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Autore: AliceMiao    25/09/2016    0 recensioni
Due ragazzi. Due mondi differenti. Un destino in comune.
Dal testo:
Me lo ripeteva sempre, da quando avevo scoperto di avere i poteri. Diceva che ero molto forte e che allenandomi duramente avrei potuto fare grandi cose e raggiungere obbiettivi che pochissimi erano riusciti a raggiungere.
E io ci credevo veramente.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dante Vale, Un po' tutti, Zhalia Moon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amsterdam, Olanda.
Chiusi gli occhi. Mi concentrai. Nessun suono da destra. Un lieve rumore da sinistra. Aprii gli occhi e colpii. Il manichino robot cadde a terra, a pezzi.
Dietro di me qualcuno batté le mani: mio padre.
"Brava, sei migliorata molto in questi anni", disse avvicinandosi. "Ho una missione per te: devi seguire un uomo, raccogliere più informazioni possibili su di lui, magari se riesci fattelo anche amico, così sarà più semplice ottenere quello che ci serve: sapere dove si trovano i Titani Leggendari".
Annuii. Era una missione importante e non avrei fallito.
Partii quel pomeriggio, destinazione Venezia. Era molto simile ad Amsterdam come città, fatta di canali, viette strette e antiche, molto belle. Avevo un appartamento vicino a Piazza San Marco, piccolo e semplice. Aveva un open space con cucina e soggiorno, un bagno e una camera da letto. Appena arrivata decisi di disfare i bagagli, dopodichè mi misi subito alla ricerca dell'uomo 'misterioso'.
Venezia non era piccola, ma per fortuna ero riuscita a sapere dove vivesse prima di partire. Era una villetta niente male ubicata in uno dei quartieri vecchi della città. Non era niente male, per uno che come lavoro faceva il detective privato.
Saltai sul tetto della casa di fronte e guardai nella finestra: un uomo sui ventotto anni, alto, capelli rossi e corti, stava seduto sul divano, sfogliando distrattamente un libro. Era un ragazzo niente male, lo ammetto; immaginai sarebbe stato piacevole trascorrere del tempo con lui.
Accanto a lui volò una creatura bianca, un titano per la precisione. Sembravano discutere, ma non avevo mai visto un titano parlare.
All'improvvisò il volto dell'uomo si girò verso di me. Fulminea mi volatilizzai, ma temevo che mi avesse visto. Infatti, eccolo uscire in cortile subito dopo e iniziare a guardarsi intorno. Finchè i suoi occhi non si posarono su di me, in piedi accanto al cancello.
"Chi sei?", mi chiese.
"Non è importante che tu lo sappia. Piuttosto, tu sei il famoso Dante di cui tutti parlano?".
"Dipende, se intendi colui che ha scritto la Divina Commedia direi che hai sbagliato secolo", disse sorridendo. Ok, era anche simpatico.
"Divertente", dissi ridacchiando alla sua battuta "Comunque ti stavo cercando, vorrei che tu mi insegnassi qualcosa sul mondo dei cercatori e dei titano, sai sono ancora alle prime armi".
"Farti da insegnante? E per quanto?".
"Fino a che vorrai".
Sembrò rifletterci. Sapevo che lui non aveva mai rifiutato qualcuno che gli chiedeva suggerimenti o insegnamenti, infatti accettò.
Mi fece entrare in casa, per discutere sul 'programma': avrei avuto una lezione al giorno per tre ore, la mattina.
"Quanti titani hai?".
"Tre" Glieli mostrai "Non sono nulla di ché...".
Lui li squadrò. Ovviamente stavo mentendo, erano molto potenti, ma dovevo fingere di saperne il meno possibile in questo campo.
"Stai scherzando?! Sono molto potenti invece! Dove li hai trovati?".
"Me li ha regalati mio padre, prima di morire pochi mesi fa". Altra bugia.
Annuì e da dietro di lui comparve il titano bianco di prima. "Lui è Cherit".
Sorrisi. "Possiamo iniziare oggi le lezioni?", chiesi.
"Perchè no! Forza saliamo, ho una stanza apposta che uso per allenarmi".

Venezia, Italia.
Quella mattina, al suono della sveglia, svegliarmi era l'ultima cosa che volevo fare. Ero tornato la sera prima dopo una faticosa missione in Africa, per recuperare un titano piuttosto potente.
Alla fine cedetti al suono fastidioso della sveglia e mi alzai, anche se svogliatamente.
Per tutta la mattina sistemai casa, che non era proprio al massimo dello splendore, dopo che era stata disabitata per una settimana.
Riuscii a riposarmi solo quel pomeriggio e mi sedetti sul divano a leggere, anche se avevo uno strano presentimento, come se fossi osservato.
"Ehi!" Cherit volò verso di me "Ho visto qualcuno sul tetto della casa qui di fronte!".
Voltai di scatto la testa e vidi una donna, che scomparve appena si accorse che la stavo osservando.
Corsi fuori casa e mi guardai intorno cercandola, finchè non la trovai accanto al cancello.
Mi disse che non aveva importanza che sapessi chi fosse e questo mi fece sorridere.
"Dipende, se intendi colui che ha scritto la Divina Commedia direi che hai sbagliato secolo", dissi scherzando. Ovviamente la stavo prendendo in giro, giusto per rompere un po' il ghiaccio e sciogliere la tensione che si stava creando.
Mi disse che mi voleva come insegnante. In effetti era da un po' che non facevo da insegnante a qualcuno, così decisi di accettare.
Quando mi mostrò i suoi titani rimasi a bocca aperta: erano tutti e tre molto potenti e il fatto che li considerasse deboli mostrava quanto poco sapesse di questo mondo.
"Possiamo iniziare oggi le lezioni?"
"Perchè no! Forza saliamo, ho una stanza apposta che uso per allenarmi".
Salimmo in soffitta. Iniziai con un semplice esercizio e mi resi conto che almeno le basi le conosceva. Meglio così, almeno avremmo potuto passare prima a qualcosa di più divertente.
Una cosa che notai era che si guardava spesso intorno, come se cercasse qualcosa. Ma non ci diedi molto peso, pensavo fosse semplicemente curiosa, in fondo mi era parso di capire di essere una sorta di 'celebrità' per lei.
"Quanti anni hai?", le chiesi mentre faceva degli addominali.
"Ventitre. Tu?".
Le risposi di averne ventotto, dopodichè continuò l'allenamento in silenzio. Passammo alle flessioni e fu il suo turno nel farmi una domanda.
"Qual è stata la missione più importante che ti hanno affidato?".
Sorrisi. "Beh, senz'altro quella da cui sono appena tornato. Stavo cercando un titano e ho scoperto anche indizi su un altro titano incredibilmente potente".
Lei sorrise e iniziò a farmi domande sulla missione. Ovviamente rimasi sul vago, non mi andava di raccontare la mia missione nei minimi dettagli a una perfetta sconosciuta.
Anzi, solo in quel momento mi resi conto di non sapere ancora il suo nome e lo scoprii solo alcune ore dopo, quando la accompagnai al cancello.
"Allora a domani?".
"Sì, a domani. Prima però dimmi il tuo nome".
"Mi chiamo Zhalia". E sparì.

Note: spero vi piaccia!
Baci AliceMiao

   
 
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