presenta  personaggi canonici OOC. Inoltre, ogni riferimento politico o a persone realmente esistenti è puramente casuale.
Spero che la lettura sia di vostro gradimento. Sono Master, e ci vediamo nell'Angolo Autore. Ciao!


Lezione 4: Uccidi l'illusione.



Dietro di lei, lo schermo della sala teatrale della scuola proiettava raggi di luci e immagini.

Davanti a lei, luci sorvolavano i quattro ragazzi seduti ai primi posti davanti al palco.

 

E lì Lucy vedeva Loki. Sorrideva, ascoltandola danzare e cantare su quel palcoscenico, che apparteneva solo a lei. Era l’ultima ragazza rimasta per il provino per entrare negli ‘Shining Skeletons’ il gruppo idol più famoso di Magnolia e dintorni, di cui Loki era il soggetto più amato dalle masse.

 

E lei, una semplice ragazza della Sezione F, che di norma in quella scuola era vista come feccia, lo stava impressionando!

Lucy aveva davvero passato tutto il suo tempo libero in quel mese, esercitandosi nella sala proiezioni della sua villa, con quella canzone che ormai sapeva esprimere e recitare con tutto il corpo: Canvas.

La voce dolce ma dal tono deciso, accompagnato ai movimenti del corpo e ad una coreografia duramente appresa come autodidatta… nella sua mente sembrava realizzarsi un sogno.

 

 

Perché ora la sala era vuota?

Non capiva. Dopo l’esibizione era corsa in bagno a sciacquarsi la faccia e aveva avvisato Loki ed i suoi compagni.

Perché…

 


“ Oh, Loki !”

Il suo amore! Lo aveva appena intravisto dalla porta finestra. Era fuori, appoggiato al muro di fronte intento a parlare con i suoi amici, Cancer, Caprico e Taurus.


Lucy, nonostante un iniziale imbarazzo, sapeva che anche per gli amici di Loki non ci sarebbero stati problemi riguardo la sua classe. No?

“ Ti è piaciuta… insomma, come sono andata ?” Le guance le si erano colorate di rosso e faticava adesso ad alzare lo sguardo.

- Che scema !- Pensò.  - Ci conosciamo da tempo, non dovrei stare così.-


Era notte, circa le dieci e nemmeno una stella si poteva scorgere in cielo.

 

“Da morire. Figurati a tutta la scuola quando vedrà le riprese. ”

Le parole di Cancer, mormorate in una risatina la fecero traballare da ferma.


‘La scuola?’

Prima ancora che potesse aprire la bocca, la mano di Loki andò ad afferrare il braccio dell’altro idol dai capelli castano scuro e rossi.

“ Cancer…” sibilò con una voce fredda.

Poi, mollò la presa e mostrò un cellulare nella sua mano.

 

“ Se lo dici così, le rovini la sorpresa! Uhuhuhu !!”

“ No, che vuol d-”

 

E in un batter d’occhio, come in un incubo, la giovane Heartphilia, vide materializzarsi davanti al suo volto dei mostri.

Ma queste creature non avevano zanne per mordere e divorare, bensì volti umani per incantare e artigli affilati come sciabole per pugnalare il cuore.

 

‘Il Leone Perfetto’ degli Shining Skeletons, Loki Zoldio. Ora solo un ghigno raccapricciante e un’espressione divertita dello smarrimento della ragazza. Così come gli altri tre.

Mostri.

 

“ Pensavi davvero che una classe F senza speranze come te potesse interessarmi? O per di più convincermi a farti entrare gratis nel mio gruppo ?!”

Ululati e ruggiti attorno a lei.

“ Ma guardati! Ti ho presa solo per il gusto di rigirarti a mio piacimento e a farmi da passatempo.”

Artigli, pugnali. Circondata.

 

E quel leone si trasformò in una ripugnante chimera dal pelo nero e dalla criniera viola, con enormi zanne e una corazza di spine e pietre su tutto il corpo che lo ricopriva. Agitava una lingua biforcuta, frustando l’aria.

