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Autore: ShinOkazaki    23/09/2016    0 recensioni
Quando conobbi per la prima volta Christine Collins, ora mia amata moglie, incontrai anche Cameron Field. [...] Un gufo nella notte. [...] Mi resi conto che tutti i giorni, sempre alla stessa ora, Cameron spariva con un sorriso pacato ed un cenno leggero, sotto gli occhi tristi della mia fidanzata. Fu in uno di quei momenti che le chiesi di lui [...] e lei, guardandolo allontanarsi, mi sussurrò la risposta tanto attesa. "È la metà di mio fratello"
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GUARDIAN

Vorrei raccontarvi una storia.
Quando conobbi per la prima volta Christine Collins, ora mia amata moglie, incontrai anche Cameron Field. Lui era quasi l'ombra della ragazza, la seguiva ovunque, come sentisse il bisogno di osservare lo scorrere della sua vita al suo fianco ma senza entrarvi prepotentemente dentro. Un gufo nella notte. E presto capii il motivo di tale necessità. 
Passarono settimane in cui io riuscii ad approfondire il mio rapporto con Chris. Mi resi conto che tutti i giorni, sempre alla stessa ora, Cameron spariva con un sorriso pacato ed un cenno leggero, sotto gli occhi tristi della mia fidanzata. Fu in uno di quei momenti che le chiesi di lui. Dopo mesi che ci frequentavamo, dopo diverse volte in cui la paura di chiederle troppo e di poterla perdere mi spingeva a tornare sui miei passi, cedetti alla curiosità. Quel giorno la vidi indifesa, quasi tremante per un terrore invisibile di cui non mi aveva ancora parlato. Ma, nonostante ciò, la luce dei suoi occhi quando le posi quella domanda mi ringraziò per averla spinta ad aprirsi. Alla fine la domanda cadde nel vuoto e Cameron Field, per me, quel giorno rimase comunque un mistero.
Accadde mesi dopo, quando egli sparì per il suo solito appuntamento, a me allora sconosciuto l'amante, che lei, guardandolo allontanarsi, mi sussurrò la risposta tanto attesa. "È la metà di mio fratello"
Suo fratello, Steve Collins, era morto qualche tempo prima. Una malattia sconosciuta lo aveva portato via in poche settimane dopo la sua scoperta e la sua famiglia ne uscì devastata. Io me lo ricordo Steve, lui era sempre solare, allegro. L'anima della festa, si potrebbe definire, ma dentro, lui aveva molto altro. Gli mancava quella superficialità delle persone comuni, lo si vedeva da lontano, e forse, perché per il giocoliere di vite è tutto un circo, il Destino aveva deciso di portarselo via per privare il mondo di una luce tanto rara. Mi sconvolse la notizia, a quei tempi, ma mai quanto sconvolse Christine e mai quanto sconvolse Cameron. E questo lo scoprii quel giorno, il giorno in cui lei decise di confidarsi con me.
"Lui è ciò che è rimasto di Steve- mi disse- Si sono conosciuti in un parco all'età di tre anni. A quei tempi io osservavo ancora il mondo dalle amorevoli braccia di mia madre e portavo ancora i pannoloni profumati, talvolta alla vaniglia, talvolta alla lavanda. Cameron e mio fratello divennero presto inseparabili. Da amici a migliori amici, da migliori amici a fratelli e da fratelli ad amanti. Loro si amavano follemente. E noi lo scoprimmo quando arrivò la malattia. Voleva raccontarcelo, voleva che sapessimo dell'uomo che amava, perché nonostante fossero ancora ragazzini, a quel tempo, noi sapevamo che erano già divenuti uomini per il dolore che stavano portando. Mio fratello voleva andarsene sapendo che Cameron sarebbe stato riconosciuto come suo compagno di vita e lui fu commosso da questa sua scelta. La mia famiglia lo accettò, subito, e alla morte di Steve lui venne quasi a vivere con noi, come aveva fatto nelle ultime settimane, quando lui era ancora vivo. Ora è ancora così, ritorna a casa solo per dormire, anche se spesso finge di farlo e di nascosto ai rifugia nel letto di mio fratello, e sua madre lo accetta. Anche se lei sa che il giorno in cui tutto questo finirà giungerà presto. 
"È come se avesse fatto un patto con mio fratello. Non si lascerà andare fino a quando io non starò bene e non avrò trovato il mio posto nel mondo, con qualcuno accanto, senza soffrire per la perdita ma ricordandola sempre, come la dolce carezza di un amore lontano. E sappiamo tutti e due, e lo vedi anche tu dal suo sorriso appena più aperto, che quel tempo è arrivato. Adesso per me ci sei tu, e lui ha svolto il suo compito" 
Quando concluse di parlare ne rimasi affascinato. E la amai ancora di più. Ma forse non volevo vedere ancora quello che mi aveva raccontato di Cameron perciò quand'egli ci venne a salutare le frasi di Christine mi ritornarono prepotentemente alla mente. Ma non potei fare nulla, se non dargli un silenzioso addio. Il suo lasciarci fu quasi meraviglioso. Non fraintendetemi, è stato straziante dire addio ad una persona così importante per la mia fidanzata. Ma Cameron era felice, si era aperto in un sorriso così solare da coinvolgere anche gli occhi. Mi sembrava quasi di vederlo giocare con Steve. Dopotutto era da lui che stava andando.
Voi forse vi chiederete perché non lo abbiamo aiutato a superare la morte del suo amato. Ma la risposta è tanto semplice quanto sarebbe stato difficile far porre al ragazzo Steve in un angolo della sua memoria. Ne avrebbe sofferto troppo, e alla fine sarebbe risultato impossibile. Il loro amore non era accantonabile, ma lo sarebbero state sicuramente le persone che avrebbero provato, seppur inconsciamente, a somigliare a Steve tra le braccia di Cameron, sempre se lui avrebbe accettato di aprirsi a loro.
Così quando ci annunciarono di averlo trovato morto Chris pianse, non per sorpresa e neanche troppo per il dolore della perdita. Anni dopo pianse per la mancanza, quel giorno pianse per la gioia. Perché lei li vedeva insieme, nei cieli. A godersi l'immensità e l'infinito come appagati amanti. 
Andammo a vedere il suo corpo quando ancora non lo avevano alzato da terra per portarlo via e preparargli il letto funebre. Non fu inaspettato quando ci ritrovammo davanti al cimitero, compresi velocemente che era sempre stato quello il suo appuntamento quotidiano. Trovammo Cameron addormentato su una collinetta, in braccio ad una lapide che portava il nome Steve Collins. Aveva bevuto del veleno e si era seduto lì, al suo fianco. Gli unici segni di vita prima del suo lasciarci erano i fiori freschi portati da lui sulla tomba, bagnati di luminose lacrime, un sorriso sincero e beato sul suo viso ed un suo sussurro nell'aria fremente.
"Mi sei mancato"
   
 
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