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Autore: aoimotion    23/09/2016    3 recensioni
Zac annusò l’aria. Un odore che già conosceva, ma di cui non ricordava il proprietario, impregnava l’intera stanza; non era cattivo, poté notare il gatto… anzi, per certi versi lo si sarebbe potuto definire persino gradevole. Inspirò profondamente, confermando così quella felice impressione.
Proprio mentre la mente cercava di elaborare quel profumo, la porta del salottino si aprì e una voce che lui non ricordava di conoscere chiese: «Zac Goldenwheat?»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry
- Questa storia fa parte della serie 'Moondrops'
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Zac annusò l’aria. Un odore che già conosceva, ma di cui non ricordava il proprietario, impregnava l’intera stanza; non era cattivo, poté notare il gatto… anzi, per certi versi lo si sarebbe potuto definire persino gradevole. Inspirò profondamente, confermando così quella felice impressione.
Proprio mentre la mente cercava di elaborare quel profumo, la porta del salottino si aprì e una voce che lui non ricordava di conoscere chiese: «Zac Goldenwheat?»
Zac si voltò in direzione di colei che aveva appena parlato; il mammifero in questione… era un furetto. Un grazioso, piccolo furetto dal manto color miele. Indossava una camicia bianca, abbinata con una lunga gonna rosa confetto; quell’abbigliamento faceva sicuramente risaltare la… parrucca? Sì, doveva essere per forza una parrucca, perché era biondo platino e non aveva nulla a che fare con il suo pelo.
Non era vestita allo stesso modo, e i capelli avevano una forma diversa da come la ricordava, ma quel viso… Zac non ebbe alcun dubbio in proposito. ‘È lei’ si rese conto; gli angoli della bocca si tesero verso l’alto mentre agitava entrambe le zampe in segno di saluto. «Guarda chi c’è!» esclamò. «Signorina… uhm, qual era il nome…»
«Rogers.» La sua espressione rimase perfettamente neutra mentre lo metteva a parte di quell’informazione. Neppure nella sua voce lui poté scorgere quel velo di cortesia che era solito associare alle segretarie e, per un breve istante, il gatto rimase spiazzato. «… Ha capito cosa ho detto, signor Goldenwheat?»
Uh?» Zac sobbalzò, di nuovo conscio di sé e dell’ambiente circostante, e si grattò il retro del collo con un certo imbarazzo. «Scusa, ero distratto. Ti dispiacerebbe ripetere?»
«Le ho chiesto: “Come si sente?”» ripeté, in effetti, come le era stato chiesto… ma qualcosa nel modo in cui l’aveva fatto lo inquietò un poco. Era come se…
La bocca gli si mosse prima che quel filone di pensiero trovasse una conclusione. «Alla grande» rispose. «E tu?» aggiunse poi – anche questo senza prima consultarsi con il suo cervello. Quanto poteva essere dura a morire un’abitudine?
La signorina Rogers ignorò l’ultima parte della frase e prese invece a sfogliare la cartelletta che teneva tra le zampine. «È pronto al colloquio, signor Goldenwheat?»
«Ehm…» Zac rise, a disagio. «Scusa, potresti evitare di chiamarmi così? È che non mi piace molto il mio cognome.»
Parve che la sua voce non avesse neppure raggiunto le orecchie di lei. «Il signor Savage sta arrivando» replicò, come se il gatto le avesse domandato notizie di lui. «Mi auguro che l’incontro si rivelerà proficuo.»
Mentre Zac cercava un modo per portare avanti una conversazione – per iniziarne una vera, in realtà – la signorina Rogers si mosse per uscire dalla stanza, senza proferire una parola di più.
«Aspetta!» gridò, tendendo una zampa verso le sue spalle. Il furetto si fermò, ma non si voltò subito verso di lui; in quel lasso di tempo, Zac si chiese per quale ragione l’avesse chiamata… e non trovando risposta, abbozzò: «Tu sai il mio nome, ma io non so il tuo.»
A quel punto, lei finalmente lo guardò. Nei suoi occhi grigi, Zac non riuscì a scorgervi nulla. «Io so il suo nome perché mi serviva saperlo. A lei serve conoscere il mio?»
«No» ammise il gatto, «ma mi farebbe piacere scoprirlo.» Provò per un attimo l’impulso di ammiccare, ma se lo risparmiò. Con lei, probabilmente, non avrebbe funzionato. «Vuoi dirmelo?»
La signorina Rogers aggrottò la fronte – non fu una reazione particolarmente elegante, ma poiché era la prima volta che gli mostrava qualcosa di diverso dall’indifferenza… il cuore di Zac fece un salto carpiato con triplo avvitamento, e il felino fu grato che il turno di parlare spettasse alla sua interlocutrice. «… Mi chiamo Stella» gli disse infine, le piccole pupille fisse su di lui come se volessero perforarlo. «Soddisfatto?»
«Sì.» A dirla tutta, Zac era molto più che soddisfatto. Le sorrise di nuovo ma, questa volta, ci aggiunse anche un inchino: profondo e rispettoso, come i suoi genitori gli avevano insegnato. Forse non sarebbero stati contenti di sapere che il loro unico figlio stava dedicando la prima, autentica riverenza della sua vita ad una modesta segreteria, ma al gatto non poteva importare di meno: in quel preciso frangente, senza ombra di dubbio, Stella Rogers era meritevole di quell’inchino… anche se non avrebbe saputo dire perché. «Spero di incontrarti di nuovo, Stella. Quel giorno, lascia che ti offra un caffè.»
Stella alzò gli occhi al cielo, come se quell’invito le avesse dato il voltastomaco, e lasciò la stanza con un breve «arrivederci». Non appena se ne fu andata, la sala d’attesa parve diventare vuota e fredda… ma il profumo di Stella Rogers continuava ad aleggiare nella stanza, e gli dava come l’impressione che lei fosse ancora lì.
 