“ Facevi davvero vomitare, lì sul palco, lasciatelo dire. Gli studenti di questa scuola pagheranno oro per vederti umiliata. Un fenomeno virale che fidati, non smetterà presto. Aha… ahaha… AHAHAHAHA !!”

 

 

Con un fragore il cellulare che Loki teneva in mano si spezzò e un’ombra andò a coprire i raggi di luna che facevano brillare le lacrime copiose sul volto rosso di Lucy.

Capelli verdi.

I mostri si dissolsero in nebbia, tornando ad essere studenti delle superiori.

“ Cosa? Tu…”

“ Che cazzo di problemi hai ?!” la potente voce di Taurus andò a coprire il bisbiglio del Leone, e subito il Toro Dorato si cagliò sulla nuova figura apparsa su quel palcoscenico.”

 

“ Fermo Taurus !” ma come un cagnolino, anche l’idol si dovette arrestare al richiamo del capogruppo.

Così Loki poté osservare meglio il nuovo arrivato, non potendo così scacciare un brivido lungo la sua colonna vertebrale.

 

Capelli verde smeraldo lunghi fino a metà schiena, lisci e con due ciuffi sopra le orecchie a forma di saette.

Un piccolo neo sulla pelle bianca e due occhi color acquamarina luminosi come dei gioielli.

Un conduttore di energia elettrica vivente, l’attuale membro più forte delle prime nel corso di karate, che non sfigurava agli occhi di molti suoi senpai.

“ Freed Justine !”

 

Un ragazzo considerato come un genio, nella prima C. Diventato rappresentante di classe senza nemmeno volerlo, si era dimostrato subito una personalità forte ma molto fredda e distaccata.

“ Calmati, Justine.” Si intromise Caprico, ponendo le mani avanti con una nota di nervosismo nella voce abbastanza evidente.

“ Già. Non hai idea di chi ci protegge: siamo praticamente intoccabili e se provi a dire qualcosa di tutto ciò possiamo anche farti spedire nella sezione F.”

Aggiunse Loki, stringendo un pugno, come a voler schiacciare un qualcosa di microscopico di fronte a sé.

Aveva sempre posseduto tutto e mai si era ritrovato carente di qualcosa. Aveva fama, potere e tutte le ragazze che voleva. La fortuna degli Shining Skeletons, un semplice gruppo di quartiere, era stata quella di trovare un Dio scaltro e astuto che aveva donato loro tutto quello che possedevano.

 

Ma la determinazione del Leone Perfetto si distrusse come un castello di sabbia al vento, quando vide Taurus piegarsi in due con un pugno nel centro della pancia.

“ Sta zitto! Non hai il benché minimo diritto di dire niente !!” Freed esplose in una vampata di ira, mutando il suo volto in una maschera di odio feroce.

 

Lucy poté soltanto guardare ferma e sconcertata, il suo migliore amico dai tempi dell’infanzia massacrare in una ventina di secondi quei quattro ragazzi.

Uno per volta, li scaraventava al muro e li scagliava per terra. Li colpiva con calci e pugni sulle articolazioni, sul torace e persino nelle parti basse.

Eppure, anche se sarebbe dovuta essere più tranquilla, non capiva perché Freed non si fermasse. Passarono i minuti e le urla di dolore erano persino cessate.

Lo studente della prima C continuava inesorabile nella sua sete di sangue, anche se tutti loro avevano perso conoscenza. I suoi occhi iniettati di sangue urlavano e chiedevano la morte, e questo a Lucy iniziava a fare paura.

Un terrore che lentamente si stava espandendo a macchia d’olio.

 

Infine, nel silenzio della scuola ormai quasi del tutto deserta, si udirono dei passi venire nella loro direzione.

“ Freed, dobbiamo andarcene !” La ragazza dai capelli dorati afferrò per la spalla il demone in cui si era mutato il dolce ragazzo che solo lei conosceva.

