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Autore: Hoon18    24/09/2016    1 recensioni
La campana fa ding e dong, ogni cosa negativa che si fa ad altri, ritornerà indietro al mittente
Dal testo: «Mahiru gli rispose che era tutto inutile e che avrebbe fatto in modo che loro due avessero un lieto fine.
Un lieto fine che non comprendeva Shinya.
E se non c'era Shinya, allora non ci sarebbe stato neanche un lieto fine.»
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Guren Ichinose, Mahiru Hīragi, Shinya Hīragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È davvero così sbagliato cercare di continuare a vivere quando il tuo primo grande amore abbandona il mondo terreno?

È davvero così sbagliato cercare di dimenticare quell'unica persona sapendo che non l'avrai mai più?

È davvero così sbagliato cercare di diradare i propri demoni, per donare un po' di luce in più alle proprie giornate?

È davvero così sbagliato sradicare l'oscurità del proprio cuore e i propri risentimenti per donare quello stesso cuore ad un'altra persona?

Per Mahiru sì. 

Era sbagliato. 

Era sbagliato il fatto che Guren avesse deciso di continuare a vivere piuttosto che raggiungerla uccidendosi o facendosi possedere. 

Era sbagliato il fatto che ignorasse la sua voce ogni giorno di più e avesse distrutto e cancellato ogni ricordo che avevano insieme. 

Era sbagliato il fatto che fosse tornato allegro e solare. 

Era sbagliato il fatto che si fosse innamorato di un'altra persona. 
Del suo fratello adottivo. Shinya. 

Quei suoi capelli biondi quasi bianchi che a Guren piacevano tanto, Mahiru li odiava. 

Quei suoi occhi azzurri a Guren ricordavano tanto il mare dove tanto si divertiva prima che iniziasse tutto quel casino, a Magiru ricordavano l'azzurro del limbo in cui era imprigionata. 

Quelle sue labbra che Guren amava tanto baciare, a Mahiru ricordavano fin troppo le sue e si disperava pensando che quelle stesse labbra rosee del tenente colonnello prima baciavano le sue. 

Non ne poteva più di vederli così felici. 
Di vederli così felici insieme 

E fu così che decise di farlo. 

Erano appena andati in missione e la situazione era critica. 
C'erano quattro cavalieri di Giovanni e 3 vampiri nobili di alto rango oltre a soldati semplici. Guren parava 3 fendenti a destra e 5 a sinistra e non aveva neanche il tempo di provare ad attaccare. Lo stesso valeva per gli altri. 
Yoichi e Shinya erano nelle retrovie sopra un'auto e attaccavano a distanza i cavalieri di Giovanni. 
Il resto della squadra invece si batteva con i vampiri di basso rango. 

L'ultima cosa che vide Guren fu il volto del vampiro che faceva una faccia orribile per via del dolore. 

Poi  nero. 
La sua mente si svuotò e non capii più nulla. 

Vedeva tutto in terza persona come se fosse nel corpo di un altro. O meglio, come se fosse un fantasma. 
Vedeva il suo corpo muoversi, gli occhi erano diventati rossi e si avviava verso le retrovie. 

Il demone si era impossessato del suo corpo. 

Provò a chiamare il fidanzato per avvisarlo del pericolo ma neanche lui sentiva la sua voce. 

Mahiru gli rispose che era tutto inutile e che avrebbe fatto in modo che loro due avessero un lieto fine. 
Un lieto fine che non comprendeva Shinya.
 E se non c'era Shinya, allora non ci sarebbe stato neanche un lieto fine. 

Il suo corpo continuò a muoversi sotto i fili del burattinaio che era la ragazza dai lunghi capelli lilla che si avvicinava sempre si più ai due ragazzi. Guren provò a ricacciare indietro la sua ex ragazza e riprendersi il suo corpo, ma fu solo fatica sprecata. Iniziò a vedere solo dei piccoli spezzoni dell'accaduto. Mahiru che tramite il suo corpo estraeva la spada.
Poi lei che saltava addosso all'albino. 
Dopodiché il suono orribile della carne lacerata e rosso. 
Sangue. 
Solo e solamente sangue.

La voce di Mahiru si fece più soffusa, segno che stava ritornando al suo stato di demone

«Mi dispiace Guren, ma è stata colpa tua. Come il pendolo va a destra, andrà anche a sinistra. Tu mi hai lasciato sola quindi ora sarai tu a rimanere solo»

Il ragazzo dagli occhi di ametista si rese conto di aver riottenuto pieno controllo del suo corpo quindi si avvicinò a quello del ragazzo dagli occhi del mare, si sedette accanto a lui e lo avvicinò a sé il più possibile, come se ciò avesse potuto evitare la sua ascesa in un posto sicuramente migliore di quello in cui vivevano. 



Il tenente colonnello gettò via la sua maschera di freddezza e insensibilità e scoppio a piangere alla vista del fidanzato con la divisa sporca di quel rosso orribile che continuava a tossire e sputare sangue. Piccole goccioline caddero su quelle macchie così ampie sulla divisa del cecchino e sulla sua pelle che diventava sempre più pallida. 

–Shinya, non mi lasciare. So che adesso andrai in un posto migliore, ma da quando ho capito di amarti, persino quest'inferno mi è sembrato il posto migliore che esista. Non puoi abbandonarmi così Shinya...

L'albino rispose alle parole del ragazzo con uno dei suoi sorrisi ambigui è una carezza sulla guancia. Poi il braccio cadde a peso morto sul corpo e i suoi occhi azzurri persero la vivacità che li caratterizzava. 
L'unica cosa che ruppe quel momento congelato fu un urlo disperato che squarciò l'aria.




Angolino me
Perché scrivo solo angst? PERCHÉ??
Sappiate che me lo chiedo anche io. E sappiate che volevo scrivere qualcosa su di loro da tipo taaaaaaaaanto tempo quindi appena mi è venuta questa idea del "pendolo" (detto ""terra terra"" «sputa in cielo che in faccia ti ritorna») ho colto la palla al balzo e VOILÀ
ALTRA STORIA ANGST 
Mi odio. E so che mi odiate anche voi(?) quindi vi capisco (???). A parte lo sclero, rotolo a letto perché domani ho scuola, sono le 23:51. Sciauuuuuuuuu
   
 
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