—Per questa ragione, l’agitazione che Zac sentiva dentro non scemò neanche per un singolo istante.










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Angolino dell'autrice:
Ebbene, eccomi qui. Onestamente non pensavo che avrei di nuovo pubblicato qui, visto che è già dalla fine di Luglio che non aggiorno la mia raccolta; tuttavia, inaspettamente - per i miei stardard - sto ancora portando avanti la misteriosa long di cui ho accennato qualcosa qui su EFP e anche su Tumbl. E allo stato attuale, questa long è praticamente l'unica cosa che sono riuscita a scrivere se escludiamo la kagehina che ho pubblicato qualche settimana fa che è davvero una scemenza immane e quindi mi sto aggrappando ad essa con tutte le mie forze. Non so quando, ma conto che un giorno riuscirò a pubblicarla qui su EFP; e siccome brulica, letteralmente, di miei OC (a cui voglio un sacco di bene) la mia intenzione è quella di scrivere dei frammenti pre-long in cui si possa iniziare a fare la loro conoscenza. Con "Caffè" è stato il turno di Jack e Cynthia, con "Profumo" di Zac e Stella. Sono davvero scemenze senza pretese, ma voglio comunque pubblicarle qui perché prima o poi acquisteranno tutte un senso.

PS: molti di voi hanno provato a mettersi in contatto con me su Facebook/posta di EFP. Non vi sto ignorando assolutamente, è solo che per ora non sono... uhm, diciamo nelle "condizioni mentali" di rispondervi. Perché ci tengo veramente ad avere una conversazione completa e seria con ciascuno di voi, quindi non riesco proprio a trovare la forza di darvi risposte dozzinali. Perdonatemi ;__;  vi assicuro però che ho letto tutto!
PS 2: la raccolta non è interrotta, per adesso è semplicemente in pausa. Lo sarà ancora per un po', ma confido che abbiate trovato/troverete degni sostituti per la lettura <3
   
 
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