Ma Freed non aveva paura come lei. Non gli importava di venir bocciato o di finire in galera: avrebbe torturato fino alla morte quei bastardi nati da un sistema corrotto. Non poteva lasciare altra feccia del genere in giro, non dopo che l’unica persona a lui cara aveva sofferto così tanto!

No… non riusciva comunque a darsi pace per non averla avvisata e tirata fuori in tempo. Al minimo sfogo di Lucy a telefono si era subito zittito e aveva preferito farsi gli affari suoi.

Che razza di amico si comporterebbe così?

 

No… sarebbe diventato anche un mostro pur di salvarla.

 

Lentamente, ma con un passo inesorabile, si mosse verso la svolta del vicolo.

Lucy trattenne un grido.

 

Il calcio del ragazzo stava dirigendosi verso l’ombra appena sbucata fuori dall’angolo.

Ma troppo tardi la luce di un cellulare illuminò una figura piccola, con dei corti capelli turchesi e mossi.

“ Levy… ”

 

 

“ Oi oi.”

Il viso bianco come la luna, ma dai capelli nero corvino di Gray Fullbuster fece capolino da dietro la testa di Levy McGarden.

 

Solo quando la ragazzina comprese la situazione sobbalzò dallo spavento, in netto ritardo.

Il teppista della Prima F aveva parato un calcio di Freed Justine, prima che lei venisse colpita.

 

Fullbuster continuò a mantenere la gamba del ragazzo, che sosteneva il suo sguardo con due occhi ancora non umani.

“ Lucy !” ma Levy non si lasciò spaventare, e appena individuata l’amica, corse ad abbracciarla piena d’agitazione.

 

Allora il verde abbassò la guardia, voltandosi verso le due ragazze, abbracciate e quasi in lacrime.

Rimase serio, ma aveva capito cos’era successo.

Si ricordava quei due ragazzi, erano indubbiamente della stessa classe di Lucy.

 

“ Certo che non potevate trovarne di soggetti migliori.” Commentò freddo Gray, guardando con un certo disprezzo i Shining Skeletons ancora privi di sensi per terra.

Sospirò a lungo, per poi tirar fuori dal colletto della camicia che indossava una sigaretta, ed accendersela in tutta tranquillità.

 

“ Come… avete fatto a trovarmi ?” Domandò Lucy, terribilmente in imbarazzo per la presenza del ragazzo, ma comunque nettamente più tranquilla di prima.

 

“ Io sapevo che saresti venuta qui a fare i provini.” Ammise Levy, e alle sue spalle Freed le rivolse uno sguardo per dire che anche nel suo caso era andato così.

Fullbuster invece borbottò qualcosa con ancora la sigaretta in bocca, e scompigliandosi i capelli mormorò:

“ E’ successa una cosa molto strana: stavo facendomi i fatti miei sul terrazzo di casa, quando all’improvviso ho visto Levy correre per strada in direzione della scuola.”

Abbassò lo sguardo, lasciando che il fumo gli annebbiasse il volto.

“ A quel punto è apparso lui…”

“ Lui chi ?” domandò l’azzurra, molto confusa.

“ Il nostro sensei.”

 

“ Cosa cazzo ci fai a casa mia ?!” urlò il moro, lanciando una sedia di plastica addosso all’ancor più spaventato professore.

“ Uyaah! Aspetta un attimo, Gray-kun!” strillò allarmato l’altro, fermando gli oggetti a mezz’aria con la sua telecinesi.

 

Dopo essersi calmati, i due si appoggiarono al balcone.

“ Non ti sembra strano che Levy-chan stesse correndo così affrettata verso la scuola ?”

“ Bhe… sì, e allora ?” si chiese il ragazzo, guardando ancora giù per strada, come se stesse rivedendo la ragazza correre di sotto.

“ Le risposte si cercano, Gray-kun. Spero che tu abbia già finito di studiare, no ?” Con quell’ultima frase Zeref sembrò più arrogante, evidentemente arrabbiato dalla possibilità che lo studente non avesse studiato.

 

“ Eheheh. Sì, non ho nient’altro da fare, in effetti.” Bofonchiò Gray, afferrando una giacca di pelle nera al suo fianco e indossandola.

