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Autore: yellow_weirdo    24/09/2016    0 recensioni
La storia è nata ripensando alla mia vera partenza per l'Irlanda avvenuta il 16 luglio e all'effettiva separazione momentanea (dato che rimarrò in Irlanda ancora per due settimane) da una persona a me davvero molto cara. Nel racconto i fatti e le riflessioni sono ambientate nel momento degli ultimi saluti prima di passare il gate; ho modificato leggermente gli avvenimenti, tranne per gli ultimi, quelli sono stati descritti come accaddero realmente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partenza EFP
Buonasera a tutti coloro che vorranno leggere questo mio primo brano originale. Ci tenevo a scrivere una piccola precisazione, già contenuta della trama.
La storia è nata ripensando alla mia vera partenza per l'Irlanda avvenuta il 16 luglio e all'effettiva separazione momentanea (dato che rimarrò in Irlanda ancora per due settimane) da una persona a me davvero molto cara. Nel racconto i fatti e le riflessioni sono ambientate nel momento degli ultimi saluti prima di passare il gate; ho modificato leggermente gli avvenimenti, tranne per gli ultimi, quelli sono stati descritti come accaddero realmente.
Buona lettura, Josephine.







PARTENZA.

Le sue mani scorrevano delicatamente sul mio braccio.
Cercava di consolarmi, ma sapeva che sarebbe stata un'impresa impossibile.
In quel momento non avrebbe potuto consolarmi nulla se non la certezza che non sarei dovuta partire.
Entrambi volevamo abbracciarci, avevamo bisogno di quell'abbraccio, ma avrebbe anche voluto ammettere che tutto ciò era reale.
Stavo per partire.
Tre mesi.
Dodici settimane.
Ottantaquattro giorni.
Il panico saliva sempre più forte in me ogni secondo che passava.
Come per difendermi cercavo di convincermi che era tutto uno scherzo, non sarei salita per davvero su quell'aereo e non sarei dovuta stare tutto quel tempo in una nazione a un paio di migliaia di chilometri da casa mia.
No, no, io stavo semplicemente sognando tutto ciò e dopo poco mi sarei svegliata.
Purtroppo la realtà era un'altra e i miei tre compagni di viaggio mi stavano aspettando per andare tutti assieme al gate.
Non volevo staccarmi da lui, non potevo.
In quei mesi assieme avevo scoperto che lui era il mio punto fisso, quello da cui tornavo sempre, come poteva lasciarmi andare così?
Ma poi vidi i suoi occhi, lessi la tristezza anche nei suoi, capii che anche lui stava soffrendo nel lasciarmi andare, ma lo faceva perchè, alla fine, entrambi sapevamo che era giusto così.
Sarei tornata, dovevamo solo essere pazienti.
In un'epoca dominata dalla tecnologia essa ci avrebbe potuto aiutare a farci sentire meno lontani e alla fine la nostra pazienza ci avrebbe premiati.
Presi coraggio, lo abbracciai stretto, inalando un'ultima volta quel suo profumo che tanto amavo e afferrato il bagaglio a mano mi diressi verso il gate.
Non mi voltai indietro.
Gli scrissi un semplice «Ti voglio bene», non serviva altro.
Salii sull'aereo.
   
 
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