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Autore: Lilith_and_Adam    23/09/2016    0 recensioni
Una storia ispirata a tutti quei film d'azione americani dove il mondo è sempre in pericolo e gli eroi sono le super-spie delle agenzie federali, alla Mission Impossible o Chuck per intenderci! Quindi, pensate, i personaggi di Naruto catapultati nel nostro frenetico mondo, intenti a salvarlo a suon di pugni e proiettili.
Ino e Sakura, sono due agenti della CIA che cercano di fermare l'organizzazione criminale Akatsuki, capitanata dal clan Uzumaki, che cerca di portare il caos nel mondo.
Sai è un militare dell'esercito giapponese, poi trasferito nei servizi segreti, che si infiltrerà nella vita, e nel cuore, di Ino.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sai, Sakura Haruno, Un po' tutti | Coppie: Sai/Ino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo quinto: Nara. Reminiscenze...

 
Quando Ino aprì gli occhi, dal finestrino trapelava la calda luce del giorno, probabilmente doveva essere ora di pranzo. Le faceva male la testa.
Inoichi aveva parcheggiato la roulotte di fianco ad una famiglia texana e la sera prima avevano dato una piccola festicciola per tutto il parcheggio, gli ci era voluta tutta la sua buona volontà per non sparare a tutti. La febbre di Ino sembrava non scendere più, erano ormai due giorni che continuava a salire; la bambina di otto anni che era sdraiata di fronte a lui era l’unica cosa che gli aveva permesso di rimare mentalmente stabile negli ultimi due anni.
Pakkun abbaiò.
«Papà?»
«Ehi, tesoro.» Le accarezzò la guancia «Va tutto bene, torna a dormire.»
«Papà. Mi dispiace se mi sono ammalata. Volevo vedere il monte Rushmore oggi.»
«Non fa niente, ti ci porterò quando guarisci.»
Tre giorni prima erano arrivati in South Dakota, ma la febbre di Ino e la macchina che li seguiva costantemente da una settimana lo avevano costretto a fermarsi. Che questa sarebbe stata la fine della corsa? Dopo otto anni il destino aveva finalmente vinto? Non avrebbe perso senza lottare...
Pakkun smise di abbaiare di colpo e Inoichi infilò il caricatore nella sua 9mm.
L’irruzione fu silenziosa. Obito si limitò ad aprire lo sportello.
«Inoichi Yamanaka, sei in arresto per l’omicidio di Natasha Olenkova e l’omicidio del tenente Sarutobi»
Obito era il suo pupillo, quando entrò nella CIA era solo un ragazzino testardo e svogliato, ora gli stava di fronte chiedendogli di abbandonare ogni suo principio.
Gli puntò la pistola contro.
«Sai quello che è successo quella sera. Come puoi continuare a stare dalla loro parte?»
«Io non sto dalla parte di nessuno. Faccio solo quello che devo, è il mio dovere obbedire agli ordini.»
L’uomo accese la sigaretta, era ancora fuori. «Andiamo Inoichi, non sei stanco di tutto questo. Scommetto che quella povera creatura non è mai nemmeno andata a scuola...» Quella voce gli parve quella di un fantasma.
«Quindi alla fine si tratta di questo, è la tua vendetta. Vero... Asuma?»
Aspirò e mentre parlava il fumo gli usciva dalla bocca. «Vedila come vuoi, ma agli occhi del nostro governo sei un criminale. E, sinceramente, non me ne fregava un granché del vecchio.» Rise un po’ alla fine.
Un verso di stizza uscì dalla bocca di Inoichi. Era nervoso, continuava a puntare la pistola contro il vecchio compagno, per la prima volta in vita sua non sapeva cosa fare.
Obito rivolse lo sguardo verso la piccola sofferente. «Fallo per lei almeno, vuoi che viva in questo modo per tutta la vita, a nascondersi e scappare?»
Istintivamente si girò verso la figlia.«È proprio per lei che lo faccio...» Poi sparò un colpo che sfiorò solo la spalla sinistra di Obito. Il rumore fece sobbalzare la piccola Ino, le fischiarono le orecchie per diversi minuti, ma riuscì comunque a capire quello che successe dopo.
«Papa!» Ino vide cadere suo padre all’indietro e sbattere sul pavimento metallico. Il foro che aveva in testa lasciava cadere solo una singola goccia di sangue.
«È stata davvero una scelta stupida Inoichi...»  Dal fianco del collo di Obito spuntava la mano di Asuma e la sua pistola ancora fumante.
Ino corse dal suo povero padre ormai senza vita, rimase a fissare piangendo il suo corpo esanime per chissà quanto mentre i due uomini si ricomponevano. Dopo non molto la rabbia si impossessò di lei, prese la pistola da terra e la puntò contro i due ormai di spalle. Una cosa la sapeva, se sparava con quella poteva fare del male a quegli uomini cattivi.
Asuma gettò la sigaretta senza filtro dal finestrino semichiuso e le rivolse delle semplici parole sempre dandole le spalle. «Quello non è un giocattolo, bambina.»
Le sue piccole mani tremavano con il peso dell’arma e i singhiozzi e le lacrime le spezzavano i pensieri. Sparò ad occhi chiusi emettendo un gridolino acuto, non beccò nulla, ma subito dopo fu costretta a lasciar cadere la pistola, le spalle le facevano male. Cadde in ginocchio di fronte al corpo di suo padre con la testa bassa.
«Dannazione, che avete combinato?» La donna dai capelli biondi sembrava estremamente adirata. «Avevo detto: VIVO!»
 
Ino sapeva che non sarebbe dovuta andare lì, nonostante fosse solo lavoro, a volte c’era una stana forza che la trascinava nei luoghi che per lui erano importanti. Si era sempre chiesta a cosa avesse pensato prima di morire e, ancora ora, non sapeva più di quello che le aveva detto la CIA. “Tuo padre era un criminale,ha ucciso tua madre e  fatto del male a molte altre persone...”, le dissero...
Fu quello il momento in cui perse la sua innocenza. “Io... ora dove andrò?” Ricorderà sempre la donna dai capelli bianchi che le mise una mano sulla spalla e le disse dolcemente: “Se vuoi... puoi rimanere qui...”
 
Si toccò istintivamente la collana a forma di loto che lui le regalò da piccola e si limitò ad alzare lo sguardo verso l’orizzonte. Sai le accarezzo leggermente la spalla, «Dobbiamo andare, ora.» Lei annuì, poi tutti e tre partirono per il prossimo obiettivo...
 
 
   
 
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