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Autore: sasa123    25/09/2016    2 recensioni
''Aprii piano piano gli occhi, come se mi fossi appena svegliato da un lungo letargo. Non sapevo spiegarmi il motivo ma appena sveglio mi prendevo sempre qualche istante per ispezionare l'ambiente che mi circondava, pazzia? Probabile, sapevo già da me di essere un sociopatico iperattivo, non mi sarei stupito di essere anche pazzo. No no no... Era qualcos'altro. Forse paura? Si, paura. Paura di svegliarmi e rendermi conto che fosse tutto un sogno. Che il 221B di Baker Street fosse solo un'invenzione, un desiderio nascosto da qualche parte nella mia mente, una realtà immaginaria dove per la prima volta nella mia vita non ero totalmente solo.''
Genere: Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2nd January  9:00 a.m. 

Aprii piano piano gli occhi, come se mi fossi appena svegliato da un lungo letargo. Non sapevo spiegarmi il motivo ma appena sveglio mi prendevo sempre qualche istante per ispezionare l'ambiente che mi circondava, pazzia? Probabile, sapevo già da me di essere un sociopatico iperattivo, non mi sarei stupito di essere anche pazzo. No no no... Era qualcos'altro. Forse paura? Si, paura. Paura di svegliarmi e rendermi conto che fosse tutto un sogno. Che il 221B di Baker Street fosse solo un'invenzione, un desiderio nascosto da qualche parte nella mia mente, una realtà immaginaria dove per la prima volta nella mia vita non ero totalmente solo. Mi alzai e cominciai a prepararmi del thè. Facevo finta di nulla, ma mi rendevo conto che quell'appartamento sembrava davvero vuoto da quando John era andato a vivere da solo. Certo, non ne facevo un dramma, dopo tutto sapevo che prima o poi, dopo la mia scomparsa, non sarebbe rimasto a lungo in quell'appartamento. L'unica cosa che mi turbava davvero da un mese a questa parte non era la sua assenza a Baker Street, bensì la sua assenza nella mia vita. Da quando tornai dopo aver inscenato per ben 2 anni la mia morte,  John non volle più rivolgermi la parola e ancora non riesco a capacitarmene. Capivo che fosse arrabbiato, ma lui ne stava facendo un vero e proprio dramma. Sinceramente era una situazione che non avevo previsto. Cominciò a squillarmi il cellulare, era Lestrade. -Novità?- Chiesi in modo secco. -Non ti si può nascondere niente, Sherlock.- Controbatté lui ironico. -Sicuramente la tua non è una chiamata di cortesia, Jeff.-, -Greg.-, -Che volevi dirmi?- Chiesi sviando il discorso all'unica parte della conversazione che mi interessava sul serio. -Abbiamo ricevuto una chiamata da una donna nella 22esima strada. E' ritornata un'ora fa a casa ed ha trovato il corpo senza vita del marito sul pavimento.-, -Omicidio domestico. Probabilmente lei aveva un altro e la presenza del marito era diventata troppo scomoda. Niente di nuovo.-, -Oh, non credo proprio.- Esclamò Lestrade quasi divertito dal fatto che, per una volta, mi stavo sbagliando. -Che intendi?- Chiesi incuriosito. -Vieni qui e guarda tu stesso.- Concluse l'ispettore nel tentativo di invogliarmi a raggiungerlo. Non risposi, staccai il telefono, mi sistemai la sciarpa intorno al collo e indossai il mio fidato cappotto. Era riuscito a stuzzicare il mio interesse, soprattutto perchè il quel periodo non c'era stato nessun caso interessante su cui lavorare. Scesi, quasi di corsa le scale del 221b e mi diressi sulla soglia del marciapiede per attirare l'attenzione del tassista che, proprio in quel momento stava passando d lì.  


10:00 a.m.

Scesi dal taxi ed entrai dentro la grande casa che in quel momento era circondata da egenti di polizia. Notai subito che la serratura della porta d'entrata era stata violentemente forzata. -Ti sei precipitato qui sul serio.- Esclamò divertito l'ispettore non appena mi vide entrare nella stanza. -Mi delude il fatto che avessi qualche dubbio.- Risposi secco senza distogliere lo sguardo dalla scena del crimine. -Il suo nome era Steven McGuire, quarantadue anni,  bianco, di origine scozzese. Si era trasferito in questa casa con la moglie cinque anni fa.- Mi informò Lestrade. Cominciai ad osservare la vittima cercando di carpire altre inf0rmazioni importanti che la polizia non avrebbe potuto notare ad un primo sguardo. -Braccia allenate, probabilmente andava in palestra ma non credo, considerando l'età e le mani rovinate che sicuramente non si addicono ad una persona che tiene al suo aspetto fisico. Di conseguenza possiamo dedurre che facesse un lavoro che richiedeva un certo sforzo per le braccia. Mani rovinate e tracce di vernice su di esse ci fanno capire che si trattava di un muratore o qualcosa del genere. Indossava delle scarpe e dei vestiti economici con evidenti segni di usura provocati dai numerosi lavaggi effettuati nel tempo. Uno dei tanti uomini che lavorano per portare a casa qualche spicciolo alla fine del mese, sicuramente non una persona che vale la pena uccidere per una rapina.-, -Ok...- Disse Lestrade mentre cercava di stare dietro ai miei ragionamenti. -Sei sicuro che non si tratti di un tentativo di rapina finito male?-, -Ispettore mi sembra evidente! Dandogli anche solo un occhiata anche lei poteva capirlo. Quest'uomo è stato ridotto ad un colabrodo umano. E' stata una faccenda personale, è evidente. Solo una persona piena di rancore e odio poteva ucciderlo così brutalmente.- Finita la frase i miei occhi caddero su un piccolo particolare. Una chiave dorata, che la vittima teneva stretta nella mano sinistra. -E questa?- Mi chiesi retoricamente. -Una chiave. forse di una porta che stava cercando di aprire per scappare dal suo assassino.- Ipotizzò l'ispettore Lestrade, cercando di trovare la spiegazione più logica che in quel momento gli era passata per la mente. -Poco probabile. Nessun uomo inseguito da un assassino con un mitra cercherebbe di scappare proprio da una porta chiusa a chiave. Avrebbe corso su per le scale o sarebbe scappato verso il retro.- Lo corressi mimando una pistola con le mani e puntandola verso una delle porte della stanza chiuse a chiave per poi dirigermi verso la porta d'entrata. Dove stai andando?? Non abbiamo ancora finito!-, -Oh, Lestrade... Per quanto io possa essere spaventosamente intelligente e possa possedere un intuito fuori dal comune, non posso certo lavorare da solo.- Conclusi uscendo dalla grande casa. -Vai da John??- Mi urlò Lestrade sperando, inutilmente, che non fossi già troppo lontano per poterlo sentire. -Va da John.- Si rispose da solo l'ispettore scuotendo il capo e ritornando al suo lavoro.
  
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