“ Ben fatto! Come premio domattina ti interrogherò in Giapponese per recuperare un’insufficienza.”

 

“… Quindi ora sono qui.” Finì di raccontare, spegnendo la cicca sul muro freddo e umido dell’edificio.

 

Freed Justine, di conto suo, si risparmiò numerose domande su chi fosse mai questo professore che nel cuore della notte si intrufola a casa dei suoi studenti.

“ Grazie, allora… Gray-kun.” Sussurrò debolmente la ragazza dai capelli celesti, nascondendo con una sua ciocca il rossore sul viso chiaro.

 

D’un tratto, un’opprimente sensazione irruppe nell’angolo come un’onda di malessere e paura. I quattro ragazzi vennero inevitabilmente travolti. I ragazzi si misero senza accorgersene subito in allerta, mentre le ragazze rimasero sedute per terra.

 

“ Viene da lì fuori.” Mimò Fullbuster con le dita e il verde annuì molto lentamente.

Era stato indicato lo sbocco di quella rientranza dove loro si trovavano, all’incirca nel parcheggio e dalla stessa direzione da dove erano arrivati Gray e Levy.

 

Quando quell’aura oscura si dissolse di botto, i ragazzi rimasero stupiti e sconvolti.

E quasi contemporaneamente a quell’evento, sbucò fuori dalle tenebre un ragazzo.

 

Nessuno però riusciva a vedere la sua figura o il suo corpo per intero. Solo gli occhi: due galassie arcane e profonde che subito li catturarono nel freddo silenzio dello spazio.

Persino Freed vacillò, perdendo in un istante tutta la sua sicurezza.

“ Wahl-senpai…” mormorò con voce tremante dal nervosismo.

 

“ Io…” sibilò con una voce graffiante e profonda.

“ Io... non pensavo di-AHAHAHAHA !!”

Improvvisamente il ragazzo misterioso esplose in una fragorosa risata, senza aver paura di essere sentito anche da fuori la scuola. Nel silenzio più totale risuonava solo la sua gracchiante voce, che a volte si interrompeva per riprendere fiato.

 

“ Tra tutto quello che potevi fare, Justine… proprio rischiare tanto per salvare un’amica.”

Freed strinse talmente tanto i pugni da conficcarsi le unghie nei palmi e farseli sbiancare.

Ora si stava davvero trattenendo. Per un istante pensò di voler guardare Lucy e rassicurarla… ma aveva paura di spaventarla solo di più.

“ Patetico.”

 

Wahl Icht Geer. Un nome che non poteva essere pronunciato in quella scuola, senza venir attraversati da un brivido. Sebbene spesso significasse protezione, sostegno e un popolarissimo ragazzo, averci a che fare era l’unico divieto.

Era proibito. Un dio rispetto a tutti loro, tanto che al confronto persino le reti televisive avrebbero preferito lui ai Shining Skeletons. Fondatore della maggior parte dei club, li presidiava tutti e nonostante questo, i suoi voti erano eccellenti.

Amministrava corsi di recupero, partecipava attivamente alla scelta formativa e all’orientamento per l’università.

 

Inoltre, si trattava pur sempre dell’unico figlio del preside, Mard. Un motivo per cui andava sia stimato che temuto, in fondo ci doveva essere.

 

“ Co-”

“ Cosa c’è di male a proteggere un’amica, vero ?” Il ragazzo fermò bruscamente Levy McGarden, guardandola con un ghigno ebbro di malvagità.

“ Taci. Non capisci che potrei farvi bocciare tutti ?”

Wahl non era un ragazzo dall’aspetto proprio rassicurante: per il look assomigliava quasi del tutto a Gajeel Redfox, il metallaro della sezione F. I capelli erano mossi, con un colore scuro simile al petrolio e delle ciglia nere molto lunghe che sembravano dipingerli dei tagli attorno agli occhi.

Aveva numerose cicatrici a distanza quasi uguale lungo tutta la mascella e portava degli orecchini di acciaio su entrambi  i lobi.

In quella serata era vestito in maniera strana, che i ragazzi non riuscirono subito a comprendere.

 

“ Ahi ahi. Fatemi pensare un po’.” Continuò ridacchiando, per poi posarsi una mano sulla fronte mentre teneva gli occhi socchiusi.

Guardò a lungo verso il basso, mentre la tensione nell’aria si faceva palpabile.

“ Ehehehe! Alla fine mi basta che non siano morti…” Sospirò in fine, dopo aver atteso.

Sotto lo sguardo fermo di tutti, si mosse verso i corpi doloranti dei ragazzi del secondo anno e si accovacciò di fronte a Loki Zoldio.

 

L’idol gli rivolse un’occhiata supplicante, mormorando qualcosa con un lamento.

E a quel punto, il figlio del preside della Magnolia, sorrise di rimando spalancando gli occhi. Estese il suo ghigno dai denti appuntiti e sussurrò:

“ Grazie mille, se fossi morto saresti stato ancora più inutile. Continua così.”

 

Poi, rialzandosi lentamente ricominciò a ridacchiare istericamente.

“ Bene Freed, domani mattina parleranno con il direttore di questa spiacevole aggressione.”

 

 

Erano le cinque di mattina. Wahl non dormiva.

A quell’ora era solito essersi già alzato, dato che per il lavoro del padre l’ingresso a scuola alle sei era d’obbligo.

 

Così, mentre con una mano spalmava la marmellata su una fetta di pane, con l’altra ricercava informazioni sul suo cellulare.

Sentiva l’impercettibile rumore proveniente da qualche camera più in là, segno che Mard si stava già vestendo.

Il suo compito era uno solo, e doveva escogitarlo prima dell’inizio delle lezioni:

La notte prima Freed Justine, per motivi di cui lui era ovviamente a conoscenza, aveva ferito in maniera abbastanza grave Loki, Taurus, Cancer e Caprico, due studenti del secondo anno.

Aveva già avvertito i ragazzi di non aprire bocca sull’accaduto con nessuno senza prima un suo ordine.

 

Ma i lividi si vedevano e i quattro necessitavano di un breve ricovero all’ospedale. Le famiglie se ne sarebbero sicuramente accorte, così come i loro compagni di classe.

Quello che lui voleva evitare, quindi, era l’espulsione di Justine dalla Magnolia.

Il motivo era semplice: necessitava di sapere come la Sezione F si sarebbe  evoluta quell’anno.

 

Quella curiosità si era sviluppata percependo un maggior numero di attenzioni verso quei poveracci da parte di suo padre. Due nuovi professori a rimpiazzare i pochissimi docenti di recupero e addirittura l’annullamento prematuro della sospensione di uno studente.

 

La cosa si faceva interessante, soprattutto lo insospettiva non aver mai sentito o letto il nome di questi sensei. Gli era anche sembrato di intravedere delle auto nere, molto simili a quelle che più volte erano venute negli anni passati per consegnare premi e riconoscimenti alla scuola.

Il Governo. Suo padre e il Governo. La sezione F…

“ Eh, ehehe.”

Eureka! Trovata la soluzione!

 

Cosa differenziava uno studente normale da uno della F? L’importanza che si dava ai problemi che causava.

In un grafico che prendeva in esempio tre categorie di studente, la popolarità era inversamente  proporzionale all’importanza che si dava ai problemi che procuravano.

Esiste lo studente della Magnolia popolare, lo studente della Magnolia normale e lo studente della Magnolia in classe F. In ordine di popolarità decrescente.

 

Justine Freed era ancora nella Classe studente normale e, proprio come se tutto fosse un RPG, era lo stato precedente allo studente popolare.

Lo studente della F era una categoria a parte, dove non si poteva avanzare ad uno dei due ranghi superiori.

Questo significava che mentre Loki e gli Shining Skeletons (studenti popolari), non avrebbero ricevuto troppa attenzione per un ipotetico guaio, Freed, in quanto classe inferiore, sarebbe stato mandato direttamente nella Classe F.

 

Wahl fece a pezzi il suo pane con la marmellata, alzandosi nel buio della cucina. Il suo sorriso faceva paura e per certi versi assomigliava a quello del padre.

Con la differenza, che era proprio Mard il bersaglio da fregare per il ragazzo.

 

 

“ E quindi Freed ha fatto PAM, POW! Poi, anche se non si rialzavano ha continuato con WATTA, WATTATTATA !!”

Ore 7:50. La lezione per la classe F, tra le sue colline sperdute stava per iniziare.

 

Agli studenti tanto particolari di quella sezione stava interessando molto la vicenda avvenuta tre sere prima, ma non tutti apprezzavano la narrazione di Gray Fullbuster.

“ Uoooh! Volevo esserci anche io, avrei fatto il culo a strisce anche a quel Wahl.” Natsu Dragneel era il più euforico di tutti, e seduto sul banco accanto ad un ragazzo dai lunghi capelli verdi, di tanto in tanto regalava sonore pacche sulla spalla a quest’ultimo.

“ Ma tu non c’eri quando stavo malmenando quei tizi…” sospirò Justine, facendo calare ulteriormente la credibilità di Fullbuster, che si zittì di colpo.

 

“ Ohayou-gozaimasu. ”

La porta si aprì.

“ Come di consueto, il carismatico, nonché bellissimo sensei entrò precisamente un minuto prima del suono della campanella. La sua perfezione, che rifletteva i suoi mille altri valori, lo elevava sensibilmente rispetto agli altri esseri umani.”

“ Che fai, ti descrivi da solo come se fossi un narratore ?” notò Cana Alberona, e Zeref, visibilmente punto nel vivo, si trascinò a testa bassa verso la cattedra.

Al suono della campana si riprese meccanicamente, sorridendo alla sua classe.

“Ohayou-gozaimasu, Freed-kun! Benvenuto nella classe F, io sono Zeref-sensei. Spero tu possa passare un buon anno, insieme ai tuoi nuovi compagni.” Gli occhi neri del sensei riflessero il volto teso del ragazzo, che ricambiò la cortese presentazione con un inchino.

 

Questa volta, nella stanza entrò subito anche Doranbolt, senza più la divisa da agente, ma soltanto una camicia bianca con le maniche arrotolate all’altezza dei gomiti.

“ Freed, a quanto mi è sembrato di capire, ti hanno già messo al corrente di tutte le informazioni a nostra conoscenza. Spero davvero che anche tu possa farcela ad uccidere questo mostro.”

L’agente della Difesa continuava a mantenere quel comportamento freddo, da ‘soldatino di piombo’, come lo definiva scherzosamente Zeref. Sembrava che eventi del genere per lui meritassero una certa serietà.

 

“ E ora, vi comunico che è terminato il periodo di sospensione di…”

Nessuno stava più ascoltando quella voce.

 

Lo sguardo di tutti gli alunni della classe si focalizzò sulla porta.

Lentamente, come se fosse una creatura mistica ed inconcepibile, qualcuno entrò trascinando lo zaino sul pavimento. Si muoveva con una strana calma, che nonostante suscitasse mitezza, istillò subito un senso di nervosismo nell’aria.

 

Freed Justine, che non aveva mai visto prima quel ragazzo, cercò lo sguardo di Lucy al suo fianco, ma la vide paralizzata sulla sedia così come Levy e Cana.

 

Il ragazzo sollevò il capo, smuovendo una matassa di capelli color cobalto dai suoi occhi grigi.

“ Ohayou, sensei.”

Pronunciò in un soffio, di quel che sembrò una voce rilassata e quasi ipnotica per la sua dolcezza.

“ Gerard Fernandez-kun…” Lo saluto Zeref, ricambiando allegramente il saluto.

“ Bentornato. Spero anche per te il meglio in questo anno. Puoi sederti nel banco in seconda fila, accanto ad Alzack-kun.”

Il ragazzo dai capelli blu lasciò lo zaino sul pavimento, trascinandosi verso la direzione opposta da dove era entrato, esattamente sotto lo sguardo immobile del sensei.

“ Cosa stai facendo, Gerard-kun ?” mormorò la creatura, con un tono di voce ancora abbastanza sereno.

A quel punto Fernandez si voltò, rispondendo con un sorriso innocente che gli illuminava il volto.

“ La saluto.” Rispose semplicemente e raddrizzando contemporaneamente il suo corpo.

 

Il Sensei dovette impiegare poco più di un secondo, ma in fine trovò qualcosa: nella manica della divisa del ragazzo, quasi del tutto nascosto dalla mano, c’era un oggetto metallico grande come una scatoletta. In rilievo si vedevano dei fili larghi di plastica.

Associò immediatamente quel detonatore allo zaino vicino alla sua gamba, ma quando riportò lo sguardo sull’oggetto, notò che il ragazzo stava iniziando ad esercitare una pressione sul bottone d’accensione.

 

I pensieri che si scatenarono in quelle frazioni di secondo furono tanti: gli studenti, la sua vita, come salvarsi, come salvare gli altri…

 

Così, quando avvertì qualcosa sfiorargli la guancia destra, per via della paura, si lanciò all’indietro con tutta la sua velocità, incappando nel muro del corridoio alle sue spalle.

Non se n’era accorto, ma aveva gridato e il suo sorriso era sparito.

 

Sentì Gerard dire, rivolto verso qualcuno in fondo alla classe.

“ Davvero hai avuto difficoltà anche solo a toccarlo, Natsu ?”

Poi, dai suoi capelli blu, estrasse un minuscolo cubo, non più grande di un dito. Lo consegnò a Doranbolt.

“ Queste sono le riprese, i soldi potete inviarli all’indirizzo che vi ho indicato.”

 

L’agente strinse nella mano la micro telecamera, osservando prima il suo pugno chiuso e poi Zeref.

- Fin’ora è stato il primo in tutto il mondo a colpirlo…- pensò, con un impercettibile brivido lungo la spina dorsale.

 

Infatti, ora a più di un metro di distanza da lui, la creatura più temuta sulla faccia della terra, aveva una nuova ferita sul volto.

Nel punto in cui un proiettile presumibilmente lo aveva sfiorato, fuoriuscivano sbuffi di fumo nero ma inodore. In due secondi la pelle si rigenerò, facendo subito sbiancare il taglio e chiudendo quella perdita con un nuovo sottilissimo strato di pelle.

 

“ Non mi sognerei mai di ferire i miei compagni per ucciderti, sensei.” Mormorò Fernandez, attirando subito lo sguardo indecifrabile del professore attaccato.

“ Come vedi avevo una pistola… come tutte quelle che hanno gli altri.” Nella mano sinistra del ragazzo, mentre ancora nella destra stringeva il finto detonatore, il Sensei non aveva infatti avuto la calma di notare una pistola.

I proiettili per quelle armi, così come i coltelli di gomma in dotazione alla classe dal Governo, erano rivestiti di un materiale indicato dallo stesso Zeref.

Nessuno aveva fino ad allora scoperto se quella lega potesse ferire la creatura proveniente dal futuro, e Gerard Fernandez, uno studente delle superiori, lo aveva appena dimostrato.

 

“ Sono proprio contento di essere qui, sensei.” Terminò il blu, sorridendo debolmente con uno sguardo umile e sincero. Recuperò lo zaino e si diresse verso il proprio posto.

 

 

Mest Gryder non avrebbe mai immaginato di potersi trovare, un giorno, nelle vesti di un professore.

Il problema che dovesse insegnare a dei ragazzi ad uccidere un altro professore, forse, poteva quindi rendergli il lavoro più facile. Questo se si vuole essere estremamente cinici.

 

Quindi lui non sostava nell’aula professori per controllare registri o organizzare il lavoro. Il suo compito rimaneva comunque obbedire agli ordini del Ministro della Difesa.

E il Giappone aveva richiesto un ulteriore supervisore per il piccolo gruppo di neo-assassini scelti dal bersaglio stesso.

Ironico.

A Mest non faceva affatto ridere.

 

Controllò distrattamente la pagina sotto copertura dove riceveva e inviava messaggi criptati per informare sul progresso del lavoro. Era tutto un lavoro.

Quelle informazioni erano pubbliche, la missione non consisteva nel vedere chi dovesse aggiudicarsi la ricompensa sulla testa del mostro, ma nel far sì che qualcuno uccidesse la creatura.

 

Lui stesso, in una situazione normale e nonostante la sua avanzata esperienza come soldato e agente, non sarebbe mai riuscito anche solo a ingaggiare un combattimento. Tutto consisteva nell’ucciderlo, e quei ragazzi della sezione F, ci andavano molto vicino.

Aveva notato con curiosità il comportamento di Fernandez: quelle mosse, precise, ma sicuramente non frutto di un piano articolato o ben congegnato, avevano fatto breccia nella sicurezza del mostro.

 

Ma un studente delle scuole superiori poteva davvero chiamarsi assassino? Oppure in quelle situazione tutti e nessuno erano assassini?

 

Allontanò le mani dal volto, andando a raccogliersi i capelli sopra la fronte per qualche secondo. Si vide riflesso nello schermo bianco e sospirò profondamente.

Con lentezza metodica si sciolse la cravatta nera sopra la camicia, per poi posarla sul tavolo davanti a sé. Infine, prese in mano il mouse del computer e fece passare la luce blu sopra il retro dell’accessorio.

 

Immediatamente comparvero in controluce delle minuscole scritte appena chiare, ma comunque leggibili agli attenti occhi dell’agente.

Con la sua solita espressione dura, e per niente toccata dalla stanchezza, lesse velocemente il messaggio, per poi stringere la cravatta e strofinarsela su tutto il braccio.

 

Ritornò a guardare il computer, e pensò per l’ultima volta che quello era il suo lavoro. Non era un’illusione, pensarci di continuo non l’avrebbe fatta svanire.

 

Attraverso un lungo percorso di link e pagine protette da password, raggiunse un’ennesima casella di posta dopo più di cinque minuti.

Trovò come messaggio un esteso file d’immagine.

Conteneva molto testo e qualche foto, ma era spesso riportato il marchio del Governo. Alla conclusione, era stato riportato il simbolo della Quinta Unione.

 

Doranbolt notò anche, in una pagina più in basso, la foto di un passaporto con riportati solo un nome e un cognome.

L’immagine catturava il volto di una donna dai lineamenti seri, ma non per questo vano l’impressione che la femmina in questione fosse molto avanti con l’età. Anzi, pareva abbastanza giovane e non sarebbe risultata sospetta in un’università.

Misteriosa ed enigmatica, ormai l’agente sapeva chi fosse e che cosa avrebbe fatto.

 

“ Kagura Mikazuki…” Sussurrò nel silenzio tombale di quella stanza. Guardò a lungo gli occhi neri di quella donna. Gli parve solo di vedere una luce debole, come imprigionata da un’antica oscurità e dal buio.

Per quanto aveva letto, l’ex caposquadra delle agenti esecutive, nome in codice Mermaid Heels, era stata assegnata come supporto aggiuntivo nel controllo della creatura.

 

Prima di chiudere gli occhi, l'agente pensò che tutto quello che stava succedendo non aveva senso.





 Angolo Autore:

Welcome back!

Mah... penso che in molti non apprezzeranno l'idea di dare quella personalità a Loki e agli Spiriti Stellari... ma è giusto così. Non chiedo che le mie idee vengano comprese o piacciano.
L'importante per me è che il risultato piaccia alle poche persone che sanno andare oltre al semplice 'OMMIODDIO MA COME TI PERMETTI, I MIEI CICCINI NON LI TOCCHI CAPITO?! COME TI PERMETTI DI FARE LOKI IN QUESTA MANIER-' ok, grazie per la tua opinione.

Ma alla fine... nessuno recensisce questa roba, e nessuno ha ancora mosso queste critiche xD.

Alla prossima!

   
 
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